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Jenin: la morte di due uomini ripresa da un cameraman palestinese
"Ogni loro gesto indicava la volontà di resa", racconta. Muoversi nel campo profughi è difficile tra tiratori scelti e blindati israeliani
Sono stati rilasciati dopo otto ore di interrogatorio i tre agenti della polizia di frontiera israeliana, indagati dopo che in un video-choc si vede l'uccisione a sangue freddo di due palestinesi a Jenin, apparentemente disarmati, che si erano arresi. Il ministero della Giustizia ha aperto un'inchiesta, con i poliziotti sospettati di aver aperto il fuoco in violazione degli ordini e di aver ucciso i due sospettati miliziani palestinesi. I tre poliziotti, sottoposti a limitazioni una volta rilasciati, hanno invocato l'autodifesa, sostenendo di aver percepito "una minaccia immediata e tangibile per la vita". Secondo la loro testimonianza riportata da Haaretz, i colpi d'arma da fuoco sono stati sparati dopo che i due sospettati si erano rifiutati di spogliarsi durante l'arresto, per poi mettersi le mani in tasca. Uno di loro aveva cercato di fuggire e rientrare nell'edificio, hanno aggiunto i poliziotti. L'Alto commissariato Onu per i diritti umani si e' detto "sconvolto dalla sfacciata uccisione di due palestinesi da parte della polizia di frontiera israeliana a Jenin, nella Cisgiordania occupata, in un'altra apparente esecuzione sommaria".
Nel video, diffuso dall'emittente egiziana Al-Ghad, si vedono i due palestinesi uscire da un edificio nel quartiere Jabal Abu Dahia di Jenin con le mani in alto, alzando le magliette sul petto per far vedere che non erano armati. Il filmato mostra poi uno dei palestinesi rientrare nell'edificio, prima che un agente gli spari a morte a distanza ravvicinata. Per l'avvocato degli agenti, è vergognoso che le autorità "si siano affrettate ad aprire un'indagine contro combattenti decorati che rischiano ripetutamente la vita per lo Stato di Israele, nonostante il rapporto iniziale dimostri che hanno agito in conformita' agli ordini di aprire il fuoco". Secondo una fonte interna della polizia di frontiera, un'indagine iniziale indica che uno dei palestinesi, "mentre era a terra, ha cercato di alzarsi e ha fatto un movimento sospetto, quindi i combattenti hanno deciso di aprirgli il fuoco". Il ministro per la Sicurezza nazionale israeliano e leader dell'estrema destra messianica, Itamar Ben-Gvir, dal quale dipende la polizia di frontiera, si è affrettato a difendere gli agenti, sottolineando che "hanno agito esattamente come ci si aspettava da loro: i terroristi devono morire".
Fonte: www.rainews.it
