Bologna, migliaia in piazza per Gaza: "Continueremo finché tutti i popoli non saranno liberi"
È questo l'appello lanciato dal palco da Sara Masi, attivista bolognese della Global Sumud Flotilla, rientrata da pochi giorni in Italia

Si è conclusa sotto le Due Torri, in via Rizzoli, la manifestazione pro Gaza che oggi ha attraversato pacificamente il centro di Bologna, con la partecipazione di alcune migliaia di persone. Il corteo, partito da piazza dei Martiri, ha percorso via Ugo Bassi e via Rizzoli, tra bandiere palestinesi, striscioni e cori per la pace e la libertà dei popoli.
Dal palco allestito in via Rizzoli sono intervenute le attiviste Maria Elena Delia, portavoce nazionale della Global Sumud Flotilla, e le bolognesi Sara Masi e Irene Soldati, rientrate di recente in Italia dopo essere state fermate a bordo delle imbarcazioni della Flotilla, insieme al presidente dell'Ucoii, L'Unione delle Comunità Islamiche in Italia, Yassine Lafram, anche lui reduce dall'arresto in Israele.
"La Palestina continua ad essere un territorio occupato illegalmente, e l'informazione di questo Paese è stata per anni parte integrante di questa complicità. Israele deve ritirarsi dai territori occupati: lo ha stabilito la Corte internazionale di giustizia il 19 luglio 2024", ha detto Delia dal palco. "Siamo molto contenti che il fuoco sia cessato, ma il fuoco doveva cessare due anni fa, non per una firma, ma per la pressione dei governi - ha proseguito Delia - Non regalate Gaza chiedendo ai palestinesi di non avere voce in capitolo". In chiusura, Yassine Lafram (Ucoii) ha ringraziato la città: "Grazie Bologna, grazie ai miei compagni di viaggio e a chi ci ha creduto. Concludiamo questo corteo pacifico, deciso e determinato, e continueremo a rimanere vigili finché il popolo palestinese non potrà esercitare il suo diritto all'autodeterminazione".

Attivista della Flotilla: "Abbiamo dato voce al popolo palestinese'
"È stata un'esperienza molto intensa, settimane tra mare e sostegno da terra. È incredibile la mobilitazione che siamo riusciti tutti insieme a creare per la Palestina, perché questo era l'obiettivo della Global Sumud Flotilla. Ci sono ancora tante cose da elaborare, ma è stata un'esperienza molto forte". Così Irene Soldati, attivista bolognese che ha preso parte alla Global Sumud Flotilla, a margine della manifestazione.
Parlando dell'impatto internazionale dell'iniziativa, Soldati ha spiegato: "Il pressing su Netanyahu è arrivato da tutte le parti. Noi, con il nostro gesto, abbiamo messo a disposizione le nostre capacità di attivismo e di navigazione per provare a rompere l'assedio. Anche le mobilitazioni da terra, che ci hanno soffiato il vento nelle vele, hanno contribuito a creare questo moto di solidarietà". "C'era grande entusiasmo da parte di tutto l'equipaggio internazionale - ha aggiunto - persone dalla Malesia all'Uruguay gridavano 'grazie Italia', e io mi unisco a questo ringraziamento per il sostegno che abbiamo ricevuto".
Sulla decisione di non essere rimpatriata immediatamente dopo l'arresto da parte delle forze armate israeliane ma di attendere il processo, Soldati ha spiegato: "Non avevo mai incontrato un avvocato, e non volevo firmare nulla senza comprenderne il valore legale. Per questo ho scelto di restare due giorni in più: la mia famiglia ha poi pagato il biglietto per il rientro in Italia". "Siamo sicuramente privilegiati" come italiani perché "il trattamento che abbiamo subìto non è nulla rispetto a quello riservato ai palestinesi".

"Non dobbiamo abbassare la tensione, perché questa esperienza ci ha mostrato cosa possiamo fare. Ci saranno ancora tante Flotilla, finché tutti i popoli non saranno liberati, a partire dalla Palestina". È questo l'appello lanciato da Sara Masi, attivista bolognese della Global Sumud Flotilla, "Se non era importante oggi essere qui, quando?" ha aggiunto Masi, commentando la grande partecipazione al corteo. "È stato emozionante vedere così tanta gente e tanto affetto. Quando un popolo non ha voce in capitolo, prenderla senza violenza, con movimenti di pace e di giustizia, è qualcosa che non si può descrivere".
Sulla sua esperienza a bordo della nave Fortuna, Masi ha spiegato: "La Flotilla è un movimento partito dal basso, composto da persone che volevano esserci e non potevano non esserci, anche per rappresentare chi non ha potuto farlo. La coscienza collettiva era arrivata a un punto in cui era necessario agire, e questa iniziativa ha dato al popolo la possibilità di far sentire la propria voce".
Fonte: www.rainews.it