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Pandini lascia la Lombardia e Gallera torna alle dirette

Il portavoce di Salvini, inviato a Milano per aggiustare gli incidenti comunicativi di Fontana e dell'assessore al Welfare, è rientrato a Roma. Ma c'è chi è convinto che mancherà molto.

Dopo circa un mese Matteo Pandini, portavoce di Matteo Salvini, molla la presa su Regione Lombardia per tornare a occuparsi del segretario e dei gruppi parlamentari della Lega a Roma.

Era arrivato agli inizi di aprile dopo una serie di incidenti comunicativi che saranno ricordati nella storia politica di una regione devastata dall’emergenza Covid-19. Come non ricordare la celebre immagine del governatore Attilio Fontana che non riesce a mettersi la mascherina. Oppure Giulio Gallera, che durante le sue dirette era capace di dire tutto e il contrario di tutto.

Pandini era arrivato per mettere in ordine le cose. E proprio le dirette erano scomparse dopo il suo arrivo. Ci aveva messo la faccia Salvini. L’ex ministro dell’Interno era entrato dalla porta principale della Regione per invertire una rotta comunicativa che continuava a far perdere punti nei sondaggi alla Lega. Ma adesso Pandini se ne va. Torna a Roma. L’emergenza del resto pian piano inizia a scemare un po’ in tutta Italia. Caso vuole che, pronti via, neanche 24 ore di tempo e si è rifatto vivo proprio l’assessore Gallera, scomparso dopo una raffica di figuracce in diretta. L’esponente di Forza Italia, che si dice punti alla poltrona di sindaco di Milano nel 2021, torna stasera, dopo un mese in esilio. Torna nelle dirette di Lombardia notizie, quelle che ai lombardi non mancavano molto. C’è già chi è convinto che Pandini mancherà molto.

Quello di cui si occupa la rubrica Corridoi lo dice il nome. Una pillola al giorno: notizie, rumors, indiscrezioni, scontri, retroscena su fatti e personaggi del potere.

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È tutto sulle spalle del Pd. Zingaretti ora dica basta

Il segretario non deve confondere la tradizione di responsabilità del partito con la vocazione al sacrificio. Morire per Crimi o perdere la fiducia degli italiani a causa delle incursioni di Salvini non vale la pena. È il momento di dettare all'alleato M5s le condizioni per proseguire. Altrimenti un bel vaffa si vada al voto.

La cronaca politica quotidiana e soprattutto la sua lettura nel tempo ci dicono che c’è una minoranza politica, un partito di governo e il suo mondo elettorale e no, che portano sulle palle un intero Paese e fanno da sponda a quella parte di Italia che non vuole morire.

La cronaca politica quotidiana e soprattutto la sua lettura nel tempo ci dicono che c’è una minoranza politica, un partito di governo e il suo mondo elettorale e no, che portano sulle palle un intero Paese e fanno da sponda a quella parte di Italia che non vuole morire. Questa parte politica e questo suo elettorato non sono premiati dai sondaggi che, invece, indicano come vi sia una maggioranza favore di chi con la crisi sta giocando e mettendo a rischio la comunità nazionale.

Il partito è il Pd che deve fronteggiare quotidianamente un premier vanesio e scattante su qualsiasi nomina pubblica e un alleato di governo cialtronesco che si muove come una variabile impazzita su tutto lo scacchiere politico-sociale.

ANDREBBE APPLICATA LA “DIPLOMAZIA DEL VAFFA”

Non si capisce perché questo partito responsabile e il suo elettorato debbano farsi carico di una componente così irresponsabile. D’altro canto all’opposizione ci sono due forze di cui una torna a vivere le suggestioni di uno scontro frontale in una guerra senza limiti agli avversari politici, alle istituzioni, alla convivenza civile e un’altra attratta dalle proprie urla nel timore di perdere quel vantaggio che i sondaggi le stanno dando. La domanda è semplice. Fino a che punto è utile che il Pd e la sua gente si facciano carico di questa situazione? Non è arrivato il momento di applicare quella aurea “diplomazia del vaffa”, chiudere baracca e burattini, e fare al Paese un discorso di verità?

LA LEGA E IL DISASTRO LOMBARDO

Il discorso di verità non è lungo, anzi lo è ma è sintetizzabile con esempi lampanti. C’è un partito di opposizione che ha sottratto soldi allo Stato ma che pretende di fare il giustiziere di sprechi altri. Questo partito aveva una classe dirigente periferica fra buona e eccellente. Il giudizio non è cambiato solo se sottraiamo dal calcolo i governanti della principale regione d’Italia, la Lombardia. I dati del Covid-19 ci dicono che il caso italiano non sarebbe così clamoroso se la Lombardia fosse stata guidata da persone serie e non da due incapaci.

IL M5S BLOCCA OGNI INIZIATIVA PER SALVARE IL PAESE

C’è dall’altro canto un inutile partito di governo che ha un leader provvisorio che è più ridicolo di chi l’ha preceduto e che blocca ogni iniziativa tesa a salvare il Paese. La sanatoria per i migranti impegnati in agricoltura, prima di essere un atto di giustizia, è una necessità per l’impresa agricola. La discussione sul Mes è diventata infantile e cialtronesca. La corsa alla prima scena, da parte di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio all’arrivo di Silvia Aisha è stata indecente. Si può continuare e si vedrà che si inanellano episodi di malgoverno, di approssimazione, di cialtroneria dilagante che giustificano una scelta di rottura da parte del Pd o almeno un suo discorso solenne al Paese in cui si denunciano questi avversari e questi alleati e si indicano le condizioni tassative per proseguire. Altrimenti si vada verso il governo del presidente e poi verso il voto.

IL SENSO DI RESPONSABILITÀ NON È VOCAZIONE AL SACRIFICIO

L’esasperazione che corre veloce nelle vene del Paese rischia di essere canalizzata contro chi sta tenendo in piedi la baracca. Il livello morale e di responsabilità delle forze indicate sta tutto negli editoriali di Vittorio Feltri e dei suoi seguaci giornalisti, una versione italiana della setta del reverendo Moon con annesso istinto suicida collettivo. Rischia di arrivare un momento in cui la fragile barriera costituita da un partito debole ma di volenterosi come il Pd crollerà su se stessa. Nicola Zingaretti è stato bravo finora, al netto delle sue titubanze e malgrado la malattia che lo ha per un certo periodo fermato. Tuttavia il leader del Pd non può scambiare la tradizione di responsabilità che “viene da lontano” nella vocazione al sacrificio. Morire per Vito Crimi? Consegnarsi alle contumelie dell’ex compagno di Daniela Santanchè? Perdere la fiducia degli italiani per le incursioni di un ex giovane politicante con il vizio del moijto? Ma dai.

LEGGI ANCHE: Ora salviamo Silvia Romano da Feltri e Sallusti

Anche la storia della liberazione di Silvia si presenta con una discussione demenziale. La domanda vera è se questa liberazione poteva essere ottenuta quando vicepremier era il noto “cazzaro verde” risparmiando sofferenze alla ragazza e se non sono venuti dal leghista input a non darsi troppo da fare per portare la ragazza qui da noi. Troppi moralisti non dicono la verità agli italiani. Io non voglio salire in cattedra, collocazione che non mi appartiene. Vorrei semplicemente suggerire a Zingaretti and company di mettere l’orologio su un giorno e un’ora precisa e arrivato quel momento scatenare l’inferno.

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Velo, riscatto, conversione: le polemiche sul ritorno di Silvia Romano

L'arrivo a Ciampino vestita da donna musulmana e il nuovo nome Aisha scatenano la Rete. Mentre per Salvini «è stato uno spot gratuito ai terroristi». E aggiunge: «Se fossi stato al governo avrei tenuto un profilo più basso».

La conversione, il riscatto, il velo. E quel nome – Aisha – assunto durante la prigionia. Non si placano le polemiche, social e politiche, su Silvia Romano rientrata in Italia il 10 maggio dopo 18 mesi di prigionia.

In Rete è un fiorire di analisi psicologiche sulla scelta della cooperante italiana di abbracciare l’Islam, come fa notare su Twitter Marco Cappato.

Attacchi violenti che possono essere riassunti dal post, poi rimosso, del vicepresidente dell’Assemblea regionale del Veneto Massimo Giorgetti (FdI) che domenica aveva commentato: «Ora avremo una musulmana in più e 4 milionin in meno. Un affare proprio»

SALVINI: «SPOT GRATUITO AI TERRORISTI»

Anche Matteo Salvini unedì è tornato all’attacco. «Il giorno della festa è il giorno della festa e salvare una vita è fondamentale, ma se mi chiede come mi sarei comportato al governo io, probabilmente, avrei tenuto un atteggiamento da parte delle istituzioni più sobrio, un profilo più basso», ha detto parlando a Rtl 102.5. «Perché mettetevi nei panni di quei terroristi islamici maledetti che hanno rapito questa splendida ragazza: l’hanno vista scendere col velo islamico, ha detto che è stata trattata bene, ha studiato l’arabo, letto il Corano, si è convertita, in più hanno preso dei soldi, io penso che un ritorno più riservato avrebbe evitato pubblicità gratuita a questi infami che nel nome della loro religione hanno ammazzato migliaia di persone». Certo, ha aggiunto il segretario della Lega, «qualche domanda deve avere una risposta. In Kenya le donne valgono molto meno dell’uomo perché l’uomo può sposare quante donne vuole e la donna no, visto che c’è la poligamia per legge, e i soldi che sarebbero stati pagati per il riscatto sarebbero stati incassati da questa associazione terroristica al-Shabaab che con attentati e autobombe ha ucciso migliaia di persone».

IL POST DEL CONSIGLIERE REGIONALE LEGHISTA IN ABRUZZO

Nella Lega i toni però sono stati ben diversi. Come dimostra il post su Facebook del consigliere regionale in Abruzzo e sindaco di Ovindoli Simone Angelosante che aveva commentato: «Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?».

Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?

Posted by Simone Angelosante on Monday, May 11, 2020

«L’ho sentita questa mattina su Radio Maria, non sono l’unico a pensarla così», si è poi giustificato. «Non mi sembra di aver detto niente di negativo, ho solo riportato un dato storico e oltre tutto non ho fatto nessun nome della ragazza. Ma comunque è una idea che gira sulle radio nazionali».

CIVATI: «SILVIA ROMANO È LIBERA. SCUSATE»

Alle polemiche risponde con un post su Fb Pippo Civati. «Si parla di un riscatto. Non ne sappiamo nulla ma dovremmo sapere che si paga sempre. Lo fanno tutti i Paesi occidentali. Non lo dicono mai ma lo fanno. E speriamo lo facciano per salvare vite umane anche per i religiosi Maccalli e Dall’Oglio (che peraltro sono cattolici, quindi nessuno avrebbe nulla da ridire, giusto?)», ha scritto.

Silvia Romano è libera. Scusate.Il ritorno di Silvia Romano ha una potenza liberatoria tale da provocare reazioni…

Posted by Giuseppe Civati on Monday, May 11, 2020

«È successo agli americani – che hanno addirittura liberato prigionieri di Guantanamo per sbloccare una “trattativa” -, è successo per i giornalisti francesi, succede puntualmente. Questa notizia per darvi un’idea di ciò di cui parlo. Più del velo preoccupano le veline e avremmo avuto bisogno di maggiore sobrietà anche da parte degli esponenti del governo e del loro entourage. Pare abbiano anche litigato per chi lo diceva prima. Velo pietoso, appunto». «Abbandonati per un attimo gli studi di specializzazione in virologia, sono tutti diventati esperti di sindrome di Stoccolma», chiude Civato, «di islamismo (anzi di “quell’islamismo”) e di spionaggio internazionale».

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C’è Mattarella e gli anti-italiani: da Lagarde a Renzi-Salvini

Il delitto contro l’Europa che stanno consumando alcune élite di stupidi e stupide leader del Vecchio continente e del nostro Paese i è incalcolabile. Bisogna trattarli male. Il presidente della Repubblica è stato bravo, ma troppo educato.

Date una calmata a Matteo Salvini (non è difficile, basta un bicchierone di quella cosa estiva che gli ha fatto fare tante cazzate), non si può ogni giorno invocare misure sempre più estreme. Siamo al limite del coprifuoco e non escludo che possa arrivare il momento che dovrà essere dichiarato. Intanto sono state prese decisioni severe che la maggioranza della popolazione sta rispettando e abbiamo il dovere di attendere gli effetti.

Si è capito che il coronavirus non si abbatte dalla sera alla mattina né con una piccola pillola. Persino il farmaco proposto con successo dai valorosi medici di Napoli richiede il suo tempo per agire. Né serve che ci siano degli inguaribili presuntuosi che vadano in giro per il mondo a citare il proprio Paese come il luogo in cui si sono fatti solo errori. Bugiardi/o.

Alcuni errori sono stati fatti e condannati: comunicare per esempio è stato un limite del governo. Perdere troppo tempo con chi diceva che eravamo di fronte a una banale influenza e oggi, sempre di Salvini si tratta, immagina la guerra totale contro le mosche, pure.

I PESSIMI ESEMPI DI RENZI E SALVINI

Tuttavia questo Paese, ditelo a Matteo Renzi, sta dando esempio di serietà, di avere un nerbo fondato su una classe medico-infermieristica di primo ordine, su ospedali smantellati da coglioni liberisti, su una burocrazia che fa il suo dovere, su una classe politica che, a parte i soliti chiacchieroni, si è messa in disparte e non infastidisce il guidatore. L’impressione che quasi tutti sentono che è arrivato il momento del dovere fa venire con più nettezza allo scoperto quelli che non lo hanno capito o i vanesi. Che cosa ha da insegnare Teresa Bellanova al professor Roberto Burioni o Luigi Marattin al medico Raffaele Bruno. Siete miracolati della politica, state zitti.

Se Salvini fosse stato al governo, dato una prova pessima di sé e sarebbe stato una rovina per il Paese

L’opposizione sembra essere tornata distinta. La focosa Giorgia Meloni ogni tanto ritrova la via del dialogo. Salvini è perso per sempre. D’altra parte un uomo che ha trascorso metà della sua vita a insultare i meridionali e poi con la faccia come quella parte del corpo lì si presenta al Sud, è capace di tutto. Io detesto i meridionali che lo votano. Non vorrei mai veder tornare Salvini al governo perché ho in mente le sue frasi e i suoi cori contro di noi. Poi è uno inaffidabile che avrebbe, se fosse stato al governo, dato una prova pessima di sé e sarebbe stato una rovina per il Paese.

IL DANNO DI MOLTI LEADER EUROPEI È INCALCOLABILE

Meglio Giuseppe Conte, meglio Roberto Gualtieri, meglio Roberto Speranza e altri/e. Persino Luigi Di Maio sembra aver trovato la sua strada. Personaggi che sanno anche assumere decisioni serie e difficili. Meglio su tutti Sergio Mattarella a cui spetta il compito quasi impossibile di giustificare il nostro europeismo che dopo le ultime settimane e le dichiarazioni della Christine Lagarde sento in pericolo. Il delitto contro l’Europa che stanno consumando alcune élite di stupidi e stupide leader europee è incalcolabile. Bisogna trattarli male. Mattarella è stato bravo ma troppo educato. Se vogliamo che non riparta il solito antieuropeismo sovranista il “vaffa” presidenziale deve essere a tutto tondo.

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