Libia, il museo nazionale riapre a Tripoli
Dbeibah: "Ritorno alla casa della civiltà libica". Celebrazioni in tutte le ambasciate libiche, anche in quella a Roma
(Ansa) Il Museo nazionale libico presso la Saraya al-Hamra (il Palazzo Rosso) nella capitale Tripoli ha riaperto oggi dopo anni di chiusura e lavori, che hanno incluso l'aggiornamento dei metodi di esposizione e la riabilitazione delle strutture. Il museo si trova all'interno della fortezza storica che domina il centro di Tripoli. Le autorità hanno sottolineato che la riapertura mira a rafforzare l'attività culturale e turistica nel paese e a riportare il museo a essere uno dei luoghi più importanti della memoria storica della Libia.
L'evento ha visto la partecipazione di numerosi ministri del Governo di Unità Nazionale, membri del Parlamento e dell'Alto Consiglio di Stato, insieme agli ambasciatori accreditati in Libia e ai rappresentanti delle missioni diplomatiche, tra cui l'ambasciatore italiano Gianluca Alberini.
Un gruppo di artisti, media e influencer arabi è inoltre arrivato a Tripoli per partecipare all'inaugurazione. Contemporaneamente all'evento, diverse ambasciate libiche all'estero hanno organizzato attività speciali invitando funzionari e giornalisti a seguire la copertura dell'inaugurazione, in celebrazione della riapertura di uno dei più importanti monumenti culturali della Libia.
Dbeibah: “Apertura museo è ritorno alla casa della civiltà libica”
Il Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale, Abdulhamid Dbeibah, durante il suo discorso alla cerimonia di inaugurazione del Museo Nazionale Libico, ha affermato che la riapertura del museo rappresenta un "ritorno alla casa della civiltà libica" e incarna la capacità del paese di risollevarsi nonostante le difficoltà che ha attraversato.
Dbeibah ha aggiunto nel suo discorso che il museo "non è solo un insieme di mura che contengono reperti archeologici, ma è la memoria di un'intera nazione", sottolineando che la sua apertura è "una testimonianza del fatto che la Libia costruisce le sue istituzioni con fiducia e colloca la memoria della nazione nel suo posto giusto".
Dbeibah ha indicato che la scelta di Tripoli per ospitare il museo è un "ritorno all'origine e una rivitalizzazione del suo ruolo storico", aggiungendo che la città "non è mai stata solo una capitale, ma un porto di luce e un punto di incontro per stranieri che sono diventati parte della comunità".
Ambasciata libica in Italia celebra la riapertura
Si è celebrata anche a Roma come in altre capitali arabe ed europee l'apertura del museo nazionale di Tripoli. Con una cerimonia organizzata dall'ambasciata libica in Italia presso il Tempio di Vibia Sabina e Adriano nel cuore della città, i rappresentanti della Comunità libica in Italia e del mondo accademico italiano hanno seguito in diretta trasmesso su un maxi schermo quanto avveniva in Libia.
Ad aprire la cerimonia a Roma è stato Abu Bakr Isa, addetto culturale dell'accademia libica di Roma. "Festeggiamo l'apertura del museo per disegnare una linea che possa essere un ponte tra le culture - ha affermato l'accademico libico -. La Libia si estende dal Sahara alle coste del mediterraneo con secoli di cultura. Questo museo contiene centinaia di reperti che rappresentano la storia della Libia e ogni reperti non rappresenta solo una pietra ma la civiltà dell'uomo". L'esponente libico ha ricordato che "il governo di unità nazionale ha profuso enormi sforzi per recuperare i reperti archeologici del paese e delineare un nuovo cammino per la storia dell'archeologia nazionale".
Fonte: www.rainews.it
