Mattarella al Bundestag di Berlino: "La guerra è nei volti dei bambini, oggi a Kiev come a Gaza"
Il discorso integrale del presidente della Repubblica in occasione della Giornata di Lutto Nazionale a 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale
"Il multilateralismo non è burocrazia, come asseriscono i prepotenti. E' la voce che richiama al valore della vita di ogni singola persona, contrapposta all'arroganza di chi vorrebbe far prevalere la logica di una spregiudicata ragion di Stato". Lo ha detto il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Bundestag tedesco, in occasione della Giornata di Lutto Nazionale a 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
E ancora, tra le altre cose nel lungo discorso ha detto: "La pace non è frutto di rassegnazione di fronte alle grandi tragedie. Ma di iniziative coraggiose, di uomini coraggiosi. In questi decenni nella comunità internazionale tanti attori - e tra essi l'Unione Europea - con ostinazione e non senza fatica, hanno perseguito la pace, che si nutre del rispetto dei diritti umani fondamentali. Perché, se vuoi la pace, devi costruirla e preservarla. La cooperazione tra Stati, istituzioni, popoli è la sola misura che può proteggere la dignità umana. Sono le istituzioni multilaterali come le Nazioni Unite, la Corte Penale Internazionale, le missioni di pace, le agenzie umanitarie a concorrere alla impegnativa e affascinante fatica della costruzione di una coscienza globale".
"Da sempre la guerra ambisce a proiettare la sua ombra cupa sull’umanità. Il Novecento, con lo sviluppo della industrializzazione della morte, ha trasformato la tragedia dei soldati in tragedia dei popoli. Nei borghi d’Europa e nelle città distrutte dai bombardamenti, nelle campagne devastate, milioni di civili divennero bersagli. Deportazioni, genocidi, hanno caratterizzato la Seconda guerra mondiale. Da allora, il volto della guerra non si riflette soltanto in quello del combattente, ma diviene quello del bambino, della madre, dell’anziano senza difesa. È quanto accade, oggi, a Kiev, a Gaza. La guerra totale esige non la sconfitta, la resa del nemico, ma il suo annientamento. Un accrescimento di crudeltà"
Fonte: www.rainews.it
