Agguato al pullman, grande partecipazione a Rieti per la fiaccolata in ricordo di Marianella
Dopo l'affissione di uno striscione di minacce presso il palasport di Rieti, la polizia ha innalzato il livello dei controlli vicino alle case dei testimoni che hanno permesso l'arresto dei tre ultrà
Moltissimi reatini, intere famiglie, comunità parrocchiali, associazioni e sindaci stanno partecipando, a una settimana dall'agguato al pullman dei tifosi del Pistoia basket, costato la vita all'autista Raffaele Marianella, a una fiaccolata silenziosa che poco dopo le 18.15 di oggi è partita dal Centro Pastorale diocesano di Contigliano (Rieti) e raggiungerà il cavalcavia della superstrada Rieti-Terni dove si è consumata la tragedia.
"Un invito a non dividersi, a disinnescare la polarizzazione, a lasciarsi interrogare dai fatti, a riflettere con serietà", le parole del vescovo Vito Piccinonna, promotore dell'iniziativa. Un momento di riflessione "per elaborare insieme il dolore e lo sgomento per trovare un nuovo inizio nel silenzio". "L'evento tragico della scorsa domenica ha scosso tutti - ha detto sabato Piccinonna, chiedendo ai reatini di unirsi -. Vediamo una comunità disorientata, sorpresa da qualcosa che si credeva non potesse accadere nella tranquilla Rieti. La realtà ci ha smentito e ora ci interroga: su noi stessi, su come reagire, sulle cose da fare. Lasciarsi andare a facili condanne non sarà di aiuto. La rabbia è inevitabile, ma non va assecondata. Piuttosto occorre trovare le ragioni per restare uniti, anche mettendo per un attimo da parte le parole. Un modo per condividere il dolore dei familiari e degli amici di Raffaele Marianella e insieme affrontare lo sgomento della nostra comunità, accendendo luci dove si è fatto più buio".
Rafforzata la protezione dei testimoni, dopo intimidazione
Quanto hanno raccontato agli inquirenti nell'ambito delle indagini sull'agguato al pullman dei tifosi del Pistoia basket, costato la vita a uno degli autisti, e il successivo episodio dello striscione affisso al PalaSojourner di Rieti ('Nascondetevi infami, sappiamo chi siete'), ha imposto, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano la Repubblica, un innalzamento dei controlli da parte della polizia nelle strade di Rieti e soprattutto nelle vicinanze delle case dei testimoni. In particolare si fa riferimento al contributo offerto alle indagini del minore che per primo ha fornito alla Polizia la ricostruzione dei fatti, culminata con la morte dell'autista Raffaele Marianella.
La risposta decisiva, scrive ancora Repubblica, è quella che il ragazzino dà alla fine della deposizione. Il poliziotto gli chiede: 'Chi è, secondo te, che ha preso la decisione di attaccare il pullman con quelle modalità?'. E lui risponde: 'Manuel Fortuna (vicecapo degli ultrà Bulldog, ndr), Alessandro Barberini e Giuseppe Aguzzi (il capo degli ultrà, sottoposto a Daspo, ndr) e anche altri ragazzi. Io e chi era alla guida dell'auto non abbiamo espresso il nostro parere'. A finire in manette, poche ore dopo, con l'accusa di omicidio volontario aggravato, saranno gli ultrà della Sebastiani basket Rieti, Alessandro Barberini, Manuel Fortuna e Kevin Pellecchia, quest'ultimo, il più giovane dei tre, secondo quanto scrive la Gip convalidando i loro arresti, con ogni probabilità scagliò la pietra mortale contro il pullman.
Fonte: www.rainews.it
