Caso Ramy, la procura chiede una nuova perizia per chiarire l’incidente
Si riapre il caso della morte di Ramy Elgaml, sarà una perizia a dover stabilire di chi sia stata la colpa della morte del 19enne

La Procura di Milano ha chiesto al giudice per le indagini preliminari una nuova perizia per ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente in cui è morto Ramy Elgaml, il ragazzo di 19 anni deceduto il 24 novembre 2024 durante un inseguimento con i carabinieri.
La decisione arriva dopo la chiusura delle indagini per omicidio stradale nei confronti di due persone: Fares Bouzidi, l’amico che guidava lo scooter su cui viaggiava Ramy, e il carabiniere alla guida dell’auto che li inseguiva. Le relazioni tecniche già depositate dai consulenti delle parti hanno portato a conclusioni contrastanti, rendendo necessario – scrivono i pm – “un accertamento che consenta di pervenire a una ricostruzione univoca dei fatti”.

Nella ricostruzione accusatoria iniziale, la Procura aveva ipotizzato un concorso di colpa tra Bouzidi e il militare: il primo per la guida spericolata durante la fuga, il secondo per la distanza ritenuta troppo ridotta tra i due veicoli e per la “lunga durata dell’inseguimento”.
Il consulente nominato dagli stessi pm, l’ingegnere Romaniello, aveva però espresso una valutazione diversa. Secondo lui, pur riconoscendo che una maggiore distanza tra i mezzi avrebbe potuto cambiare l’esito dell’incidente, l’episodio non può essere considerato un ‘normale incidente stradale’, ma “un contesto di operazione di pubblica sicurezza”. Una posizione che Romaniello aveva confermato anche in un’integrazione successiva, depositata l’8 giugno.

Gli inquirenti, non pienamente convinti delle sue conclusioni, hanno deciso di ascoltarlo a verbale e di chiedere una perizia ‘terza’, che dovrebbe richiedere circa 90 giorni.
La Procura dovrà inoltre definire un’altra parte dell’inchiesta, chiusa ad agosto, che riguarda quattro carabinieri indagati per favoreggiamento e depistaggio, in relazione alla cancellazione di alcuni video e file raccolti da testimoni.
Fonte: www.rainews.it