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Perché anche Sanremo 2024 targato Amadeus sarà un Festivalbar

Amadeus ha annunciato il cast del prossimo Festival della Canzone Italiana di Sanremo, edizione 74. Cast che verrà poi rimpinguato dai tre nomi che accederanno alla categoria Big per aver vinto l’imminente contest Sanremo Giovani, portando a 30 il numero dei concorrenti in gara.

Perché anche Sanremo 2024 targato Amadeus sarà un Festivalbar
La lista dei cantanti in gara a Sanremo 2024 (dal profilo Instagram di Amadeus).

Un cast che sorprende, ma solo a metà

Sì, 30. Perché Amadeus, giunto alla sua ultima, per ora, edizione alla conduzione e alla direzione artistica – con questa del 2024 saranno cinque di fila – ha ancora una volta deciso che il regolamento del Festival, da lui stesso redatto, poteva essere tranquillamente modificato in corsa, andando ad allargare il range dei concorrenti. Se infatti domenica tutti ci aspettavamo i 23 nomi, molti pronti a dire «era già tutto previsto», come nel noto inciso cantato una vita fa da Riccardo Cocciante, il presentatore veronese di origini siciliane, con un vero colpo di teatro, ha sorpreso tutti annunciando all’inizio del Tg1 che il numero sarebbe stato più alto, e andando poi a sciorinare i 27 nomi da se medesimo scelti, 13 in un primo blocco, 14 nel blocco successivo. Se è vero che in parte i nomi presentati erano assolutamente telefonati – erano presenti in tutte le liste fake che nelle ultime settimane, come ogni anno, intasano la Rete – come Annalisa, Angelina Mango, The Kolors approdati al Festival come per acclamazione universale forti di hit messe a segno durante l’estate, è altrettanto vero che ci sono anche delle sorprese davvero inaspettate, nomi che hanno fatto letteralmente saltare sulla sedia i tanti addetti ai lavori che a casa aspettavano di sapere chi avremmo visto calcare le assi dell’Ariston a febbraio, in quelle che a questo punto si prospettano come interminabili serate.

Amadeus ha accolto il gotha del mercato: da Geolier ad Annalisa, da Mr Rain ad Alfa e Rose Villain

Questo quindi l’elenco che Amadeus ha annunciato: Fiorella Mannoia, Geolier, Dargen D’Amico, Emma, Fred De Palma, Angelina Mango, La Sad, Diodato, Il Tre, Renga e Nek, Sangiovanni, Alfa, Il Volo, Alessandra Amoroso, Gazzelle, Negramaro, Irama, Rose Villain, Mahmood, Loredana Bertè, The Kolors, Big Mama, Ghali, Annalisa, Mr Rain, Maninni e i Ricchi e Poveri. Un cast incredibile, va detto, e non fossimo lucidamente a fissare il sistema musica da lungo tempo si potrebbe quasi azzardare un ce n’è per tutti i gusti. In realtà Amadeus – che non crediamo affatto mollerà l’osso nel 2025, con una conduttrice posta frontalmente per ricordare che il mondo della musica è saldamente e indissolubilmente in mano agli uomini – ha definitivamente spostato a Sanremo quello che un tempo era lo spirito del Festivalbar. Con la scusa di inseguire il gusto delle radio, proprio oggi che le radio a causa di Spotify e affini stanno morendo in una costante emorragia di ascoltatori e di hype, Amadeus ha raccolto a sé il gotha del mercato, reale o apparente. Quindi ecco ancora una volta il campione di vendite, Geolier, che a fine anno sarà titolare dell’album più ascoltato, il suo Il coraggio dei bambini è infatti il lavoro che andrà a sostituire in vetta Sirio di Lazza, a sua volta a sostituire Taxi Driver di Rkomi, tutti di volta in volta poi in gara al Festival. Ecco Annalisa, nostra signora del pop con la tripletta Bellissima, Mon Amour e Ragazza sola, il suo primo Forum roba di poche settimane fa. Ecco i The Kolors, la cui ItaloDisco è diventata da outsider il vero tormentone dell’estate. Ecco Angelina Mango, che a oggi è la donna dei record per ascolti e velocità di raggiunta del vertice delle classifiche in questo anomalo 2023. Ecco Alfa, uno dei pochi in gara senza una major alle spalle, lui è con Artist First, forte del megasuccesso di Bellissimissima, hit assolutamente jovanottiana che ha portato un po’ di solarità in un tempo altrimenti musicalmente spesso oscuro. Volendo anche ecco Mr Rain, che con la sua Supereroi è stato uno dei vincitori morali dell’ultima edizione del Festival a metà con Tananai, e anche ecco Rose Villain, nome magari non notissimo a un pubblico mainstream, ma che coi suoi duetti ha conquistato un bel numero di dischi di platino, spesso facendo da traino ad artisti non esattamente in splendida forma, è il caso di questa estate di Fragole con Achille Lauro.

La carica degli ex vincitori: un modo per rimettersi in gioco

Poi c’è chi al Festival ci è stato e lo ha anche vinto, con alterne fortune. Partiamo da Diodato, che è arrivato primo nell’anno peggiore, il 2020, giusto un paio di settimane prima che la pandemia ci chiudesse tutti in casa, di nuovo a Sanremo per provare a capitalizzare un talento indubbio. Segue Emma che invece non è mai sparita dalla scena, spesso dalle parti di Maria De Filippi, ma che negli anni ha visto il proprio gradimento erodersi, al punto da essere finita a fare un tour in locali decisamente meno ambiziosi di quelli cui avrebbe dovuto puntare, la necessità di rifarsi il maquillage è quindi assolutamente stringente. Ecco Mahmood, anche lui un po’ in affanno, nonostante le due vittorie nei suoi due ultimi passaggi sanremesi, da solo con Soldi e in coppia con Blanco con Brividi. I concerti però non hanno incontrato il plauso del pubblico. Poi c’è Il Volo, che torna a Sanremo dopo aver conquistato il mondo, di nuovo all’Ariston per presentare il primo progetto pop, lontano dai classici e dalla lirica, una delle attese più curiose del Festival. Ecco anche Francesco Renga, vincitore nel 2005 con Angelo, stavolta in gara con Nek, dopo un album e un tour in coppia, anche in questo caso una carriera un po’ da rimettere in sesto, e comunque la voglia di far conoscere un progetto atipico, che vede due popstar di mezza età mettersi in gioco.

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Diodato a Sanremo 2021 (Getty Images).

La categoria streaming: tante visualizzazioni, ma poca notorietà mainstream

Altra categoria presente, e non poteva che essere così, quella di chi si muove o si è mosso proprio nel mondo dello streaming, portando a casa risultati importanti, anche senza necessariamente essere entrato nell’immaginario collettivo (lo streaming è trasversale anagraficamente solo nella narrazione di chi lo pratica, nei fatti è appannaggio di un pubblico esclusivamente di giovanissimi). Quindi la presenza di Fred De Palma, re indiscusso dei tormentoni estivi in odor di reggaeton, di Il Tre, rapper invero piuttosto interessante e originale, di Sangiovanni, già passato da Sanremo dopo essere esploso a Amici, e incappato in un semiflop con il brano proposto in coppia con Mr Rain, e dello stesso Ghali, recentemente fuori con un lavoro duramente stroncato dalla critica, va letta in questa maniera. Irama, che è uno con numeri pazzeschi e con una carriera interessante alle spalle, torna a breve giro per rilanciare, si suppone, il lavoro split con Rkomi, No stress, presentato come un futuro blockbuster ma al momento abbastanza fermo ai blocchi di partenza… staremo a vedere.

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Ghali (Getty Images).

I pezzi da novanta – Mannoia, Bertè, Negramaro – e la sottocategoria Granny rappresentata da I Ricchi e Poveri

Arrivano poi i pezzi da novanta, si parli di carriera o di numeri. Ecco quindi Fiorella Mannoia, che si mette nuovamente in gioco dopo aver sfiorato la vittoria nel 2017 con Che sia benedetta – Occidentalis Karma di Gabbani a sfilarle il primo posto da sotto il naso – Loredana Bertè, in ritrovato stato di grazia, una delle nostre artiste più originali e dotate di propria personalità; i Negramaro, che avevano a suo tempo giurato non sarebbero più tornati al Festival dopo l’ingiusta eliminazione proprio nel Sanremo di Angelo con Mentre tutto scorre, ma che si rimettono in gara anche per lanciare, si suppone, il prossimo tour negli stadi. I Ricchi e Poveri – che potrebbero rientrare sia nella categoria dei pezzi da novanta, seppur si dovrebbe più dire pezzi da 70 e da 80, come in quella degli ex vincitori – rientrano in realtà nella classica categoria Granny, tanto cara ad Amadeus, quella occupata in passato da Orietta Berti, o dai Cugini di Campagna. Un contentino al pubblico over 60 di Rai1, verrebbe da ipotizzare. Comunque un felice ritorno per chi la storia di Sanremo l’ha fatta davvero.

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Loredana Berté a Sanremo 2021 (Getty Images).

Gli outsider Gazzelle, Big Mama e lo sconosciuto Maninni e il colpaccio Amoroso

Ci sono poi i classici outsider, tali non solo per il pubblico televisivo o musicalmente mainstream, ma in un caso anche per noi addetti ai lavori. Come I La Sad, trio pop-punk o punk-pop assolutamente imprevedibile, con una energia che difficilmente sarà contenibile durante i giorni del Festival e che siamo sicuri ci daranno belle soddisfazioni, diciamo la quota Rosa Chemical di quest’anno. Ecco Big Mama tornata a Sanremo dopo il bellissimo duetto dello scorso anno con Elodie, in una American Woman assolutamente da incorniciare, femminista cazzutissima (vedi il patriarcato che è in me) pronta a regalare sicuramente una ventata di contenuti e potenza. Ecco Gazzelle, la quota indie di questa tornata, lui che ha già fatto uno Stadio Olimpico, che è comunque un nome di peso di quello che viene comunemente indicato come l’itPop e che ha a suo modo plasmato una generazione di 20enni con le sue rime in bilico tra malinconia e disincanto. Segue Maninni, quello che ha fatto chiedere a tutti: «E questo chi è?», cantante barese passato per il preserale di Amici anni fa, vincitore non arrivato al Festival di Sanremo Giovani l’anno scorso, talento tutto da scoprire. Ultima ma non ultima c’è poi il vero colpaccio di Amadeus, quella Alessandra Amoroso annunciata come possibile concorrente tutti gli anni dalla sua vittoria di Amici, ormai nel 2009, e che finalmente arriva in gara, dopo essere transitata di lì più e più volte come ospite. Un ritorno inaspettato, proprio per quel suo essere la Godot del pop italiano, che la riporta in scena dopo la vicenda della shit storm su TikTok che l’ha duramente provata nell’ultimo anno.

Sanremo 2024 all’insegna di un pop omogeneo e molto maschile

Ce n’è per tutti i gusti? No, assolutamente. C’è un pop piuttosto omogeneo, certo con sfumature che passano dal rap all’indie, con punte sul classico, ma che tagliano fuori tutta una fetta di ascoltatori, tipo i 50enni, ancora una volta tagliati fuori del tutto. Non ci sono cantautori, per dire, non ci sono cantautrici, ancora più per dire, la presenza di sole nove donne in gara, a fronte di 30 uomini – tanti sono i maschietti contando i membri delle band e i duetti – grida vendetta. Come sempre a Sanremo non ci sono tutti quegli artisti che non gravitano fuori dal mondo delle major e quindi dal mondo di Spotify, ultimamente divenuto vero e proprio giardino del Re per quel che riguarda la musica. Il Festival di Amadeus incontrerà sicuramente il placet di un vasto pubblico, perché a un vasto pubblico fa l’occhiolino. Il problema è che è del tutto identico alle classifiche di vendita, non è affatto vero il contrario, così come a tutto ciò che è musica e passa dalla televisione (il fatto che nell’era dei social, di Spotify e delle piattaforme si finisca sempre a inseguire la tv prima o poi andrà approfondito). Così anche quest’anno avremo un cast di Sanremo che somiglia a quello del Concertone del Primo Maggio che somiglia  a quello dei vari Battiti Live o Power Hits Estate e che somiglia addirittura a quello da seconda o terza serata del Club Tenco, tutto uguale e ad appannaggio dei soliti nomi. Poi, è chiaro, a Sanremo guarderemo tutti con curiosità e anche divertimento, perché quei nomi sono comunque interessanti, in alcuni casi anche sorprendenti. Ah, dopo 10 anni dalla vittoria di Arisa sarebbe il caso vincesse una donna, vuoi vedere che è la volta buona che Annalisa porta a casa la statuetta con la palma e il leone?

I big in gara al Festival di Sanremo 2024

Il conduttore e direttore artistico Amadeus ha svelato al Tg1 delle 13.30 l’elenco dei big in gara al prossimo Festival di Sanremo. Saranno 27, a cui si aggiungeranno poi gli artisti che saliranno sul podio nella finale di Sanremo Giovani. «Sono realmente i miei super ospiti, i reali protagonisti del Festival. Non vedo l’ora che sia il 6 febbraio per farli ascoltare a tutti», ha detto Amadeus prima dell’annuncio, mostrando in anteprima la scenografia del teatro Ariston.

Amadeus ha modificato all’ultimo il regolamento, portando a 30 gli artisti in gara

Ecco l’elenco dei 27 big in gara a Sanremo 2024: Fiorella Mannoia, Geolier, Dargen D’Amico, Emma, Fred De Palma, Angelina Mango, La Sad, Diodato, Il Tre, Renga & Nek, Sangiovanni, Alfa, Il Volo, Alessandra Amoroso, Gazzelle, Negramaro, Irama, Rose Villain, Mahmood, Loredana Bertè, The Kolors, Big Mama, Ghali, Annalisa, Mr Rain, Maninni, Ricchi & Poveri. Modificando all’ultim’ora il regolamento, Amadeus ha portato a 30 (dovevano essere 26 in tutto) il totale degli artisti che saranno in gara al Festival.

I big in gara al Festival di Sanremo 2024. Tra i nomi Fiorella Mannoia, Mahmood, Annalisa, Negramaro, Loredana Bertè e Il Volo.
Sangiovanni e Fiorella Mannoia (Getty Images ).

Amadeus: «Scelta difficile, mi auguro di ripetere i risultati delle ultime edizioni»

Amadeus aveva spiegato che il numero delle candidature per l’edizione 2024 è stata da record, con oltre 400 proposte ricevute, di cui 50 ritenute papabili dal direttore artistico. «La scelta è sempre difficile, ma mi auguro di ripetere i risultati delle ultime edizioni che hanno visto per mesi i brani di Sanremo in testa alle classifiche di ascolto e di vendita», ha commentato in una nota. Nel 2023 i big in gara erano stati 22.

Fedez contro Morgan: «Io non devo leccare i piedi a Meloni e Sgarbi»

Nel corso della semifinale di X-Factor ci sono state nuove frizioni tra Fedez e Morgan che, nonostante sia stato allontanato dal programma, ha attaccato il rapper accusandolo di favoreggiamento nei confronti di un concorrente della squadra di Dargen D’Amico, gli Stunt Pilots, il cui cantante, Lorenzo, avrebbe collaborato a un disco del marito di Chiara Ferragni prima di entrare nel talent show. A queste critiche a mezzo social, Fedez ha risposto in diretta a Morgan, usando dei toni decisamente poco pacifici: «Se pensa che io abbia fatto del clientelismo in questo programma deve dirlo, non insinuarlo».

La conoscenza pregressa, smentita, con il cantante degli Stunt Pilots

«Morgan ha fatto questo dossieraggio venuto male in cui ha raccontato che Lorenzo ha contribuito a lavorare a un mio album lasciando, così, intendere che ci fossero dei favoritismi», ha detto Fedez, che poi ha aggiunto: «Voglio mettere le cose in chiaro: io Lorenzo (il cantante dei concorrenti Stunt Pilots, ndr) non l’ho mai conosciuto, non ci siamo mai visti. Lui ha semplicemente collaborato con Michele Canova a Los Angeles per la produzione di alcuni brani, che è una cosa normalissima. Ma mettiamo anche il caso che io lo conoscessi: quale sarebbe il problema? A me risulta che Morgan, per sua stessa ammissione, conosceva Anna Castiglia. Quindi, quale sarebbe stato il problema?».

Fedez attacca Morgan sui rapporti con il governo

Al chiarimento, Fedez ha fatto seguire un nuovo attacco diretto a Morgan, che si è esteso anche oltre la questione di specie ed è arrivato alla vicinanza politica dell’ex giudice al governo di centrodestra e ad alcuni suoi esponenti. «Se vuoi essere davvero un ribelle, caro Morgan, e pensi che qua dentro sia tutto pilotato, queste cose le dici quando sei dentro al programma, non quando ti danno un calcio in c*lo e te ne vai via, perché così è troppo semplice». Poi l’accusa diretta: «Io non sono un ribelle: sono un ragazzo con una piccola azienda che lavora con la mamma e con l’avvocato ma che, per ottenere quello che ha, non ha mai dovuto leccare i piedi né a Giorgia Meloni né a Vittorio Sgarbi. Ciao Marco».

Presentato il Calendario Pirelli 2024: le foto di Prince Gyasi sono un inno alla cultura africana

Si intitola Timeless il Calendario Pirelli 2024, presentato giovedì 30 novembre 2023 a Londra, in cui Prince Gyasi ha immortalato le figure per lui capaci di imprimere un segno destinato a restare e di ispirare le generazioni future. «Non siamo nati senza tempo, ma lo diventiamo», ha dichiarato il visual artist ghanese spiegando che i suoi personaggi, ritratti con i colori e i contrasti decisi che lo hanno reso famoso, sono per lui, «come dei supereroi nei quali possiamo identificarci». Prince Gyasi è l’ultimo dei 39 artisti che hanno realizzato il Calendario e la sua opera rappresenta la cinquantesima edizione dei 60 anni di storia di The Cal, dal 1964 al 2024, tenuto conto degli anni in cui non è stato pubblicato.

Gyasi si è basato sul senso della comunità dell’Africa occidentale

Incaricato di realizzare il Calendario Pirelli 2024, Prince Gyasi ha iniziato a pensare ai personaggi che voleva inserire e a che cosa rappresentavano per lui basandosi sul senso della comunità dell’Africa occidentale. Per lui, uno dei più giovani artisti chiamati a cimentarsi con The Cal, ha significato tornare alla sua infanzia e pensare alle persone che lo hanno ispirato nei suoi 28 anni. È diventato il racconto di quello che, agli occhi dell’artista, permette alle persone di essere «senza tempo». Per Gyasi si tratta per lo più della loro perseveranza e coerenza. «Quando guardi a un personaggio come Naomi, non è della mia generazione, ma è ancora un’icona per la mia generazione. Può succedere soltanto se sei davvero dedito al tuo lavoro e convinto dei tuoi valori», ha commentato Gyasi riferendosi alla supermodel Naomi Campbell, da lui ritratta in Timeless con il titolo di Time Stopper. All’interno del Calendario, l’artista ghanese ha sintetizzato queste idee in un suo manifesto dedicato a «coloro che potrebbero essere senza tempo» e destinato a incoraggiare le persone, soprattutto i giovani, a imparare, creare e a loro volta ispirare.

I personaggi di The Cal, da Margot Lee Shetterley ad Amanda Gorman

«Tutti i personaggi ritratti hanno saputo riconoscere le proprie capacità e si sono affermati. Hanno trovato il loro punto di forza, cambiando il proprio destino. È questo l’essere senza tempo. Le persone che lo sfidano non seguono ciò che pensa la società, non si lasciano influenzare da età, fama, denaro e sviluppano i propri talenti in modo autentico. Fanno cose che per molti appaiono straordinarie, ma per loro sono normalissime e sono state in grado di cambiare il proprio destino. Non tutti devono essere sotto i riflettori, ma possono cambiare la narrativa nel proprio campo o fare qualcosa di diverso, in grado di ispirare a propria volta altre persone». Uno dei protagonisti del Calendario è Sua Maestà Otumfuo Osei Tutu II, re dello storico impero Ashanti dell’Africa occidentale, ritratto al Manhyia Palace insieme alla sua delegazione reale, con il titolo Royalty. L’attrice statunitense Angela Bassett rappresenta Altruistic. La scrittrice Margot Lee Shetterly e la poetessa Amanda Gorman sono The Blueprint. Mentre l’artista contemporaneo ghanese Amoako Boafo è The Chosen One.

Presentato il Calendario Pirelli 2024: le foto di Prince Gyasi sono un inno alla cultura africana
Angela Basset (Calendario Pirelli 2024).

Anche Gyasi protagonista di un mese

Gyasi stesso si è dedicato un mese dal titolo Details. L’immagine scelta per la copertina e per uno dei mesi rappresenta invece lo Studious, un giovane Gyasi interpretato dal piccolo modello Abul Faid Yussif. Sullo sfondo di un vivido turchese, Yussif è ritratto mentre gioca con versioni in miniatura di alcuni degli oggetti che ritroviamo nelle pagine del Calendario: una chiave tenuta in mano da Angela Bassett, pezzi di un orologio provenienti dalla scenografia di Naomi Campbell, scale rosa su cui sale Amanda Gorman, una valigia azzurra trasportata dall’attore, regista, DJ e produttore Idris Elba, Man of Honour.

Presentato il Calendario Pirelli 2024: le foto di Prince Gyasi sono un inno alla cultura africana
Prince Gyasi (Calendario Pirelli 2024).

L’attrice e superstar internazionale Tiwa Savage è Resilience. Lo scrittore, il regista e produttore Jeymes Samuel è Visionary. L’imprenditore ed ex calciatore Marcel Desailly è Focus mentre la cantante, artista e attrice Teyana Taylor è Future Forward.

Michele Guardì, la Rai apre un’indagine interna per gli insulti omofobi e sessisti

La Rai ha dato mandato per l’apertura di un audit interno sui fatti che riguardano il regista Michele Guardi. La decisione è giunta dopo la messa in onda, martedì 28 novembre su Italia 1, di un servizio de Le Iene contenente alcuni fuori onda del regista de I fatti vostri, in cui si è lasciato andare a insulti omofobi e sessisti nei confronti dei colleghi.

Gli insulti rivolti anche a Giancarlo Magalli

«Levami sto fro**o di me**a da torno», oppure: «Che ca**o mastica la put**na?», e ancora: «Mi è passata la tr**a dietro?». Sono solo alcuni degli insulti presenti nei fuorionda di Michele Guardì, storico autore dei più importanti programmi di viale Mazzini. E tra le persone prese di mira spunta anche il collega e conduttore Giancarlo Magalli: «Magalli cane! Cane malato! Toglilo di lì», dice il regista nel servizio de Le Iene.

Michele Guardì, la Rai apre un'indagine interna per gli insulti omofobi e sessisti
La squadra del programma Rai “I fatti vostri”, di cui Guardì è autore (Imagoeconomica).

Guardì: «È successo 14 anni fa e nessuno si lamentò»

Immediata la replica di Guardì, che si è difeso dicendo: «Si tratta di una cosa di 14 anni fa e nessuno allora si lamentò di quello che successe. Hanno riso tutti, nessuno si è ribellato. Basta vedere quello che ha detto Magalli, che ha, tra l’altro, fatto presente che sono una persona molto invidiata. In ogni modo nessuno ha denunciato e il reato di insulto comunque si prescrive in cinque anni. È chiaramente una cosa pretestuosa, fatta per darmi fastidio», ha affermato all’Ansa. E a commentare l’accaduto è stato anche lo stesso Magalli: «Dovrei essere l’unico a sentirmi offeso, ma io conosco Michele e so come scherza con i cameramen. All’epoca del fuorionda fecero un compact disc. Certo è esecrabile, certe parole non andrebbero dette mai. Michele lavora da 40 anni in Rai, ha fatto anche quattro programmi insieme e tutti di successo».

Shannen Doherty, il tumore si è esteso alle ossa: «Non ho finito di vivere»

Shannen Doherty, nota al grande pubblico come la Brenda di Beverly Hills 90210, lotta dal 2015 contro un tumore che l’ha inevitabilmente costretta a prendersi del tempo per se stessa e per le cure. In un’intervista alla rivista People, l’attrice ha detto che il cancro si è esteso anche alle ossa ed è arrivato al quarto stadio, sottolineando però che quest’aspetto non le impedisca di continuare a lottare.

La separazione dal marito e la scelta di non avere figli

«Non ho finito di vivere», ha detto Shannen Doherty. «Non ho finito di amare. Non ho finito di creare. Non ho ancora finito di sperare di cambiare le cose in meglio. Semplicemente non ho finito, il mio ricordo più grande deve ancora arrivare». Poi l’attrice ha parlato anche del recente divorzio con Kurt Iswarienko, lasciato dalla donna dopo 11 anni a causa di un tradimento. In quell’occasione Shannen Doherty aveva scritto sui social: «Le uniche persone che meritano di essere nella tua vita sono quelle che ti trattano con amore, gentilezza e rispetto totale». Nell’intervista a People ha affrontato il tema anche in relazioni alle scelte prese dalla coppia, che avrebbe valutato in passato la possibilità di avere dei figli, ipotesi poi allontanata per via dell’età avanzata della donna e della sua malattia. «Non voglio che mia figlia, a 10 anni, debba seppellire sua madre», ha detto l’attrice. «La verità è che ho sempre voluto un figlio. Ma forse è destino che io debba essere madre in un altro modo».

Shannen Doherty
Shannen Doherty (Getty Images).

Il percorso della malattia: la remissione e il ritorno del cancro

Come detto, Shannen Doherty aveva rivelato al mondo nel 2015 di essere malata, con la diagnosi iniziale che era stata di cancro al seno. Per rimuovere lo stesso aveva subito una mastectomia e si era sottoposta a chemioterapia e radiazioni. Due anni dopo, nel 2017, tramite Instagram aveva detto di essere andata in remissione, ma nel 2019 il cancro è tornato con l’attrice che qualche tempo dopo aveva informato i fan della sua diagnosi di cancro metastatico al quarto stadio. A giugno 2023 la donna è stata sottoposta a un intervento di chirurgico per rimuovere un tumore al cervello. Così Doherty su questo tema: «Ha dovuto essere rimosso e sezionato per vedere la sua patologia. È stata sicuramente una delle cose più spaventose che abbia mai vissuto in tutta la mia vita».

«Quando ti chiedi: perché mi sono ammalato di cancro?»

Uno dei passaggi più significati dell’intervista è quello in cui Shannen Doherty parla dei suoi momenti di fragilità vissuti nel corso di questi ultimi otto anni e delle riflessioni che ha fatto per interrogarsi sul senso della vita: «Quando ti chiedi: perché io? Perché mi sono ammalato di cancro? Perché il cancro si è ripresentato? Perché sono al quarto stadio. Questo ti porta a cercare lo scopo più grande nella vita». E ancora: «La gente presume semplicemente che ciò significhi che non puoi camminare, non puoi mangiare, non puoi lavorare. Ti mettono al pascolo in tenera età. Noi siamo vivaci e abbiamo una visione molto diversa della vita. Siamo persone che vogliono lavorare, abbracciare la vita e andare avanti». Infine il desiderio dell’attrice che, attraverso la sua popolarità e l’aver sempre reso pubblico ogni aspetto della malattia, spera che «possano aumentare i fondi per la ricerca sul cancro e la visione della malattia presso l’opinione pubblica».

Chi è Dove Cameron, la ragazza fotografata con Damiano dei Maneskin

Il settimanale Chi ha divulgato alcune fotografie che ritraggono Damiano David e Dove Cameron in coppia. Il leader dei Maneskin, reduci dagli Mtv European Music Awards 2023, e la celebre star della Disney non si nascondono più, alimentando le voci sulla loro presunta relazione. Acqua passata, dunque, la storia quasi decennale con l’attivista Giorgia Soleri.

Chi è Dove Cameron: biografia

Dove Cameron, pseudonimo di Chloe Celeste Hosterman, è nata negli Stati Uniti il 15 gennaio 1996 ed è una famosa attrice, cantante e modella. Buona parte del suo successo e della sua notorietà è attribuibile ai ruoli di Liv e Maddie nella sitcom omonima per ragazzi di Disney Channel, che le hanno fatto guadagnare un Daytime Emmy Award come miglior interprete nella programmazione per bambini. Si è affermata come star per la sua interpretazione nel ruolo di Mal nella serie di film Descendants. Nel campo della sua carriera musicale, nel 2022 ha ottenuto notevoli consensi con il singolo Boyfriend, che ha conquistato posizioni di rilievo nelle classifiche di diversi Paesi, inclusa la Billboard Hot 100 americana e la Official Charts nel Regno Unito.

La vita privata e le foto con Damiano

Per quanto concerne la sua sfera privata, Dove Cameron risiede negli Stati Uniti e utilizza il nome d’arte completo di Dove Olivia Cameron. Originaria di Bainbridge Island, nello Stato di Washington, è cresciuta in una famiglia con genitori separati, Philip Alan Hosterman e Bonnie Wallace. Ha una sorella maggiore di nome Claire e ha traslocato a Los Angeles con la famiglia all’età di 14 anni. In passato, è stata legata sentimentalmente a Ryan McCartan, suo collega sul set di Liv e Maddie, ma la loro relazione si è interrotta nel 2016. Fino al 2020, il suo fidanzato è stato Thomas Doherty, conosciuto sul set di Descendants 2. Nel 2023, dopo vari flirt attribuiti a Damiano David, la coppia è uscita allo scoperto e nelle foto pubblicate sul settimanale Chi i due si trovano in Australia in occasione del tour mondiale della band.

Costantino Vitagliano ricoverato in ospedale: «Ho una malattia rara»

Costantino Vitagliano è ricoverato in ospedale. Lo ha detto l’ex tronista di Uomini e Donne in un video sui social, in cui ha spiegato di trovarsi all’ospedale da una settimana per sottoporsi a degli accertamenti. «Sono qui per una cosa rara, talmente rara che, dopo tutti gli esami che sto facendo, non siamo ancora arrivati alla conclusione di quale sarebbe la migliore terapia da intraprendere», ha detto Vitagliano. Poi Costantino ha proseguito raccontando un dettaglio, da lui considerato un segno del destino, che riguarda colui che ha lanciato la sua carriera, Lele Mora: «Ma la cosa particolare è che oggi sono venuto a sapere, ho conosciuto il primario di questo ospedale. Guardate il caso, come colui che negli anni passati mi ha dato tanto e ringrazierò sempre ossia Lele Mora, anche il primario di questo ospedale si chiama SegraMora, sarà il mio destino che i Mora decidano il mio percorso di vita? Vediamo come andrà questa volta».

Unica di Ilary Blasi, il patriarcato di Totti e quel difetto di empatia

«Non solo mignotta. Pure ladra». Ilary Blasi non perde la sua vocazione di meme vivente nemmeno in Unica, il documentario Netflix in cui si racconta. O meglio, racconta senza filtri, con messaggi e screenshot alla mano, la fine del suo matrimonio con Francesco Totti dopo mesi di articoli di giornale, smentite, Rolex e borsette scomparsi e chi più ne ha più ne metta. Un lungo periodo in cui lei è sempre stata zitta. Memore, forse, dello scivolone della primavera 2022 quando a Verissimo bollava le prime voci sul tradimento del marito come una «figura di merda» dei giornali che ne avevano dato conto. «A riguardarmi sono stata una cretina», ammette ora lei visto che, alcune settimane dopo, arrivò ufficialmente l’annuncio della separazione.

Alla faccia della lotta per l’emancipazione della donna

Unica di certo è solo la versione della conduttrice: del resto l’ex Pupone aveva già ampiamente detto la sua in un’intervista non proprio leggera al Corriere della sera. Si è già detto che alcuni passaggi forse non sono così chiari e approfonditi (d’altronde si tratta di un prodotto che Ilary Blasi ha voluto, non di un’intervista scomoda in diretta sulla tivù generalista, ammesso che ancora se ne facciano). Che tanti dettagli (soprattutto quelli sessuali, sulla conta degli incontri intimi fra i due) si potevano evitare. Che a tratti sembra uno speciale di programmi come Alta infedeltà in onda sui canali Discovery, con un pizzico di Temptation Island senza il falò di confronto. Ma a passare abbastanza sottotraccia sono state alcune accuse che il volto di tante di edizioni dell’Isola dei famosi fa all’ex marito. Certo, Unica è uscito il 24 novembre. Un giorno prima della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Quindi ricamare su alcune richieste, che Totti avrebbe fatto a Blasi, perfette per l’epoca in cui è ambientato il film C’è ancora domani di Paola Cortellesi, avrebbe potuto risultare fuori luogo.

Anche il tassista guarda caso dà ragione a Totti

«Per far sì che io mi possa fidare di te non devi più vedere Alessia (l’amica che ha fatto da tramite alla conduttrice per un caffè con uno sconosciuto, ndr), devi cambiare numero, cancellarti dai social e smettere di lavorare». Queste sarebbero, secondo quanto raccontato in Unica, le condizioni poste dall'”ottavo re di Roma” alla moglie per salvare il matrimonio. Un ricattuccio da patriarcato col marchio di qualità. Al quale poi si aggiunge: «Lui continuava a ripetermi che avevo rovinato tutto: “Per colpa tua. L’hai voluto te”. Io mi sentivo in colpa e mi ci sono sentita per tanto tempo. Quasi lo giustificavo. Lo capivo», racconta Ilary Blasi commossa. Una dinamica che sarà pure un classicone della fine di tante storie, ma che è tossica e manipolatoria. Pur essendo accettata dai più. Soprattutto da chi non la vive sulla propria pelle o appartiene a una generazione per cui queste cose sono la normalità. Non a caso il tassista che in Unica accompagna la protagonista dà candidamente ragione a Totti creando un po’ di disappunto sul volto della conduttrice. Che sdrammatizza consigliando al driver di rimanere concentrato e guardare la strada. Che forse è meglio.

Unica di Ilary Blasi, il patriarcato di Totti e quel difetto di empatia
Uno dei passaggi chiave del documentario Netflix Unica su Ilary Blasi.

«La stampa era sempre contro di me. Lui è il campione. Io l’ex letterina»

Che Totti sia molto più amato di Ilary Blasi è innegabile. Che ci sia una sorta di timore reverenziale nei suoi confronti l’ha ammesso anche Roberto D’Agostino quando da Mara Venier ha spiegato il motivo per cui i giornali non hanno pubblicato le immagini del calciatore con la nuova compagna Noemi Bocchi fino all’annuncio ufficiale della fine del matrimonio. Un epilogo che probabilmente ha reso la presentatrice ancora più antipatica al pubblico della tivù mainstream (e forse anche ai media). Già il suo essere un po’ caustica e poco empatica la rende molto diversa dai colleghi che conducono programmi simili ai suoi. Poi i Rolex scomparsi, ora il documentario. Lei ne è consapevole: «La stampa era sempre contro di me. Lui è il campione. Io l’ex letterina», spiega in Unica.

Unica di Ilary Blasi, il patriarcato di Totti e quel difetto di empatia
Francesco Totti e Noemi Bocchi (Getty).

Un’uscita che qui e là è stata contestata. Ma non è sacrosanto che, dopo aver condotto anche programmi di punta dell’ammiraglia di Mediaset (con risultati altalenanti), lei voglia smarcarsi da un’esperienza di oltre 20 anni prima dopo la quale di acqua sotto i ponti ne è passata e non poca? C’è di buono che, visti i risultati che l’opera lanciata da Netflix potrebbe conquistare, tra qualche mese Ilary Blasi forse verrà ribattezzata «quella di Unica, il revenge documentario contro Francesco Totti».

Unica di Ilary Blasi, il patriarcato di Totti e quel difetto di empatia
Ilary Blasi durante il documentario Netflix Unica.

Netflix, Prime Video e Disney+, le novità in streaming a dicembre 2023

L’ultimo mese del 2023 ha in serbo interessanti novità sulle piattaforme streaming. A dicembre su Netflix, Disney+ e Amazon Prime Video sono in arrivo film e serie tivù fra le più attese dell’anno. In vista delle festività natalizie, gli streamer hanno preparato un cartellone di uscite che accompagnerà tutti gli appassionati fino alle prime settimane del 2024. Sulla piattaforma di Bob Iger, spazio a un documentario che ripercorrerà la vita della grande Raffaella Carrà e al nuovo adattamento del fantasy di Rick Riordan Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Netflix invece proporrà Berlino, spin-off de La casa di Carta e le attese puntate finali di The Crown 6, oltre al nuovo film di Zack Snyder Rebel Moon.

Netflix, le migliori novità di dicembre 2023 fra serie tivù e film

Fra le produzioni italiane più attese del 2023, Odio il Natale 2 sbarcherà su Netflix il 7 dicembre. La trama seguirà ancora una volta Gianna (Pilar Fogliati), pronta a festeggiare il suo primo 25 dicembre in coppia, quando un arrivo inaspettato cambierà i suoi piani. Nel cast torneranno, oltre alla protagonista, Nicolas Maupas, Fiorenza Pieri e Beatrice Arnera, cui si aggiungerà la new entry Fortunato Cerlino. Il 12 dicembre toccherà a Under Pressure, serie sportiva che permetterà di seguire la preparazione al Mondiale di calcio femminile della Nazionale americana. Due giorni dopo invece approderanno su Netflix le puntate finali di The Crown 6, ultima stagione sulla corona inglese, pronte a raccontare l’amore fra William e Kate. Il 29 dicembre invece, l’anno si chiuderà con Berlino, spin-off de La casa di Carta con Pedro Alonso ancora una volta nei panni dell’omonimo protagonista.

Il cartellone di Netflix prevede l’arrivo di numerosi film. Il 15 spazio a Galline in fuga: L’alba dei nugget, atteso sequel del film in stop motion campione di incassi del 2000. Dopo le avventure del primo capitolo, Gaia e Rocky vivono su un’isola da sogno, dove danno alla luce un pulcino. Nuove minacce però metteranno ancora una volta a rischio le loro vite. Il 20 dicembre sarà disponibile poi Maestro, film di e con Bradley Cooper nei panni di Leonard Bernstein. Nel cast anche Carey Mulligan e Maya Hawke. Il 22 dicembre approderà su Netflix Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, l’ultima opera di Zack Snyder. Ambientato ai confini della galassia, segue le vicende di una piccola colonia minacciata dall’esercito di un tiranno. Per salvarsi, farà affidamento su una donna dal passato oscuro e un gruppo di guerrieri. Nel cast Sofia Boutella, Charlie Hunnam e Ray Fisher.

Disney+, da Indiana Jones a Raffa: il meglio del mese di dicembre

Dicembre sarà ricco di appuntamenti anche su Disney+. Lo streamer di Bob Iger ha in serbo grandi novità soprattutto per le festività natalizie. Il 20 dicembre infatti approderà Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, serie che adatta i romanzi fantasy di Rick Riordan. La prima stagione della serie seguirà gli eventi del libro Il ladro di fulmini, con il giovane figlio di Poseidone sulle tracce di una reliquia magica scomparsa nel nulla. Nel cast anche il compianto Lance Reddick (John Wick e American Horror Story) nei panni di Zeus. Venerdì 22 sarà il turno della seconda stagione di What If…?, serie animata dei Marvel Studios che guida i fan in un universo parallelo rispetto al Marvel Cinematic Universe. Grande attesa infine per il 27 dicembre, quando arriverà Raffa, docuserie in tre episodi diretta da Daniele Luchetti che racconta vita e carriera di Raffaella Carrà.

Quanto ai film, il 15 dicembre arriverà su Disney+ Indiana Jones e il quadrante del destino, quinto e ultimo capitolo della saga di avventura con Harrison Ford. L’archeologo più famoso del cinema, ormai stabilitosi in America dopo gli anni nel Regno Unito, dovrà andare alla ricerca di un manufatto di Archimede in grado di cambiare il corso del tempo. Parallelamente al film, uscirà anche il documentario Eroi senza tempo con cui scoprire la nascita e la creazione del personaggio grazie a interviste a Steven Spielberg, George Lucas e lo stesso Harrison Ford.

Prime Video, le novità in streaming sulla piattaforma di Amazon

Eddie Murphy e Christian De Sica saranno invece i volti di punta del dicembre di Amazon Prime Video. La star di Hollywood, atteso su Netflix anche da Beverly Hills Cops 4, mercoledì 20 sarà protagonista del film Buon Natale da Candy Cane Lane al fianco di Tracee Ellis Ross e Nick Offerman. Vestirà i panni di un uomo mosso dal solo obiettivo di vincere il concorso per la casa meglio addobbata del quartiere, tanto da finire spesso in guerra con i vicini. Il comico italiano invece sarà protagonista sulla piattaforma streaming giovedì 21 con i sei episodi della serie Gigolo per caso diretta da Eros Puglielli. Nel cast anche Pietro Sermonti, volto di un giovane che un giorno scopre che suo padre lo ha sempre tenuto all’oscuro della sua professione. In profonda crisi economica, decide di seguirne le orme. Nel cast anche Ambra Angiolini, Frank Matano, Asia Argento e Virginia Raffaele.

Su Amazon Prime Video, inoltre, l’1 dicembre sbarcherà un documentario su Rocco Hunt che, partendo dai primi 2000, ne racconterà l’ascesa nel panorama musicale italiano. Il 12 dicembre invece sarà il turno della serie Reacher 2 con Alan Ritchson nei panni dell’investigatore nato dalla penna di Lee Child negli Anni 90. Con tre compagni d’arme, dovrà indagare sulla morte improvvisa della sua ex unità nei Marines. Infine, il 15 dicembre uscirà su Prime Me contro Te – La famiglia reale 2. Luì e Sofì (Luigi Calagna e Sofia Scalia), dopo il loro viaggio intorno al mondo, saranno nuovamente a corte con i nipoti della regina, dando vita a simpatici e divertenti sketch.

Laura Pausini a Domenica In: «Ho un problema al cuore sin da quando sono piccola»

Laura Pausini si è messa a nudo in una lunga intervista a Domenica In, programma condotto da Mara Venier. La cantante, Person of the Year ai Latin Grammy Awards 2023, ha rivelato dei dettagli molto personali tra cui un particolare problema cardiaco chiamato tachicardia parossistica sovraventricolare che la segue sin da quando era una bambina. È proprio a causa di questo difetto che ha avuto un malore durante la presentazione dell’Eurovision Song Contest 2022.

Laura Pausini sul problema al cuore: «Non mi abituo a questa cosa»

Durante l’intervista, la cantante si è soffermata su questo problema: «Da quando sono piccola ho un piccolissimo difettuccio al cuore, un difetto che si chiama tachicardia parossistica sovraventricolare. E mi è venuto quando presentavo all’ultima serata dell’Eurovision, mai avuto così forte come quella volta. Non mi abituo a questa cosa, sento il cuore fuori dal corpo».

Cos’è la tachicardia parossistica sovraventricolare

La tachicardia parossistica sovraventricolare è una forma di aritmia che si manifesta con un’improvvisa accelerazione del battito cardiaco, originandosi dalla parte anatomica del cuore situata sopra i ventricoli. La particolarità principale di questa malattia risiede nel fatto che i sintomi si presentano in modo improvviso, distinguendosi così da altre forme di cardiopalmo in cui l’insorgenza è più graduale.

Pupo e la vittoria “rubata” a Sanremo 2010: «Interferì il Quirinale e accettai il secondo posto»

Un’intervista senza filtri, con almeno due titoloni regalati ai posteri e già diventati virali. Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, si è lasciato andare parlando con la Repubblica. Innanzitutto ripercorrendo un’ingiustizia subita, secondo lui, durante il Festival di Sanremo nel 2010, quando partecipò con Emanuele Filiberto di Savoia e il tenore Luca Canonici con il brano Italia amore mio. Stando al suo racconto, pare che addirittura il Quirinale abbia interferito con la vittoria.

La sparata di Pupo: «Sono io ad aver accettato il secondo posto»

Per Pupo non ci sono dubbi: il suo brano fu vittima di un complotto da parte del Colle: «La canzone è stata scritta interamente da me. Musica e parole. Diedi parte dei diritti del brano al principe Emanuele Filiberto per far diventare la canzone credibile, ma lui non c’entrava nulla. Lo dico oggi per svincolarlo da tutte le responsabilità. Quel giorno ho goduto anche perché avevo previsto che la nostra canzone sarebbe stata eliminata la prima sera, ma poi sarebbe stata ripescata e infine avrebbe vinto il Festival. Il trio era un progetto nato a tavolino. Ma da lì a dire che era la canzone più brutta del secolo ce ne corre. Vuol dire un attacco contro il principe, non solo contro di me. Quando la canto per gli italiani nel mondo, si commuovono. E poi, a dirla tutta, la canzone non solo è arrivata seconda ma aveva vinto il festival, sono io ad aver accettato il secondo posto». In che senso?

Il presunto intervento del Quirinale con i vertici Rai

Pupo ha spiegato la sua versione dei fatti: «Prima della finale i vertici Rai avevano ricevuto una telefonata dalla presidenza della Repubblica (all’epoca c’era Giorgio Napolitano, morto a settembre 2023, ndr), temevano lo scandalo di un rappresentante di casa Savoia al primo posto a Sanremo. Avevano capito che avremmo vinto osservando il picco di ascolti record della serata in cui avevamo ospitato Marcello Lippi: quella sera si ruppe la chitarra, ci fu un attimo di impasse e allora Lippi fece un promo della canzone, cosa che non si poteva fare. Sabato mattina mi dissero che mi squalificavano e che avrei cantato solo come ospite; risposi che, pur avendo partecipato sei volte, non avevo mai vinto Sanremo: “Mi toglierete la vittoria lunedì mattina, ma io stasera vinco il Festival e poi ci vediamo in tribunale”. Pensarono a un accordo, mi proposero secondo, dissi: “Secondo va bene”».

L’altra bordata al Grande Fratello: «Mai visto un minuto»

Il cantautore ha poi ammesso di sentirsi un «discreto conduttore televisivo». Oggi però «non farei più un programma giornaliero, mi ha salvato economicamente ma ho già dato. Fare i giudici nei talent, poi, è assurdo, tutti protagonisti. Per due anni ho fatto l’opinionista del Grande Fratello, c’era la pandemia e avevo poco da fare: ma non ho mai visto un minuto del Grande Fratello in vita mia. C’era chi lo seguiva per me, un autore tv. Io non avevo la forza di guardarlo per quanto mi faceva cag*re».

Eleonora Giorgi e il tumore: «Due anni fa i sintomi, voglio dare coraggio a quelli come me»

È un periodo non facile quello vissuto da Eleonora Giorgi, nota attrice di Borotalco. La 70enne ha scoperto di avere un tumore al pancreas, lo stesso che ha colpito Fedez e Steve Jobs. In un’intervista per il Corriere, la vincitrice del David di Donatello ha raccontato la scoperta della malattia, il suo stato d’animo e il lungo percorso di cure che dovrà affrontare. «Ho esorcizzato molte paure documentandomi subito, insieme ai miei figli. Scoprirlo per tempo è decisivo. E ovviamente ho esaminato gli altri casi noti, come quello di Fedez e di Steve Jobs. Mi ha sorpreso scoprire che Jobs per lungo tempo si è affidato a cure alternative. Io ho piena fiducia nella scienza», ha detto.

I primi sintomi nel 2021: «Non ho approfondito»

L’attrice ha scoperto da poco di avere un’adenocarcinoma al pancreas, tuttavia ha spiegato di aver avuto i primi sintomi nel 2021: «Due anni fa gli esami di routine mi avevano diagnosticato una glicemia alta: i medici la imputavano a una dieta scorretta, io che mangio in modo così frugale! O in alternativa davano la colpa alla vita sedentaria del Covid. Per scrupolo avevo fatto un’ecografia al pancreas che non evidenziava nulla, avrei dovuto approfondire. Sono qui per dire proprio di non trascurare nessun segnale». La diagnosi è arrivata tra ottobre e novembre del 2023 in modo del tutto casuale: «Avevo un forte raffreddore e il 26 ottobre, cinque giorni dopo il mio settantesimo compleanno, mi sono ritrovata a fare la mammografia. In quel momento è arrivato un brutto colpo di tosse. “Già che ci sono farei una lastra”, ho detto all’ecografista. E quell’angelo: “Signora prenoti una tac”».

La diagnosi e il pensiero rivolto ai suoi figli

«L’esame ha rivelato dei piccoli noduli, di cui due frastagliati. Lo pneumologo mi ha prescritto una Pet che ha portato alla luce il carcinoma al pancreas. Se i noduli ai polmoni fossero stati metastasi ora avrei un anno e mezzo di vita davanti. Invece la biopsia ha detto che dopo la chemioterapia potrò operarmi», ha raccontato Eleonora Giorgi. Che ha continuato: «All’inizio ho pensato in modo egoista che se dovevo morire, beh pazienza: ho vissuto una vita incredibile e invecchiare non mi piace per nulla. Poi mi sono guardata intorno e ho visto i miei figli Andrea e Paolo addolorati, ho sentito il loro grande amore: tra le cose positive di questo momento c’è l’essere al centro dei loro cuori».

L’attrice ne parla pubblicamente per dare coraggio

Spesso si accusano i vip di parlare troppo apertamente anche di questioni private. Non è il caso della Giorgi, la quale ha sottolineato di voler dare coraggio a tutte le persone che stanno vivendo questa situazione come lei: «Ho pensato che posso essere d’esempio agli altri. Anche durante le biopsie ho messo in atto le mie doti di attrice, come quando non dovevo neppure muovere le ciglia per sembrare morta. Sono stata così immobile che i medici mi hanno fatto i complimenti. Voglio dare coraggio a chi combatte come me, ci sono anche tanti giovani e questo mi addolora. Mi servirà anche per non buttarmi giù: perderò i capelli, le sopracciglia, ma quei momenti mi daranno il pretesto per truccarmi, indossare un turbante nero o una parrucca vaporosa. Sentirmi viva». Non manca, però, la paura di iniziare il ciclo di chemio mercoledì 29 novembre: «Mercoledì inizierò il ciclo di chemioterapia all’Humanitas di Milano. Mi hanno detto che con il primo potrei dormire anche per tre giorni, tanto sarà forte. Dovrò ripetere le terapie ogni 15 giorni. Ma ho deciso di combattere con determinazione».

Unica, Ilary Blasi su Totti: «Mi sono sentita stupida, poi ho provato rabbia e delusione»

Silenzio tutti, adesso parla Ilary Blasi. Unica è il docufilm di Netflix prodotto da Banijay Italia dove la conduttrice accetta di parlare per la prima volta a 360 gradi della fine della sua storia d’amore con Francesco Totti, ex capitano della Roma. Il nodo centrale del suo racconto è il tradimento dell’ex marito con Noemi Bocchi, con la quale Er Pupone fa coppia fissa ormai da mesi. «Non potevo credere che l’uomo che è stato accanto a me per 20 anni, che ha sempre detto di amarmi, che giurava che senza di me non poteva vivere, avesse fatto una cosa del genere: mi sono sentita stupida, poi ho provato delusione, schifo, un po’ di rabbia», ha ammesso la conduttrice.

Il racconto di Ilary tra lacrime e rabbia

Nel docufilm di Netflix, la conduttrice si lascia andare a risate ma anche tante lacrime per una storia d’amore durata 20 anni. Quando esce il nome di Noemi Bocchi per la prima volta, lei pensa a una bufala. Chiede lo stesso all’ex marito che nega: «Giura davanti a me e davanti ai miei figli che era tutto inventato. Lo giura». Quando Ilary Blasi va a Verissimo per lanciare la nuova edizione dell’Isola dei famosi non ha dubbi e attacca tutti, tra stampa e malelingue per difendere la sua famiglia: «Lui mi aveva rassicurato: puoi dire quello che vuoi, non ho niente da nascondere. E io sono andata lì come un kamikaze, a bomba: a riguardarmi una cretina».

I primi sospetti e l’investigatore privato

I primi sospetti cominciano quando Francesco Totti porta la figlia più piccola fuori a pranzo e la bambina torna casa con tanti giocattoli nuovi. «Mi dice che sono dei regali, che ha conosciuto nuovi amichetti. Mi dice i nomi e a quel punto mi ricordo dagli articoli di giornale che questa ragazza aveva dei figli. Inizio a unire i puntini e faccio delle chiamate per scoprire come si chiamavano i ragazzini: coincideva tutto. E prendo coscienza del fatto che è tutto vero», ha spiegato la conduttrice che successivamente si è rivolta a un investigatore privato. «Volevo vedere con i miei occhi e volevo avere delle prove, perché Francesco non l’avrebbe mai ammesso. La sera del 2 luglio dice che ha una cena. Io riesco a trovare il civico dove abitava la ragazza, arriviamo e c’era la macchina parcheggiata. Ho fatto una foto all’auto, ma sono stata zitta. L’investigatore si è fatto sgamare, siamo al tragicomico: quindi Francesco sa che io so. A questo punto gli dico: dai basta, so tutto. Lo mette all’angolo, ammette ma ne parla come di una frequentazione leggera: era bravo a dire cazzate», ha detto la Blasi. «È stata un’umiliazione come donna e come madre», conclude.

Il film di Paola Cortellesi sfonda i 20 milioni di incassi, eppure il ministero della Cultura negò i finanziamenti

C’è ancora domani di Paola Cortellesi ha sfondato il muro dei 20 milioni di incassi oltre ad aver riacceso il dibattito sulla violenza domestica e di genere. Cortellesi è la prima regista donna italiana a tagliare questo traguardo, raggiunto finora solo da 21 film e sette registi italiani. C’è ancora domani è diventato, inoltre, il terzo miglior incasso dell’anno dietro solo a Barbie e Oppenheimer, ed è entrato nella top 50 degli incassi della storia al box office italiano.

C’è ancora domani è al 49esimo posto nella classifica assoluta degli incassi in Italia

Una pellicola italiana non incassava così tanto da Tolo Tolo di Checco Zalone, che nel 2020 ottenne un formidabile incasso di 46 milioni di euro. Il film di Cortellesi si trova ora al 49esimo posto nella classifica assoluta dei maggiori incassi della storia italiana, superando La Bella e la bestia di Bill Condon che è al 50esimo posto con 20.508.534 euro. Insieme a Zalone, gli altri sei registi che hanno raggiunto il traguardo di Cortellesi sono: Gennaro Nunziante con Quo vado (65 milioni), Sole a catinelle (51 milioni) e Che bella giornata (43 milioni), Roberto Benigni con La vita è bella (31 milioni), Luca Miniero con Benvenuti al Sud (29 milioni), Aldo, Giovanni, Giacomo e Massimo Venier con Chiedimi se sono felice (28 milioni), Neri Parenti con Natale sul Nilo (28 milioni), Leonardo Pieraccioni con Il ciclone (28 milioni) e Paolo Genovese con La banda dei babbi natale (21 milioni).

Il ministero della Cultura ha negato i finanziamenti al film

E dire che la pellicola dei record era stata considerata «opera di scarso valore» dal ministero della Cultura, che negò i finanziamenti pubblici alla sua produzione. Come riportato da Repubblica, a farlo notare è stato  Alberto Pasquale, direttore dell’Umbria film commission, che in un post polemico su Facebook aveva scritto: «Oggi tutti bravi a cantare le lodi del film di Paola Cortellesi, ma per il Bando contributi selettivi 2022 – II sessione, nella categoria «produzione di opere cinematografiche di lungometraggio di particolare qualità artistica e film difficili con risorse finanziarie modeste», il progetto si è classificato al 51mo posto, l’ultimo, in quanto «opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale». Il film aveva partecipato al bando per le produzioni con un costo superiore ai cinque milioni, da sostenere con un contributo selettivo pubblico. Fonti ministeriali hanno spiegato che erano solo tre i film finanziabili per regolamento, ma ne erano stati presentati cinque: Rapito di Marco Bellocchio, Comandante di Edoardo De Angelis, Confidenza di Daniele Luchetti, Le assaggiatrici di Silvio Soldini e C’è ancora domani di Cortellesi, unica regista donna. I finanziamenti della commissione sono andati ai primi tre.

Il Mic: «La bocciatura risale al 12 ottobre 2022, Sangiuliano ha giurato il 22»

Immediata la risposta del Mic. «La decisione della commissione che ha bocciato il film di Paola Cortellesi porta la data del 12 ottobre 2022. Il ministro della Cultura allora in carica, che ha nominato la commissione, non era Gennaro Sangiuliano che ha giurato il 22 ottobre 2022», ha precisato l’ufficio stampa del ministero in una nota. «Le date non mentono. La bocciatura di questo film di grande successo, diventato il simbolo della lotta delle donne contro la violenza di genere, non è imputabile a un organismo nominato dal ministro Sangiuliano né è avvenuto in data in cui lui era in carica. Spiace, infine, che questa polemica sia inserita nel discorso più generale legato a questo importante tema. Il ministero della Cultura è in prima fila, con le sue nuove attività presentate qualche giorno fa insieme ai ministri Giuseppe Valditara ed Eugenia Roccella, per promuovere una cultura del rispetto e dell’educazione».

Pier Luigi Bersani esordisce come attore al fianco di Milena Vukotic

Tra i fondatori del Partito democratico, ex governatore dell’Emilia-Romagna negli Anni 90, politico di lunghissimo corso, ministro, scrittore e ora, a 72 anni, anche attore. Pier Luigi Bersani esordisce infatti al cinema, tra i protagonisti del corto Coupon – Il film della felicità di Agostino Ferrente, che verrà presentato il 29 novembre al Torino film festival.

La trama del cortometraggio

Il regista ha riunito nel cast anche il cantautore Andrea Satta, Milena Vukotic, la poetessa Maria Grazia Calandrone e Paolo Lombardi. Testimonial di un manifesto, salumiere, cassiere di un supermercato, giocatore di bocce e rider: sono i molti ruoli-cameo che con grande ironia Bersani ricopre nel suo esordio al cinema. Il corto dura 20 minuti e vede come protagonista Andrea, che si aggira per una Roma deserta d’agosto con la sua bicicletta per comprare scatolette di tonno, con le quali accumula punti per vincere il misterioso Coupon della felicità.

Jamie Foxx e Axl Rose accusati di molestie sessuali negli Usa

Jamie Foxx accusato di molestie sessuali. L’attore premio Oscar è stato citato in giudizio da una donna, che ha preferito mantenere l’anonimato, per eventi risalenti al 2015. Contemporaneamente, un’ex modella ha denunciato il frontman dei Guns’n’Roses Axl Rose per averla stuprata nel 1989, trascinandola sul letto come «un uomo delle caverne». Azioni legali contro la star del cinema Cuba Gooding Jr., emessa anche una convocazione per il magnate della musica Jimmy Lovine. Cosa sta accadendo negli States? Come hanno rivelato l’Hollywood Reporter e il New York Post, le cause sono state presentate ai sensi dell’Adult Survivors Act di New York, che aveva aperto una finestra di un anno per presentare denunce di abusi altrimenti vietate dai termini di prescrizione. E il termine ultimo è proprio giovedì 23 novembre. Nella stessa serie rientrano le accuse al rapper Puff Daddy e all’ex Ceo dei Grammy Neil Portnow.

L'attore Jamie Foxx e il cantante Axl Rose accusati di abusi. Denunce anche contro l'attore Cuba Gooding Jr. e il produttore Jimmy Iovine.
Axl Rose sul palco con Slash dei Guns’n’Roses (Getty Images).

Jamie Foxx e Axl Rose, i dettagli delle denunce depositate a New York

Per quanto riguarda Jamie Foxx, i fatti risalirebbero al 2015 nel Catch di Manhattan, un bar-ristorante della Grande Mela. L’attore avrebbe avvicinato e palpeggiato una donna, che non ha rivelato la sua identità, sul terrazzo del locale durante una serata di gala. Stando all’accusa, le avrebbe infilato le mani nei pantaloni per raggiungere le parti intime. Come riporta il New York Post, le guardie del corpo della star, pur avendo notato l’aggressione, avrebbero fatto finta di nulla per non mettere in cattiva luce l’attore. Jamie Foxx non sarebbe andato oltre, poiché bloccato dall’arrivo sulla scena di un’amica della donna.

L'attore Jamie Foxx e il cantante Axl Rose accusati di abusi. Denunce anche contro l'attore Cuba Gooding Jr. e il produttore Jimmy Iovine.
Jamie Foxx a un evento di gala nel 2022 (Getty Images).

Presentata a New York anche una denuncia contro Axl Rose, cantante della rock band Guns’n’Roses. L’ex modella della rivista erotica Penthouse Sheila Kennedy ha accusato l’artista di averla legata e sodomizzata contro la sua volontà nel 1989. Allora 26enne, la ragazza avrebbe incontrato Rose in un club newyorkese e lo avrebbe seguito nel suo albergo per partecipare a un party con champagne e cocaina. Durante la festa, il rocker le avrebbe proposto sesso di gruppo con un’altra modella e l’amico Riki Ratchman, futuro conduttore per Mtv. Di fronte al rifiuto di Kennedy, Rose l’avrebbe presa con la forza, «come un uomo delle caverne», e trascinata sul letto prima di abusare di lei. «La mia carriera e la mia vita sentimentale sono state danneggiate», ha dichiarato Kennedy, cui è stata diagnosticata ansia e una forma di depressione.

Sotto accusa anche Cuba Gooding Jr. e Jimmy Iovine

La scadenza del termine per presentare denunce di abusi sessuali risalenti ad anni orsono ha provocato una serie di azioni legali contro le star dello spettacolo. L’Hollywood Reporter ha confermato l’emissione di una convocazione per Jimmy Iovine, produttore discografico nonché cofondatore delle etichette Interscope Records e Beats by Dr. Dre. Una donna, anche in questo caso protetta dall’anonimato, lo ha accusato di molteplici abusi sessuali nell’agosto 2007, alcuni dei quali avvenuti sempre a New York. In tribunale anche Cuba Gooding Jr., premio Oscar per Jerry Maguire. Jasmine Abbay e Kelsey Harbert hanno infatti denunciato l’attore per «comportamento maligno, intenzionale e oltraggioso». In due locali di New York, l’interprete nel 2019 avrebbe baciato senza consenso la prima, che lavorava come cameriera, e palpato il seno della seconda.

L'attore Jamie Foxx e il cantante Axl Rose accusati di abusi. Denunce anche contro l'attore Cuba Gooding Jr. e il produttore Jimmy Iovine.
L’attore Cuba Gooding Jr. alla Corte Suprema di New York (Getty Images).

Fedez: «Morgan non è stato cacciato da X Factor per le polemiche durante il live»

Continua la settimana di fuoco che ha al centro X-Factor, le liti tra i giudici e il licenziamento di Morgan. La decisione di allontanarlo, presa congiuntamente da Sky e Fremantle, ha innescato altre pesanti reazioni, con l’ex giudice che a Striscia la notizia aveva rincarato la dose continuando ad attaccare il programma e gli altri suoi colleghi. A questo nuovo attacco ha risposto, sempre tramite il programma di Antonio Ricci, Fedez, secondo il quale la scelta dell’azienda Sky non sarebbe figlia di quanto avvenuto in onda, ma di comportamenti violenti che Morgan avrebbe avuto al termine dello show, ripresi dalle telecamere ma non andati in onda.

I comportamenti di Morgan e i pugni alla porta

Così Fedez a Valerio Staffelli durante la consegna del Tapiro d’oro: «Morgan non è stato mandato via per il “vaffa” ad Ambra, la depressione, il litigio con Dargen o la battuta su Ivan Graziani. Sky è stata costretta a cacciarlo per dei comportamenti gravissimi che ha tenuto nei confronti di altre persone fuori dalla diretta, ma ripresi dalle telecamere». E ancora, sulle accuse rivoltegli da Morgan, secondo il quale il rapper lo avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente al termine della quarta puntata di X Factor: «Le affermazioni sono talmente gravi che ho già chiamato Marco (Morgan, ndr): se non smentirà, l’unico modo per far emergere la verità è un’aula di giustizia. Io non ho sfiorato Morgan con un dito e non ho nemmeno tirato pugni al suo camerino. La verità è il contrario».

La cricca di Fedez e il sistema che dominerebbe X Factor

Tra le principali accuse rivolte da Morgan a X Factor ci sarebbe soprattutto quella che riguarda la presunta cricca di personaggi amici di Fedez e delle case discografiche che sarebbero in grado di decidere tutto quello che accade nel programma. Il rapper ha così smentito questa visione: «Mi è stato detto che Morgan sarebbe stato uno dei giudici ad aprile. Io non lo volevo a quel tavolo. Per una serie di motivi, che vanno dai carichi pendenti che ha, molto gravi, dal comportamento poco professionale che ha dimostrato negli anni». Fedez ha lanciato poi una nuova bomba: «E anche per gli atteggiamenti aggressivi e violenti che ha avuto nelle passate edizioni nei confronti di alcune lavoratrici di Sky. Lui è stato mandato via quando avevo 23 anni per questo». Queste le frasi utilizzate per sottolineare come lui non centri nulla nelle scelte di Sky, che ha «preso la decisione e ci ha fatto passare un po’ come se fossimo conniventi. Ma nessuno ci aveva chiesto se fossimo d’accordo. Il badile ci è venuto in faccia. Ad oggi sembra che il Licio Gelli Fedez e la P2 Dargen, Ambra e Michielin hanno deciso di mandarlo via».

«Morgan mandato via per altro»

Fedez a Striscia la notizia ha anche sottolineato che «Morgan non è stato mandato via per le cose viste in video», ma che la decisione sia arrivata «per cose che sono state dette off diretta ma non off camera, molto, molto gravi e violente, che riguardano non me». Poi il rapper ha invitato Striscia ad andare dai vertici di Sky per farsi raccontare cosa c’è in questi filmati, in quanto ci sarebbero «altre cose rispetto a quelle che dice lui (Morgan,ndr). Sky sapeva che Morgan era così e che sarebbe finita così: non voleva cacciarlo, è stata costretta perché sono successe cose gravissime». L’azienda televisiva, da parte sua, ha fatto sapere che non ci siano altre immagini tenute nascoste, anche se nella puntata del 23 novembre verranno messi in onda dei materiali inediti relativi alla scorsa settimana.

Morgan
Morgan (Imagoeconomica).

La controreplica di Morgan: «Fedez ha paura di morire»

Morgan, nel frattempo, continua con i suoi attacchi al format e ai suoi ex colleghi giudici. Nella chat che ha creato con alcuni giornalisti per il lancio del suo nuovo disco, ha scritto messaggi del tipo: «Hanno affidato gli Astromare ad Ambra? Così qualcuno le insegna il do maggiore». E poi, per replicare a Fedez: «Sei un ragazzo di 33 anni a cui importa solo dei soldi, perché non hai altri interessi. Sono io che ti dovrei denunciare». A questa frase ha fatto seguito un altro messaggio: «Fedez è un ragazzo, dice cose da ragazzo. Ha paura di morire perché ha una grave malattia che lo attanaglia, è sull’orlo dell’abisso per una condizione di umore che gli ha tolto la vitalità. Comprendo le sue debolezze… a loro stavo sui c… perché li facevo sentire ignoranti, ma giuro che non era mia intenzione. Ho sempre abbassato il livello dei miei interventi perché fossero il più possibile comprensibili anche da loro».

Fiorella Mannoia cambia la sua canzone: «Quando una donna dice no è no»

Fiorella Mannoia ha deciso di cambiare il finale a una delle sue canzoni più famose. Si tratta di Quello che le donne non dicono, brano diventato una sorta di manifesto generazionale e che si conclude con la frase: «Ti diremo ancora un altro sì». Una scelta che la cantante ha spiegato a Repubblica e che riguarda il momento attuale, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin. Fiorella Mannoia ha confessato di non essere mai stata convinta della frase finale e che durante il concerto del 22 novembre all’EuropAuditorium la canzone cambierà forma.

Mannoia: «Quando una donna dice no è no»

Fiorella Mannoia ha spiegato: «È un brano a cui sono molto legata, scritto da Enrico Ruggeri e da Luigi Schiavone e che ho portato a Sanremo nel lontano 1987… Ma ho deciso di cambiare il finale perché era giusto: dicevo sempre “Ti diremo ancora un altro sì”, ma non è mica vero. La cantavo e pensavo “non è mica detto, perché danno per scontato che dobbiamo dire un sì?”. Potrebbe essere un forse, o un no. E quando una donna dice no, con qualsiasi vestito, in qualsiasi circostanza e condizione, è no».

La cantante: «La violenza sulle donne sembra senza soluzione»

Poi ha parlato del momento attuale: «Ci si rende conto che la violenza sulle donne sembra essere una cosa che non trova soluzione, anzi pare che le cose stiano peggiorando, e oggi la rete divulga di più le notizie delle violenze e questo ci dà la dimensione del fenomeno. È una guerra e a innescarla è sempre lo stesso movente. Un uomo che non accetta la volontà di una donna. Ma a preoccuparmi è anche il fatto che alla violenza ci si abitui, per questo è fondamentale mantenere i riflettori puntati. Va abolita l’abitudine di colpevolizzare le vittime e di giustificare il carnefice. C’è ancora molto da fare, ed è un percorso che possiamo fare solo tutti insieme, perché siamo tutti vittime di stereotipi, uomini e donne. Io credo che per cambiare mentalità dovremmo cominciare a parlare nelle scuole già ai bambini delle elementari, che sono più ricettivi. Bisogna insegnare il rispetto reciproco, nei confronti delle donne, del diverso, in generale per insegnare il rispetto umano».

È morta Anna Kanakis, l’attrice aveva 61 anni

Dopo una breve malattia, si è spenta a 61 anni Anna Kanakis, attrice e scrittrice. Nata a Messina, figlia di padre greco e di madre siciliana, ad appena 15 anni venne eletta Miss Italia a Sant’Eufemia d’Aspromonte: fu la prima reginetta così giovane, dopo una modifica del regolamento. Kanakis cominciò la sua carriera come modella poi su consiglio di Giuseppe Tornatore cominciò a lavorare come attrice. Negli Anni 80 girò oltre decine di film e fiction per la tv. Tante le commedie brillanti degli inizi, diretta da Castellano e Pipolo e da Sergio Martino in Attila flagello di Dio (1982), Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio ( 1983), Acapulco, prima spiaggia… a sinistra (1983). Dopo piccoli ruoli, nel 1989 arrivò la prima parte drammatica nei panni della “banditessa” in ‘o Re di Luigi Magni con Giancarlo Giannini e Ornella Muti. Seguito l’anno successivo da L’Avaro di Molière, diretto da Tonino Cervi e con Alberto Sordi. In tv girò fiction di successo come Vento di ponente (2002), L’Inchiesta (2006) diretta da Giulio Base e infine La Terza Verità (2007) con la regia di Stefano Reali.

È morta Anna Kanakis, l'attrice aveva 61 anni
Anna Kanakis eletta Miss Italia (Ansa).

La parentesi politica nell’Udr fondato da Cossiga e la carriera di scrittrice

Dopo una breve parentesi politica da responsabile nazionale Cultura e Spettacolo dell’Unione Democratica per la Repubblica (Udr), il partito fondato da Francesco Cossiga, Kanakis cominciò la sua seconda carriera di scrittrice esordendo nel 2010 con il romanzo Sei così mia quando dormi. L’ultimo scandaloso amore di George Sand (Marsilio Editori). Nel 2011 uscì il suo secondo romanzo, L’amante di Goebbels (Marsilio Editori), sulla storia di Lída Baarová, attrice cecoslovacca che fu amante del gerarca nazista  nel 1938. L’ultimo lavoro è del 2022: Non giudicarmi (Baldini e Castoldi), ancora un romanzo storico, questa volta sul barone Jacques d’Adelsward Fersen.

Il matrimonio in seconde nozze con Marco Merati Foscarin

Dopo un primo matrimonio da giovanissima con il musicista Claudio Simonetti, da cui divorziò pochi anni dopo, nel 2004 sposò Marco Merati Foscarini, banchiere e discendente di Marco Foscarini, uno degli ultimi dogi di Venezia.

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