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Cristiano Ronaldo, la causa da un miliardo e i nuovi rischi per i testimonial

Ai numeri da record è abituato. Ma di cifre come questa Cristiano Ronaldo avrebbe fatto a meno: 1 miliardo di dollari a titolo di possibile risarcimento. Pagato da lui, se la richiesta dei promotori della class action dovesse essere accolta. C’è un esercito di piccoli investitori che si ritengono gabbati dalle sue prestazioni. Non quelle del campo, ma quelle della sua versione avatar sublimata in formato non fungible token (Nft). Tutti ci hanno perso, mentre lui guadagna. Mica può funzionare così. Sta di fatto che, abituato a frantumare cifre canoniche come quelle dei gol segnati o delle presenze in nazionale, Cr7 non si sarebbe aspettato di fare i conti pure con questa del miliardo tondo di dollari. Spropositata abbastanza da far tremare anche un soggetto con smanie da superomismo come lui, sempre pronto ad accettare lo schema “uno contro tutti”. Il fatto è che stavolta i “tutti” sono troppi. Soprattutto, è esorbitante ciò che quei tutti pretendono. Ma non è questo il vero punto della questione. L’aspetto davvero interessante che si ricava dalla vicenda è la possibilità che si introduca un inedito rischio-testimonial, qualcosa di inimmaginabile fin qui. E certo, va tenuto conto delle specificità del caso e dei suoi tratti di business estremamente originali. Cionondimeno, le ripercussioni potrebbero avere portata generale.

Non funge il token: altro che momenti iconici di Cristiano Ronaldo

Tutto parte dalla collezione di Nft che Cristiano Ronaldo ha lanciato nel 2022 con Binance. Momenti iconici, come viene spiegato nella campagna pubblicitaria che non può non prevedere l’uso di uno fra i più stucchevoli aggettivi della contemporaneità. Il fatto è che al momento, di davvero iconico, ci sono soltanto lo schianto di Binance e le perdite degli investitori che hanno creduto in chissà quale capitalizzazione da criptovaluta.

Cristiano Ronaldo, la causa da un miliardo e i nuovi rischi per i testimonial
Una delle campagne pubblicitarie di Ronaldo con Binance.

Il 21 novembre la Security and Exchange Commission (Sec) statunitense ha riconosciuto Binance e il suo amministratore delegato, Changpeng Zhao, colpevoli di riciclaggio e violazione delle sanzioni. Ne è scaturita una multa da 4 miliardi di dollari. Accompagnata dalla condivisa opinione che da qui in poi il mercato delle criptovalute dovrà essere tirato fuori dal Far West e sottoposto a controllo e regolazione maggiori. Ma le disavventure di Binance non potevano non avere effetti collaterali. E il principale fra questi ha riguardato proprio il testimonial più illustre del colosso globale delle criptovalute: Cristiano Ronaldo, appunto. Che ha messo tutto il peso della sua immagine nella promozione della sua linea di Nft, ciò che è cosa ovvia. Ma che altrettanto ovviamente ha fatto di quell’immagine personale un elemento di legittimazione per Binance e un’esca per una classe di investitori in criptovalute, un po’ troppo propensi a lasciarsi incantare dall’aura del fuoriclasse calcistico globale ma molto meno accorti nel decidere i loro investimenti.

Cristiano Ronaldo, la causa da un miliardo e i nuovi rischi per i testimonial
Changpeng Zhao con Ciro Immobile: Binance è stato anche sponsor della Lazio (Getty).

Cr7 doveva sapere della rischiosità dell’investimento

Se Cr7 non fosse stato parte dell’operazione, se non avesse prestato faccia e fama, loro non avrebbero investito. Ergo, adesso deve assumersi anche lui la responsabilità del pessimo esito cui è andato incontro il loro investimento. Tanto più che, come viene sostenuto dai promotori della class action, un soggetto che come lui ha possibilità di circondarsi dei migliori consulenti legali e finanziari non poteva non essere avvertito della rischiosità dell’investimento. Ma nonostante ne fosse consapevole, continua la linea di ragionamento, è andato avanti. Dunque adesso se ne assuma la responsabilità.

Anche al testimonial si possono imputare i costi sociali

Premesso che è da vedere se la cosa avrà un seguito. Dunque è bene mantenersi nell’ambito delle ipotesi di scuola. Dentro questo ambito si apre la prospettiva del rischio-testimonial che fin qui non pareva ipotizzabile: imputare anche al testimonial di una campagna pubblicitaria i costi sociali della pessima resa del prodotto messo sul mercato. E per quanto vada ribadito che si sta parlando di un settore merceologico molto particolare (che sfugge alla materialità stessa del concetto di merce), rimane il potenziale rivoluzionario della controversia. Il carisma del testimonial non può essere per lui soltanto un vantaggio, ma necessita di essere anche una responsabilità sociale. Che presto si tramuta in responsabilità civile.

Cristiano Ronaldo, la causa da un miliardo e i nuovi rischi per i testimonial
Cristiano Ronaldo sponsor di Binance.

Il prestigio strumento di monetizzazione? Sì, ma anche in negativo

Un’arma a doppio taglio, quando fin qui è stata esclusivamente un privilegio. E se davvero il prestigio personale del testimonial è uno strumento di monetizzazione, rischia di diventarlo anche in negativo e a suo danno. Ciò determinerebbe, da quel momento in poi, l’esigenza di una maggiore accortezza nella decisione di prestare faccia e fama a una campagna pubblicitaria. Tutto questo potrebbe entrare in ballo nella class action da un miliardo di dollari contro Cristiano Ronaldo. Ma forse lui è l’ultimo a rendersene conto.

Fabio Grosso esonerato dalla panchina del Lione dopo solo sette partite

Il campione del mondo con l’Italia nel 2006 e oggi allenatore, Fabio Grosso, è stato esonerato dalla panchina dell’Olympique Lione per via dello scarso rendimento della squadra. Al suo posto, in attesa di trovare un tecnico che possa risollevare le sorti del club, ci sarà ad interim Pierre Sage che ricopre il ruolo di responsabile del centro di formazione, affiancato dall’ex difensore della nazionale francese Jeremie Brechet, fin qui alla guida dell’Under 19. Fatale per Grosso sarebbe stata la sconfitta nell’ultimo turno di Ligue 1 contro il Lille, mal digerita dal presidente John Textor e dal suo nuovo direttore sportivo David Friio.

Il cammino di Grosso: dalla Serie B italiana alla Ligue 1

Dopo solo sette giornate di Ligue 1, dunque, si interrompe il cammino francese di Fabio Grosso come allenatore. L’italiano era stato chiamato a guidare la squadra il16 settembre, vincendo la concorrenza con l’ex compagno di Nazionale Gennaro Gattuso grazie alla promozione dalla Serie B alla A conquistata con il Frosinone nella stagione 2022/2023. La situazione era già molto complicata anche prima dell’arrivo del campione del mondo azzurro: nelle prime quattro gare il Lione aveva conquistato un solo punto e il trend negativo non si è interrotto nemmeno con il cambio di allenatore. Grosso, infatti, in sette gare di Ligue 1 ha collezionato quattro sconfitte e un solo successo, con la squadra che è rimasta all’ultima posizione della classifica, a quattro punti di distanza dalla zona playout.

Fabio Grosso sul campo d'allenamento del Lione
Fabio Grosso sul campo d’allenamento del Lione (Getty Images).

L’orribile parentesi francese: l’aggressione e l’esonero

Fabio Grosso conclude dunque la sua parentesi francese che, senza ombra di dubbio, può essere definita come negativa. Oltre all’esonero e agli insuccessi sportivi, infatti, l’ex terzino sinistro della Nazionale azzurra ha dovuto gestire in questi mesi un clima molto teso con i tifosi ed è stato vittima di un’aggressione da parte dei supporter del Marsiglia che hanno preso d’assalto il pullman della sua squadra prima di una gara. Grosso era rimasto ferito al viso, con un sasso lanciato dai tifosi avversari che gli aveva fatto correre il rischio di perdere un occhio.

Il Bobo Vieri Talk Show senza Cassano, Adani e Ventola è già un flop di ascolti

Da Bobo Tv a Bobo Vieri Talk Show: un passo in teoria breve, che però sta segnando una distanza abissale in termini di ascolti. Quando “dissertava” di calcio insieme agli amici Antonio Cassano, Daniele Adani e Nicola Ventola, l’ex bomber della Nazionale faceva 20 mila spettatori se la serata andava male. Il nuovo format, con ospiti a girare e Vieri nelle vesti di cerimoniere, non sta pagando. E già si parla di flop: durante la diretta della puntata del 27 novembre con Juan Sebastian Veron, David Trezeguet, Alessandro Diamanti e il ct dell’Argentina campione del mondo Lionel Scaloni, il dato degli utenti collegati ha toccato anche quote inferiori ai 4 mila. Insomma, Bobo sembra essersi punito con le sue stesse mani, dopo aver rotto l’alchimia del quartetto di ex giocatori dell’Inter.

Il Bobo Vieri Talk Show senza Cassano, Adani e Ventola è già un flop di ascolti: crollo degli utenti online.
Appena 4.600 gli utenti collegati durante l’ospitata di Veron.

Due certezze: il “talk” è stato istituzionalizzato e gli ascolti sono crollati

Dopo la notizia della fine della Bobo Tv si era parlato di uno scherzo di Cassano poco gradito dal padrone di casa, di Adani che aveva deciso di salutare la compagnia insieme all’ex fantasista di Bari vecchia, di problemi legati al vil denaro. Poi, nei giorni successivi allo strappo, Adani, Cassano e Ventola hanno fatto riferimento – in un lungo comunicato – a «metodi non rispettosi» e «poca voglia di condividere il percorso» da parte di un Vieri lesto a stringere, dopo aver «ucciso e sepolto» lo spirito che animava il format, un «fulmineo accordo», con la radio della Lega Serie A. Che, evidentemente, era già pronto e solo da firmare. In tutto questo marasma, le certezze sono due: il “talk” è stato istituzionalizzato e gli ascolti sono crollati. In totale le visualizzazioni del 27 novembre sono state 60 mila, a fronte delle 212 mila dell’ultima puntata in cui erano ancora presenti i tre “esuli”. La seconda puntata, tra l’altro, ha raccolto meno della metà degli spettatori di quella di debutto, andata in onda prima della sosta per le nazionali.

Il Bobo Vieri Talk Show senza Cassano, Adani e Ventola è già un flop di ascolti: crollo degli utenti online.
Christian Vieri (Imagoeconomica).

Dal 13 novembre Vieri va in onda su Radio TV Serie A con Rds

Da lunedì 13 novembre il Bobo Vieri Talk Show è sbarcato sulla prima emittente radio-visiva di una Lega calcistica in Europa, ovvero Radio TV Serie A con Rds, andando a formare «un tandem d’attacco che rivoluziona l’intrattenimento calcistico nel nostro Paese attraverso l’utilizzo dei più moderni canali di comunicazione, per raggiungere tutti gli appassionati della competizione più seguita nel panorama sportivo italiano», come si legge sul sito della Lega Serie A. «Con grande piacere accogliamo il nostro ambassador Vieri e la Bobo TV all’interno di Radio TV Serie A con Rds. Questa attività di co-marketing va ad arricchire di un altro importante tassello l’offerta di contenuti esclusivi dedicati ai nostri ascoltatori, a dimostrazione che continua il percorso di crescita della Lega Serie A in una media company in grado di intrattenere tifosi di tutte le età», aveva dichiarato Luigi De Siervo, dal 2018 amministratore delegato della Lega Serie A.

Il Bobo Vieri Talk Show senza Cassano, Adani e Ventola è già un flop di ascolti: crollo degli utenti online.
Daniele Adani (Imagoeconomica).

Al programma, house organ del calcio italiano, ora manca la garra

Ma la Bobo Tv, ops il Bobo Vieri Talk Show, come house organ della Lega Serie A ha già il sapore amaro del fallimento. All’indomani della prima trasmissione del programma di Vieri senza di lui (e Cassano e Ventola), Adani aveva pubblicato una storia sui social, pronunciando parole dal sapore della rivalsa: «Buongiorno a tutti, cosa dite: rimettiamo il calcio vero al centro di tutto. Io direi che è meglio», aveva detto l’ex difensore oggi opinionista della Domenica Sportiva. Al programma del suo (ex?) amico Bobo, verrebbe da dire citando proprio il “vate” Lele, manca la garra (charrúa, ma anche no). In ogni caso, viva el futbol.

Docce guaste allo stadio della Juve, l’Inter torna a Milano a lavarsi

La metaforica doccia fredda sarebbe stata perdere il big match. E infatti le due squadre hanno fatto di tutto per strappare almeno il pareggio. Il problema è che poi Juventus e Inter hanno trovato un’altra doccia fredda, questa volta in senso letterale, negli spogliatoi. Anzi, più che gelida, non funzionante. Dopo la partita terminata 1-1 infatti pare ci sia stato un problema di pressione dell’acqua alle pompe, tanto che per i giocatori è risultato impossibile lavarsi. L’indiscrezione è stata riportata da La Gazzetta dello Sport.

I giocatori dell’Inter sul pullman senza neanche una sciacquata

L’Inter, visto anche il freddo della serata (arrivato a punte di 4 gradi), avrebbe dunque deciso di rimandare l’appuntamento con la doccia a Milano e sarebbe salita subito sul pullman verso casa. Forse l’atmosfera non sarà stata proprio delle migliori: sia in senso sportivo, visto il pari che non stacca i bianconeri, sia in senso… olfattivo. Stesso destino anche per i giocatori bianconeri, che dalla loro hanno però avuto il vantaggio di non giocare in trasferta e, dunque, di poter usufruire prima di una doccia calda.

I conti a orologeria dell’Inter tra debito, scadenze e proprietà di Suning in bilico

L’orologio che ticchetta, il timer che scorre. È un’immagine ansiogena quella scelta dal sito di approfondimento sportivo The Athletic per descrivere la situazione finanziaria dell’Inter, che tra l’altro ha appena rinnovato il contratto dell’amministratore delegato dell’area sport, Giuseppe Marotta, fino al 2027. Sul campo continua a vivere un momento di salute e va a giocarsi la testa della classifica allo Stadium contro la Juventus. Ma al di fuori del rettangolo di gioco deve fare i conti con un debito imponente e scadenze che mettono in dubbio la continuità della proprietà cinese. Cose che per l’analista italiano non sono una novità, poiché si tratta di una situazione nota da tempo così come nota è la volontà, da parte di Suning, di non mollare la società nerazzurra e di sperimentare qualsiasi soluzione per riuscire nell’intento. Ma vedere la situazione narrata con toni così clamorosi e da una testata così importante fa tutt’altro effetto. E pone una questione che non soltanto per il mondo nerazzurro, ma per tutto il calcio italiano è un vero elefante nella stanza.

Mentre affrontano la sfida scudetto con la Juventus, fuori dal campo i nerazzurri sono alle prese coi soliti guai finanziari. L'esposizione nei confronti del fondo americano Oaktree è salita a 330 milioni di euro. Zhang ha un contenzioso da 250 milioni di dollari con la China Construction Bank. E la tentazione di vendere è forte. Un elefante nella stanza per tutto il calcio italiano.
La delusione di Steven Zhang dopo la finale di Champions persa contro il City (Getty).

Il giro d’Europa del debito: Everton, Barcellona, Lione, Hertha…

La società nerazzurra si trova in ottima compagnia. L’articolo di The Athletic è infatti la terza puntata di una serie di cinque. Le prime due sono state dedicate all’Everton, che si è appena visto penalizzare di 10 punti in classifica dalla Premier League per violazione delle regole fair play finanziario, e il Barcellona che continua a vendersi pezzi di futuro per finanziare al spesa corrente. Le prossime due puntate prenderanno invece in esame le situazioni del Lione, che dopo essere stata una grande d’Europa sta conoscendo lo sfascio sotto una nuova proprietà statunitense, e l’Hertha Berlino che è in orbita di 777 Partners (il fondo proprietario del Genoa), ma non ancora sotto il suo pieno controllo e intanto è sprofondato in B.

La Cina sembrava il nuovo colosso del calcio, ma poi è arrivato il Covid

Fra queste storie di grave sofferenza economico-finanziaria troviamo quella dell’Inter, vittima del combinato disposto generato dal riflusso cinese in materia di investimenti calcistici e dall’impatto devastante che la pandemia ha avuto sul gruppo Suning. Riguardo a entrambi gli elementi la storia è nota. L’investimento nell’Inter da parte della proprietà cinese avviene nel momento della massima ubriacatura calcistica cinese, il biennio in cui pareva che la Cina potesse essere la nuova frontiera esattamente come nell’estate 2023 è successo con l’Arabia Saudita. Ma quella fase durò lo spazio di un biennio, oltre il quale il partito-Stato ha impresso una stretta agli investimenti esteri sul calcio.

Mentre affrontano la sfida scudetto con la Juventus, fuori dal campo i nerazzurri sono alle prese coi soliti guai finanziari. L'esposizione nei confronti del fondo americano Oaktree è salita a 330 milioni di euro. Zhang ha un contenzioso da 250 milioni di dollari con la China Construction Bank. E la tentazione di vendere è forte. Un elefante nella stanza per tutto il calcio italiano.
Steven Zhang stringe la mano a Sergio Mattarella sotto gli occhi del patron della Fiorentina Rocco Commisso (Imagoecomomica).

L’impero Suning ha dovuto ridimensionare i conti per la pandemia

A ciò è seguito l’effetto che il Covid-19 ha avuto sull’impero di Suning, che si basa sulla vendita di beni di largo consumo e dunque è più esposto di altri settori gli effetti della crisi. Il contraccolpo per le finanze nerazzurre è stato pesante, poiché gli investimenti impiegati dalla proprietà cinese nella prima fase erano rilevanti né si poteva prevedere una circostanza straordinaria come la pandemia. Che quando arrivò costrinse la proprietà nerazzurra e il management a ridimensionare i conti, senza che questo fosse però sufficiente ad ammortizzare le esposizioni già contratte.

Il prestito contratto col fondo Oaktree con scadenza 20 maggio 2024

Il punto centrale della questione è il prestito contratto col fondo statunitense Oaktree con scadenza 20 maggio 2024. Si tratta di 275 milioni di euro a un tasso d’interesse esorbitante: 12 per cento. Ciò che ha già prodotto effetti pesanti sui conti degli ultimi esercizi annuali: 21,1 milioni di euro nel 2021, 37,5 milioni di euro nel 2022 e quelli che andranno a maturazione da qui a maggio 2024. L’esposizione della società nerazzurra nei confronti di Oaktree è dunque salita a quasi 330 milioni di euro. Né le voci del debito si fermano qui. Va tenuto in conto anche il bond da 415 milioni di euro, con tasso del 6,75 per cento e scadenza nel 2027. C’è poi il contenzioso fra Steven Zhang, giovane presidente del club nerazzurro, e China Construction Bank (Ccba) che reclama la restituzione di un prestito da 250 milioni di dollari. Il contenzioso ha assunto un respiro internazionale, essendosi spostato fra le corti di Hong Kong e New York. Gli avvocati di Ccba stanno provando ad attaccare il patrimonio personale di Zhang e la controversia è in pieno corso.

Un destino in stile Elliott come nel caso del Milan?

L’articolo di The Athletic si pone la prospettiva già abbondantemente presa in considerazione in Italia: è in vista per l’Inter la medesima traiettoria andata a compimento nel caso del Milan? Anche allora c’era in ballo una proprietà cinese (per quanto meno trasparente rispetto a Suning) che non riuscì a ripagare il debito contratto con Elliott Management. Che così ha assunto il ruolo di proprietario del club e ha compiuto un’avveduta opera di risanamento prima di cedere. Sulle intenzioni di Oaktree verso l’Inter, nessuno per il momento è in grado di pronunciarsi. Allo stesso modo, ci sarà da vedere cosa escogiterà Suning per tenere l’asset di maggior valore del suo impero. La prospettiva di rifinanziamento del debito è quella maggiormente prospettata, ma comporterebbe ulteriore peso finanziario. Quanto all’idea di fare entrare un socio di minoranza, è già scivolata fuori scena. Non rimane che tornare alla dimensione di campo. Buon Juventus-Inter a tutti.

Euro 2024, sorteggiati i playoff: l’Ucraina trova la Bosnia

Sorteggiate le semifinali dei playoff per Euro 2024. L’urna di Nyon ha infatti confermato le ultime sfide che completeranno il quadro delle 24 partecipanti al torneo continentale in Germania, i cui sei gironi saranno estratti sabato 2 dicembre ad Amburgo alle ore 18. Gli spareggi si compongono di altrettante semifinali che consentiranno, al termine del percorso, l’accesso di altre tre nazionali alla competizione. Squadre in campo il 21 marzo 2024 per un match secco a eliminazione diretta, le finali si giocheranno cinque giorni dopo.

Sorteggiati i playoff per Euro 2024. L'Ucraina, eliminata dall'Italia, trova la Bosnia. Semifinali il 21 marzo, le finali martedì 26.
I palloni per Euro 2024 in Germania (Getty Images).

Euro 2024, tutti i sei accoppiamenti dei playoff in programma a marzo

Gli spareggi per Euro 2024 si dividono, come detto, in tre tabelloni. Nel playoff A la prima semifinale vedrà la Polonia di Robert Lewandowski contro l’Estonia. La vincente giocherà in casa la finale contro chi prevarrà nella sfida fra il Galles, esclusa a sorpresa durante le qualificazioni, e la Finlandia dell’eterno Teemu Pukki e del “veneziano” Joel Pohjanpalo. Passando al playoff B, l’Ucraina eliminata dall’Italia affronterà in casa – ma in questo caso in campo neutro – la Bosnia Erzegovina dell’ex interista Edin Dzeko. La vincente ospiterà poi la finale contro una fra Israele e Islanda. Definita infine la terza coppia di semifinali valide per il playoff C. La Georgia di Kvicha Kvaratskhelia ospiterà il Lussemburgo. In caso di successo, giocherà in casa anche la finale dove troverà la vincente del match fra Grecia, vincitrice del titolo continentale nel 2004, e il Kazakistan che sogna una storica partecipazione all’Europeo.

Sorteggiati i playoff per Euro 2024. L'Ucraina, eliminata dall'Italia, trova la Bosnia. Semifinali il 21 marzo, le finali martedì 26.
Mykhailo Mudryk dell’Ucraina dopo lo 0-0 con l’Italia (Getty Images).

Sorteggio dei gironi, Italia in quarta fascia con le vincenti degli spareggi

Le tre nazionali che supereranno gli spareggi verranno inserite nella quarta fascia del sorteggio di Amburgo. Troveranno posto infatti assieme all’Italia campione in carica ma reduce da un cammino con troppi alti e bassi, alla Svizzera – che nella passata edizione si spinse fino ai quarti di finale – e alla Serbia, alla prima partecipazione. Teste di serie di Euro 2024 saranno invece, oltre alla Germania ospitante, Belgio, Francia, Inghilterra, Portogallo e Spagna. Seconda fascia per l’Albania del brasiliano Silvinho e per la Turchia del ct azzurro Vincenzo Montella. Con loro anche Danimarca, Romania (prima nel girone della Svizzera), Austria e Ungheria. In terza fascia invece ci saranno Croazia, Olanda, Repubblica Ceca, Slovenia, Scozia e Slovacchia.

Caso scommesse, Alessandro Florenzi indagato dalla procura di Torino

Il calciatore Alessandro Florenzi, difensore del Milan, è stato aggiunto dalla procura di Torino tra gli indagati nell’inchiesta sulle scommesse sportive illecite online. L’accusa è di esercizio abusivo di gioco o di scommessa e nei prossimi giorni sarà sentito dai pm. A livello penale rischia una multa, ma se ha giocato sul calcio scatta la squalifica.

Squalificati Fagioli e Tonali

Il suo nome si aggiunge a quelli di Nicolò Fagioli (Juventus), Sandro Tonali (Newcastle) e Nicolò Zaniolo (Aston Villa), che sono già stati interrogati dalla pm Manuela Pedrotta e dagli agenti della Squadra mobile che conducono l’indagine. Fagioli è stato squalificato per sette mesi, sostenendo di non aver scommesso sulla Juve, e Tonali è stato allontanato dal campo per 10 mesi più otto di pene alternative. Zaniolo non è stato squalificato perché dalle indagini risulta che abbia fatto solo puntate a poker e black-jack e non sul calcio.

I casi El Ghazi e Mazraoui e il divieto ai calciatori in Bundesliga di stare con la Palestina

Nella tragedia c’è spazio anche per la pantomima. La questione israelo-palestinese tocca il massimo livello di tensione, ma intanto in Germania il mondo del calcio si trova a vivere una situazione grottesca. Succede a Magonza, città carica di storia dove Anwar El Ghazi,  attaccante olandese classe 1995 di origine marocchina e fede musulmana è stato licenziato dal Mainz 05 a causa di dichiarazioni social pro-Palestina. La stagione sportiva del club, che in Bundesliga staziona in fondo alla classifica con soli 3 punti guadagnati in 9 partite, fin qui è stata un pianto. E ha toccato il punto più basso con l’eliminazione dalla Coppa di Germania per mano dell’Hertha Berlino, squadra di seconda divisione che ha strapazzato il Mainz 05 (3-0) e provocato l’esonero dell’allenatore danese Bo Svensson, sostituito momentaneamente da Jan Siewert, tecnico dell’Under 23. Ma il poverissimo rendimento agonistico è passato in secondo piano perché a occupare la scena c’è stato il caso delle esternazioni di El Ghazi e del balletto di smentite e contro-smentite che hanno esposto il Mainz 05 a una figuraccia mondiale. E al di là del caso specifico si impone un interrogativo di più ampio raggio: per un calciatore del massimo campionato calcistico tedesco è possibile in questi giorni esprimersi liberamente sulla questione israelo-palestinese? La risposta, vista la risoluzione del contratto, è no.

Minaccia di provvedimento disciplinare, ma nessun pentimento

Tutto è nato da un post su Instagram in cui El Ghazi si è schierato in favore della Palestina: «Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera». Una chiara presa di posizione politica in favore del popolo palestinese, ma senza che vi sia il minimo cenno di antisemitismo, o anche di antisionismo. Ma evidentemente per i dirigenti del Mainz 05 il messaggio era stato sufficiente per ritenere che il calciatore avesse oltrepassato un segno e fosse passibile di provvedimento disciplinare. Che successivamente era stato scongiurato perché, come la stessa società ha comunicato, il calciatore si era pentito della sua esternazione. Il caso pareva finito lì e invece ha avuto una seconda puntata, persino più movimentata della prima.

I casi El Ghazi e Mazraoui e il divieto dei calciatori in Bundesliga di stare con la Palestina
El Ghazi, in primo piano (Getty).

El Ghazi ha esternato di nuovo per far sapere che non si era pentito o scusato proprio di nulla, e anzi ha rilanciato dicendo che sosterrà sempre la causa palestinese. E giusto per rendere chiaro che non lo si potesse accusare di antisemitismo, ha specificato di essere «contro la guerra e la violenza, così come l’uccisione di tutti i civili innocenti, ogni forma di discriminazione, islamofobia, antisemitismo, genocidio, apartheid, occupazione e oppressione. Dobbiamo chiedere che cessino le uccisioni a Gaza».

Dopo essersi espresso in questi termini, El Ghazi non si è presentato alla prima sessione di allenamento. Ha fatto recapitare alla società un certificato medico per far sapere di non essere nelle giuste condizioni di salute. Insomma, vi sono tutte le premesse per una rottura, come del resto viene confermato dal Mainz 05, che ha manifestato sorpresa verso questa nuova esternazione del suo calciatore e adesso starebbe «valutando legalmente la questione». Nella serata del 3 novembre, ponendo fine alla telenovela, il Mainz 05 «ha licenziato il giocatore con effetto immediato», misura adottata «in risposta alle dichiarazioni e ai post del giocatore sui social media». Questa la risposta dell’attaccante, sempre affidata a Instagram: «La perdita del mio lavoro non è nulla rispetto all’inferno che sta venendo scatenato sugli innocenti a Gaza».

La Cdu chiede addirittura l’espulsione di Mazraoui dal Paese

In realtà l’interrogativo da porsi sarebbe un altro: ma cosa El Ghazi avrebbe detto di così fuori luogo? Si tratta di un interrogativo che per il momento l’ambiente del calcio tedesco nemmeno prende in considerazione. Anche perché il caso che coinvolge El-Ghazi non è isolato. Pochi giorno prima di lui ce n’era stato un altro, quello che ha coinvolto Noussair Mazraoui, difensore marocchino del Bayern Monaco. Che si è schierato pubblicamente in favore «della vittoria della Palestina» e poi ha condiviso messaggi del medesimo tenore postati dai colleghi Abdelhamid Sabiri (Siegen), Hakym Ziyech (Galatasaray) e Zakaria Aboukhlal (Tolosa). La polemica è stata cavalcata immediatamente, con tanto di richiesta di espulsione dalla Germania avanzata da Johannes Steiniger, giovane deputato della Cdu che per di più è in possesso di un patentino da allenatore.

El Ghazi e Mazraoui e il divieto dei calciatori in Bundesliga di stare con la Palestina
Mazraoui, giocatore del Bayern Monaco (Getty).

Denunciato per «approvazione di crimini contro l’umanità»

Il Bayern ha dovuto gestire un momento imbarazzante e per Mazraoui c’è stata anche una settimana di confino, prima di essere riammesso a allenarsi col resto della squadra. Il difensore è sceso quindi in campo per l’intera gara di campionato vinta 8-0 contro il Darmstadt 98, servendo pure due assist. Ma per lui la questione non è ancora risolta, dopo la notizia di una denuncia sporta nei suoi confronti. Ad annunciarla è stato il leader della comunità tedesco-isrealita Volker Beck, secondo cui «l’approvazione dei crimini contro l’umanità è penalmente punibile». Beck ha anche stigmatizzato l’atteggiamento troppo morbido del Bayern Monaco verso il suo tesserato. La storia è tutt’altro che chiusa.

E adesso chi si schiererà pubblicamente sul conflitto?

La si potrebbe chiudere dicendo che si tratta di due casi e che due casi non fanno sistema. Ma c’è il rischio che il problema sia più complesso. Perché c’è da chiedersi chi mai, fra i calciatori tedeschi, possa avere adesso intenzione di schierarsi pubblicamente sulla questione israelo-palestinese assumendo una posizione differente dal pieno appoggio all’operazione militare israeliana. Se farlo significa andare incontro al trattamento subito da Mazraoui e soprattutto El Ghazi, chi se la sentirà di esporsi? Intorno a questo interrogativo non si sta riflettendo abbastanza. Ma quando l’emergenza sarà conclusa, bisognerà pur riprenderlo in esame.

Pallone d’Oro 2023: candidati, favoriti e dove vederlo

Tutto pronto per la consegna del 67esimo Pallone d’Oro. A Parigi, nel Theatre du Chatelet, il 30 ottobre alle ore 20.30 inizierà la cerimonia per il più prestigioso premio individuale nel calcio mondiale. Favorito della vigilia l’argentino Lionel Messi che, dopo aver vinto il Mondiale con l’Argentina, punta al suo ottavo trionfo personale. Alcuni rumors dicono che potrebbe ricevere anche il Super Pallone d’Oro, assegnato al migliore degli ultimi 30 anni e finora vinto solo da Alfredo di Stefano nel 1989. Unico avversario della Pulce sembra essere Erling Braut Haaland, talento norvegese del Manchester City forte del Treble e del record di reti in Premier League. Nei 30 finalisti c’è anche l’interista Nicolò Barella, il solo italiano nell’elenco accanto ad altri tre calciatori della Serie A: Kvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen del Napoli e Lautaro Martinez dell’Inter. La cerimonia sarà in diretta su Canale 20 e su Sky Sport.

Lionel Messi è favorito per il Pallone d'Oro 2023. Tra le donne dovrebbe vincere Aitana Bonmatí, per il Premio Kopa invece Jude Bellingham.
Lionel Messi con il Pallone d’Oro 2021 (Getty Images).

LEGGI ANCHE: Messi, la valanga di gol in Mls e il livello imbarazzante delle difese avversarie

Pallone d’Oro 2023, tutti i 30 finalisti di France Football

Oltre agli “italiani” e ai favoriti Messi e Haaland, la lista dei 30 candidati al Pallone d’Oro comprende grandi talenti del calcio mondiale. A iniziare da Kylian Mbappé, fenomeno della Francia e protagonista in Qatar di un torneo eccezionale. Presenti anche due vecchie conoscenze della Serie A: si tratta di Kim Min-jae, l’ex centrale del Napoli passato al Bayern Monaco, e di André Onana, volato al Manchester United dopo una stagione brillante all’Inter. Tanti calciatori militano invece nel Manchester City di Pep Guardiola, vincitore della Premier League, dell’FA Cup e della Champions League. In lista infatti Kevin De Bruyne, Bernardo Silva, Ruben Dias, Julian Alvarez e Rodri. Senza dimenticare l’ex Citizen Ilkay Gundogan e il nuovo acquisto Josko Gvardiol.

Tra i migliori talenti di France Football anche Jude Bellingham, favorito per la vittoria del Kopa destinato al miglior Under 21. Candidati al Pallone d’Oro anche Mohamed Salah, Jamal Musiala, Bukayo Saka, Randal Kolo Muani ed Emiliano Martinez, portiere dell’Argentina campione del mondo. Presenti anche Martin Odegaard, Vinicius Junior, Antoine Griezmann, Robert Levandowski, Luka Modric e Harry Kane. Spazio per due ex stelle del calcio europeo volate in Arabia Saudita. Tra i 30 finalisti Karim Benzema, vincitore nella precedente edizione, e Yassine Boounou, ex portiere marocchino del Siviglia in forze all’Al-Hilal. Grandi assenti Cristiano Ronaldo, out per la prima volta dopo 20 anni, e Neymar Jr.

Da Jude Bellingham ad Aitana Bonmatí, gli altri favoriti della cerimonia

Accanto al Pallone d’Oro, France Football assegnerà anche altri importanti riconoscimenti individuali. A Parigi infatti sarà premiata la miglior calciatrice della stagione 2022-23, decisione su cui, come in campo maschile, peserà molto il campionato del mondo. Favorita alla vigilia è Aitana Bonmatí, classe 1998 del Barcellona e miglior giocatrice del Mondiale in Nuova Zelanda e Australia vinto con la Spagna. Stella del calcio femminile iberico, ha vinto con le Blaugrana quattro campionati e altrettante coppe nazionali, cui si aggiungono anche due Champions League. Quanto al premio Kopa, destinato al miglior giovane Under 21, è quasi certo che il talento inglese del Real Madrid Jude Bellingham succederà allo spagnolo Gavi. Appena ventenne, sta dominando in Liga come testimonia la doppietta nel Clasico del 28 ottobre. Per il premio Yashin, fra i portieri è lotta a due tra Emiliano Martinez, campione del mondo in Qatar con l’Argentina, e il brasiliano Ederson del City.

Lionel Messi è favorito per il Pallone d'Oro 2023. Tra le donne dovrebbe vincere Aitana Bonmatí, per il Premio Kopa invece Jude Bellingham.
Aitana Bonmati, miglior calciatrice del Mondiale femminile (Getty Images).

Fabio Grosso, la Ligue 1 e i troppi casi di violenza negli stadi in Francia

«Il disgusto e la vergogna». Sono le parole che accompagnano il volto insanguinato di Fabio Grosso, allenatore del Lione, sulla prima pagina dell’Equipe. L’ex allenatore del Frosinone e difensore azzurro campione del mondo, nella serata del 29 ottobre è stato colpito molto vicino a un occhio da una bottiglia piena di birra scagliata dai supporter del Marsiglia che, prima del match di Ligue 1, hanno assaltato il pullman degli ospiti con sassi e altri oggetti. Ferito anche il vice Raffaele Longo. Per l’ex terzino di Palermo e Juventus 15 punti di sutura e tanta paura, nonostante si sia ripreso immediatamente. Dopo l’annullamento della gara, in un Velodrome quasi vuoto, è persino sceso in campo per andare sotto il settore dei suoi tifosi. Sulle prime pagine di molti giornali sportivi francesi ed europei, il volto tumefatto di Grosso è il simbolo di un problema ultrà ancora diffuso in Francia, come testimoniano i troppi casi di violenza negli stadi.

«I tifosi della Ligue 1 sembrano non avere limiti», ha scritto l’Equipe nel raccontare gli episodi al Velodrome. «Per colpa della stupidità di pochi». Le Figaro Sport ha invece messo in risalto la fotografia del pullman del Lione, concentrandosi sul messaggio del sindaco di Marsiglia, che su X ha mostrato solidarietà alla squadra di Grosso. «Un gesto inaccettabile», ha postato il primo cittadino Benoit Payan. «Lo sport e il calcio non sono questo». Gli ha fatto eco la ministra dello Sport Amélie Oudéa-Castéra che a Rmc ha parlato di «immagini disgustose e avvilenti» e ha condannato questi «episodi di odio e idiozia allucinanti che sono la negazione stessa dello sport». La polizia ha arrestato sette persone, mentre i vertici della Ligue 1 dovranno ora provvedere a riprogrammare il match valido per la decima giornata del campionato francese.

Il petardo in Montpellier-Clermont e il precedente di Marsiglia-Lione

L’episodio che ha coinvolto Fabio Grosso prima di Marsiglia-Lione è solo l’ultimo di una lunga serie di atti violenti da parte degli ultras in Francia. Il caso più recente risale al 9 ottobre durante Montpellier-Clermont. Nei minuti di recupero della partita, nonostante il risultato di vantaggio per 4-2, i tifosi dei padroni di casa hanno lanciato un petardo a poca distanza dal portiere avversario Mory Diaw. Tramortito dall’esplosione, è stato portato via in barella e il match è stato definitivamente sospeso. Nelle fasi concitate che hanno seguito, il difensore del Clermont Neto Borges ha reagito mostrando il dito medio ai supporter avversari, venendo poi espulso dall’arbitro.

Follia anche nel 2021 durante Nizza-Marsiglia, il derby della Costa Azzurra, dopo una clamorosa invasione di campo degli ultrà. A scatenare la scintilla era stato il calciatore ospite Dimitri Payet che, bersagliato per tutto il match, era stato colpito al 75’ da una bottiglietta vicino alla bandierina del corner, poi rispedita dal giocatore nella curva dei padroni di casa. Un gesto che aveva dato vita a una caccia all’uomo sul terreno di gioco, poi sedata dalle forze dell’ordine. Le tifoserie di Marsiglia-Lione erano già state protagoniste di un altro caso di violenza prima del match. Nel 2015 gli ultras di casa esposero un pupazzo di Mathieu Valbuena impiccato e accompagnato da cori offensivi, accusandolo di tradimento per aver cambiato maglia.

Fabio Grosso, un debutto difficile in Ligue 1 con il Lione

Oltre all’episodio del 29 ottobre, Grosso ha vissuto un debutto difficile in Ligue 1. Il Lione infatti occupa l’ultimo posto in classifica con appena tre punti in nove gare, ed è ancora a secco di vittorie. Subentrato a Laurent Blanc, l’ex allenatore del Frosinone è candidato all’esonero per via di un rapporto molto complicato con lo spogliatoio. Il 26 ottobre Jerome Rohen di Rmc Sport, riportando le parole di un calciatore, aveva spiegato che «nessun giocatore può più vedere Grosso e molti esperti della squadra lo ritengono uno dei peggiori mai avuti». Immediata la reazione del tecnico che si sarebbe chiuso con i suoi ragazzi alla ricerca della talpa per evitare nuove fughe di notizie in futuro. Chissà che l’episodio del ferimento non riesca in qualche modo a ricompattare l’ambiente.

Ancora violenza in Ligue 1. I tifosi del Marsiglia hanno lanciato sassi contro il pullman del Lione: colpiti Fabio Grosso e il suo vice.
Fabio Grosso alla presentazione con il Lione (Getty Images).

Calcio femminile, le giocatrici della Giamaica: «Maltrattate dalla Federazione»

Mancati pagamenti, cattiva gestione e costanti maltrattamenti. Le calciatrici della Giamaica, mediante un post condiviso su Instagram, hanno puntato il dito contro la Federazione del loro Paese, affermando di non voler scendere in campo con la maglia della Nazionale. «Con enorme dispiacere, confermiamo che l’intero team che ha partecipato al Mondiale 2023 non giocherà le partite di qualificazione alla Concacaf Gold Cup del mese di ottobre», hanno scritto le Reggae Girlz. «Sebbene sia la scelta più difficile, è necessario per porre fine al trattamento che riceviamo dalla Jamaica Football Federation». Tra le firmatarie anche la star della nazionale Khadija Shaw e la capitana Allyson Swaby. Immediata la replica dell’organo calcistico nazionale: «Siamo dispiaciuti per la scelta delle giocatrici e ansiosi di chiarire ogni dubbio in merito ai contratti». Intanto per le prossime partite sono state convocate molte esordienti.

Giamaica, dal cambio di ct agli stipendi: cosa succede nella Nazionale femminile

«Rimarrà sempre un onore e un privilegio rappresentare la Giamaica», hanno precisato le calciatrici della Nazionale. «Le attuali circostanze non ci consentono di fare al meglio il nostro lavoro, ossia dare il meglio sul campo e rendere felici i nostri fan in tutto il mondo». Nel breve messaggio su Instagram, le giocatrici hanno spiegato le ragioni principali che le hanno spinte a rifiutare in blocco le convocazioni. Hanno detto di aver saputo dell’arrivo di un nuovo commissario tecnico, Xavier Gilbert, solamente attraverso i social. «È un chiaro esempio della comunicazione non professionale della Federazione», hanno spiegato le ragazze. La conferma del cambio in panchina, infatti, sarebbe arrivata appena tre giorni prima del raduno, provocando uno squilibrio nella formazione.

La calciatrici della Giamaica non giocheranno con la Nazionale. Denunciano la cattiva gestione e i continui maltrattamenti della Federazione.
Le calciatrici della Giamaica durante il Mondiale 2023 (Getty Images).

«Abbiamo affrontato la mancanza di comunicazione, la scarsa organizzazione e la cattiva gestione da parte della Federazione per più e più volte», hanno scritto le Reggae Girlz. «Ora è il momento di dire basta». Le giocatrici della Nazionale di calcio femminile della Giamaica hanno sostenuto di non aver ancora ricevuto il corrispettivo che spetta loro per la partecipazione al Mondiale 2023 e «i numerosi bonus promessi durante le partite di qualificazione giocate nel 2022». Come ha ricordato la Cnn, la Fifa aveva garantito 30 mila dollari a tutte le partecipanti alla competizione, cifra destinata a salire fino a 270 mila per le campionesse. Prima compagine caraibica a giocare la fase a eliminazione diretta del torneo, la Giamaica aveva raggiunto gli ottavi di finale, perdendo di misura per 1-0 contro la Colombia.

La replica della Federazione: «Sorpresi, ma aperti al dialogo»

Con una comunicazione ufficiale sul proprio sito web, la Jamaica Football Federation ha affermato di aver sospeso le convocazioni delle calciatrici in questione fino alla risoluzione del problema. «Siamo sorpresi, anche perché nessuna di loro ha partecipato a un incontro in programma», ha spiegato la federazione. «Siamo comunque aperti al dialogo e ansiosi di chiarire ogni preoccupazione in merito alla conformità dei contratti. Qualsiasi reclamo deve essere messo per iscritto e inviato alla Jff». Intanto ha ufficializzato le nuove convocate per le prossime partite della Nazionale. La Giamaica infatti giocherà giovedì 26 ottobre contro il Paraguay e domenica 29 contro il Guatemala. Secondo il Jamaica Gleaner, però, solo sei ragazze hanno già vestito la maglia delle Reggae Girlz in gare ufficiali, mentre per le altre si tratterà di un debutto assoluto.

Neymar, un infortunio che brucia 250 milioni sauditi e avvicina la fine della carriera

«È il momento peggiore. Ora più che mai ho bisogno dei miei cari». Così su Instagram si è sfogato Neymar Jr. dopo l’ennesimo grave infortunio della sua carriera. Uscito in lacrime dalla partita del suo Brasile contro l’Uruguay, il numero 10 della Seleçao ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore e del menisco del ginocchio sinistro. Per lui stagione finita e carriera a forte rischio. «Tutto l’onore e la gloria sono sempre tuoi, mio Dio, qualsiasi cosa accada. Io ho fede», ha scritto in una serie di stories. Per O’ Ney, tormentato dai guai fisici, è il 16esimo stop in sette anni, da quando nell’estate 2017 passò dal Barcellona al Psg per la cifra record di 222 milioni di euro. Sbarcato in Arabia Saudita ad agosto 2023 per 90 milioni di euro – con contratto biennale da 80 milioni a stagione – ha giocato con l’Al-Hilal appena cinque match. Dividendo lo stipendio per gli incontri disputati, percepirà di fatto 16 milioni a partita.

Neymar Jr., quanti infortuni: in sette anni saltate 143 partite

Paperone del calcio mondiale, tanto da essere ancora il calciatore più pagato della storia, Neymar Jr. poteva avere una carriera persino migliore di quella che è riuscito a mettere insieme. Vittima di un fisico fragile, ha saltato 143 partite fra club e nazionale dall’estate 2017 per 16 infortuni più o meno gravi. Un totale di 640 giorni in infermeria, che gli hanno attirato soprattutto le antipatie della tifoseria del Parco dei Principi, che in agosto ha festeggiato il suo addio al Paris Saint-Germain. Una serie aperta nel febbraio 2018 con la rottura del quinto metatarso del piede destro. AI box per tutta la stagione, ritrovò la condizione soltanto a gennaio, prima di avere una ricaduta e fermarsi per altri 85 giorni. Nel 2019 fecero poi seguito la rottura del legamento della caviglia, un problema alla coscia e una contusione alla costola.

Circa 640 giorni di stop in sette anni e carriera a rischio. A Neymar, infortunatosi con il Brasile, restano solo i soldi dell'Al-Hilal.
Neymar con la maglia del Paris Saint-Germain (Getty Images).

Nel settembre 2020 altri nove giorni di stop dopo aver contratto il Covid-19. Da allora un totale di altri nove guai fisici, spesso di natura muscolare. In totale, dal 2019 al 2022, con la maglia del Paris Saint-Germain e della Seleçao, ha saltato 76 partite ed è rimasto in infermeria quasi un anno (357 giorni). Tanto da arrivare in Arabia Saudita già infortunato. Fiore all’occhiello della Saudi Pro League assieme a Cristiano Ronaldo e Karim Benzema, ha però giocato pochissimo. Solo tre presenze in campionato, condite da tre assist, e due nella Champions League asiatica, dove ha trovato il suo unico gol nel 3-0 al Nassaji del 3 ottobre. Un magro bottino per gli sceicchi di Riad, che per averlo, oltre allo stipendio da 80 milioni, gli hanno concesso una villa da 25 camere, un jet privato e 500 mila euro per ogni post social sull’Arabia.

Gli unici fasti al Barcellona accanto all’amico Leo Messi

Prossimo ai 32 anni, che compirà il 5 febbraio 2024, Neymar Jr. potrebbe essere giunto al capolinea. Non sarà facile, in un campionato di livello medio-basso come la Saudi Pro League, ritrovare la condizione per fare la differenza con il Brasile e puntare al Mondiale 2026. Il momento più alto, forse l’unico, della sua carriera rischia di rimanere dunque il 2015 al Barcellona, quando sotto la guida di Luis Enrique conquistò il Triplete al fianco dell’amico Lionel Messi. «Sii forte», ha scritto la Pulce su Instagram, pubblicando una loro foto con la maglia del Barcellona. Quanto alla nazionale, con 79 reti in 128 presenze Neymar ha superato anche sua maestà Pelé nella classifica dei marcatori verdeoro all-time. Ad avvicinarlo a O’Rei, però, in mancanza di un Mondiale vinto, sarà solo l’assonanza nel suo soprannome O’Ney.

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Circa 640 giorni di stop in sette anni e carriera a rischio. A Neymar, infortunatosi con il Brasile, restano solo i soldi dell'Al-Hilal.
Il messaggio di Leo Messi sui social (Messi, Instagram).

Caso Fagioli, Corona: «Ha una dipendenza dal gioco e un milione di euro di debiti»

Il caso sulle presunte scommesse illecite del centrocampista Nicolò Fagioli ha scosso la Juventus e tutto l’ambiente bianconero. Mentre si indaga, con l’atleta a rischiare fino a 3 anni di squalifica, sono state rilanciate le parole che Fabrizio Corona ha pronunciato sul calciatore oltre due mesi fa. Il re dei paparazzi, sul suo canale Telegram, aveva parlato di «una grave dipendenza dalle scommesse e dal gioco, ludopatia».

Corona su Fagioli: «Dipendenza clamorosa»

La notizia è circolata ad agosto sulla popolare app di messagistica ma non sui giornali, con il solo Dagospia a riprendere le parole di Fabrizio Corona. Su Telegram aveva raccontato: «Quando ho saputo la notizia non ci credevo, perché di solito a pelle riesco a capire come sono fatte le persone, anche guardando semplici fotografie, video e immagini. La notizia, infatti, mi ha sconvolto. Lo scrivere a tutte le ragazze in direct su Instagram è una prassi comune del giovane calciatore medio senza arte né parte mentale, o cerebrale. Ma avere una grave dipendenza dalle scommesse e dal gioco specie a 20 anni è un problema a dir poco clamoroso».

Caso Fagioli, Corona «Ha una dipendenza dal gioco e un milione di euro di debiti»
Nicolò Fagioli (Getty Images).

«Ha un milione di euro di debiti»

Poi ha concluso: «Il ragazzo è diventato un calciatore professionista da poco, quindi i suoi guadagni non raggiungono cifre così alte, eppure mi hanno raccontato in maniera assolutamente credibile, che sia già sotto di oltre un milione di euro di debiti per gioco d’azzardo».

Nicolò Fagioli della Juventus indagato per scommesse illecite

Altro giro, altro guaio giudiziario per la Juventus. Dopo il caso plusvalenze, la manovra stipendi e la penalizzazione, ancora scossa per la positività al doping di Paul Pogba, i bianconeri potrebbero dover rinunciare anche al centrocampista Nicolò Fagioli, indagato perché avrebbe effettuato scommesse illecite. Il classe 2001 rischia fino a tre anni di squalifica. La squadra mobile della polizia di Torino sarebbe risalita al giocatore della Juve nell’ambito di un’indagine aperta dalla procura del capoluogo piemontese in merito a un giro di scommesse che si svolge all’interno di piattaforme online non legali. Gli investigatori hanno scandagliato gli accessi e incrociato dati e transazioni finendo per individuare anche gli utenti. Fagioli risulta iscritto nel registro degli indagati insieme con altri presunti scommettitori. Il reato è quello del gioco d’azzardo su piattaforme illegali.

Regole rigide per gli sportivi: niente scommessa sulla propria disciplina

In condizioni ordinarie, si tratta di un illecito per cui è sufficiente pagare una multa. Non nel caso degli sportivi però. Le scommesse sono regolamentate infatti dall’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva. A seconda che si tratti di un atleta, un dirigente o un tecnico si può giocare d’azzardo, ma non si può scommettere su eventi della propria disciplina agonistica. L’articolo 24 del codice della giustizia sportiva vieta «ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano a oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa».

Euro 2032 ufficiale in Italia e Turchia: l’annuncio della Uefa

Adesso è ufficiale. L’Italia organizzerà, insieme alla Turchia, l’edizione 2032 degli Europei di calcio maschile. A Nyon infatti la Uefa ha confermato di aver accettato la candidatura congiunta dei due Paesi dopo attenta valutazione da parte del Comitato esecutivo. Assegnato invece a Regno Unito e Irlanda Euro 2028, prossima edizione del torneo continentale che seguirà quella in programma nel 2024 in Germania per cui sono già in corso i match di qualificazione. Grande soddisfazione per la delegazione italiana presente in Svizzera, guidata dal Presidente della Figc Gabriele Gravina e dal segretario generale Marco Brunelli. Nel gruppo azzurro anche il Project Manager di Euro 2032 Antonio Talarico e tutto il team che ha preparato il dossier per presentare la candidatura. L’Italia dovrà ora scegliere entro il 2026 i cinque stadi che ospiteranno le partite nel Belpaese.

Euro 2032, il ministro Abodi: «Un’opportunità per generare eredità positive»

Soddisfatto il ministro per lo Sport e per i giovani Andrea Abodi. «Euro 2032 in Italia rappresenta una grande opportunità che dovrà generare eredità positive già ben prima dell’evento, non soltanto nelle città coinvolte». Complimentandosi per l’ottimo lavoro della Figc, ha ricordato anche gli impatti che l’intera manifestazione avrà non soltanto sul turismo nel Belpaese, ma anche nelle relazioni politiche in favore della pace, «un bene prezioso di cui lo sport deve essere ambasciatore ufficiale». Il ministro ha concluso dicendo che sarà fondamentale capire come cambierà il mondo nei prossimi nove anni, ponendosi «l’obiettivo concreto e non rinviabile di migliorare le infrastrutture, il modello di gestione e la relazione con appassionati e tifosi, partendo dalle nuove generazioni».

L'Italia organizzerà con la Turchia Euro 2032 di calcio maschile. A Regno Unito e Irlanda l'edizione 2028. L'annuncio ufficiale della Uefa.
La coppa degli Europei alla cerimonia Uefa (Getty Images).

L’Italia si appresta dunque a ospitare la terza edizione dei campionati europei di calcio maschile dopo le due nel 1968, vinta dagli Azzurri contro la Jugoslavia, e nel 1980. Nel 2021 si tennero anche alcune partite della fase a gironi del torneo itinerante, conclusosi a Wembley, nel Regno Unito. Per la Turchia invece si tratterà della prima volta in assoluto. Durante la cerimonia di assegnazione di Euro 2032, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha ricevuto il gagliardetto ufficiale del capo della Uefa Alexander Ceferin. Assieme a lui anche il vertice della federazione calcistica di Ankara Mehmet Büyükek?i. Ambassador italiani invece sono stati l’ex portiere della Nazionale Gianluigi Buffon e la giornalista e conduttrice Ilaria D’Amico. Per la Turchia invece era presente Volkan Demirel, estremo difensore della sua nazionale con 66 presenze fra il 2004 e il 2014.

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La Uefa ha rinviato tutte le partite in Israele

La Uefa ha deciso di rinviare tutte le partite in programma in Israele fino al 17 ottobre «alla luce dell’attuale situazione di insicurezza» nel Paese. Salta così il match di qualificazione per Euro 2024 contro la Svizzera, in programma il 12 ottobre al Bloomfield Stadium di Tel Aviv. La Nazionale elvetica, come hanno confermato i media nazionali, non era partita da Zurigo, sede del ritiro e degli allenamenti. La formazione di Murat Yakin tornerà in campo il 15 ottobre a San Gallo contro la Bielorussia. Al momento non è stata stabilita una nuova data ufficiale per la partita, valida per la settima giornata del Gruppo I, che potrebbe tenersi a marzo 2024 durante il periodo destinato ai playoff. In forte dubbio anche il match di Israele in Kosovo di domenica 15 ottobre, anche se la Uefa non ha ancora preso una decisione ufficiale.

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Non solo Euro 2024, in Israele la Uefa ferma anche Under 21 e Under 17

Oltre ai match di qualificazione per Euro 2024, in Israele sono sospesi anche tutti gli incontri di campionato e delle competizioni nazionali. Fermi anche i match di Under 21, con il rinvio ufficiale delle partite contro Estonia e Germania in programma rispettivamente per giovedì 12 e martedì 17 ottobre all’HaMoshava di Petah Tiqwa, non lontano da Tel Aviv. I padroni di casa hanno giocato ancora un solo match nel Gruppo D, perso contro la Bulgaria per 1-0. Stop anche al mini torneo di Under 17 previsto in Israele dall’11 al 17 ottobre. Saltate dunque le sfide dei giovani talenti del Paese a Belgio, Galles e Gibilterra. «La Uefa continuerà a monitorare da vicino la situazione», si legge nel comunicato ufficiale. «Rimarrà in contatto con tutte le squadre coinvolte prima di prendere decisioni su nuove date e potenziali modifiche al programma».

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Salta il match di qualificazione per Uefa Euro 2024 contro la Svizzera. Stop anche alle sfide Under 21 e Under 17 fino al 17 ottobre.
I palloni per Uefa Euro 2024 in Germania (Getty Images).

Euro 2032, via libera della Uefa alla candidatura di Italia e Turchia

Italia e Turchia viaggiano a braccetto verso Euro 2032. Nella mattinata del 4 ottobre, la Uefa ha infatti dato il primo via libera alla candidatura congiunta dei due Paesi per ospitare la rassegna di calcio continentale. «In seguito alla proposta del 28 luglio, l’amministrazione ha scritto a entrambe le federazioni confermando che l’offerta è stata ricevuta», ha dichiarato in un comunicato stampa la Uefa. «Verrà inviata adesso per la valutazione e l’esame al Comitato esecutivo». Ankara, in parallelo, ha deciso di ritirarsi dall’edizione 2028, per cui restano soltanto Regno Unito e Irlanda che hanno ormai la strada spianata. L’annuncio ufficiale dei Paesi ospitanti per le due edizioni dei Campionati europei arriverà il prossimo 10 ottobre nella riunione di Nyon, in Svizzera. «Le presentazioni durante l’incontro costituiranno una parte importante del processo che terrà in debita considerazione il contenuto delle proposte di offerta prima di raggiungere una decisione», ha poi concluso la Uefa.

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Euro 2028, i 10 stadi scelti da Regno Unito e Irlanda per le gare

«Non vediamo l’ora di presentare la nostra offerta alla UEFA il 10 ottobre», ha affermato la Federcalcio irlandese in una nota riportata da Reuters. «Sono tempi entusiasmanti e abbiamo una proposta molto convincente per Euro 2028». Intanto, come spiega la Bbc, Dublino e Londra avrebbero già individuato i 10 stadi che ospiteranno le gare dell’Europeo. In lista ovviamente Wembley, teatro della finale del 2021 vinta dall’Italia di Roberto Mancini contro i padroni di casa. La capitale britannica vanterà anche l’impianto del Tottenham Hottspur da oltre 60 mila posti. Ci saranno poi anche Etihad di Manchester, casa del City di Pep Guardiola, il St. James’ Park di Newcastle, il Villa Park di Birmingham e l’Everton Stadium di Liverpool. In lista anche il Principality Stadium di Cardiff, Hampden Park di Glasgow, Casement Park di Belfast e infine Aviva Stadium di Dublino.

La Turchia ha presentato una candidatura congiunta con l'Italia per Euro 2032. Per l'edizione 2028 rimangono solo Regno Unito e Irlanda.
Lo stadio di Wembley a Londra potrebbe ospitare le gare di Euro 2028 (Getty Images).

Caso Mancini, Ulivieri: «Risarcimento? Deciderà il consiglio della Figc»

La Figc sta valutando di chiedere un risarcimento all’ormai ex ct Roberto Mancini dopo l’improvviso addio dell’agosto scorso. Se ne parla da settimane ma ora in merito alla possibile azione portata avanti dalla federazione è intervenuto anche Renzo Ulivieri. Il presidente dell’Assoallenatori ha dichiarato: «La Figc chiederà un risarcimento a Mancini? Siamo in una fase interlocutoria, i tecnici studieranno il caso e valuteranno, poi sarà il consiglio federale a decidere. In consiglio oggi abbiamo preso questa decisione, non si possono fare passi avventati».

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Caso Mancini, Ulivieri «Risarcimento Deciderà il consiglio della Figc»
Renzo Ulivieri (ANSA).

Ulivieri: «Il tempo dirà se ha fatto bene o male»

Renzo Ulivieri ha poi proseguito parlando del nuovo incarico di Mancini, ora tecnico della nazionale dell’Arabia Saudita. L’ex allenatore dell’Italia ha debuttato con due sconfitte in altrettante gare contro Costa Rica e Corea del Sud. Ulivieri ha commentato: «I risultati di Mancini in Arabia? Mancini è un allenatore e un uomo che riflette, non mi sento di dire se ha fatto bene o male ad andare. Sarà il tempo a dirlo. Di sicuro è una scelta difficile dal punto di vista tecnico».

Caso Mancini, Ulivieri «Risarcimento Deciderà il consiglio della Figc»
Roberto Mancini durante la prima amichevole dell’Arabia Saudita: squadra ko contro il Costa Rica per 3-1 (Getty Images).

Ulivieri su Osimhen contro Garcia: «Mi è dispiaciuto molto»

Il presidente dell’Assoallenatori è intervenuto anche in merito al gesto di Victor Osimhen nei confronti del tecnico Rudi Garcia. Il nigeriano ha criticato la scelta del suo allenatore di sostituirlo durante il match del Napoli contro il Bologna. Ulivieri ha preso posizione: «Mi è dispiaciuto molto. Credo che non si possa fare e che non sia giusto farlo. Poi ogni allenatore prende le sue decisioni. Penso che il comportamento visto non sia giusto e non va bene». Osimhen e Garcia si sono chiariti ma nelle ultime ore l’attaccante ha rotto i rapporti con il club e sembra ormai vicino alla cessione a gennaio.

Barcellona accusato di corruzione per il caso Negreira

I 7,5 milioni di euro che il Barcellona ha pagato a José María Enríquez Negreira, ex vicepresidente degli arbitri in Spagna, dal 2001 al 2018, costituiscono un reato. È quanto sostiene Joaquín Aguirre, il giudice istruttore del Tribunale Numero 1 della città catalana, ??che ha accusato il club di corruzione. Lo riporta il quotidiano sportivo Marca, citando ulteriori fonti locali. Accusati anche gli ex presidenti blaugrana Josep Maria Bartomeu e Sandro Rosell, oltre allo stesso Negreira e suo figlio. «Il reato si consuma una volta effettuato il pagamento, indipendentemente dal fatto che sia dimostrata la corruzione sistemica», ha spiegato il giudice. «Il Barcellona ha usato una nuova forma di remunerazione illegittima». Intanto la Guardia Civil ha perquisito nella mattina del 28 settembre gli uffici del Comitato Tecnico degli Arbitri, di cui Negreira fu vicepresidente, presso la Federcalcio spagnola. Non è stato effettuato alcun arresto.

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Barcellona sotto accusa, cosa rischia il club in Spagna ed Europa

Per quanto riguarda il futuro del club, gli scenari sono molto diversi tra Europa e Spagna. Il 23 marzo scorso infatti l’Uefa aveva aperto un’indagine per una «potenziale violazione», poi sospesa a luglio, permettendo di fatto al Barcellona di partecipare alla Champions League 2023-24. Se dovessero emergere tuttavia nuovi elementi, è possibile un’esclusione da tutte le competizioni europee per la stagione successiva. Il club poi, indipendentemente dalla responsabilità di Rosell e Bartomeu, potrebbe andare incontro a una multa pari al triplo del valore del beneficio. Per quanto riguarda invece la Liga, è ormai tutto andato in prescrizione in quanto sono passati più di tre anni dall’ultimo versamento. Impossibile dunque intervenire per ribaltare i successi della squadra nel massimo campionato spagnolo.

Il Barcellona e i vicepresidenti Bartomeu e Rosell accusati di corruzione per il caso Negreira. Perquisita anche la sede degli arbitri.
La bandiera del Barcellona fuori dallo stadio Camp Nou (Getty Images).

Dal 2001 al 2018 in Spagna il Barcellona ha fatto incetta di trofei, soprattutto durante la gestione di Pep Guardiola e Luis Enrique. Nel palmares del club balugrana infatti nove Liga, vinta per tre anni di fila dal 2008 al 2011. Sei invece le Coppe del Re, tra cui i quattro successi consecutivi dal 2014 al 2018. Spazio anche per otto delle 14 Supercoppe spagnole totali. A livello internazionale invece i catalani hanno sollevato quattro volte la Champions League, oltre a tre Supercoppe Uefa e altrettanti Mondiali per club.

La Uefa riammette le squadre giovanili russe: «I bambini non paghino per le colpe degli adulti»

Le squadre russe composte da giocatori minorenni sono state riammesse dall’Uefa per disputare i campionati già della stagione 2023/2024. La decisione è stata annunciata al termine della riunione del comitato esecutivo a Limassol. Durante l’incontro, è stata assegnata la finale della Supercoppa Europea dell’agosto 2024 alla città di Varsavia. L’Uefa ha poi ufficializzato la decisione di riammettere le squadre dall’Under 17 in giù. E la scelta coinvolgerà anche le formazioni nazionali.

La Uefa riammette le squadre giovanili russe «I bambini non paghino per le colpe degli adulti»
Il presidente dell’UEFA Aleksander Ceferin (ANSA).

La Uefa: «I bambini non devono essere puniti»

Nella nota con cui ha ufficializzato la decisione, la Uefa ha sottolineato di essere «consapevole che i “bambini” non dovrebbero essere puniti per azioni la cui responsabilità ricade esclusivamente sugli adulti ed è fermamente convinta che il calcio non debba mai rinunciare a inviare messaggi di pace e speranza. È particolarmente doloroso che, a causa del perdurante conflitto, una generazione di minori sia privata del diritto di competere nel calcio internazionale. Per questi motivi, il Comitato Esecutivo della Uefa ha deciso che le squadre russe composte da giocatori minorenni saranno riammesse alle sue competizioni nel corso di questa stagione».

La Uefa riammette le squadre giovanili russe «I bambini non paghino per le colpe degli adulti»
Il logo della Uefa Champions League prima di una gara in Germania (Getty images).

Saranno reinserite anche le formazioni femminili

E la nota prosegue: «Il Comitato Esecutivo ha chiesto all’amministrazione Uefa di proporre una soluzione tecnica che consenta il reinserimento delle squadre russe U17 (sia maschili che femminili) anche dopo che si sono già svolti i sorteggi. Tutte le partite delle squadre russe si giocheranno senza la bandiera nazionale, l’inno, la divisa nazionale e non sul territorio russo. Allo stesso tempo, il Comitato Esecutivo ha ribadito la sua condanna della guerra illegale della Russia e ha confermato che la sospensione di tutte le altre squadre russe (club e nazionali) rimarrà in vigore fino alla fine del conflitto in Ucraina».

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