Sahara Occidentale, all'ONU il piano USA per autonomia Sahrawi entro i confini del Marocco
Il no di Rabat alla linea De Mistura per il referendum sull'autodeterminazione. Il Fronte respinge la proposta USA di negoziati diretti tra Marocco, Algeria, Polisario e Mauritania. Protesta nei campi profughi.
Ebu Il popolo Sahrawi, che da anni rivendica l'autonomia del Sahara Occidentale dal Marocco, è tornato a protestare con forza contro la proposta di risoluzione degli Stati Uniti che dà priorità alla sovranità del Marocco sul Sahara occidentale, una posizione questa condivisa anche da Francia, Regno Unito e Spagna. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è chiamato oggi a votare il prolungamento della Minurso (Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale), presente in Sahara occidentale dal 1991.
In questo quadro va al voto la risoluzione sull'autonomia, cui si oppongono nettamente il Fronte Polisario dei Sahrawi e l'Algeria che lo sostiene negli sforzi di ottenere uno stato totalmente indipendente. Per passare il testo avrà bisogno di nove voti e di nessun veto da parte degli altri membri permanenti del Consiglio di Sicurezza oltre gli Stati Uniti, ovvero Russia, Cina, Regno Unito e Francia.
Nella risoluzione si afferma che una vera autonomia per il Sahara occidentale sotto la sovranità del Marocco “potrebbe costituire la soluzione più praticabile” al conflitto che dura da 50 anni.
Il piano di autonomia, presentato per la prima volta dal Marocco alle Nazioni Unite nel 2007, prevede l'istituzione di un'autorità legislativa, esecutiva e giudiziaria locale per il Sahara occidentale eletta dai suoi residenti, mentre a Rabat resterebbero le competenze sulla difesa, gli affari esteri e la religione. I sahrawi e il fronte Polisario con l'Algeria mirano invece ad un referendum che contempli anche la totale indipendenza dal Marocco.
Tutto cominciò nell’ottobre del 1975
Alla vigilia del ritiro della Spagna, la Corte internazionale di giustizia dell’Aja respinse le pretese di Marocco e Mauritania sul territorio della futura ex colonia spagnola. La richiesta del regno del Marocco si basava sull’assunto che i due territori che formavano il Sahara Spagnolo fossero stati parte del regno del Marocco prima di essere occupati dalle forze di Madrid, ragione considerata non sufficiente dalla Corte internazionale di Giustizia per attribuire quei territori a Rabat.
Se l'ONU riconobbe subito il diritto all'autodeterminazione del popolo Sahrawi del Sahara occidentale, la Spagna con accordi segreti garantiva a Marocco e Mauritania il diritto a succedergli nel controllo di quei territori. Nell'ottobre 1975 il re marocchino Hassan II inviò oltre 300mila marocchini a riprendersi i territori colonizzati dagli spagnoli. Alla fine al Marocco andò la regione del Sanguia-el Hamra e la parte settentrionale del Rio de Oro, mentre la Mauritania tenne il controllo sul restante territorio. Il Fronte Polisario dagli anni Settanta è il movimento militare e politico dei Sahrawi che rivendicano uno Stato indipendente. Malgrado gli ostacoli, il 27 febbraio 1976 la repubblica araba sahrawi democratica fu proclamata in un angolo di deserto nella parte nordorientale del Sahara Occidentale, ai confini con l'Algeria.
Fonte: www.rainews.it
