Marines si esercitano in manovre militari a Porto Rico, tensione sempre più alta tra Usa e Venezuela
Il Venezuela ha richiesto assistenza a Russia, Cina e Iran. Gli sono ormai pronti a colpire, con la più grande portaerei del mondo già schierata. Trinidad e Tobago ha posto il suo apparato militare in "massima allerta"
X @Southcom Sale la tensione tra Usa e Venezuela, il Pentagono ha riferito che il Corpo dei Marines ha condotto esercitazioni di sbarco e infiltrazione, in un momento caratterizzato dalla crescente presenza militare Usa nei Caraibi e dalle speculazioni su un possibile attacco al Venezuela.
Il Comando Sud degli Usa ha pubblicato un messaggio su X accompagnato da un video in cui si segnala che la 22esima Unità di Spedizione dei Marines ha realizzato "operazioni di addestramento a Porto Rico". Il filmato mostra un mezzo anfibio che trasporta truppe, veicoli e attrezzature impegnato in un'operazione supportata da diversi elicotteri dai quali i militari si esercitano negli sbarchi.
L'esercito Usa sta anche ammodernando una ex base navale della Guerra Fredda da tempo abbandonata a Porto Rico suggerendo preparativi per operazioni prolungate contro il Venezuela. Lo scrive sul proprio sito la Reuters .L'attività di costruzione presso l'ex base navale di Roosevelt Roads a Porto Rico, chiusa dalla Marina più di vent'anni fa, era in corso il 17 settembre, quando le squadre hanno iniziato a liberare e riasfaltare i raccordi che conducono alla pista, secondo foto scattate dall'agenzia. Fino al ritiro della Marina nel 2004, Roosevelt Roads era una delle più grandi stazioni navali Usa al mondo.
Mentre il Capo del Pentagono, Pete Hegseth, in una dichiarazione rilasciata sempre su X, conferma che l'attacco aereo condotto dagli Stati Uniti nei Caraibi ha provocato la morte di tre persone a bordo di una nave sospettata di essere dedita al traffico di droga. L'attacco rientra in una serie di operazioni condotte dalle forze armate statunitensi in acque internazionali contro obiettivi legati al narcotraffico.
Hegseth ha giustificato il raid, sostenendo che l'intelligence aveva identificato chiaramente l'imbarcazione: "Questa nave, come tutte le altre, era nota alla nostra intelligence per essere coinvolta nel traffico illecito di stupefacenti", ha affermato il Capo del Pentagono.
Hegseth ha inoltre specificato l'identità e la posizione delle vittime, etichettandole come attori non statali ostili: "Tre uomini narcoterroristi erano a bordo della nave durante l'attacco, condotto in acque internazionali".
La dichiarazione pone l'accento sulla natura extragiurisdizionale dell'operazione, avvenuta in acque internazionali, e sul diretto collegamento tra il traffico di stupefacenti e il terrorismo, elemento chiave nella strategia di sicurezza e lotta al narcotraffico della Difesa USA.
Russia, Peskov: "Vogliamo che questa regione resti tranquilla"
La Russia sta seguendo con "profonda attenzione" l'evolversi della situazione in Venezuela, in particolare in risposta alle crescenti tensioni e alla "pressione militare" esercitata dagli Stati Uniti su Caracas. A dirlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in una dichiarazione all'agenzia di stampa Tass. Peskov ha commentato direttamente le indiscrezioni riportate dal Washington Post, secondo cui il presidente venezuelano Nicolás Maduro avrebbe inviato una richiesta formale a Vladimir Putin per l'invio urgente di missili, radar e aerei da combattimento.
Alexei Zhuravlev, primo vicepresidente del Comitato di difesa della Duma di Stato russa (Camera bassa del parlamento), ha evocato la possibilità per Mosca di fornire a Caracas missili russi Oreshnik o Kalibr, ricordando che il Venezuela riceve già armi dal Cremlino.
Pur non confermando o smentendo l'eventuale fornitura di armamenti, Peskov ha sottolineato la posizione della Russia: "Stiamo monitorando da vicino la situazione in Venezuela... Vogliamo che tutto rimanga pacifico e non vogliamo che sorgano nuovi conflitti nella regione. Il mondo è già pieno di conflitti, non ne abbiamo bisogno di nuovi".
Questa dichiarazione arriva poco dopo un importante rafforzamento delle relazioni bilaterali: lo scorso 21 ottobre, la Duma di Stato russa ha ratificato il trattato di partenariato strategico e di cooperazione tra Russia e Venezuela.
Secondo il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, tale ratifica acquisisce una rilevanza cruciale proprio in virtù della "forte pressione senza precedenti che gli Stati Uniti stanno esercitando su Caracas", ribadendo il sostegno di Mosca al governo di Maduro e l'interesse a mantenere la stabilità nella regione.
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Media americani ipotizzano possibili raid a breve
Sono il Wall Street Journal e il Miami Herald a ipotizzare, a breve, un possibile raid contro i siti militari venezuelani legati ai narcos. E a seguire arriva l'indiscrezione del Washington Post che scrive: “La portaerei USS Gerald R. Ford arriverà nei Caraibi la prossima settimana con tre navi da guerra e oltre 4.000 soldati”.
L'operazione contro il narcotraffico della Casa Bianca sarebbe finalizzata a colpire il “Cártel de los Soles”. Trinidad e Tobago ha allertato il proprio esercito.
La presenza della portaerei Ford è solo l'ultimo tassello del dispiegamento di truppe navali ordinato dal tycoon di fronte alle coste del Venezuela. Gli analisti ipotizzano un attacco missilistico piuttosto più che un'invasione. Ma le indiscrezioni dei giornali che ora parlano di 4mila soldati Usa in arrivo, rendono possibili diversi esiti.
Secondo l'analisi del Wp, le forze statunitensi nei Caraibi comprendono al momento in totale otto navi da guerra della Marina, una nave per operazioni speciali e un sottomarino d'attacco a propulsione nucleare. Oltre al rafforzamento navale, il Pentagono ha fatto volare bombardieri lungo la costa del Venezuela in una dimostrazione di forza e ha trasferito risorse alle basi statunitensi nella zona, compresa quella di Porto Rico che ora ospita caccia F-35, secondo l'analisi delle immagini satellitari effettuate dal quotidiano statunitense.
Nel Venezuela di Nicolas Maduro, "il narcotraffico è gestito dallo Stato stesso"
Secondo gli Stati Uniti, accusa sostenuta dal Segretario di Stato Marco Rubio, “Nicolás Maduro sarebbe a capo di un narco-Stato e del presunto ‘Cártel de los Soles’, che smercia stupefacenti negli Usa”. Accuse categoricamente respinte dal Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela. In questo contesto, il Pentagono ha schierato davanti alle coste venezuelane una flotta imponente tra cui la sopracitata USS Gerald Ford, oltre a cacciatorpedinieri dotati di sistemi Aegis, sottomarini e circa 4.500 Marines.
Trinitad e Tobago - Stato insulare dell'America centrale caraibica, situata a nord-est del Venezuela, a poca distanza dalla costa continentale - ha emesso un allarme di “livello di allerta uno” con effetto immediato richiamando tutti a presentarsi alle rispettive basi. La vicinanza geografica con il Venezuela rende la piccola Repubblica estremamente vulnerabile a qualsiasi escalation militare amplificando il timore che l'arcipelago possa essere travolto da operazioni militari o dal flusso di disordini transfrontalieri.
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Fonte: www.rainews.it
