Si sono presentati in comune a Bologna con una porta sfondata e striscioni, gli attivisti di Plat. Hanno chiesto risposte al sindaco dopo aver passato tutta la mattina in presidio davanti a una palazzina in zona Fiera, dove ci sono stati anche scontri con le forze dell'ordine. Momenti di tensione, legati a uno sfratto reso esecutivo nonostante le proteste, con due famiglie costrette a lasciare gli appartamenti, dove vivevano anche dei bambini, tra cui uno disabile. Come documentato sui social dagli attivisti, è stato creato un varco tra le due abitazioni, rompendo un muro.

Lo sfratto, secondo quanto si apprende, non è legato a morosità: le famiglie pagavano regolarmente gli affitti ma da tempo la proprietà avrebbe deciso di convertire i locali in strutture per affitti brevi e il contratto di locazione era già scaduto. La polizia ha spiegato che si tratta del settimo tentativo di sfratto per questi immobili e che alcuni manifestanti hanno tentato di ostacolare le attività andando incontro ai reparti schierati. Un attivista ha riportato ferite alla testa, lievi. 

Sulla vicenda è intervenuta la vicesindaca Clancy. "Il diritto alla casa non può essere lasciato alle sole regole del mercato." ha detto, proponendo un tavolo tra questura, comune, associazioni di inquilini e realtà che si occupano di emergenza abitativa. Critiche dal centrodestra, "Lepore sostiene chi non rispetta le leggi e la proprietà" dice l'europarlamentare di Fratelli d'Italia Cavedagna, mentre il capogruppo della Lega in Comune Di Benedetto chiede misure contro gli attivisti. Da viale Aldo Moro, dove si discute una legge per regolamentare gli affitti brevi, l'assessore Paglia dichiara "Le immagini dello sfratto non possono appartenere alla storia della nostra regione: sono il segno di un confine superato".