Sergio Mattarella: "Inaccettabili le allusioni all'uso di armi nucleari"
Il presidente della Repubblica è intervenuto alle celebrazioni per il 25° anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite, oggi a Vienna
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è a Vienna per partecipare, insieme al presidente federale della Repubblica d'Austria, Alexander Van der Bellen, alle celebrazioni per il 25° anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, adottata a Palermo nel dicembre 2000 e ratificata oggi da 190 paesi.
"Desidero richiamare l'attenzione sull'importanza che l'Italia attribuisce a tre anniversari che ricorrono in questo 2025: 80 anni dalla fondazione delle Nazioni Unite; 70 anni dall'accesso dell'Italia all'Onu; 25 anni dalla firma della Convenzione ONU contro la criminalità organizzata transnazionale, la cosiddetta Convenzione di Palermo, che fa parte dei miei ricordi per esservi stato presente. Illustrazione evidente, ove ve ne fosse bisogno, dell'alto valore rappresentato dalla diplomazia multilaterale e dalla costruzione, paziente e ordinata, di istituzioni internazionali chiamate a promuovere il progresso dell'umanità", ha affermato il Capo dello Stato.
“Serve sostegno e non lo smantellamento dell'Onu”
Prosegue Mattarella: "Il quadro geo-politico che abbiamo di fronte, dalla perdurante guerra di aggressione russa all'Ucraina, alla crisi in Medio Oriente, all'instabilità in diverse aree del continente africano, spesso associata a drammatiche crisi umanitarie, richiede con tutta evidenza un sostegno attivo alle Nazioni Unite, non certamente il suo smantellamento. Penso, per esempio, all'esigenza di rafforzare - e non demolire - l'architettura relativa al disarmo e - aggiunge - alla non proliferazione delle armi nucleari, in una fase storica in cui, invece, assistiamo a inaccettabili allusioni all'impiego di armi di distruzione di massa. Non esistono alternative al multilateralismo, a meno che non si ritenga di imboccare la strada dei conflitti permanenti, con un ritorno ad una visione primitiva dei rapporti fra popoli, i cui esiti sono storicamente e drammaticamente ben noti". Però, avverte il presidente della Repubblica, "l'Onu può adempiere al suo mandato di garante della pace internazionale solo se gli Stati che ne fanno parte le consentono di farlo. E, tuttavia, le Nazioni Unite restano, pur con tali limiti, uno straordinario, insostituibile strumento di pace e di stabilità, che sarebbe irresponsabile indebolire. Sono state protagoniste di progressi decisivi, dalla decolonizzazione al sostegno allo sviluppo sociale ed economico di miliardi di persone, dagli interventi per il mantenimento della pace alla difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Oggi l'Onu continua a essere la cornice di riferimento fondamentale per affrontare sfide che travalicano i confini nazionali: la promozione di una agenda condivisa per la preservazione del nostro pianeta, le sfide poste dall'intelligenza artificiale, la tutela della salute globale, solo per citarne alcune".
“La Costituzione italiana indica l'adesione agli organismo internazionali”
Osserva poi il Capo dello Stato: "Riguardo all'adesione italiana alle Nazioni Unite mi preme ricordare come nello stesso momento in cui nasceva l'Onu, l'Italia intraprendeva il percorso per dotarsi di una nuova Legge fondamentale, la Costituzione repubblicana del 1948, fondata su valori che coincidono con quelli della Carta di San Francisco e della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo. In quel testo i padri Costituenti italiani, con grande lungimiranza, indicavano espressamente - ha aggiunto il capo dello Stato - la strada per una partecipazione italiana alle organizzazioni internazionali. Su queste basi, di piena adesione a un sistema valoriale, la Repubblica Italiana poté accedere alle Nazioni Unite nel 1955, lo stesso anno della Repubblica d'Austria. Da allora l'Italia, con convinzione, si è fatta protagonista di campagne per la promozione di valori universali, ospitando sul suo territorio importanti strutture dell'Onu".
“La mafia sfidò lo Stato e ne fu sconfitta”
"Oggi, qui, a Vienna, rinnoviamo solennemente il nostro impegno contro la criminalità organizzata. Si tratta di una comune responsabilità morale che appartiene e deve unire la comunità internazionale nel suo insieme", è il fermo avvertimento del presidente, che ha poi citato i "sanguinosi attentati del 1992 che costarono la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino e, insieme a loro, ai valorosi e coraggiosi agenti delle loro scorte"
“Falcone e Borsellino, che ho avuto il privilegio di conoscere e sovente frequentare - ricorda Mattarella - avevano inferto alla mafia colpi di grande efficacia e di successo, disvelandone percorsi finanziari, collegamenti e debolezza sociale. Era l'inizio di una stagione connotata da nuove tecniche investigative: esemplificativo il metodo del sequestro e utilizzo a fini sociali delle ingenti risorse della criminalità organizzata. Quegli attentati furono l'atto finale di una mafia tracotante, che si riteneva capace di sfidare lo Stato e ne fu, invece, sconfitta”
Fonte: www.rainews.it
