Autovelox, parte la mappatura: i Comuni dovranno comunicare i dati, pena lo stop alle rilevazioni
A via sul sito del Mit l'operazione di durata bimestrale. Il problema omologazione: oggi quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili è stato approvato prima del 2017
I Comuni che piazzano autovelox nel proprio territorio, ad esempio sulle statali, dovranno comunicare al Mit quali apparecchi sono appostati e dove entro il 30 novembre prossimo. Pena lo stop alle rilevazioni abusive della velocità e quindi alle multe, a questo punto illegittime. Il Ministero dei Trasporti ha infatti pubblicato il decreto ministeriale che dà il via al censimento e i Comuni hanno circa due mesi per rispondere. Una situazione ormai fuori controllo, come in casi particolari (la statale Telesina o il Salento). L'incasso calcolato è di oltre 7 milioni l'anno per tutti i Comuni coinvolti, come sottolineava Assoutenti, solo l'anno scorso.
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Operativa la piattaforma telematica
La piattaforma telematica, predisposta dal Mit, è online e operativa, come annunciato dallo stesso dicastero di Porta Pia sul proprio sito. Da oggi le amministrazioni e gli enti dai quali dipendono gli organi di polizia stradale devono inserire sul portale i dati relativi ai dispositivi o sistemi per l'accertamento, condizione necessaria per il legittimo utilizzo degli autovelox.
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I dati da comunicare
Le amministrazioni e gli enti dai quali dipendono gli organi di polizia stradale devono comunicare dati quali, ad esempio, marca, modello, tipo, l'eventuale versione, la matricola e gli estremi. Ogni variazione o modifica rispetto ai dati inseriti deve essere immediatamente comunicata. “Un obbligo per le amministrazioni locali - sottolinea il Codacons -, che avranno ora 60 giorni di tempo per comunicare al Mit le informazioni richieste: allo scadere di tale termine, infatti, chi non fornisce i dati richiesti non potrà più utilizzare autovelox sul proprio territorio, con il conseguente spegnimento degli apparecchi a partire dal prossimo 30 novembre”. “Sarà finalmente possibile – dice ancora l'associazione – conoscere il numero di apparecchi installati in Italia, la loro ubicazione, e tutte le specifiche tecniche dei dispositivi usati da Comuni e forze dell'ordine, ma rimane ancora in piedi il problema sull'omologazione”.
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Il problema dell'omologazione
“Il caos autovelox dura oramai da 18 mesi, da quando cioè la Cassazione ad aprile 2024 ha stabilito la nullità delle multe elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati: oggi quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili, oltre a non essere omologato, è stato approvato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi, con conseguente valanga di ricorsi da parte degli automobilisti multati” spiega l’associazione a tutela dei consumatori. E conclude: “Il 30 novembre è quindi la data ultima: o i comuni forniscono i dati o spengono gli autovelox”.
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Sottosegretario: “Grande operazione di trasparenza che il Paese attendeva”
“Con la piattaforma telematica per il censimento degli autovelox parte una grande operazione trasparenza che il Paese attendeva da tempo. Finalmente sarà possibile ottenere, entro due mesi, una mappatura completa dei dispositivi per l'accertamento della velocità garantendo a tutti la libera consultazione. L'obbligo di inserimento dei dati come condizione necessaria per l'utilizzo degli autovelox rappresenta un importante meccanismo di tutela per i cittadini che troppo spesso sono vessati da un utilizzo distorto dei sistemi di rilevamento” scrive in una nota il Sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante.
Fonte: www.rainews.it