Papa Leone XIV: La Chiesa faro di speranza e di accoglienza verso i poveri del mondo
Davanti agli attuali scenari di guerra, Leone esorta i responsabili delle nazioni ad ascoltare il grido dei poveri: “Non ci potrà essere pace senza giustizia”.
Afp Nella XXXIII domenica del Tempo Ordinario, Papa Leone XIV ha celebrato l’Eucaristica nella Basilica di San Pietro a conclusione del Giubileo dei Poveri. L’evento giubilare è stato programmato dal 14 al 16 dicembre a Roma all’interno del quale si inserisce la IX edizione della Giornata mondiale dei poveri che ha visto la partecipazione di più di 10 mila pellegrini provenienti da tutto il mondo, soprattutto persone in condizioni di fragilità e povertà, assistiti da associazioni caritative delle varie diocesi, volontari e operatori.
Durante l’omelia Papa Leone ha citato la prima Lettura del Vangelo di oggi in cui Dio si rende presente e si fa spazio negli accadimenti drammatici della storia che non devono spaventare il discepolo, ma renderlo ancora più perseverante nella testimonianza e consapevole che la promessa di Gesù è sempre viva e fedele: «Neppure un capello del capo perirà». Il Santo Padre esorta ad essere forti nelle persecuzioni, nelle sofferenze, nelle fatiche e nelle oppressioni della vita e della società perché “Dio non ci lascia soli. Egli si manifesta come Colui che prende posizione per noi. Tutta la Scrittura è attraversata da questo filo rosso che narra un Dio che è sempre dalla parte del più̀ piccolo, dalla parte dell’orfano, dello straniero e della vedova”.
La Giornata Mondiale dei Poveri vuole ricordare alle comunità che gli indigenti sono al centro di ogni azione pastorale, non solo nella sua dimensione caritativa, ma anche di ciò che la Chiesa celebra e annuncia. Cioè non è solo un’opportunità per rinnovare l'impegno nell'opzione preferenziale per i poveri e i vulnerabili, ma anche un invito a compiere un ulteriore passo nella sfida di vivere in un’ottica di vera solidarietà. “Dio ha abbracciato la loro povertà per arricchirci attraverso le loro voci, le loro storie, i loro volti. Ogni forma di povertà, senza eccezioni, è una chiamata a vivere concretamente il Vangelo e a offrire segni efficaci di speranza”.
Durante questo speciale Giubileo Papa Leone ha esortato ad essere sempre attenti all’altro, a ciascuno, lì dove siamo, lì dove viviamo, trasmettendo questo atteggiamento già in famiglia, per viverlo concretamente nei luoghi di lavoro e di studio, nelle diverse comunità, nel mondo digitale, dovunque, spingendoci fino ai margini e diventando testimoni della tenerezza di Dio.
Nel suo discorso Leone XIV accenna un paragrafo della sua enciclica «Dilexi te - Io ti ho amato» in cui ricorda che a fronte della nostra piccolezza e povertà, Dio ci guarda come nessun altro e ci ama di amore eterno. E la sua Chiesa, ancora oggi, forse soprattutto in questo nostro tempo ancora ferito da vecchie e nuove povertà, vuole essere «madre dei poveri, luogo di accoglienza e di giustizia».
Gli scenari di guerra che purtroppo sono presenti oggi in diverse regioni nel mondo sembrano confermarci che viviamo in uno stato di impotenza. Ma che la globalizzazione dell’impotenza nasce da una menzogna, dal credere che questa storia è sempre andata così e non potrà cambiare. “Quante povertà opprimono il nostro mondo! Sono anzitutto povertà materiali, ma vi sono anche tante situazioni morali e spirituali, che spesso riguardano soprattutto i più giovani. E il dramma che in modo trasversale le attraversa tutte è la solitudine – sottolinea Papa Prevost –, che ci sfida a guardare alla povertà in modo integrale” e a sviluppare una cultura dell’attenzione proprio per rompere il muro della solitudine”.
Papa Leone XIV ha sottolineato anche che la povertà interpella i cristiani, ma interpella anche tutti coloro che nella società hanno ruoli di responsabilità: “Esorto perciò i Capi di Stato e i Responsabili delle Nazioni ad ascoltare il grido dei più poveri. Non ci potrà essere pace senza giustizia e i poveri ce lo ricordano in tanti modi, con il loro migrare, come pure con il loro grido soffocato dal mito del benessere e da un progresso che non tiene conto di tutti”.
Per la Chiesa i poveri non sono una distrazione, ma sono i fratelli e sorelle più amati, perché ognuno di loro, con la sua stessa esistenza, e anche con le sue parole e la saggezza che possiede, ci spinge a sperimentare in prima persona la verità del Vangelo. «La Chiesa sarà credibile nella misura in cui accoglierà i poveri non come destinatari di aiuti, ma come protagonisti del Regno di Dio».
Il Vescovo di Roma si è rivolto in Vaticano agli operatori della carità, ai tanti volontari, a quanti si occupano di alleviare le condizioni dei più poveri esprimendo la sua gratitudine, e nel contempo il suo incoraggiamento ad essere sempre più coscienza critica nella società. La Caritas di Roma, nel suo ultimo rapporto sulla povertà, definisce nel volume “Città di cristallo”, brillante e in vetrina per i grandi eventi che contribuiscono all’aumento della ricchezza, ma allo stesso tempo segnata da disuguaglianze e povertà che continuano a incidere sulla vita di migliaia di persone.
Nel rapporto della Caritas 2025 “La povertà a Roma: un punto di vista” nella città eterna il 6,9% vive in gravi condizioni abitative. Cresce anche la quota di lavoratori poveri, oggi all’8,5%, segno che un impiego non basta più a garantire stabilità economica. Il Cardinal Baldo Reina, presente alla pubblicazione, afferma che la ripresa economica non è omogenea, le disuguaglianze persistono e la povertà assume forme sempre più sottili: educativa, abitativa, relazionale: “E mentre Roma si affaccia all’ultima parte del Giubileo, il nostro impegno non può ridursi a una celebrazione, ma deve tradursi in un’attenzione concreta alle ferite sociali della città”.
Stiamo arrivando agli ultimi appuntamenti giubilari in calendario prima della chiusura della Porta Santa fissata per il 6 gennaio 2026 nella Basilica di San Pietro. Ogni cristiano che ha partecipato a questo Giubileo dovrà custodire e trasmettere i doni divini che sono stati riversati nelle loro mani nel corso di un anno di preghiera, conversione e testimonianza lasciandoci “ispirare dalla testimonianza dei Santi e delle Sante che hanno servito Cristo nei più̀ bisognosi e lo hanno seguito nella via della piccolezza e della spogliazione”.
Fonte: www.rainews.it
