Gli alpini sul Monte Bianco per la sperimentazione in ambienti estremi
Immagini spettacolari per la campagna di esercitazione scientifica con le Università di Milano, Bologna, Ferrara, Chieti-Pescara e Valle d’Aosta
Le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali si avvicinano e anche i corpi militari più specializzati si mettono in moto. Con un occhio di riguardo verso l’appuntamento più importante degli sport invernali che si svolgerà a febbraio tra Milano e Cortina.
E’ il caso degli Alpini che hanno portato a termine la terza edizione di “Campo Alta Quota”, la campagna di sperimentazione scientifica promossa dal Centro Addestramento Alpino dell’Esercito Italiano in collaborazione con le Università di Milano, Bologna, Ferrara, Chieti-Pescara e della Valle d’Aosta, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Scuola dello Sport del Coni Valle d’Aosta e della Società Italiana di Medicina di Montagna.
Sul massiccio del Monte Bianco, ad oltre 3.300 metri di quota, l’iniziativa ha rappresentato un progetto d’avanguardia dedicato alla ricerca e alla sperimentazione in ambienti estremi, con particolare attenzione allo studio degli effetti del grande freddo in un’ottica rivolta alle regioni artiche, oggi sempre più centrali nello scenario geopolitico internazionale. Nato nel 2023, il “Campo Alta Quota” si è configurato come una piattaforma integrata che coniuga addestramento operativo e innovazione tecnologica, facendo leva sulle competenze delle Truppe Alpine dell’Esercito e dei partner accademici coinvolti.
L’edizione 2025 ha segnato un’ulteriore evoluzione del progetto, articolandosi su tre principali ambiti di ricerca e rafforzando il carattere interdisciplinare dell’iniziativa. Il primo ambito, dedicato alla meteorologia e alla statistica, ha previsto l’impiego di nuove centraline meteo progettate per l’alta quota, con analisi dei dati ambientali raccolti e trasmessi tramite sistemi di comunicazione satellitare, finalizzati a migliorare la lettura delle condizioni atmosferiche e del manto nevoso. Il secondo ambito ha riguardato i processi fisiologici e cognitivi e le Human Performance, con lo studio degli effetti del freddo estremo su funzioni neurologiche, capacità manuali, apparato respiratorio e risposte biologiche allo stress, includendo approfondimenti su termoregolazione e risposta cognitivo-fisiologica alla caffeina, anche mediante l’utilizzo di dispositivi elettromedicali indossabili per il monitoraggio continuo dei parametri vitali. Il terzo ambito ha interessato l’analisi statistica avanzata dei dati raccolti (big data), coordinata dall’Università della Valle d’Aosta, volta a correlare in un unico modello dati ambientali, fisiologici e prestazionali. Rispetto alla precedente edizione, il modello di ricerca è stato ulteriormente consolidato e ampliato, introducendo nuove tecnologie di rilevazione, rafforzando l’integrazione tra le diverse discipline scientifiche e orientando in modo ancora più marcato la sperimentazione verso scenari artici reali, a supporto dello sviluppo delle capacità dell’Esercito in ambienti estremi. Un contributo di particolare rilievo è stato fornito dal plotone esplorante del 3° Reggimento Alpini della Brigata “Taurinense”, impiegato quale campione di studio anche in funzione della preparazione all’esercitazione Nato Nordic Response, in programma il prossimo anno in Finlandia.
Fonte: www.rainews.it
