Lecornu convoca le forze politiche a Matignon per il giro di consultazioni
L'appuntamento fissato per il pomeriggio. Intanto aut-aut di Bruno Retailleau, leader dei repubblicani: "Governo di coabitazione o si va al voto". Jordan Bardella del RN: "Se si va al voto, mi candido premier"
Afp Il premier dimissionario della Francia, Sébastien Lecornu, a cui il presidente Emmanuel Macron ha dato 48 ore di tempo per trovare una soluzione alla crisi politica che attraversa il Paese, ha convocato ''ciascuna delle forze politiche'' a Matignon tra oggi pomeriggio e domani mattina: è quanto si legge in una nota diffusa dai servizi del primo ministro dimissionario.
Il premier uscente del governo più breve della storia repubblicana avrà tempo da oggi fino a domani sera per incontrare i gruppi politici e capire se vi sia un modo di mettere insieme una maggioranza che eviti nuove elezioni legislative, come chiedono in molti. E forse presidenziali, come in pochi davvero si augurano.
Secondo la nota diffusa da Matignon, Lecornu vuole "concentrare le discussioni" su due punti: l'adozione del bilancio e il futuro della Nuova Caledonia. In un comunicato stampa, l'ufficio del primo ministro ha dichiarato, a seguito della riunione dei membri del 'socle commun' (forze della coalizione al potere), che "il primo ministro uscente ha proposto di concentrare le discussioni su due priorità vincolanti per l'intera classe politica: l'adozione di un bilancio per lo Stato e per la previdenza sociale oltre al futuro della Nuova Caledonia. "Tutti hanno concordato su queste due questioni urgenti, con la volontà comune di trovare una soluzione rapida. E' seguita una discussione sull'emergenza di bilancio e sui parametri di un possibile compromesso con l'opposizione", ha evidenziato Matignon.
Il giro di consultazioni di fatto è iniziato nella mattinata come giro di dichiarazioni. Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, ha annunciato che in caso di voto anticipato sarà lui il candidato premier. Marine Le Pen per ora resta fuori gioco, in attesa del processo di appello per la sua condanna all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni che si terrà a febbraio dell'anno prossimo. Anche per questo, nuove elezioni presidenziali che pure ha definito "sagge" non sarebbero per Le Pen davvero l'ideale.
Il leader dei repubblicani Bruno Retailleau, lo stesso che ha portato Lecornu a dimettersi nel giro di 14 ore, ha dato il suo aut-aut. "Ci sono solo due vie d'uscita dalla crisi: lo scioglimento o la nomina di un primo ministro di coabitazione", ha detto, assicurando allo stesso tempo di "di non essere candidato".
Macron, ha spiegato, "avrebbe dovuto nominare un primo ministro che rispecchiasse il risultato delle ultime elezioni legislative. Invece indicando qualcuno a lui vicino voleva riprendere il controllo". Ma non per forza le urne sono la soluzione: "Non è detto che non avremmo la stessa situazione, senza una chiara maggioranza", ha avvertito.
Su questo però Bardella ha aperto ai Repubblicani. Contatti sono in corso, ha riferito, e se i repubblicani proponessero "una potenziale convivenza dopo lo scioglimento" delle Camere, "non mostrerò alcun settarismo. Per vincere, dobbiamo unirci, per questo avevo proposto l'anno scorso un'alleanza a Eric Ciotti il presidente dei repubblicani".
Intanto Macron sembra perdere pezzi anche tra i suoi. Duro il commento di Gabriel Attal alla nuova impasse politica. "Non capisco piu' le decisioni del Presidente della Repubblica", ha ammesso ieri sera in un'intervista a Tf1, "questo accanimento a voler mantenere il controllo".
E anche i francesi sembrano non capire il loro Presidente. Secondo un sondaggio di Le Figaro, il 53 per cento degli intervistati vorrebbe che Macron di dimettesse.
Critico con il Presidente anche Edouard Philippe. "Deve approvare un bilancio, nominare un governo. E deve annunciare l'organizzazione di elezioni presidenziali anticipate", ha detto oggi. I socialisti e i verdi sperano invece ancora di avere una chance. I leader del Ps, Olivier Faure, ha chiesto "un cambio di rotta" con l'arrivo di un "governo di sinistra" a Matignon. Una convivenza auspicata anche dal capo degli Ecologisti Marine Tondelier. Proprio Tondelier ha invitato tutte le forze di sinistra a una riunione questa mattina. Il partito comunista ha già fatto sapere che non partecipera'. "C'è una possibile uscita dalla crisi ed che finalmente Macron nomini un primo ministro di sinistra", ha detto Fabien Roussel, segretario nazionale del Partito comunista. Non devia dalla linea dura invece La France Insoumise (Lfi). "Il re è nudo", ha detto Manuel Bompard, coordinatore generale di Lfi, dopo le parole di Philippe. "E' tempo che Emmanuel Macron se ne vada e il popolo sovrano scelga il futuro del Paese", ha aggiunto.
Fonte: www.rainews.it
