Perché Trump non avrebbe potuto vincere il Nobel per la pace quest'anno
L'ultima riunione della commissione che assegna il prestigioso riconoscimento è stata il 6 ottobre, prima dell'annuncio della tregua a Gaza. Inoltre la regola prevede di considerare l'attività del candidato nell'anno precedente

Il premio Nobel per la pace è stato assegnato oggi a Corina Machado. Ma in queste settimane si è molto discusso della possibilità che potesse vincerlo il presidente Usa Donald Trump che, tutti lo sanno, conserva questa grande ambizione e spera che possa accadere grazie ai suoi sforzi nel processo di pace in Medio Oriente. Ma Trump non ha potuto vincere il premio Nobel per la Pace nel 2025 principalmente per quattro ragioni:
- La scadenza per le candidature è stata il 31 gennaio 2025, poco dopo il suo insediamento, quindi molte delle nomination a suo favore sono arrivate troppo tardi o non sono state considerate.
- Il premio Nobel per la Pace del 2025 è stato assegnato per lavori svolti prevalentemente nel 2024, anno in cui Trump era stato eletto ma non ancora in carica come presidente.
- Nonostante le molteplici nomination ricevute negli anni precedenti da vari leader mondiali, il comitato Nobel non rivela i nomi ufficiali dei candidati prima dell'annuncio e la selezione tiene conto di svariati fattori, tra cui la coerenza e l'impatto reale delle azioni per la pace, che sono state ritenute insufficienti nel suo caso proprio perché “fotografate" al 31 gennaio scorso.
- Il comitato ha sottolineato l'importanza della democrazia come presupposto per la pace duratura, affermando che il vincitore 2025, María Corina Machado, rappresentava un sostegno costante a una transizione democratica pacifica, a molti è suonata come una implicita critica alle azioni e alle politiche di Trump che non sono sarebbero realmente promotrici di democrazia o pace duratura così come richiesto dal Nobel.
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Inoltre, la decisione è stata influenzata dal fatto che il comitato Nobel ha concluso la propria valutazione prima del recente accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas facilitato da Trump, evento troppo recente per essere considerato. Come racconta oggi al corrispondente del quotidiano La Repubblica Antonello Guerra il direttore del Nobel Kristian Berg Harpviken: “Abbiamo avuto il nostro ultimo incontro il 6 ottobre e non ce ne sono altre in programma”.
Il 63enne ex direttore del Peace Research Institute Oslo, spiega anche che quanto avvenuto prima del 31 gennaio 2025, per regolamento, non può mai costituire il motivo principale del premio. Generalmente la decisione finale sul premio viene presa, dopo mesi di incontri e confronti, tra agosto e settembre. “Non è che cambiamo idea la sera prima….”, dice il direttore. E rassicura anche sul peso, nullo, delle pressioni esterne: “Ignoriamo il rumore esterno e valutiamo senza alcuna influenza”.
Quanto si sono detti nelle segrete stanze di Oslo i membri della commissione del Nobel, o quanto si diranno il prossimo anno, quando sarà presa in seria considerazione la candidature di Trump, lo sapremo tra 50 anni. Perché questa è un'altra regola: solo dopo mezzo secolo gli atti in questione possono essere “desecretati”. Anche questo fa parte del fascino dell'istituzione norvegese.
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Fonte: www.rainews.it