Famiglia nel bosco, i genitori: "Pronti a collaborare, mai detto no agli aiuti"
“Le incomprensioni sono dovute alle nostre difficoltà con l'italiano", scrivono in una lettera
Rompono il silenzio Nathan e Catherine. Lo fanno attraverso una lettera per ristabilire la verità, puntualizzano, si dicono disponibili a collaborare con i giudici. Siamo nella consapevolezza di avere di fronte non un'antagonista, ma a una istituzione che, come noi siamo certi, ha a cuore la salvaguardia e la tutela dei nostri bambini. Non accettano l'etichetta di genitori intransigenti, non è assolutamente vero", afferma la coppia. I tre figli per ora sono in una casa protetta.
Con la loro lettera i due smentiscono anche il rifiuto dell'aiuto offerto dal Comune e da un privato dal quale era arrivata la proposta di un alloggio in attesa di riqualificare la casa nel bosco. Era stato l'ex legale Giovanni Angelucci, al momento di dimettersi dall'incarico, a parlare di una posizione di chiusura di Nathan e catering verso ogni sostegno esterno. Rapporto con il legale? Rotto, spiega la coppia per garantire un confronto con le istituzioni. “Le incomprensioni”, scrivono ancora i genitori, “sono dovute alle nostre difficoltà con l'italiano. Solo due giorni fa siamo stati messi nelle condizioni di leggere in inglese l'ordinanza del Tribunale dei minori dell'Aquila, provvedimento su cui si prepara il ricorso con i due nuovi legali.
Ogni altra notizia veicolata”, appuntano i genitori della casa nel bosco, “ e scellerata e falsa”.
Fonte: www.rainews.it
