La pallavolo italiana dal Gabbiano d'Argento ai successi d'Oriente
Il primo 'colpo mondiale' è del 1978 con Carmelo Pittera poi sono arrivati Julio Velasco, la generazione di fenomeni e Fefé De Giorgi

Il volley fa festa, e la fa suonando la grancassa perché il successo ai mondiali dei ragazzi di Fefé De Giorgi nelle Filippine ha seguito quello delle ragazze di Velasco poche settimane fa in Thailandia. La conferma che la pallavolo italiana è sul tetto del mondo è nei numeri e ormai negli annali.
Negli anni Settanta il volley d'Italia aveva basi e non qualità eccelse e sopra la rete dominavano le formazioni di Est Europa e Sudamerica (Brasile e Cuba in primis). Agli azzurri (e alle azzurre) il ruolo di primeggiare della Coppa Primavera, quella organizzata senza le roccaforti del volley mondiale. Poi arrivò (nel 1976) la qualificazione alle Olimpiadi di Montreal e tutto cambiò nonostante il risultato finale non esaltante (8° su 9 formazioni in gara).
Due anni più tardi fu proprio l'Italia ad organizzare i Campionati del Mondo e, lì, il primo, gigantesco colpo, alle corazzate dell'Est e sudamericane. La Nazionale guidata da Carmelo Pittera arrivò addirittura in finale (persa per 3 a 0 contro l'allora Urss) dopo aver battuto il Brasile e Cuba. 'Il Gabbiano d’Argento' (questo il titolo del film che venne appositamente realizzato con la regia di Giulio Berruti) fu l'inizio di una nuova storia, quella che ha portato gli azzurri sul tetto del mondo e d'Olimpia in diverse occasioni dopo l'invenzione del minivolley, l'arrivo del Trofeo Topolino e la creazione in pianta stabile (all'interno di un corpo militare) della Nazionale Under 21, quella che giocò a San Siro nel centro del campo prima di un Inter-Fiorentina e poi andò a vincere nel 1990 i Campionati del Mondo in Brasile.
La ‘generazione di fenomeni’, firmata da Velasco (che nel frattempo era arrivato in Italia dall'Argentina) che oggi si è confermato straordinario gestore di materiale umano anche al femminile con l'oro olimpico e mondiale con le donne. E Fefé De Giorgi il trait d'union tra i due mondi, quello del 1990 dove era in campo e il 2025 dove era in panchina.

Fonte: www.rainews.it