Maduro: "Con Mosca cooperazione militare proficua". Trump: "Maduro ha i giorni contati"
Nicolas Maduro: "Abbiamo una comunicazione costante con Vladimir Putin"
Nicolas Maduro: "Abbiamo una comunicazione costante con Vladimir Putin"
Caracas accusa Ue: "Nemmeno un euro aiuti arriva a popolazione"
Il ministro degli Esteri venezuelano, Yvan Gil, ha denunciato che "nemmeno un euro" dei fondi destinati dall'Unione Europea all'aiuto umanitario "arriva al popolo venezuelano". In un messaggio su Telegram, Gil ha accusato Bruxelles di finanziare "intermediari e false ong" e di "mascherare operazioni di corruzione con la solidarietà". Gil ha criticato i nuovi 14,5 milioni di euro annunciati dalla Commissione Europea per l'assistenza in Venezuela, sostenendo che, come i precedenti 149 milioni, "non serviranno ai cittadini, ma a un sistema di corruzione internazionale". Secondo Bruxelles, i fondi saranno destinati a progetti di protezione, salute e nutrizione per le popolazioni colpite dalla crisi, anche nei Paesi vicini, in vista del vertice Ue-Celac del 9 e 10 novembre a Santa Marta, in Colombia.
Criptovalute usate per corruzione e aggirare sanzioni
Il governo venezuelano di Nicolás Maduro ha trasformato il sistema di criptovalute del Paese in uno "strumento di corruzione e controllo politico", oltre che in un mezzo per "aggirare le sanzioni economiche internazionali". È quanto denuncia l'Ong in esilio Transparencia Venezuela in un rapporto in cui analizza l'uso delle criptovalute tra il 2017 eil 2025? Secondo il documento, il fallito cripto attivo Petro fu utilizzato "come facciata" per deviare fondi pubblici e commercializzare petrolio in modo opaco, nell'ambito della trama Pdvsa-Cripto, che avrebbe provocato un danno stimato in 16,9miliardi di dollari. Presentato come "cripto attivo sovrano", il Petro "servì invece a occultare operazioni finanziarie e a rafforzare la rete di potere attorno all'ex ministro del Petrolio Tareck El Aissami, che avrebbe concentrato il controllo dell'intero sistema". Le strutture statali create per gestire il Petro risultavano subordinate al suo comando. "Le norme cambiavano a discrezione, permettendo la manipolazione del sistema e il trasferimento illecito di risorse", afferma ilrapporto.? Dopo il collasso del Petro nel 2024, il governo avrebbe avviato una nuova fase basata su cripto valute stabili come Usdce Usdt, oggi impiegate per operazioni di cambio e possibili attività di riciclaggio. Secondo Transparencia Venezuela, due società private con licenze ufficiali realizzano transazioni di stablecoin senza controlli sull'origine dei fondi.
Maduro: "Con Mosca cooperazione militare proficua"
Secondo il presidente del Venezuela Nicolas Maduro la cooperazione militare con Mosca sta "procedendo" e "continuera' in modo sereno e molto proficuo". Questa la risposta del presidente venezuelano, riportano i media locali, alla domanda sullo stato dei contatti tra Caracas e Mosca nel contesto delle tensioni crescenti tra gli Stati Uniti e il Paese latinoamericano. Il governo - ha infatti assicurato Maduro - "ha una comunicazione quotidiana e permanente" con quello di Vladimir Putin su "molti temi in corso", tra cui quello militare. "La Russia - ha affermato Maduro - e' gia' una potenza mondiale ma e' in grado di stabilire relazioni di uguaglianza, rispetto e cooperazione con paesi come il Venezuela. Il rapporto con la Russia e' davvero esemplare, perche' i russi, con il presidente Putin in testa, hanno costruito un modello di rispetto del diritto internazionale e di cooperazione per lo sviluppo reciproco. Non hanno ambizioni imperialistiche". Nel suo programma settimanale 'Con Maduro +', trasmesso dal canale statale Venezolana de Televisio'n (VTV), il presidente ha sottolineato che sta progredendo anche la cooperazione con il gigante eurasiatico in settori quali l'industria, la scienza, la tecnologia, l'economia, la finanza e il turismo. Domenica scorsa, il portavoce del Cremlino ha ammesso di avere contatti con il Venezuela rispondendo a domande su una possibile richiesta di aiuto da parte di Maduro a Putin.
Secondo il quotidiano The Washington Post, Maduro avrebbe chiesto aiuto a Russia, Cina e Iran per rafforzare la difesa del Paese a fronte delle pressioni degli Stati Uniti che mantengono un dispiegamento militare nei Caraibi vicino alla nazione sudamericana. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov pur senza fare esplicito riferimento alla presunta richiesta di Maduro, ha tuttavia ricordato che Mosca e Caracas sono unite da "obblighi contrattuali". I due Paesi hanno firmato lo scorso maggio un accordo di associazione strategica in occasione della visita istituzionale del leader venezuelano a Mosca.Nei giorni scorsi, la Russia ha peraltro ribadito il suo sostegno al Venezuela a fronte di minacce "esistenti e potenziali" provenienti da Washington. "Minacce" che Maduro considera parte di un piano piu' ampio per destituirlo dal potere
Trump: non faremo la guerra al Venezuela
Gli Stati Uniti non hanno intenzione di condurre una guerra contro il Venezuela: lo ha affermato il presidente Donald Trump, intervistato dalla rete televisiva Cbs. "Ne dubito. Non credo. Ma ci hanno trattato molto male, non solo per via della droga" ha proseguito, aggiungendo di ritenere che la permanenza al potere del presidente venezuelano Nicolas Maduro abbia "i giorni contati".
Piani d'attacco al Venezuela? Trump rifiuta di rispondere
Piani d'attacco al Venezuela? Trump rifiuta di rispondere
Trump alla Cbs, "se Maduro ha i giorni contati? Direi di sì"
L'ultima dichiarazione di Trump è minacciosa. "Direi di sì", ha risposto il presidente degli Stati Uniti a una domanda della Cbs, che gli chiedeva "se i giorni di Maduro siano contati". Poi non ha voluto rispondere su ipotetici attacchi al Venezuela, nonostante la grande concentrazione di uomini e mezzi americani di fronte alle coste venezuelane.
Hegseth: affondata un'altra barca di narcos, 3 morti
Il Capo del Pentagono, Pete Hegseth, in una dichiarazione sempre su X, conferma che l'ultimo attacco aereo condotto dagli Stati Uniti nei Caraibi ha provocato la morte di tre persone. L'attacco rientra in una serie di operazioni condotte dalle forze armate statunitensi in acque internazionali, secondo Washington contro obiettivi legati al narcotraffico.
Hegseth ha giustificato il raid, sostenendo che l'intelligence aveva identificato l'imbarcazione: "Questa nave, come tutte le altre, era nota alla nostra intelligence per essere coinvolta nel traffico illecito di stupefacenti", ha affermato il ministro della Guerra. Hegseth ha specificato l'identità e la posizione delle vittime, etichettandole come attori non statali ostili: "Tre uomini narcoterroristi erano a bordo della nave durante l'attacco, condotto in acque internazionali".
Nel Venezuela di Nicolas Maduro, "il narcotraffico è gestito dallo Stato stesso"
Russia: "Vogliamo che questa regione resti tranquilla"
La Russia sta seguendo con "profonda attenzione" l'evolversi della situazione in Venezuela, in particolare in risposta alle crescenti tensioni e alla "pressione militare" esercitata dagli Stati Uniti su Caracas. A dirlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in una dichiarazione all'agenzia di stampa Tass. Peskov ha commentato direttamente le indiscrezioni riportate dal Washington Post, secondo cui il presidente venezuelano Nicolás Maduro avrebbe inviato una richiesta formale a Vladimir Putin per l'invio urgente di missili, radar e aerei da combattimento.
Alexei Zhuravlev, primo vicepresidente del Comitato di difesa della Duma di Stato russa (Camera bassa del parlamento), ha evocato la possibilità per Mosca di fornire a Caracas missili russi Oreshnik o Kalibr, ricordando che il Venezuela riceve già armi dal Cremlino.
Pur non confermando o smentendo l'eventuale fornitura di armamenti, Peskov ha sottolineato la posizione della Russia: "Stiamo monitorando da vicino la situazione in Venezuela... Vogliamo che tutto rimanga pacifico e non vogliamo che sorgano nuovi conflitti nella regione. Il mondo è già pieno di conflitti, non ne abbiamo bisogno di nuovi".
Questa dichiarazione arriva poco dopo un importante rafforzamento delle relazioni bilaterali: lo scorso 21 ottobre, la Duma di Stato russa ha ratificato il trattato di partenariato strategico e di cooperazione tra Russia e Venezuela.
Secondo il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, tale ratifica acquisisce una rilevanza cruciale proprio in virtù della "forte pressione senza precedenti che gli Stati Uniti stanno esercitando su Caracas", ribadendo il sostegno di Mosca al governo di Maduro e l'interesse a mantenere la stabilità nella regione.
Forze di Trinidad e Tobago in allerta per la crisi venezuelana
Trinidad e Tobago ha posto il suo apparato militare in "massima allerta" e ha ordinato alle truppe di rientrare nelle caserme, secondo un messaggio diffuso dalle autorità di sicurezza.
L'allarme arriva nel contesto del dispiegamento militare statunitense nei Caraibi contro il traffico di droga, che il Venezuela considera una "minaccia di cambio di regime".
"Con effetto immediato, la Trinidad and Tobago Defence Force è in livello di allerta uno. Tutti i membri devono presentarsi alle rispettive basi", si legge nel messaggio rivolto agli ufficiali. La polizia ha annullato "tutti i permessi", secondo i media locali.
Da parte sua, l'agenzia di stampa Efe ha riferito che alti esponenti hanno tenuto riunioni a porte chiuse per diverse ore prima di ordinare il rientro dei soldati alle basi.
Esercitazioni militari Usa a Porto Rico
Il corpo dei Marines ha condotto esercitazioni di sbarco e infiltrazione. Il Comando Sud degli Usa ha pubblicato un messaggio su X accompagnato da un video in cui si segnala che la 22esima Unità di Spedizione dei Marines ha realizzato "operazioni di addestramento a Porto Rico". Il filmato mostra un mezzo anfibio che trasporta truppe, veicoli e attrezzature in un'operazione supportata da diversi elicotteri dai quali i militari si esercitano negli sbarchi.
L'esercito Usa sta anche ammodernando una ex base navale della Guerra Fredda da tempo abbandonata a Porto Rico suggerendo preparativi per operazioni prolungate contro il Venezuela. L'attività di costruzione presso l'ex base navale di Roosevelt Roads a Porto Rico, chiusa dalla Marina più di vent'anni fa, è in corso dal 17 settembre. Fino al ritiro della Marina nel 2004, Roosevelt Roads era una delle più grandi stazioni navali Usa al mondo.
Media Usa: portaerei e navi da guerra in arrivo nei Caraibi, ipotesi raid a breve
Il Wall Street Journal e il Miami Herald ipotizzano, a breve, un raid contro i siti militari venezuelani. A seguire arriva l'indiscrezione del Washington Post che scrive: “La portaerei USS Gerald R. Ford arriverà nei Caraibi la prossima settimana con tre navi da guerra e oltre 4.000 soldati”.
L'operazione contro il narcotraffico della Casa Bianca sarebbe finalizzata a colpire il “Cártel de los Soles”.
Secondo l'analisi del Wp, le forze statunitensi nei Caraibi comprendono al momento in totale otto navi da guerra della Marina, una nave per operazioni speciali e un sottomarino d'attacco a propulsione nucleare. Oltre al rafforzamento navale, il Pentagono ha fatto volare bombardieri lungo la costa del Venezuela in una dimostrazione di forza e ha trasferito risorse alle basi statunitensi nella zona, compresa quella di Porto Rico che ora ospita caccia F-35, secondo l'analisi delle immagini satellitari effettuate dal quotidiano statunitense.
Secondo gli Stati Uniti, accusa sostenuta dal Segretario di Stato Marco Rubio, “Nicolás Maduro sarebbe a capo di un narco-Stato e del presunto ‘Cártel de los Soles’, che smercia stupefacenti negli Usa”. Accuse categoricamente respinte dal Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela. In questo contesto, il Pentagono ha schierato davanti alle coste venezuelane una flotta imponente tra cui la portaerei USS Gerald Ford, oltre a cacciatorpedinieri dotati di sistemi Aegis, sottomarini e circa 4.500 Marines.
Traffico di cocaina e petrolio, le alleanze del Venezuela contro gli Usa
Sale la tensione nell'area dei Caraibi
Sale ancora la tensione tra Washington e Caracas, un altro scenario di crisi attivato dalla crescente pressione militare americana sull'area dei Caraibi e dalle speculazioni su un possibile attacco diretto al Venezuela.
Fonte: www.rainews.it
