Il Senato ha approvato in via definitiva il decreto flussi
La legge amplia le possibilità di ingresso per lavoratori stranieri, soprattutto nei servizi alla persona. Le opposizioni hanno votato contro
Il decreto flussi stabilisce ogni anno il numero massimo di cittadini stranieri non comunitari che possono entrare in Italia per motivi di lavoro. Negli ultimi anni la richiesta di personale nel settore dell’assistenza è aumentata molto, mentre il sistema delle quote non riusciva a coprire il fabbisogno.
Il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto flussi, con cui vengono ampliati temporaneamente gli ingressi fuori quota. Il testo interviene su vari aspetti dei permessi di soggiorno, sia ordinari sia stagionali, per i migranti provenienti da paesi extra UE, introducendo alcune deroghe alla normativa attuale per rispondere alle richieste delle imprese.
Una delle misure principali è la proroga, fino al 2026, della possibilità di ingresso e soggiorno “extra-quote” per un massimo di 10 mila lavoratori stranieri destinati al settore dell’assistenza familiare e sociosanitaria. La misura riguarda chi si occupa di persone con disabilità o anziani non autosufficienti, ma anche — dopo una modifica approvata in commissione — dei bambini fino a sei anni.
L’associazione dei datori di lavoro domestico Assindatcolf ha accolto favorevolmente l’ampliamento della platea. «Siamo molto soddisfatti — ha detto il presidente Andrea Zini — perché l’estensione consentirà l’ingresso di assistenti familiari non comunitarie anche per la cura dei bambini più piccoli, oltre che per grandi anziani e persone con disabilità». Le opposizioni hanno votato contro.
Cosa può fare un datore di lavoro
Una volta pubblicato il decreto flussi, il datore di lavoro può inviare telematicamente la domanda di assunzione allo Sportello Unico per l’Immigrazione (SUI). Se la domanda viene accettata, il datore riceve il nulla osta che deve essere consegnato al lavoratore straniero, il quale potrà così richiedere il visto di ingresso per lavoro. All'arrivo in Italia, datore di lavoro e lavoratore devono formalizzare il contratto di soggiorno presso la Prefettura ed effettuare la richiesta di permesso di soggiorno.
Fonte: www.rainews.it
