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Ue, ok al prestito all'Ucraina. Salta l'uso degli asset russi
L'accordo nella notte su 90 miliardi di aiuti, con debito comune. Zelensky: il sostegnodell'Europa rafforza la nostra resilienza
Oltre 16 ore di confronto serrato, uno dei vertici più complessi degli ultimi tempi. Lunghe trattative sull'uso degli asset russi. Alla fine, la via scelta dai 27 per sostenere l'Ucraina è un'altra, un prestito da 90 miliardi finanziato con il debito comune.
In sostanza, i paesi dell'Unione attingeranno il bilancio comunitario per raccogliere denaro sui mercati finanziari e con quello sostenere l'Ucraina per il 2026-2027.
Un simile accordo richiede l'unanimità, è stato quindi necessario convincere Praga, Bratislava e Budapest, che alla fine hanno votato sì, a patto di avere la possibilità dell'opt out, ovvero non partecipare al prestito.
L'accordo consentirà di soddisfare le esigenze finanziarie dell'Ucraina, commenta von der Leyen. La Commissione aveva proposto due soluzioni valide, gli Stati hanno scelto quella dell'indebitamento. I fondi russi quindi non verranno usati. Ma si sblocca comunque l'impasse finanziaria del governo di Kiev, che a marzo potrebbe esaurire del tutto le sue risorse.
"Grato ai leader Ue per un sostegno che rafforza la nostra resilienza, ma è importante che i beni russi restino immobilizzati", dice Zelensky, che fino all'ultimo ha puntato sugli asset per dare un segnale a Mosca, ma anche perché le risorse congelate valgono fino a 210 miliardi.
Il capitolo asset resta aperto, l'Unione si riserva di attingervi per finanziare la ricostruzione se la Russia si rifiuterà di pagarlo.
Fonte: www.rainews.it
