Chiara Ferragni al processo per truffa: "Sono fiduciosa e tranquilla". La difesa: "È innocente"
I legali: nessun dolo né tantomeno artifici o raggiri, solo pubblicità ingannevole per la quale ha già risarcito. Rischia un anno e otto mesi
Ansa È il giorno della difesa di Chiara Ferragni nel processo abbreviato milanese, a porte chiuse, che la vede imputata, assieme ad altri due, per truffa aggravata sui noti casi di presunta pubblicità ingannevole del Pandoro Balocco Pink Christmas e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi.
L'influencer è entrata molto prima dell'inizio dell'udienza davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini, e in aula hanno preso la parola per le loro arringhe i legali dell'imprenditrice, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana e le difese dell'ex collaboratore di Ferragni, Fabio Damato, e del presidente di Cerealitalia, Francesco Cannillo.
L'aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli hanno chiesto per l'influencer, che si è sempre detta innocente, una condanna a un anno e 8 mesi senza attenuanti. Lei con Damato, secondo i pubblici ministeri, avrebbe avuto un "ruolo preminente" nelle campagne commerciali con cui sarebbe stata realizzata quella truffa con "grande diffusività", perché i suoi 30 milioni di follower si fidavano di lei e alle sue società spettava "l'ultima parola" nell'ambito degli accordi con la Balocco e con Cerealitalia. La sentenza arriverà il 14 gennaio.
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"Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato", ha spiegato l'imprenditrice con dichiarazioni spontanee il 25 novembre. Ferragni ha già chiuso il fronte amministrativo ed effettuato risarcimenti e donazioni per 3,4 milioni di euro.
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La vicenda
Stando alle indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, tra il 2021 e il 2022 avrebbe ingannato follower e consumatori con presunti ingiusti profitti - in relazione a quelle vendite dei due prodotti, il cui prezzo non comprendeva la beneficenza pubblicizzata - per circa 2,2 milioni. Oltre alla difesa nel merito dei legali di Ferragni sull'assenza del raggiro e quindi del reato ai danni dei consumatori, tema importante sarà anche quello dell'aggravante della "minorata difesa" degli utenti on line, anche perché se cadesse ci sarebbero proscioglimenti per mancanza di querele.
Ferragni nelle dichiarazioni aveva spiegato che ha sempre agito in buona fede e che al massimo ci sarebbero stati errori di comunicazione. Il legale dell'unica parte civile, la 'Casa del consumatore', l'avvocato Aniello Chianese, sul tema dell'aggravante della "minorata difesa" degli utenti on line ha affermato che i follower si fidano degli influencer e se i primi dicono di comprare qualcosa, lo fanno.
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Per la Procura, quell'aggravante si regge anche sul fatto che gli acquisti dei consumatori, poi, venivano effettuati nella catena della grande distribuzione, oltre a quel messaggio che arrivava dall'influencer "fai non un buon Natale, ma un Natale buono" per convincerli.
I due pm avevano ripercorso le mail dalle quali, per l'accusa, è emerso che le indicazioni le avrebbero date le società di Ferragni. Hanno spiegato a novembre che quando arrivavano messaggi di clienti che chiedevano quanta parte del prezzo di vendita (il "doppio" del normale) sarebbe finita in beneficenza, i responsabili della Balocco non rispondevano o divagavano. Lo stesso, hanno ricostruito, avveniva per le uova. Un utente scrisse: "Compro un uovo e quanto di quello che pago va a sostenere il progetto?".
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L'udienza
Chiara Ferragni ha già risarcito per la pubblicità ingannevole e condannarla significherebbe farla pagare due volte per lo stesso fatto violando uno dei principi cardine del diritto. È quanto hanno detto, in sintesi, i legali dell'imprenditrice, avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, nel processo per truffa aggravata sui casi della beneficenza legata alle vendite del 'Pandoro Pink Christmas' di Balocco del Natale 2022 e delle Uova di Pasqua '21-'22 di Dolci Preziosi e griffate 'Ferragni'.
Da quanto si apprende sui contenuti delle arringhe a porte chiuse, per i difensori di Ferragni condannarla anche in sede penale, dopo che l'influencer ha chiuso la partita amministrativa con risarcimenti e donazioni per circa 3,4 milioni di euro, rappresenterebbe una violazione del principio del 'ne bis in idem' che vieta di perseguire una persona già condannata per gli stessi fatti. In quasi 4 ore Iannaccone e Bana avrebbero citato alcune vicende 'simili', legate alla pubblicità ingannevole su temi 'ambientali' o di 'sostenibilità' in cui società e aziende, una volta multate, non affrontano anche i procedimenti penali. I legali della 38enne sarebbero tornati a battere sulla "buona fede" di Ferragni, valorizzando le dichiarazioni spontanee rese dall'imputata alla scorsa udienza del 25 novembre.
Sono "molteplici le ragioni" per cui è "innocente", hanno spiegato a margine uscendo dall'aula. Motivi che "abbiamo rassegnato al giudice e che lasciamo alla camera di consiglio".
Da quanto trapelato, la difesa avrebbe contestato al procuratore aggiunto Eugenio Fusco e al pm Cristian Barilli, che hanno coordinato le indagini del Nucleo Pef della guardia di finanza, anche l'assenza di causalità fra i presunti "artifizi e raggiri" contestati per dimostrare la truffa e la decisione dei consumatori di acquistare pandori e uova di Pasqua. La Procura di Milano sta valutando se replicare. Nelle prossime ore prenderanno la parola le difese dei coimputati di Ferragni. La sentenza è prevista per il 14 gennaio
"Sappiate che Chiara è innocente da qualunque punto di vista si guardi questa vicenda. Non c'è reato", hanno spiegato ai cronisti gli avvocati chiedendo l'assoluzione della loro assistita.
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“Sono tranquilla e fiduciosa”
"Ho ascoltato i miei difensori, sono tranquilla e fiduciosa". Lo ha detto Chiara Ferragni in una pausa del processo che la vede tra gli imputati per truffa aggravata per la vicenda del pandoro e delle uova di Pasqua.
Fonte: www.rainews.it
