Pediatrics Simulation Games, imparare la pediatria d’urgenza giocando
La vittoria è andata all’università di Trieste , seconda in classificata l’Università di Udine, terzo posto per l’Università di Firenze-Meyer
L’Università di Trieste, nella finalissima contro l’Università di Udine, ha portato a casa il primo premio la settima edizione dei “Pediatric Simulation Games”, l’evento organizzato con il supporto dell’ASL di Latina (direttore generale Sabrina Cenciarelli che ha aperto la manifestazione) in cui giovani medici specializzandi italiani e stranieri competono tra loro in simulazioni di emergenze di pronto soccorso pediatrico. I giochi, ideati nel 2017 da Riccardo Lubrano, primario di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale “Santa Maria Goretti” e docente all’Università “La Sapienza” di Roma, quest’anno sono stati ospitati da una nuova sede, l’Istituto d’Istruzione Superiore Einaudi, in piazza Aldo Manuzio 10 a Latina.
La finale ha visto un derby tutto friulano, con l’Università di Trieste a competere contro l’Università di Udine. Nella finale per il terzo e il quarto posto si sono scontrate le squadre dell’Università di Firenze-Meyer e quella dell’Università degli studi di Bologna Alma Mater Studiorum, che si sono piazzate rispettivamente terza e quarta.
Durante la cerimonia di premiazione, sono stati anche assegnati i riconoscimenti per le varie specialità: a vincere quello per il “Miglior CPR (Migliore gestione della Rianimazione Cardiopolmonare)” è stata l’Università di Milano La Statale – Clinica De Marchi; per il “Miglior lavoro di squadra” la medaglia è andata all’Università degli Studi di Perugia; ad aggiudicarsi la “Migliore gestione delle vie aeree” è stata l’Università degli Studi di Verona.
Novità dell’edizione di quest’anno il premio per il “Miglior visiting team”, che è andato agli spagnoli dell’Hospital Universitario Miguel Servet de Zaragoza.
Quattro giorni di simulazioni, quasi 200 scenari e 35 squadre in gioco. “Siamo molto felici di come sia andata questa edizione – commenta soddisfatto Lubrano – che conferma il trend, già osservato in passato, di una crescita nel modo in cui le squadre affrontano gli scenari, che a loro volta diventano sempre più complessi. Quest’anno ci sono stati anche dei casi clinici legati ad intossicazioni o con complicazioni acute delle malattie reumatiche-traumatiche: ogni anno inseriamo qualcosa in più, per stimolare i ragazzi a tornare a casa e studiare. Anche perché, normalmente, i tutor delle squadre del futuro sono gli specializzandi che hanno già partecipato, che li preparano anche sulla base della loro esperienza”. È proprio questo, infatti, lo scopo principale dei PSG, quello di uniformare la preparazione in pediatria d’emergenza in tutto il nostro territorio nazionale e in alcune università estere grazie a un livello scientifico altissimo, affinché ogni bambino in condizioni critiche possa ricevere ovunque gli stessi livelli di assistenza.
“Per l’anno prossimo vorremmo continuare a migliorare l’evento – anticipa il Prof. Lubrano – spingendo maggiormente sulle ventilazioni non invasive, perseguendo una crescita dal punto di vista tecnico. Dall’altra parte, vorremmo evitare di essere auto-referenziali ma, anzi, aumentare il confronto con altre realtà. Stiamo per questo lavorando per aumentare il numero delle squadre partecipanti provenienti dall’estero. I giochi sono un continuo work in progress, perché per noi l’importante non è chi vince, ma che si alzi il livello tecnico e culturale della pediatria d’emergenza italiana”.
Fonte: www.rainews.it