Il traffico illegale di animali in Italia e nel mondo
Gli ultimi intervento hanno portato al sequestro di uno scimpanzé a Siracusa e di un leone marino a Verona
Dopo droga e armi, c’è un altro commercio che fa girare miliardi nell’ombra: quello di animali vivi o fatti a pezzi. Secondo l’ultimo rapporto UNODC 2024, il wildlife trafficking vale tra i 15 e i 23 miliardi di dollari l’anno e l’Italia, suo malgrado, è uno degli snodi chiave.
Uno scimpanzé a Catania, un leone marino a Verona, sono solo alcuni dei sequestri record del 2024. Ma è la punta dell’iceberg.
Le specie più ambite? Rettili e tartarughe per il mercato dei pet esotici, uccelli da canto, cuccioli di felini e primati per collezionisti senza scrupoli. Poi ci sono le parti di animali o esemplari impagliati: corni di rinoceronte (fino a 300.000 dollari al chilo sul mercato nero asiatico), avorio, ossa di tigre, vesciche natatorie di totoaba vendute come “oro dei mari”.
L’80% delle popolazioni di pangolino è sparito in vent’anni. E non è solo una strage di biodiversità: Ebola, SARS e probabilmente Covid-19 hanno avuto origine proprio in questo traffico.
L’Europa ha appena inasprito le pene (fino a 5 milioni di euro di multa e 7 anni di carcere con il Regolamento 2024/2339), ma gli esperti sono chiari: il 70% del commercio resta invisibile.
Fonte: www.rainews.it
