Hegseth ai generali Usa: "Il nostro obiettivo è prepararci alla guerra e vincerla"
Il capo del Pentagono arringa i vertici militari americani e si scaglia contro la cultura woke, il politicamente corretto e l'obesità dei generali. Presente anche Trump: "Spero che il Nobel per la pace vada al Paese. Hamas deve accettare il Piano"
Nel discorso ai vertici militari in Virginia, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivendicato il ruolo guida americano nella Nato e nel panorama globale e lanciato avvertimenti agli alleati, ad Hamas e persino alla Commissione che assegnerà il prossimo Nobel per la pace. Ma, pur essendo il presidente ad avere la ribalta, è stato il segretario alla Difesa Pete Hegseth a scuotere l’uditorio con un discorso dai toni accesi e “guerreschi”, in perfetta conformità a quel Dipartimento alla Guerra che ora guida (dopo il cambio di nome). Hegseth aveva promesso di riparare ai “decenni di degrado” nelle forze armate a stelle e strisce, attribuendone la colpa a “politici stolti e sconsiderati” e dichiarato la “fine del politicamente corretto”, lanciando la nuova stagione dei “guerrieri”.
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“Prepariamoci alla guerra e vinciamola”
L'incontro, tenutosi nella base dei Marines a Quantico, era stato organizzato da Hegseth la settimana scorsa e ha richiesto la presenza di centinaia di generali e ammiragli che hanno dovuto affrontare viaggi di ore e migliaia di chilometri senza neanche sapere di cosa si sarebbe parlato. Da qui la notizia, che aveva anche destato un po’ di allarme, su imminenti e non meglio precisati annunci relativi alla strategia militare della prima potenza mondiale. “Il nostro compito è prepararsi alla guerra e vincerla”, ha sintetizzato il senso del proprio discorso il capo del Pentagono, precisando “pace attraverso la guerra” e parlando di un “momento cruciale”.
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Hegseth, tra guerra agli obesi e ai capelli lunghi nell’esercito
Molti temevano che ci sarebbero state epurazioni pubbliche degli alti ufficiali non ritenuti fedeli, in realtà il messaggio è stato più largo, anche con avvertimenti sulle condizioni fisiche dei generali. Il Pentagono, tra i vari punti, ha “dichiarato guerra” agli obesi. “È una brutta immagine - ha scandito il capo della Difesa - vedere generali e ammiragli grassi nelle stanze del Pentagono”. Hegseth ha evocato anche la “liberazione” dalla cultura delle pari opportunità, da quella woke e dalla lotta alla discriminazione di razza e genere. Sul tema “donne nell’esercito”, il segretario alla Difesa ha puntualizzato: “Non si vuole impedire alle donne di servire, le nostre donne militari sono le migliori del mondo, ma quando si tratta di qualsiasi incarico che richieda forza fisica in combattimento, gli standard devono essere alti e uguali per tutti, a prescindere dal genere. Se le donne ci riescono, eccellente. Se invece no, allora significa che nessuna donna si qualifica per un ruolo da combattimento”.
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“Gli Alleati Nato aumentano la spesa militare”. E mette in guardia: “Attenti ai nemici interni”
Hegseth prima, e Trump poi, hanno sottolineato il fatto che le forze armate si trovano di fronte a una svolta, in cui il politicamente corretto non sarà più la linea guida. Accolto dal silenzio della platea - un fatto insolito per il presidente, che non ha nascosto di essere rimasto sorpreso (“Non mi era mai capitato di entrare in una sala silenziosa”, ha commentato con disappunto il tycoon) -, Trump ha sottolineato come i Paesi alleati stiano finalmente aumentando la spesa militare dopo gli avvertimenti di Vladimir Putin, definito “un campanello d'allarme” per i partner dell’Alleanza. Washington, ha detto il presidente, sta vendendo grandi quantità di armi americane alla Nato a “prezzi equi” e auspica che anche gli alleati in Asia e Medio Oriente aumentino le proprie capacità difensive. Nel suo intervento, durato più di un'ora, davanti a una platea in alta uniforme, il presidente ha lanciato anche un allarme sull'“invasione interna” degli Stati Uniti, paragonandola a un attacco esterno ma più insidiosa perché gli aggressori “non indossano uniformi”. Ha esortato a rafforzare la sicurezza interna e a difendere le libertà americane senza compromessi.
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L’auspicio che il Nobel per la pace vada agli Stati Uniti
Trump ha anche toccato il tema, a lui molto caro, del Nobel per la Pace, ironizzando sul fatto che il premio potrebbe andare a uno scrittore, a chi “non ha fatto nulla” rispetto agli eventi globali, come le tensioni internazionali e i conflitti, sottolineando invece i risultati concreti dell'amministrazione americana in termini di diplomazia e sicurezza. Precisando quindi che “io non lo voglio”, il presidente Usa si è augurato piuttosto che il riconoscimento vada agli Stati Uniti, “voglio che lo ottenga il Paese: dovrebbe essere il Paese a riceverlo, perché non c'è mai stato niente di simile”.
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“Spero che Hamas accetti, devono accettare”
Ultima, ma non meno importante, la possibile svolta in Medio Oriente con il Piano di pace per Gaza presentato ieri alla Casa Bianca – presente Netanyahu – e che Hamas potrebbe accettare. “Devono accettare” ha precisato il tycoon. Trump ha ricordato che se “va in porto” l'accordo in Medio Oriente, “avremo risolto otto guerre in otto mesi”. “È piuttosto buono” ha aggiunto il Commander in Chief a proposito del Piano di pace, rivolgendosi ai suoi diretti sottoposti, quei militari, generali, ammiragli, colonnelli e ufficiali che comanda in quanto capo delle Forze armate più potenti al mondo. “Pensateci - ha detto Trump -, se questa cosa succede (l'accordo su Gaza, ndr), e credo che succederà, non lo dico alla leggera, perché so più di chiunque altro sui negoziati, è su questo che si basa tutta la mia vita. Ci manca solo una firma, spero che firmino per il loro bene, che creino qualcosa di veramente grande”.
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“Non vogliamo la guerra. Ma se dovesse succedere non saremo politicamente corretti”
Secondo il presidente, il rafforzamento degli alleati e della presenza militare americana nel mondo “renderà molto meno probabile” qualsiasi conflitto, grazie alla deterrenza e alla leadership strategica degli Stati Uniti, “avanti di 25 anni a Russia e Cina sui sommergibili”. Il capo della Casa Bianca ha messo in chiaro: “Noi non vogliamo la guerra”, rassicurando i militari: “Fate affidamento su di me per non andare in guerra”. Ma se dovesse succedere, ha avvertito ancora Trump, “non saremo politicamente corretti per difendere la libertà americana”.
Fonte: www.rainews.it