Presidenziali in Cile, deciderà il ballottaggio. Vince la sinistra ma la destra si compatta
La candidata comunista Jeannette Jara è in testa con il 26,45%, il nostalgico della dittatura José Kast al 24,46%. Gli altri candidati di destra lo appoggiano
RaiNews Dopo anni di alternanza tra centrodestra e centrosinistra, il pendolo della politica in Cile oscilla oggi tra estremi sempre più distanti.
Lo scenario è senza precedenti: per la prima volta dal ritorno alla democrazia, il ballottaggio presidenziale del 14 dicembre vedrà scontrarsi una candidata del Partito Comunista e un esponente dell'estrema destra nostalgica della dittatura fascista di Pinochet.
I due contendenti sono Jeannette Jara, in testa al primo turno con il 26,45% dei voti, e candidato dell'ultraconservatore Partito Repubblicano, José Kast, arrivato secondo con il 24,46%. La sorpresa del primo turno è il terzo posto ottenuto dal candidato populista Franco Parisi che con il 18,62% ha superato le aspettative e le figure della destra tradizionale come Evelyn Matthei e dell'ala ultranazionalista come Johannes Kaiser.
I calcoli degli analisti politici sono pressoché unanimi: a meno di sorprese, se al ballottaggio i voti dei vari candidati delle destre confluiranno su Kast sarà lui il vincitore.
I dati mostrano chiare tendenze regionali: Kast ha dominato nelle regioni meridionali del Cile, Jara nella Regione Metropolitana (che include la capitale Santiago) e Parisi ha raccolto un consenso significativo nelle zone elettorali settentrionali.
Sono lontani i tempi delle buone relazioni tra figure moderate come la progressista Michelle Bachelet e l'affabile conservatore Sebastián Piñera.
Il programma politico della sinistra, orientato all'ampliamento dei diritti sociali e rappresentato da Jeannette Jara, diverge in modo sempre più netto dalle proposte della destra radicale. Quest'ultima ha imposto la sicurezza come tema dominante dell'agenda politica e non esita a rivendicare l'operato di uno dei governi più sanguinari della storia latinoamericana, quello appunto del generale Pinochet.
Il candidato ultraconservatore del Partito Repubblicano, José Kast, era il favorito nei sondaggi tra gli aspiranti di destra. E così è stato. Giunto al suo terzo tentativo di insediarsi nel palazzo de 'La Moneda', Kast promette un giro di vite contro la delinquenza e l'immigrazione clandestina. La sua posizione è chiara, come testimonia la sua dichiarazione durante la campagna presidenziale del 2021: "Se oggi fosse vivo Pinochet voterebbe per me"
Il ricompattamento della destra
I commentatori evidenziano una schiacciante vittoria complessiva per il blocco di destra, che, pur essendosi presentato diviso tra Kast, Kaiser e Matthei, per il ballottaggio ha già annunciato un rapido ricompattamento con il sostegno reciproco.
La candidata della destra tradizionale, Evelyn Matthei, ha prontamente riconosciuto la sconfitta prima ancora della pubblicazione dei risultati definitivi. Con solo il 13,07% delle preferenze (al 27% dei seggi scrutinati), Matthei si è congratulata con Kast. "Oggi sono altri quelli chiamati a proseguire la corsa alla presidenza," ha dichiarato Matthei, confermando il suo appoggio al candidato ultraconservatore: "Andrò al comitato elettorale di José Kast a congratularmi personalmente."
Un fattore cruciale che pesa sul risultato è l'incognita del voto obbligatorio. Per la prima volta dal 2012, le elezioni presidenziali cilene si sono tenute con questo sistema. Chi non va a votare rischia una multa dai 30 ai 160 euro, cifre alte in un Paese dove il reddito mensile va dai 350 si 480 euro.
Esperti stimano che l'affluenza alle urne arrivasse a partire dal primo turno quasi raddoppiare rispetto alla tornata del 2021.
Secondo Gonzalo Müller, direttore del Centro di Politiche Pubbliche dell'Universidad del Desarrollo, l'introduzione del voto obbligatorio è chiaramente correlata a uno spostamento dell'elettorato verso settori conservatori o di destra: "I nuovi elettori rappresentano poco più del 30% degli aventi diritto, un volume di voti in grado di cambiare completamente la dinamica delle elezioni," avverte Müller.
Fonte: www.rainews.it
