Caso Garlasco, sul Dna di Ignoto 1 un'indagine "biostatistica" con un software sofisticato
L'incidente probatorio. Mario Venditti va al Riesame e lascia la presidenza del Casinò. La svolta nelle indagini, il ruolo delle chat, il denaro, le intercettazioni
Caso Garlasco, che 18 anni dopo l'omicidio di Chiara Poggi, continua nel furore della nuova inchiesta della Procura di Pavia, quella che solo pochi giorni fa, aveva sconvolto con il blitz di finanza e carabinieri all'alba, le perquisizioni lampo ed i 9 nuovi indagati, e l'accusa di corruzione per l'ex procuratore, Venditti.
Il dna sulle unghie di Chiara "è valido"
Caccia ad Ignoto: indagine "biostatistica" di un segmento di Dna maschile
Riprende da una indagine "biostatistica" di un segmento di Dna maschile, "parziale, misto, non consolidato", l'incidente probatorio al centro della nuova indagine sul delitto di Chiara Poggi che ha riacceso i riflettori su Andrea Sempio, l'amico del fratello della ragazza la cui posizione è stata archiviata già due volte.

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Venditti ricorre al Riesame contro il sequestro
Mentre la difesa dell'ex procuratore pavese, Mario Venditti, sta preparando il ricorso al Tribunale del Riesame contro il decreto di perquisizione e sequestro di venerdì scorso firmato dalla Procura di Brescia che lo accusa di aver ricevuto denaro per scagionare già nel 2017 Sempio, sul fronte omicidio c'è attesa per l'analisi di quell'aplotipo Y, eventualmente idoneo ad individuare la discendenza in linea paterna, rintracciato sulle unghie della vittima.
L'esame di quella porzione di cromosoma di Ignoto 1 - secondo una recente consulenza dei pubblici ministeri riconducibile all'attuale indagato - è il passaggio finale, e forse il più delicato, dell'accertamento irripetibile di cui la perita Denise Albani ha chiesto e ottenuto una proroga di 70 giorni.
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I margini ungueali vennero sciolti
Per capire di cosa si tratta è necessario ritornare ai tempi della perizia affidata nel 2014 al professor Francesco De Stefano dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano nel processo che ha aperto la strada alla condanna definitiva a 16 anni di carcere per Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara. Allora i margini ungueali della 26enne, che erano stati repertati 7 anni prima durante l'autopsia, vennero 'sciolti' con particolari reagenti.
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Sono sovrapponibili più Dna, compreso quello di Chiara
Il risultato di tale operazione furono tre provette contenenti il materiale biologico che venne esaurito nelle tre estrazioni effettuate e che restituirono tre diversi profili maschili, uno per ciascuna. Per questo, come ha messo a verbale la genetista Albani lo scorso 26 settembre durante l'udienza per la proroga dell'incidente probatorio, il dato a disposizione, come ha riferito chi era in aula, non è consolidato, è misto - sono sovrapponibili più Dna, compreso quello di Chiara - e incompleto: quello su cui si era lavorato, e su cui ora verranno comunque rieffettuati gli esami con un sofisticato software, era degradato al punto da non consentire un risultato certo.
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Lo shock dopo le perquisizioni
La nuova indagine svelata due giorni fa - con le perquisizioni all'ex aggiunto, a casa dei genitori e degli zii di Sempio, e a due carabinieri (Giuseppe Spoto e Silvio Sapone) -, riaccende l'attenzione sul delitto, ma non ha ripercussioni sulla verità giudiziaria. A occuparsi dell'omicidio di Chiara Poggi è stata la Procura di Vigevano, a condannare Stasi (dopo una doppia assoluzione) è stata la Corte d'Appello di Milano e nel 2024 la Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2024 ha ritenuto "manifestamente infondato" il ricorso del condannato che lamentava un processo non equo. E mentre Domenico Aiello, avvocato di Venditti, auspica l'arrivo degli ispettori del Guardasigilli Carlo Nordio in Procura a Pavia, lamentando l'assenza di misura sul caso Garlasco, al centro del dibattito restano i quattro elementi della presunta corruzione.
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La presunta corruzione in atti giudiziari
Intanto Domenico Aiello, legale di Venditti, sta preparando l'atto di impugnazione del decreto che cinque giorni fa ha portato a perquisire ben nove persone, e a scoprire che il solo indagato per una presunta corruzione in atti giudiziari è Venditti. Il quale fin da subito ha replicato di non avere mai preso denaro in tutta la sua carriera. Per quel che si sa, vari sono i punti che la difesa potrebbe affrontare nel ricorso: si va dal fatto che l'appunto di una riga, ritenuto importante per le contestazioni, sarebbe un elemento privo di fondamento, al dato che in generale ad archiviare una indagine non è un pm ma un gip, fino alla posizione dei genitori di Sempio.
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I quali sono stati sentiti come testimoni nonostante, secondo l'ipotesi accusatoria, abbiano prelevato - in particolare il padre - denaro cash che, e questo è ancora tutto da riscontrare, avrebbero poi consegnato al magistrato ora in pensione e che, come è stato annunciato, ha rassegnato le dimissioni da presidente e membro del Consiglio d'amministrazione del Casinò di Campione d'Italia.
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Le tesi della Procura: presunte ombre sulle indagini del 2017
Le indagini condotte nel 2017 su Sempio - scrive la Procura nell'ordinanza - "erano state caratterizzate da una serie di anomalie" si leggeva nel provvedimento firmato dalla Procura di Brescia, "tra cui l'omissione, da parte della polizia giudiziara di Pavia incaricata delle indagini della trascrizione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali; alcuni contatti opachi di Sempio con Spoto e Sapone (rispettivamente addetto e responsabile della sezione di pg), i quali risultano avere intrattenuto con i Sempio, poco prima della loro audizione in Procura, dei contatti non relazionati" si legge nel decreto di perquisizione.
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Contatti, suggerimenti, presunti trattamenti di favore che la famiglia Sempio ha respinto con forza e decisione.
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Ora si vedrà. Tutto sembra ruotare al momento, sull'analisi del Dna che cerca di dare un nome - o nomi - al presunto assassino di Chiara Poggi.
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Fonte: www.rainews.it