Georgia: voto locale, tornano i manifestanti in piazza contro il partito filo-russo al potere
La polizia ha usato spray al peperoncino e cannoni ad acqua per costringere i manifestanti ad allontanarsi dal palazzo presidenziale nella capitale. L'opposizione chiede una "rivoluzione pacifica" contro "Sogno Georgiano", il partito in carica
La polizia georgiana ha fatto ricorso ai gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che tentavano di entrare nel palazzo presidenziale a Tbilisi, nel giorno delle elezioni municipali nel Paese. Le tensioni sono esplose nel pomeriggio dopo che centinaia di persone si sono radunate nel centro della capitale per protestare contro il governo del primo ministro Irakli Kobakhidze e il partito al potere, Sogno Georgiano, accusati di essere filo-russi e autoritari. Secondo le dichiarazioni del premier, riportate dalla Tass, Sogno Georgiano sarebbe in testa con oltre il 70% dei voti in tutti i comuni del Paese.
La situazione è degenerata a Tbilisi durante la manifestazione convocata dall'opposizione nel giorno delle elezioni municipali. Dopo un raduno iniziato con tre ore di ritardo nella capitale, centinaia di partecipanti hanno marciato verso il palazzo presidenziale, dove alcuni gruppi hanno tentato di forzare le inferriate dell'edificio.
Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa russa Interfax, le forze speciali hanno reagito con spray urticante per disperdere la folla, impedendo l'ingresso nel complesso. Il celebre cantante lirico georgiano Paata Burchuladze, attivista e tra gli organizzatori del raduno, ha riferito di aver riportato un'irritazione agli occhi a causa dei gas lacrimogeni. L'artista ha rivendicato "assumersi la responsabilità per gli eventi" e di voler "restituire il potere al popolo".
La manifestazione, definita dagli organizzatori "un'assemblea popolare per una transizione pacifica", è stata convocata per contestare la legittimità del governo del premier Irakli Kobakhidze e del partito al potere Sogno Georgiano. Le autorità avevano avvertito alla vigilia che qualsiasi tentativo di "rivoluzione" sarebbe stato represso con fermezza.
Il voto, primo test elettorale dopo le politiche dell'ottobre 2024 (vinte da Kobakhidze ma contestate per le irregolarità dall'opposizione) si è svolto in un clima di grande polarizzazione. Otto partiti di opposizione hanno boicottato le urne, incluso il Movimento Nazionale Unito dell'ex presidente in carcere Mikheil Saakashvili, che ha definito la giornata "l'ultima possibilità" per salvare la democrazia georgiana. Alla sfiducia generale nel processo elettorale, si è aggiunta l'assenza di osservatori internazionali (l'Osce ha rinunciato al monitoraggio).
Da mesi la Georgia è scossa da proteste contro la legge sugli 'agenti stranieri' e altre misure che limitano l'attività delle ong e dei media, considerate di ispirazione russa. Amnesty International ha denunciato "gravi rappresaglie politiche" e "un clima di repressione crescente". Il governo, al potere dal 2012, respinge le accuse.
Kobakhidze, in un'intervista a Euronews, ha ribadito che "il percorso europeo della Georgia resta costante e irreversibile", insistendo sulla necessità di "ordine e sicurezza regionale". A Bruxelles cresce intanto la preoccupazione. L'Ue ha più volte avvertito Tbilisi che il rispetto dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali resta condizione essenziale per il proseguimento del processo di adesione, congelato dopo l'approvazione delle leggi restrittive.
Fonte: www.rainews.it
