Caso Garlasco, i fari su Andrea Sempio: l'avvocato indagato, i dubbi dell'amico sullo scontrino
Un amico: "Lo scontrino è un indizio non un alibi". L'Ordine degli avvocati di Pavia: "Al vaglio dichiarazioni Lovati". Il legale di Sempio nella nuova inchiesta della Procura: già denunciato per le dichiarazioni lo scorso 13 marzo
Un giallo che si tinge di nuovo di grigio, quella linea che dal nero della cronaca, l'omicidio terribile di Chiara Poggi avvenuto 18 anni fa, transita per quel confine sottile che passa tra dichiarazioni ambigue, suggestioni investigative e strali lanciati da una parte all'altra della contesa che riporta al centro dell'attenzione mediatica un delitto con un condannato in via definitiva, Alberto Stasi, ed un altro - Andrea Sempio, l'amico di Marco Poggi fratello della vittima - indagato in una nuova inchiesta della Procura di Pavia che sembra non concludersi mai. Ecco cosa è successo in pochi giorni.
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L'avvocato, le dichiarazioni, Corona
L'Ordine degli avvocati di Pavia sta seguendo con attenzione le dichiarazioni dell'avvocato Lovati, legale di Andrea Sempio indagato per il caso Garlasco, e a occuparsene sarà il Consiglio di disciplina. Lovati è già indagato per diffamazione aggravata dalla Procura di Milano per le dichiarazioni rese il 13 marzo scorso quando chiamò in causa il professor Angelo Giarda, che difese a lungo Alberto Stasi. Ora si viene a sapere che la Procura ha aperto, come atto dovuto in seguito alla querela, un'inchiesta.
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"Lo scontrino di Sempio è un indizio, non un alibi": l'amico di Andrea Sempio
"Prelevato clandestinamente il Dna di Sempio"
Lovati disse che l'indagine del 2017 "è frutto di una macchinazione organizzata dagli investigatori dello studio degli avvocati difensori di Stasi che clandestinamente hanno prelevato il Dna di Sempio". E l'attenzione dell'Ordine degli avvocati di Pavia riguarda anche la sua recente partecipazione a 'Falsissimo' dove ha infangato la memoria di Yara Gambirasio.
Si vedrà come procederà l'Ordine. Certo è che Lovati, ripreso da una telecamera "a tradimento" da Corona ha dichiarato: "Io gli dicevo: io Bossetti sono l'amante di Yara Gambirasio. Ci trovavamo tutte le settimane e scop...come due scim...ecco perché c'è il mio dna", ha detto Lovati. "Condannatemi per violenza sessuale con minorenne consenziente, non per omicidio, io non l'ho uccisa. Basta, vincevi il processo". Queste, le dichiarazioni che hanno attirato l'attenzione.
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Il "pizzino", i soldi per la presunta archiviazione
Intanto il Tg1 ha mostrato ieri sera in esclusiva il manoscritto sequestrato in casa Sempio, per la Procura di Pavia la prova della corruzione del pm Mario Venditti. Sono gli appunti scritti a penna su un block notes da Giuseppe Sempio, padre di Andrea, al centro del nuovo filone di indagine sul delitto di Garlasco.
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Secondo le Procure di Pavia e Brescia risalgono al febbraio 2017. Nell'appunto che è stato sequestrato lo scorso maggio si legge: "Venditti Gip archivia X 20 30 € euro". Un pizzino al centro del nuovo fascicolo di indagine per corruzione in atti giudiziari aperto dalla Procura di Brescia, unico indagato l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti.
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Infine, spunta fuori l'amico di Sempio che dice: "Perchè indagato solo lui?"
"La domanda che mi faccio è: perché proprio Andrea? Che non è l'unico amico di Marco Poggi.. oltre a me, ci sono tutti nomi che lei sa", si chiude così, in modo sibillino, il commento di uno degli amici del nuovo indagato Andrea Sempio, una dichiarazione che fa il paio con un'altra, dove sostiene che il famoso scontrino - presentato da Sempio all'epoca, per giustificare la sua presunta presenza a Vigevano, nelle ore dell'omicidio, n.d.r) - sia "un indizio e non un alibi".

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"Lo scontrino? Possibile che non lo capisce nessuno? Non è un alibi, è un indizio", così le parole esatte dell'uomo, che sostiene di conoscere Sempio "da 25 anni", intervistato nel programma di Massimo Giletti "Lo Stato delle Cose".
L'uomo, inquadrato dalle telecamere senza mostrarne le fattezze, ha concesso un'intervista esclusiva alla trasmissione di Rai 3, tornando a parlare di quanto successo il 13 agosto del 2007. E nelle sue parole, è quello "che non dice", che desta attenzione.
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Nella confusione di eventi che si accavallano, e le ricerche di una chiusura - si spera - definitiva del cerchio delle indagini, i fatti - quelli che contano veramente, e che si dispiegano tra le carte dei tribunali - sono che a dicembre si svolgerà il nuovo incidente probatorio, con oggetto il Dna che potrebbe - o no - portare il nome di un altro assassino, o di altri, potenziali, assassini, che potrebbero riscrivere una nuova pagina in uno dei casi di cronaca nera più controversi degli ultimi due decenni.
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Fonte: www.rainews.it