Il Senato approva il ddl contro il body shaming, 16 maggio Giornata nazionale di sensibilizzazione
Saranno promosse iniziative “al fine di sensibilizzare i cittadini sulla gravità dei comportamenti offensivi che hanno come obiettivo la denigrazione del corpo”. Paita (IV): "Non risolve il problema del linguaggio d'odio ma è un atto importante"

Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge che “riconosce il giorno 16 maggio quale Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone ( il cosiddetto body shaming)”. La giornata prevede iniziative “al fine di sensibilizzare i cittadini sulla gravità dei comportamenti offensivi che hanno come obiettivo la denigrazione del corpo” per prevenire gli stessi, volti “a denigrare e ridicolizzare una persona per il suo aspetto fisico”. Il colore simbolo della Giornata “è il fucsia, scelto per rappresentare l'ottimismo dinamico e l'evoluzione personale che porta all'affermazione di se stessi”.
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“L'istituzione della Giornata nazionale del body shaming non è un gesto meramente simbolico, vuole essere un atto politico e sociale, è un atto di civiltà, significa squarciare quel tetto di cristallo e costruire un Paese in cui nessuno debba sentirsi sbagliato o con il fisico non conforme, come ho sentito oggi con tanta amarezza e incredulità o per un giudizio esterno; significa costruire una società in cui accettare se stessi e gli altri diventi la norma e non l'eccezione” ha commentato in aula la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d'Italia, Nm, Udc, Maie, durante le dichiarazioni di voto.
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“L'istituzione di una giornata nazionale contro il body shaming sicuramente non risolve il problema del linguaggio d'odio, ma è comunque un atto importante, che serve ad aprire una discussione nel paese” dice invece la senatrice Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva e componente della commissione Segre, annunciando il voto favorevole del suo gruppo al ddl. “Si tratta di un delicato tema culturale, che ha risvolti sanitari, sociali, nei media, nei social, a scuola e in famiglia. E riguarda le nostre giovani generazioni, sempre più strette nell'isolamento, nel rapporto complicato con i social, che va regolato, ma senza divieti”.
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Fonte: www.rainews.it