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India closes main border crossing with Pakistan after Kashmir attack
Visas held by some Pakistanis are also cancelled after gunmen killed tourists in Indian-administered Kashmir.
Trump critica Zelensky, la posizione sulla Crimea mette a rischio la pace
AGI - Il presidente Usa,
Donald Trump, ha criticato l'omologo ucraino,
Volodymyr Zelensky, denunciando che con la sua posizione "incendiaria" sulla
Crimea, mette a repentaglio i colloqui di pace. Le dichiarazioni del leader di
Kiev per cui l'
Ucraina non riconoscerà l'annessione russa della Crimea sono "molto dannose per i colloqui di pace", ha avvertito Trump.
Critiche di Trump
"Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si vanta sulla prima pagina del Wall Street Journal che l'Ucraina non riconoscerà legalmente l'occupazione della Crimea. Questa affermazione è molto dannosa per i negoziati di pace con la Russia, dato che la Crimea è stata persa anni fa sotto gli auspici del presidente Barack Hussein Obama, e non è nemmeno un tema di discussione", ha scritto il capo della Casa Bianca sul suo social Truth. "Nessuno chiede a Zelensky di riconoscere la Crimea come territorio russo, ma se la vuole, perché non hanno combattuto per ottenerla undici anni fa, quando è stata consegnata alla Russia senza sparare un colpo?", continua il lungo post di Trump. "Sono dichiarazioni incendiarie come quelle di Zelensky che rendono così difficile risolvere questa guerra", ha rincarato la dose il presidente Usa che già in passato aveva addossato la responsabilità della guerra a Kiev.Situazione dell'Ucraina
"Non ha nulla di cui vantarsi! La situazione per l'Ucraina è disastrosa: può ottenere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l'intero Paese", ha avvertito Trump. "Siamo molto vicini a un accordo, ma l'uomo 'senza carte da giocare' dovrebbe ora, finalmente, FARLO", ha concluso il leader statunitense sempre riferendosi a Zelensky. "Non vedo l'ora di poter aiutare l'Ucraina e la Russia a uscire da questo caos totale, che non sarebbe mai iniziato se fossi stato presidente!".Istanbul residents flood streets after 6.2-magnitude quake
Many people have prepared to spend the night outside to safeguard against another strong tremor.
Chi ‘comanda’ adesso in Vaticano e come si elegge il nuovo Papa
AGI - Nella
Sede Vacante, ossia nel periodo di tempo che intercorre tra la morte del
Pontefice e l'elezione del suo successore, vi sono delle norme da osservare descritte dalla
Costituzione apostolica Universi Dominici Grecis. Il testo è stato redatto da
Giovanni Paolo II nel 1996 e modificato da
Benedetto XVI nel 2013 (con
Motu Proprio Normas Nonnulas del 22 febbraio, 6 giorni prima delle sue dimissioni). È diviso in due parti: "Vacanza della Sede Apostolica" e "L'elezione del Romano Pontefice".
Vacanza della Sede Apostolica
Il primo articolo della Costituzione afferma che "durante la vacanza della Sede Apostolica, il Collegio dei Cardinali non ha nessuna potestà o giurisdizione sulle questioni spettanti al Sommo Pontefice, mentre era in vita o nell'esercizio delle funzioni del suo ufficio; tali questioni dovranno essere tutte ed esclusivamente riservate al futuro Pontefice". È "invalido e nullo qualsiasi atto di potestà o di giurisdizione spettante al Romano Pontefice mentre è in vita o è nell'esercizio delle funzioni del suo ufficio, che il Collegio stesso dei Cardinali giudicasse di esercitare, se non entro i limiti espressamente consentiti in questa Costituzione". Al Collegio dei Cardinali "è affidato il governo della Chiesa solamente per il disbrigo degli affari ordinari o di quelli indilazionabili e per la preparazione di quanto è necessario all'elezione del nuovo Pontefice.
Nelle Congregazioni generali "tutti i Cardinali presenti dovranno prestare giuramento circa l'osservanza delle prescrizioni in essa contenute e circa il mantenimento del segreto. Tale giuramento, che dovrà essere emesso anche dai Cardinali i quali, arrivando in ritardo, partecipano a queste Congregazioni in un secondo momento".
Due sono le specie di Congregazioni dei Cardinali: una generale cioè dell'intero collegio fino all'inizio dell'elezione e una particolare, costituita dal Cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa e da tre cardinali, uno per ciascun ordine, estratti a sorte. Ogni tre giorni verranno sorteggiati altri tre cardinali.
Prime operazioni dei Cardinali
Le prime operazioni alle quali sono chiamati i Cardinali prevedono la decisione del "giorno, l'ora e il modo, in cui la salma del defunto Pontefice sarà portata nella Basilica Vaticana, per essere esposta all'omaggio dei fedeli", le disposizioni circa "le esequie del defunto Pontefice, che dovranno essere celebrate per nove giorni consecutivi, e fissino l'inizio di esse in modo che la tumulazione abbia luogo, salvo ragioni speciali, fra il quarto e il sesto giorno dopo la morte", l'approvazione delle "spese occorrenti dalla morte del Pontefice fino alla elezione del successore", l'annullamento "dell'Anello del Pescatore e del Sigillo di piombo, con i quali sono spedite le Lettere Apostoliche", l'assegnazione "per sorteggio delle stanze ai Cardinali elettori" e infine stabilire "giorno e ora dell'inizio delle operazioni di voto".
Alla morte del Papa tutti i capi dei Dicasteri della Curia Romana, sia il cardinale Segretario di Stato sia i cardinali Prefetti sia i presidenti arcivescovi, come anche i membri dei medesimi Dicasteri cessano dall'esercizio del loro ufficio. Viene fatta eccezione per il Camerlengo di Santa Romana Chiesa e il Penitenziere Maggiore, che continuano a svolgere gli affari ordinari, sottoponendo al Collegio dei Cardinali ciò che avrebbe dovuto essere riferito al Sommo Pontefice.
Rimangono in carica anche il cardinale Vicario Generale per la diocesi di Roma e il cardinale Arciprete della Basilica Vaticana e Vicario Generale per la Città del Vaticano, nonché l'Elemosiniere. Durante la vacanza della Sede Apostolica, il Sostituto della Segreteria di Stato come pure il Segretario per i Rapporti con gli Stati e i Segretari dei Dicasteri della Curia Romana mantengono la direzione del rispettivo Ufficio e ne rispondono al Collegio dei Cardinali. Allo stesso modo, non cessano l'incarico e i relativi poteri dei Rappresentanti Pontifici.
Elezione del Romano Pontefice
Per quanto riguarda lo svolgimento del conclave e l'elezione del Romano Pontefice "il diritto di eleggere il Romano Pontefice spetta unicamente ai Cardinali di Santa Romana Chiesa, a eccezione di quelli che, prima del giorno della morte del Sommo Pontefice o del giorno in cui la Sede Apostolica resti vacante, abbiano già compiuto l'80esima anno di età. È assolutamente escluso il diritto di elezione attiva da parte di qualsiasi altra dignità ecclesiastica o l'intervento di potestà laica di qualsivoglia grado o ordine". Il c onclave può avere inizio tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del Papa. Benedetto XVI ha modificato la norma ammettendo "la facoltà di anticipare l'inizio del Conclave se consta della presenza di tutti i Cardinali elettori".
Incidente mortale sul lavoro a Catania, un operaio perde la vita
AGI - Incidente mortale sul lavoro in provincia di Catania. Durante la fase di scarico di un fascio di acciaio, per cause e dinamiche in corso di accertamento, un operaio ha perso la vita nel cantiere della strada statale 284, dove l'impresa Donati Spa sta eseguendo i lavori di ammodernamento del tratto tra Adrano e Bronte.
La vittima sarebbe un 65enne di Belpasso, Antonio Rapisarda, operaio specializzato, e sarebbe stato colpito alla testa dal materiale che stava scaricando da un camion con altri colleghi. L'uomo era componente della Rsa della Fillea Cgil di Catania.
È accaduto intorno alle 13, spiega Anas, che afferma di avere "avviato subito le procedure interne previste al fine di chiarire le motivazioni dell'incidente". Sono in corso da parte delle autorità competenti tutte le verifiche e gli accertamenti sull'accaduto. Anas Spa esprime "profondo cordoglio ai familiari dell'operaio deceduto".
Reazioni e dichiarazioni
Per il segretario regionale della Filca Cisl Sicilia, Paolo D'Anca, e il segretario generale della Filca Cisl Catania, Giuseppe Famiano, si tratta di "una perdita gravissima, che lascia sgomenti e richiama ancora una volta l'attenzione su una piaga che continua a colpire senza sosta il mondo dell'edilizia. Quanto accaduto oggi è l'ennesimo campanello d'allarme che non possiamo ignorare. Il tema della sicurezza nei cantieri non può più essere affrontato solo dopo l'ennesima tragedia. Serve un piano straordinario nazionale che metta al centro la tutela della vita di chi lavora. Non possiamo più accettare che i cantieri si trasformino in trappole mortali. È tempo di agire, e di farlo subito".Who will be the next pope? Key candidates in an unpredictable process
Several names are prominent as cardinals prepare to gather in the Vatican to elect Pope Francis' successor.
Lithuanian capital unveils invasion evacuation plan
Plans for the evacuation of Vilnius were published as fears over Russia's military ambitions continue to grow.
Opportunity for big US-China trade deal, says Bessent
The comments from the US Treasury Secretary come as trade war between the world's two biggest economies has escalated.
Vance says US will ‘walk away’ unless Ukraine and Russia agree to proposals
Vance issued the warning after top US officials pulled out of London talks aimed at securing a ceasefire.
Il Papa dona 200 mila euro ai detenuti, l’ultimo gesto di speranza
AGI - Fino a pochi giorni fa il Santo Padre trascinava il suo corpo a Regina Coeli, per urlare al mondo, con tutta la sua forza, la necessità di prestare attenzione ai detenuti. Gli ultimi suoi averi li ha donati a loro, 200 mila euro dal suo conto personale". Lo afferma in una intervista a La Repubblica monsignor Benoni Ambarus, responsabile della carità e della pastorale carceraria a Roma.
Il contributo personale del Papa
"Quando ho chiesto un contributo, mi ha detto che le finanze erano terminate. Poi ha aggiunto: 'Non preoccuparti, ho qualcosa nel mio conto'. Ha inviato 200 mila euro di tasca sua. Ora, con il testamento, vengo a sapere che verrà seppellito grazie a un benefattore. Perché lui ha donato tutto se stesso agli ultimi", racconta monsignor Ambarus che ricorda il rapporto tra il Papa e la popolazione carceraria. Nonostante l'enorme impegno di Francesco per i detenuti, "le istituzioni non hanno fatto nulla per dare anche solo un piccolo segnale", dice. "Il mio bilancio non è positivo".
L'ultima visita di Bergoglio in carcere
L'ultima visita di Bergoglio in carcere, il Giovedì Santo, "è l'immagine che riassume il rapporto tra il Papa e il mondo penitenziario". "Ricordo un uomo stanco, che si trascinava, ma urlava con la sua presenza il bisogno di attenzione ai detenuti. Si è trascinato per loro, fino all'ultimo respiro. Per questo i carcerati in lui vedevano la speranza. Per loro è morto un padre, è il senso della lettera che mi hanno affidato", sottolinea Ambarus che osserva come il rapporto tra il Pontefice e i detenuti sia stato speciale. "Quando ne parlavamo lo vedevo affranto, soffriva pensando alle condizioni delle carceri. Ha mostrato sempre una grande attenzione, ma i suoi appelli sono finiti nel vuoto".
Gli appelli del Papa e la risposta delle istituzioni
"Le parole, i gesti enormi che ha fatto, le lavande dei piedi, il Giovedì Santo, gli appelli sono stati raccolti poco e tradotti ancor meno in azioni pratiche. Chiedeva di fare di più per ridare dignità alle persone. In occasione di questo Giubileo aveva chiesto uno sforzo. Ma non c'è stata una traduzione completa dei suoi appelli. Come sullo sconto della pena", prosegue amaro il vescovo. "Una grande tristezza ha avvolto i detenuti quando si sono resi conto che le istituzioni non hanno fatto nulla, neanche un piccolo segnale: un mese, due mesi, magari non per tutti i reati".
L'apertura della Porta Santa a Rebibbia
Ecco quindi che l'apertura della Porta Santa a Rebibbia, la seconda dopo quella di San Pietro, "è la cifra del pontificato. Quando su loro richiesta mi sono fatto portavoce con il Papa per aprire una Porta Santa, lui è stato entusiasta", racconta Ambarus. "Era un modo per riaccendere la luce sul mondo dei detenuti".
Il Patriarcato di Mosca: “Francesco ha dimostrato che il dialogo tra noi è possibile”
AGI - Il Pontificato di Francesco "ha dimostrato che la Chiesa cattolica e quella russo ortodossa possono dialogare, lavorare insieme e avere relazioni basate sulla fiducia, nonostante le condizioni esterne e le congiunture politiche". A riassumere l'eredità del Papa che per primo, in quasi mille anni, ha incontrato un primate russo ortodosso è lo ieromonaco Stefan (Igumnov), segretario del dipartimento per le Relazioni intercristiane del Patriarcato di Mosca.
In un'intervista telefonica all'AGI, Stefan sottolinea la "tensione" di Papa Francesco per il dialogo e l'unità dei cristiani e auspica che lo "spirito delle relazioni si conservi e sviluppi" col Pontefice che uscirà dall'imminente Conclave. Il religioso non sarà sabato ai funerali, come parte della delegazione russo ortodossa guidata del metropolita Antony, presidente del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e di fatto il vice del Patriarca Kirill.
Gli incontri tra Stefan e il Pontefice
Stefan ha però incontrato più volte Bergoglio a Roma nell'ambito del suo incarico di segretario per le Relazioni intercristiane. "Quegli incontri sono sempre stati toccanti, il Papa si rapportava con grande attenzione a ogni suo interlocutore, non voleva che il protocollo ostacolasse l'aspetto umano dell'incontro tra persone".
"Sul tema del rapporto tra le comunità cristiane", prosegue Stefan, "questo Papa aveva messo l'accento in modo prioritario sulle Chiese ortodosse, di cui quella russa è la più numerosa e per questo le nostre relazioni si sono sviluppate molto attivamente". Il culmine è stato lo storico incontro a L'Avana tra Francesco e Kirill nel 2016: "Le decisioni prese in quell'occasione sono state così profonde che ancora oggi siamo nella fase della loro realizzazione".
L'incontro tra i leader spirituali delle due comunità cristiane
Tanti chiedono perché in questi anni non è avvenuto un secondo incontro tra i due leader spirituali ed è "proprio perché il potenziale che abbiamo posto a L'Avana non è stato ancora pienamente realizzato. Molto è stato fatto, sul piano umanitario, ma molto rimane da fare anche perché le nostre relazioni si collocano in un contesto politico e storico non facile". "Francesco", spiega Stefan, "ha cercato di superare questi ostacoli in nome del fatto che per i cristiani c'è qualcosa che va oltre le congiunture del momento ed è la loro missione nel mondo, la responsabilità per il futuro del Pianeta e quindi il dovere di collaborare per questo. Il Papa ne era convinto, voleva essere un pacificatore".
La guerra in Ucraina e il dialogo con la Santa Sede
Il responsabile del dipartimento per le Relazioni intercristiane esclude che quella che Mosca chiama "operazione militare speciale" in Ucraina abbia raffreddato il dialogo con la Santa Sede, dopo il monito di Francesco a Kirill a non fare "il chierichetto di Putin". "Ci sono state delle parole del Papa che abbiamo inquadrato nell'ambito dei suoi tentativi di comprendere sempre a fonda cosa stesse accadendo. La cosa importante è che il Pontefice non ha mai fatto dichiarazioni in grado di aggravare la situazione o di dividere le comunità. Voleva essere un pacificatore e lavorava per rendersi utile in questo senso".
Ercoli (Medicina solidale): “Il suo successore continui a essere voce di quelli che nessuno vuole più sentire”
AGI - "Grazie all'aiuto di Papa Francesco concretamente sono stati aperti due spazi. Il primo spazio è l'ambulatorio sotto il Colonnato che abbiamo avviato proprio noi di Medicina Solidale nel 2016. Poi c'è stata l'apertura di Palazzo Migliori con la comunità di Sant'Egidio per l'accoglienza dei senza fissa dimora. Questo nelle immediate vicinanze del Vaticano. Poi abbiamo aperto l'ambulatorio a Via della Lungara, un ambulatorio di strada, una farmacia di strada insieme all'Associazione VO.RE.CO. e nel 2015, per il Giubileo della Misericordia ci ha dato il suo camper sanitario con cui abbiamo praticamente attraversato la città, arrivando fino ai margini periferici più desolati della città incontrando e curando migliaia di persone, persone che veramente versavano in condizioni assolutamente critiche. Penso ai migranti in transito, penso ai bambini dei campi rom". Così in un colloquio all'AGI, Lucia Ercoli, direttrice sanitaria di Medicina Solidale, una associazione di medici volontari, che si prende cura delle persone più deboli e più fragili di Roma, racconta l'impegno concreto di Papa Francesco verso detenuti, homeless, migranti, rom e persone trans. "La sua gente".
Le strutture aperte da Papa Francesco
Dall'assistenza medica all'accoglienza di minori in difficoltà e madri con bambini: il pontefice ha voluto lasciare a Roma una eredità importante per emancipare dalla povertà le periferie e gli indigenti della capitale L'ambulatorio di via Tenuta di Torrenova che offre cure mediche gratuite a indigenti e donne con bambini; il centro “Fonte di Ismaele” in via Chiovenda a Don Bosco, che offre servizi di accoglienza per minori con fragilità e madri con bambini; la farmacia in via della Lungara a Trastevere, che fornisce medicine a migranti, persone senzatetto ed ex detenuti. E infine l'ambulatorio davanti al colonnato di San Pietro che offre visite mediche e servizi di docce e barberia a persone senzatetto e famiglie indigenti. Sono queste le strutture aperte dal Vaticano e volute da Papa Francesco a Roma durante il suo Pontificato per aiutare gli ultimi fra gli ultimi.
Papa Francesco ha voluto lasciare anche a Roma una eredità importante per emancipare dalla povertà le periferie e gli indigenti della capitale. E almeno in due occasioni ha voluto conoscere di persona i medici e i volontari che gestiscono l'ambulatorio del colonnato di San Pietro. Tutte le strutture sono state avviate a partire dal 2015 dalla onlus Medicina Solidale in collaborazione con l'Elemosineria del Vaticano.
Dr.ssa Ercoli, qual è stato l'aiuto del Papa per i più fragili durante il Covid?
Durante la pandemia l'ambulatorio del Colonnato era uno dei pochi presidi aperti che offrivano tamponi gratuiti insieme in collaborazione con l'IFO San Gallicano e questo ha permesso a Roma Capitale di poter accogliere persone che erano in strada, i più fragili che altrimenti sarebbe stato impossibile raggiungere visto il lockdown.
Quindi facendo il tampone era possibile collocare i positivi in strutture dedicate e i negativi accoglierli nelle strutture ordinarie.
Fuori delle telecamere, di quello che abbiamo visto tutti, il Papa in qualche maniera si faceva vedere con queste persone?
Assolutamente sì. È andato personalmente per esempio a Palazzo Migliori, è andato nel dormitorio dell'elemosiniere dietro il Santo Spirito, durante le manifestazioni delle giornate mondiali dei poveri, ha pranzato con loro, è andato nelle carceri.
È di poco fa la notizia che il Papa lasciato il suo fondo personale ai detenuti (circa 200mila euro). Il pontefice ha accolto fragilità di ogni tipo durante le vaccinazioni. Tutto un gruppo di trans che veniva dal litorale romano. Questa era la sua gente.
Quindi è corretto chiamarlo il Papa degli ultimi?
È corretto chiamarlo il Papa fedele al Vangelo perché ha seguito le orme di Cristo, stando vicino agli ultimi.
C'è qualche ricordo che lo lega a lui?
Una cosa molto personale che riguardava uno dei miei figli che stava attraversando un momento molto difficile e lui mi ha chiesto il nome e poi abbiamo pregato insieme. La richiesta del nome per me è stata una cosa fortissima.
Quante persone sono state aiutate con l'aiuto di Papa Francesco?
Solo nel periodo della pandemia abbiamo accolto circa 3.000 persone all'ambulatorio del Colonnato, altre 2.000 con il camper durante il Giubileo del 2015. Nella rete di ambulatori in periferia, abbiamo riattivato l'ambulatorio di medicina solidale con il Policlinico di Tor Vergata nel 2023 sono state 6.970 perché la povertà sta aumentando. Il disagio sta aumentando e colpisce tanti cittadini italiani, soprattutto gli anziani e quelli più soli.
Qual è adesso la speranza?
Che lo Spirito Santo mandi una persona che resti fedelissima al Vangelo e alle indicazioni di Gesù, come sempre sono stati questi pontificati, diciamo. Chiaramente lui è stata una voce per chi non ha voce, quindi l'augurio è che il suo successore continui a essere voce di quelli che nessuno vuole più sentire.
US intensifying bid to end Ukraine war – but chances of success remain unclear
Negotiations are gathering pace but the proposals being put forward by Trump's team still have major gaps
Suspension of Ghana’s chief justice is ‘abuse of power’, says opposition
This is the first time in Ghana's history that a president has removed a chief justice from office.
Abbas calls Hamas ‘sons of dogs’ and demands release of Gaza hostages
Palestinian Authority president says that Hamas has given Israel "excuses" to continue the Gaza war.
L’offerta finale di Trump che non convince Kiev
AGI - Gli Stati Uniti attendono per oggi la risposta dell'Ucraina a una proposta di pace che, secondo quanto riferito da Axios, è stata presentata la scorsa settimana a Parigi come l'"offerta finale" della Casa Bianca. Il documento, lungo una sola pagina ma dal peso geopolitico considerevole, delinea una possibile via d'uscita dal conflitto russo-ucraino, subordinata però a concessioni che il governo di Volodymyr Zelensky ha finora sempre escluso.
Cosa prevede la proposta
La proposta statunitense, riferiscono fonti con accesso diretto ai colloqui, prevede che gli Stati Uniti riconoscano ufficialmente la Crimea come parte del territorio russo, e accettino implicitamente il controllo di Mosca su ampie porzioni del Donbass e di altri territori occupati dopo l'invasione del 2022 includendo quindi la quasi totalità dell'oblast di Luhansk e di ampie porzioni di Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. Non solo: verrebbero revocate tutte le sanzioni imposte dal 2014. In cambio, all'Ucraina verrebbe garantita la possibilità di un futuro ingresso nell'Unione Europea, ma si escluderebbe in modo esplicito qualsiasi prospettiva di adesione alla Nato.
Secondo una fonte vicina al governo di Kiev, il documento viene percepito come "estremamente sbilanciato a favore della Russia". La sensazione a Kiev è che il testo definisca con chiarezza i vantaggi concreti per Mosca, mentre lascia nel vago le eventuali ricompense politiche e strategiche per l'Ucraina. A complicare il quadro, le dichiarazioni informali che attribuiscono al presidente russo Vladimir Putin una disponibilità a "congelare" le attuali linee del fronte, una proposta che, sebbene possa sembrare un'apertura, mantiene intatto il controllo russo su territori occupati e compromette ulteriormente l'integrità territoriale ucraina.
Testo vago su come dovrebbe funzionare una eventuale forza di peacekeeping
Uno dei punti centrali del piano è la previsione di una "robusta garanzia di sicurezza", da attuarsi tramite un gruppo ad hoc di Paesi europei e, potenzialmente, anche extraeuropei. Tuttavia, il testo rimane vago su come esattamente dovrebbe funzionare questa forza di peacekeeping e soprattutto non prevede alcuna partecipazione diretta degli Stati Uniti, segnalando un chiaro disimpegno militare da parte di Washington.
Un gesto distensivo verso Kiev
È rappresentato dalla restituzione di una piccola porzione della regione di Kharkiv attualmente sotto occupazione russa, così come la garanzia di un passaggio senza ostacoli lungo il fiume Dnipro, che in molte aree del sud del Paese rappresenta oggi la linea del fronte. Viene anche menzionata la possibilità di compensazioni economiche e aiuti per la ricostruzione, anche se il documento non specifica chi dovrebbe finanziarli.
Cosa succederebbe a Zaporizhzhia
Tra le proposte più sorprendenti c'è quella che riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa: resterebbe formalmente sotto sovranità ucraina, ma sarebbe gestita dagli Stati Uniti, con l'energia prodotta destinata sia a Kiev che a Mosca. Il piano fa inoltre riferimento a un accordo tra Stati Uniti e Ucraina per l'estrazione di minerali strategici, che secondo Trump sarà firmato già domani.
Mentre Witkoff è atteso nuovamente a Mosca per un nuovo incontro con Putin, si registrano due assenza di peso: sia lui che il segretario di Stato Marco Rubio non hanno partecipato ai colloqui a Londra con le delegazioni di Stati Uniti, Ucraina, Regno Unito, Francia e Germania. A guidare il gruppo americano è invece l'inviato Keith Kellogg.
Dietro questa scelta ci sarebbe un cambio di rotta dell'Ucraina, che ha messo come condizione di discutere prima un cessate il fuoco di 30 giorni, anziché entrare subito nei dettagli del piano Trump. "La decisione di non partecipare all'incontro di Londra è stata presa per mantenere aperti i canali di comunicazione con le controparti britanniche e ucraine", ha spiegato un funzionario americano.
Rubio, da parte sua, ha definito "produttivo" il confronto con il suo omologo britannico e ha promesso un seguito alle discussioni nei prossimi giorni.
Nel contesto di questa trattativa, la pressione su Zelensky è palpabile. Accettare il piano significherebbe riconoscere formalmente una perdita territoriale senza precedenti e rinunciare a un'integrazione atlantica considerata da anni come obiettivo strategico. Ma respingere la proposta potrebbe significare anche perdere il sostegno, o parte di esso, da parte di Washington. Il documento americano si chiude con un monito implicito: gli Stati Uniti sono pronti a "chiudere il dossier" se le parti non si accordano in tempi brevi.
Francesca Danese: “Papa Francesco ha dato voce agli ultimi”
AGI - "Non ha perso la memoria perché lui ricordava che la sua famiglia è stata una famiglia di migranti e quindi ha tenuto sempre ben presente la sua vita precedente, le sue origini. È stato un alleato del terzo settore. Oggi, perdiamo un pezzo importante perché a cominciare dai primi atti simbolici compiuti nel suo papato è stato chiaro che era il papa dalla parte del terzo settore. Un dato significativo è che è stato molto amato anche dalle associazioni laiche". Così all'AGI, Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo Settore del Lazio, ed ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, ricordando Papa Francesco, il "Papa degli Ultimi".
"Le sue posizioni a favore dei migranti hanno inciso significativamente, hanno dato coraggio ad andare avanti in un percorso complicato a volte. Se pensiamo alle parole che ha detto rispetto al Mediterraneo sono state accolte dal terzo settore e rilanciate. Diciamo che dava una spinta in più a continuare con determinazione, forza e coraggio il lavoro difficile del terzo settore, soprattutto negli ambiti dell'accoglienza, della lotta alla povertà, dell'ambiente".
Papa Francesco parlava il linguaggio dell'associazionismo?
Le sue encicliche meravigliose erano molto concrete. Da 'Fratelli Tutti' all'enciclica sul Creato, che ha dato una spinta a quei movimenti ecologisti che hanno portato in alto l'attenzione posta al cambiamento climatico. Ha dato voce a tutti quelli che erano costretti a fuggire dalle loro terre sacrificate a un consumismo selvaggio, a un'economia di mercato, a una globalizzazione pesante, dove le risorse in alcuni luoghi, anziché essere ridistribuite, vengono prese dai grandi committenti dell'industria internazionale.
Con lui il popolo del terzo settore, il popolo della pace, si è sentito meno solo. Alleate del terzo settore, con uno sguardo sugli esclusi, gli ultimi, alle persone con disabilità.
Si era impegnato anche durante la pandemia?
Una grande mano ce l'ha data quando durante il covid quando ha aperto il Colonnato di San Pietro e diverse nostre associazioni sono andate lì a dare una mano, a fornire e vaccini a tutte quelle persone che a volte non avevano neanche i documenti per accedere alle cure. Così abbiamo dato assistenza a moltissime persone con le nostre associazioni che hanno fornito medici, infermieri, volontari per poter garantire l'accesso alle cure, ai vaccini affinché fossero disponibili anche per loro.
La sua ultima visita ai detenuti a Rebibbia...
Fin dall'inizio ha posto l'attenzione ai detenuti, il suo grido d'allarme era continuo. L'aver voluto aprire una delle Porte Sante a Rebibbia è stato un gesto simbolico molto molto importante. Aver tirato la giacchetta ai potenti della terra, che è un po' anche il ruolo del terzo settore, ovvero stimolare la pubblica amministrazione ad agire, usando anche parole importanti rispetto anche alla cooperazione.
È stato vicino a tutto il terzo settore, dai volontari al mondo della cooperazione, dal mondo del lavoro e sui detenuti. È stato vicino ai più soli, tante volte ha rivolto un pensiero alle persone anziane sole e più volte ci ha detto che non ci sono solo i servizi, l'accoglienza, c'è anche il prendersi cura di chi è solo.
C'è un ricordo che la lega alla figura di Papa Francesco?
Un ricordo che mi lega a lui è stato appunto durante il Covid quando ringraziò il Forum del Terzo settore del Lazio per il lavoro svolto e per esserci inventati oltre ai pacchi alimentari, che tutte le nostre reti hanno distribuito, le card per fare la spesa.
Cosa sono?
Abbiamo preso risorse che erano bloccate dal Giubileo straordinario del 2015, quando ero assessore. Lasciai l'incarico, ma quelle risorse vennero lasciate in bilancio, così chiesi alla sindaca Raggi di darci quelle risorse per fare una cosa nuova perché ci eravamo accorti che le persone non possono vivere solo di pasta, tonno e scatolame, ma hanno anche altre esigenze. Chiedemmo così all'amministrazione capitolina di usare quei soldi per realizzare delle card per fare la spesa, senza dare 'etichette di povero' a nessuno. Lui ringraziò il Terzo settore del Lazio per questa per questa iniziativa. E poi l'altro ricordo è legato alla sua visita alla Casa di Leda, una casa per le donne detenute con figli minori. Contro quel progetto ci furono molte opposizioni e interpellanze parlamentari perché il progetto è ospitato in una villa confiscata alla criminalità all'Eur. Insomma, aver voluto fortemente mettere le mamme detenute con i propri bambini lì in questo posto bellissimo e aver fatto uscire detenuti per pulire il parco intorno alla villa aveva scatenato non pochi problemi. C'è chi abitava lì in zona che era preoccupato di far abbassare il valore delle proprie case. Un po' come accadde a Monsignor Di Liegro con la casa per le persone affette da HIV. Francesco mi ringraziò per il coraggio.
Come definirebbe Papa appena scomparso?
Francesco è stato un uomo coraggioso come deve esserlo il terzo settore. Applicava il Vangelo. In inverno, c'era la sua richiesta costante alle parrocchie di aprirsi per dare posto a chi un posto per ripararsi dal freddo non ce l'aveva, accogliendo anche una richiesta del terzo settore. Mi ricordo questa mia lettera che chiedeva che delle parrocchie e spazi fossero messi a disposizione in emergenza. E lui non si tirò indietro, chiedendo alle parrocchie di fare la propria parte.
L’allarme dell’Fmi: “Con i dazi debito pubblico a livelli pandemici”
AGI - Il
Fondo Monetario Internazionale prevede che a causa degli aumenti delle tariffe il
debito pubblico globale volerà oltre ai livelli raggiunti durante la pandemia: quest'anno, prevede nel
Fiscal Monitor, aumenterà di
2,8 punti percentuali, più del doppio delle stime per il
2024, spingendo i livelli di indebitamento oltre il
95% del Pil.
Questa tendenza al rialzo dovrebbe continuare, con il debito pubblico che si avvicinerà al 100% del PIL entro la fine del decennio, superando i livelli raggiunti durante la pandemia. Nello scenario peggiore, arriverà fino al 117% del Pil nel 2027: il livello più alto dalla seconda guerra mondiale, superando le proiezioni di riferimento di quasi 20 punti percentuali.
Per questo motivo, "i paesi dovranno innanzitutto mettere ordine nelle proprie finanze pubbliche. Ciò significa attuare politiche prudenti nell'ambito di quadri di bilancio solidi per rafforzare la fiducia dei cittadini e contribuire a ridurre l'incertezza".
Fiscal Monitor e incertezza globale
Nel Fiscal Monitor presentato durante il meeting annuale, gli esperti dell'istituto di Washington hanno spiegato che "i principali cambiamenti politici in atto hanno accentuato l'incertezza a livello globale", e gli aumenti tariffari "hanno aumentato la volatilità dei mercati finanziari, indebolito le prospettive di crescita e accresciuto i rischi".
Ciò avviene "in un contesto caratterizzato dall'aumento dei livelli di debito in molti paesi e da finanze pubbliche già sotto pressione, che in molti casi dovranno anche far fronte a nuovi e permanenti aumenti della spesa, ad esempio nel settore della difesa".
L'aumento dei rendimenti nelle principali economie e l'ampliamento degli spread nei mercati emergenti complicano ulteriormente il panorama fiscale.
"In un contesto di forte incertezza politica e di mutamento del panorama economico - spiegano gli esperti di Washington - i livelli di indebitamento potrebbero aumentare ulteriormente. In questo contesto, la politica fiscale deve affrontare compromessi critici: bilanciare la riduzione del debito, creare riserve contro le incertezze e soddisfare le urgenti esigenze di spesa in un contesto di prospettive di crescita più deboli e costi di finanziamento più elevati. Affrontare queste complessità sarà essenziale per promuovere la stabilità e la crescita".
Rischi legati al debito
Peraltro, aggiunge l'Fmi, i rischi legati al debito erano già elevati. Secondo il Fiscal Monitor, anche quelli per le prospettive di bilancio "si sono ulteriormente intensificati. I livelli di indebitamento potrebbero aumentare ancora di più rispetto alle stime del debito a rischio se le entrate e la produzione economica dovessero diminuire in misura più significativa rispetto alle previsioni attuali a causa dell'aumento dei dazi e dell'indebolimento delle prospettive di crescita".
Inoltre, l'escalation delle incertezze geoeconomiche potrebbe accentuare i rischi di indebitamento, facendo aumentare il debito pubblico attraverso un aumento della spesa, in particolare nel settore della difesa. Potrebbero inoltre aumentare le richieste di sostegno fiscale da parte dei paesi vulnerabili a gravi perturbazioni causate dagli shock commerciali, con un conseguente aumento della spesa.
Il Fiscal Monitor stima che un aumento significativo dell'incertezza geoeconomica potrebbe portare a un aumento del debito pubblico di circa il 4,5% del PIL nel medio termine.
"Le condizioni finanziarie più rigide e volatili negli Stati Uniti potrebbero avere ripercussioni sui mercati emergenti e sulle economie in via di sviluppo, determinando un aumento dei costi di finanziamento. Ciò incide in modo significativo sui prezzi delle materie prime, con conseguente calo dei prezzi e aumento della volatilità dei prezzi. I limitati miglioramenti fiscali potrebbero aumentare ulteriormente i rischi derivanti dall'aumento dei tassi di interesse, soprattutto perché molti paesi hanno notevoli esigenze di finanziamento. I tassi di interesse elevati potrebbero limitare la spesa essenziale per i programmi sociali e gli investimenti pubblici. Inoltre, la riduzione degli aiuti esteri, dovuta al cambiamento delle priorità delle economie avanzate, complica il finanziamento dei paesi a basso reddito".
La riduzione del debito pubblico e l'ampliamento delle riserve
La politica di bilancio dovrebbe dare priorità alla riduzione del debito pubblico e alla creazione e all'ampliamento delle riserve per far fronte alle pressioni sulla spesa e agli shock economici.
Ciò significa trovare il giusto equilibrio tra aggiustamento e sostegno alla crescita economica, in funzione della situazione specifica di ciascun paese, delle risorse disponibili e delle condizioni economiche generali.
I paesi con un margine di manovra limitato nei bilanci pubblici dovrebbero attuare piani di risanamento graduali e credibili e consentire il funzionamento efficace degli stabilizzatori automatici, come i sussidi di disoccupazione. Qualsiasi nuova spesa dovrebbe essere compensata da tagli alla spesa in altri settori o da nuove entrate.
Per i paesi con una maggiore flessibilità di bilancio, è importante utilizzare le risorse disponibili in modo oculato nell'ambito di piani a medio termine ben definiti. Il sostegno fiscale alle imprese e alle comunità colpite da gravi perturbazioni commerciali dovrebbe essere temporaneo e mirato, con una forte enfasi sulla trasparenza e sull'efficace gestione dei costi.
Più in generale, le economie avanzate dovrebbero affrontare le questioni relative all'invecchiamento della popolazione ridefinendo le priorità di spesa, portando avanti le riforme delle pensioni e dell'assistenza sanitaria e ampliando la base imponibile.
Mottarone, cinque richieste di rinvio a giudizio
AGI - La Procura della Repubblica di Verbania ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per cinque persone per la tragedia della funivia del Mottarone del 23 maggio del 2021, costata la vita a 14 persone. La richiesta di processo riguarda Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, la società che gestiva l'impianto, Enrico Perocchio, direttore d'esercizio e Gabriele Tadini, capo servizio.
Richiesta di rinvio a giudizio anche per Martin Leitner, consigliere delegato della società incaricata della manutenzione dell'impianto, e Peter Rabanser, responsabile del Customer Service della stessa società. Per il procedimento relativo alla tragedia della funivia del Mottarone si tratta di una richiesta di rinvio a giudizo-bis, resa necessaria dalla restituzione del fascicolo alla Procura da parte del Gip durante l'udienza preliminare.
Lo scorso 21 marzo, infatti, la procura aveva notificato la comunicazione di chiusura delle indagini: rispetto alla precedente versione è uscito di scena Anton Seeber, presidente di Leitner. Per lui l'allora titolare del fascicolo, Olimpia Bossi, aveva già chiesto il proscioglimento. Tra i soggetti per cui viene chiesto il rinvio a giudizio non ci sono più le due società, Leitner, appunto, e Ferrovie del Mottarone, l'azienda di Luigi Nerini che si occupava della gestione della funivia.
Dall'impianto accusatorio sono stati infatti eliminati i riferimenti alla normativa sulla sicurezza del lavoro. Proprio su questo punto si incentrato lo 'scontro' in udienza preliminare tra la Gup Rosa Maria Fornelli e la procura. Per i cinque i reati ipotizzati sono, a vario titolo, attentato alla sicurezza dei trasporti, disastro colposo, omicidio colposo, lesioni colpose e, solo nei confronti di Tadini e Perocchio, anche falso. Esclusa l'ipotesi di reato di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, formulata nella prima chiusura indagini.
Nine killed in Russian attack on Ukraine bus
At least 30 were injured in the city of Marhanets in central-south Ukraine.