Bimbo di 8 anni ucciso in casa, il corpo della madre in mare. Il padre aveva presentato un esposto
Sul corpo del piccolo segni di arma da taglio e strangolamento. I carabinieri allertati dall'ex marito dopo la scoperta del cadavere della donna: i rapporti tra i due erano tesi. Lei gli aveva detto: "Sei responsabile per ciò che accade a Elia"
Un'ombra, che si fa sempre più certezza, quella dell'omicidio-suicidio dietro la morte di Najoua Gioia Minniti e di suo figlio Elia di otto anni.
Il cadavere della donna, 35 anni, è stato trovato nel primo pomeriggio di ieri nelle acque a largo di Torre dell'Orso; quello del bambino è stato rinvenuto in casa a Calimera, privo di vita e con chiari segni di violenza compatibili con quelli inferti da un'arma da taglio.
Ad avvertire le forze dell'ordine è stato il padre del bambino, allarmato dal fatto di non riuscire ad avere contatti con l'ex moglie e il figlio che al mattino non risultava essere entrato in classe.
Il sindaco di Calimera Gianluca Tommasi afferma che la donna era seguita dai servizi sociali.
Bimbo sgozzato dalla madre a Muggia: inascoltati gli allarmi del papà
La scoperta dei due cadaveri è avvenuta a poca distanza l'una dall'altro. Alle 14.30 il corpo di una donna era stato trovato da un sub a largo della costa leccese che ogni estate attira migliaia di turisti: pochi dubbi che si trattasse di Najoua Minniti, riconosciuta grazie a piercing e tatuaggi.
Subito dopo i carabinieri hanno fatto irruzione nella casa dove viveva con il figlio e lì la scoperta del piccolo cadavere che presentava anche segni di strangolamento.
Secondo quanto ricostruito dalla cronaca locale, Gioia avrebbero avuto una forte discussione al telefono con qualcuno intorno alle 12.30, in seguito alla quale sarebbe poi uscita di casa, allontanandosi a bordo della propria auto. Lavoratrice stagionale nei villaggi turistici di cui la zona è ricca, fonti a lei vicine raccontano che stesse da tempo attraversando un periodo di difficoltà economiche.
Sul suo profilo social, dagli elementi visibili a tutti, Gioia Minniti si descriveva come single: numerosi i selfie ma anche le foto con il figlio e il cagnolino che possedevano. In un post del 2002, una foto e la scritta: “Il mio posto preferito. Il mare è l'unico luogo che mi trasmette tranquillità e serenità!”.
Se le indagini confermano i primi sospetti, si tratta del secondo figlicidio per mano di una madre: appena una settimana fa, a Muggia, Olena Stasiuk, 55 anni, ha sgozzato il figlio di nove anni.
“Sei responsabile di cosa capiti a me e a Elia”
"Io sottoscritto ho ricevuto una visita della mia ex compagna. Dopo una breve conversazione sulla divisione delle feste natalizie la signora ha dichiarato di ritenermi responsabile di qualsiasi cosa capitasse a lei e al bambino". Così aveva scritto il padre di Elia Perrone in un esposto protocollato inviato al Comune di Calimera (Lecce) il 16 dicembre 2024.
L'esposto è stato mostrato in diretta a Ore14, la trasmissione su Rai 2 condotta da Milo Infante. Il padre, preoccupato dalle parole dell'ex compagna, decise di scrivere al Comune per denunciare la situazione familiare. Nell'esposto lui riporta testualmente alcune frasi che la donna gli disse quel giorno: "Saluta bene Elia perché lo porto con me"; "è già capitato che io sia andata di fronte al mare con la macchina"; "ritieniti responsabile di qualsiasi cosa capiti a me e a Elia".
Bimbo ucciso, così scriveva la madre al padre: "Sei responsabile di cosa capiti a me e ad Elia"
Fabio Perrone aveva manifestato all'autorità giudiziaria il sospetto che la madre del bambino non rispettasse le prescrizioni imposte dall'affidamento congiunto disposto dal Tribunale del minorenni di Lecce. In particolare, l'affidamento prevedeva restrizioni solo a carico della madre, che non avrebbe potuto allontanarsi con il bimbo oltre determinati limiti territoriali. In sostanza Fabio Perrone pare temesse che la sua ex convivente e madre di Elia, Najoua Minniti, potesse portare via il bambino a sua insaputa facendo perdere le proprie tracce.
Il sindaco: “Un pensiero particolare ai bambini che rischiano di essere colpiti dalla paura”
"Le ultime ore hanno profondamente sconvolto la nostra comunità", scrive il sindaco Gianluca Tommasi su Facebook. "La tragedia che ci ha colpiti, il ritrovamento in mare del corpo di una nostra concittadina e, poco dopo, quello del figlio nella loro abitazione, rappresenta un dolore immenso e difficile da comprendere. In questo momento così duro, desidero esprimere, a nome mio e dell'intera amministrazione, la più sincera vicinanza alla famiglia e a tutti coloro che conoscevano e volevano bene queste due vite spezzate. Un pensiero particolare va ai bambini e ai ragazzi del nostro paese, che più di tutti rischiano di essere colpiti dalla paura e dalla confusione. Come comunità abbiamo il dovere di proteggerli, accompagnandoli con attenzione e con il giusto linguaggio, senza esporli a informazioni o commenti che possano generare ulteriore ansia".
Il bambino di 8 anni trovato morto in casa, le lacrime del sindaco: "Siamo tutti sconvolti"
Le prime testimonianze, lo zio del padre: “La mamma lo maltrattava”
"I servizi sociali e la scuola dovevano intervenire per chiedere al bambino: 'Come stai con la mamma? Ti trovi bene a casa? Come stai con papà? Il bambino era intelligente e sveglio. Il bambino lo avrebbe detto, così come lo diceva ai nonni. Lei lo maltrattava, gli diceva sei 'una merda''. Queste sono cose che devono far pensare a tutti". Lo afferma Brizio Tommasi, lo zio del padre del bimbo ucciso.
"Il papà di lei è turco e i genitori abitano in Calabria. Mio nipote - racconta Tommasi - faceva l'infermiere professionale in un ospedale a Parma e lì si sono incontrati, hanno convissuto insieme, poi hanno avuto il bambino. Mio nipote non aveva mai pensato ad un epilogo di questo tipo, altrimenti avrebbe preso provvedimenti".
"Ho appreso la notizia mentre guardavo il telefonino. Si diceva che una signora era stata trovata in mare da un sub a Torre dell'Orso. Il sommozzatore ha avvisato i carabinieri. Si pensava che la donna fosse di Calimera, ma non sapevano il nome. Poi hanno trovato la sua auto, sono risaliti al suo nome ed hanno avvisato i famigliari. Ma mancava il bambino. Gli investigatori erano convinti che mamma e figlio si fossero buttati entrambi in mare, quindi i sub dei Vigili del fuoco stavano cercando il bambino a Torre dell'Orso, dopo aver trovato la mamma. Poi il bambino è stato trovato morto in casa", conclude l'uomo.
Al momento, non vi sarebbero evidenze di maltrattamenti da parte della donna nei confronti del figlio. Intanto, per dissipare i dubbi sulle cause della morte del bambino, si attendono i risultati dell'autopsia che sarà eseguita dal medico legale Alberto Tortorella. I segni riscontrati sul corpo del bambino, infatti, non sembrano essere tali da escludere ne' lo strangolamento, ne' il soffocamento, anche se quest'ultimo, allo stato delle cose, sembrerebbe piu' probabile. Si parla, quindi, piu' genericamente di asfissia meccanica.
Resta sempre accreditata la tesi dell'omicidio-suicidio: la madre potrebbe avere ucciso Elia durante la notte tra lunedì e martedì. In seguito, recatasi verso il mare, si sarebbe gettata in acqua con l'intento di togliersi la vita. Il suo corpo è stato ritrovato da un sub che ne ha segnalato la presenza alla Guardia costiera, cui è toccato il compito di estrarre la donna ormai esanime dalle acque.
Fonte: www.rainews.it
