Almasri: no della Camera al processo per Nordio, Piantedosi e Mantovano
L'aula nega autorizzazione a procedere. Scontro a distanza tra il ministro della Giustizia e l'Associazione Nazionale Magistrati
L'aula della Camera ha negato l'autorizzazione a procedere sul caso Almasri nei confronti del ministro Carlo Nordio, del ministro Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano.
Per Nordio i sì alla relazione della Giunta, contraria all'autorizzazione, sono stati 251 e i no 117; per Piantedosi i sì sono stati 256 e i no 106; per Mantovano 252 sì e 112 no.
Scontro a distanza tra Nordio e l'Anm
"'Da modesto giurista lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalla mani, ammesso che li abbiano
consultati'. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio subito dopo il voto dell'Aula della Camera "L'aver voluto giurisdizionalizzare questa vicenda, affidandola subito all'indagine della procura,
ha ridotto le nostre capacità difensive in Parlamento, perché eravamo vincolati dal segreto istruttorio. Quindi quella stessa timidezza o addirittura menzogna che ci è stata attribuita in questi giorni dipendeva proprio dal fatto che non si potevano esternare in Parlamento delle considerazioni che potevano essere fatte" - ha detto il ministro - "ciò sarebbe stato possibile soltanto, eventualmente, davanti al Tribunale dei ministri, il quale, peraltro, violando il principio fondamentale di diritto, ha valorizzato le nostre dichiarazioni rese in Parlamento come se fossero state rese davanti a loro e senza le garanzie difensive, visto che eravamo già indagati. Le anomalie del Tribunale dei ministri sono tali e tante che il relatore ha adombrato anche la possibilità che fosse dichiarata irricevibile".
"La magistratura, nel pieno rispetto del dettato costituzionale e seguendo le procedure previste per i procedimenti nei confronti di componenti dell'esecutivo, ha adempiuto a un suo dovere d'ufficio. Stupisce e rammarica che il ministro della Giustizia, che ha un alto compito istituzionale, decida invece di venir meno a ogni principio di continenza, rispetto e misura, aggredendo in maniera scomposta dei colleghi, peraltro sorteggiati per far parte del Tribunale dei ministri, contraddicendo il più volte decantato intento di abbassare i toni". Così in una nota la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati.
Fonte: www.rainews.it