Praga scende in piazza contro il premier Babis e ricorda il suo 1989
Grande manifestazione nella capitale ceca e anche a Bratislava, capitale della Slovacchia, contro il premier Fico. Nel 1989 la Cecoslovacchia si ribellò al regime comunista sotto la guida di Vaclav Havel. Quattro anni dopo, la secessione slovacca.
Migliaia di persone si sono radunate a Praga, in occasione dell'anniversario della Rivoluzione di Velluto del 1989 che rovesciò il comunismo nell'ex Cecoslovacchia; le manifestazioni sono diventate proteste contro il miliardario ceco Andrej Babis, in trattative per formare il prossimo governo. L'anniversario ricorda la brutale repressione da parte della polizia comunista di una pacifica marcia studentesca nel centro di Praga, che diede il via a una rivolta che rovesciò il regime guidato da Mosca dopo quattro decenni. Come negli altri Paesi del blocco sovietico all'epoca, la rivoluzione ripristinò la democrazia in Cecoslovacchia, che poi si divise in Repubblica Ceca e Slovacchia quattro anni dopo. Quest'anno, sono state indette proteste in entrambi i Paesi: a Praga contro Babis e a Bratislava e in altre città slovacche contro il primo ministro nazionalista Robert Fico, filo-Cremlino.
Una grande folla ha invaso la storica Piazza della Città Vecchia di Praga per un raduno sotto lo slogan "la Repubblica Ceca non e' in vendita" che ha visto esposti striscioni criticavano Babis. Babis, che si definisce "trumpista", è in trattative con l'Spd di estrema destra e un altro partito euroscettico per formare un governo dopo che il suo partito Ano ha vinto le elezioni generali di ottobre. Il presidente Petr Pavel, ex generale della Nato, che dovrebbe nominare il nuovo governo, ha chiesto a Babis di spiegare innanzitutto all'opinione pubblica come gestirà il suo conflitto di interessi come politico che decide sui sussidi e come imprenditore che li riceve.
In piazza le voci della gente. Jana Kuklova è una funzionaria pubblica: " "La democrazia è fragile e va preservata. Ecco perché oggi sono qui per sostenerla, per sostenere le forze democratiche, perché ho vissuto il 1968 e non voglio che le generazioni future vivano qualcosa di simile, qualcosa che abbia a che fare con la violenza e la mancanza di libertà".
Miroslav Vecka è un avvocato e racconta: ""Il 17 novembre 1989 avevo 15 anni. Abbiamo manifestato come studenti. È andata bene e abbiamo pensato che nel nostro Paese ci fosse la democrazia. ‘Per sempre’, dissero. Negli ultimi anni si è scoperto però che non è così. La democrazia deve essere conquistata ogni giorno, ed è per questo che sono qui".
“In realtà oggi sono qui per ricordare la libertà, perché non è certamente qualcosa di automatico" aggiunge Lukas Svoboda, account manager e manifestante:"E lo stiamo vedendo sia qui che in tutta Europa, con l'ascesa dei partiti populisti che, a mio parere, minacciano la libertà”.
Hynek Kratky invece è insegnante: “Sono venuto alla manifestazione perché volevo esprimere il mio interesse, il mio profondo interesse per l'attuale movimento politico nel nostro Paese ed esprimere il mio desiderio su ciò che dovrebbe essere fatto e ciò che non dovrebbe essere fatto, in particolare ciò che non dovrebbe essere fatto nel caso del prossimo governo”
Babis, 71 anni, gia' primo ministro tra il 2017 e il 2021, e' proprietario della fiorente holding alimentare e chimica Agrofert. Ex comunista e settimo ceco piu' ricco secondo la rivista Forbes, Babis e' sotto processo per frode sui sussidi Ue. Il politico di origine slovacca ha negato qualsiasi illecito, definendo le accuse una campagna diffamatoria. Mikulas Minar, leader del movimento Million Moments for Democracy che ha organizzato la manifestazione, ha accusato il nuovo governo di essere nato da un "principio mafioso". Ha affermato che Babis e il leader dell'Spd Tomio Okamura, sotto processo per incitamento all'odio, potrebbero volersi sostenere a vicenda come alleati politici per evitare la giustizia. In Slovacchia, decine di migliaia di persone hanno riempito Piazza della Libertà a Bratislava sotto una pioggia battente, gridando "Basta con Fico" e portando striscioni con la scritta "la libertà non è un dono, ma un diritto". Fico, 61 anni, anche lui ex comunista, e' al suo quarto mandato come primo ministro. Dal suo ritorno in carica, il governo Fico ha avviato una stretta repressiva contro organizzazioni non profit, istituzioni culturali e alcuni organi di informazione.
Fonte: www.rainews.it
