William: “Quando sarò re cambierò monarchia. Tumore Kate? Pensavamo non potesse succedere a noi"
Media Gb enfatizzano l'irrituale ammissione, che scavalca Carlo. "Nessuna svolta radicale, ma non ho paura dei cambiamenti"
Una qualche riforma della monarchia britannica "è nella mia agenda". Parola del principe William, erede al trono di suo padre, il 76enne re Carlo III, che in un'intervista a “The Reluctant Traveler”, programma in onda su Apple TV+ condotto dall'attore canadese Eugene Levy, ha sorpreso lo stesso 'host' con un irrituale accenno ai suoi programmi di futuro re: riferimento raro fra i reali di casa Windsor prima d'indossare la corona e che certamente sua nonna, la defunta regina Elisabetta II, non avrebbe gradito durante il suo lungo regno dal proprio primogenito Carlo.
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William ha detto d'essere pronto ad "abbracciare" qualche "cambiamento per il bene". "Non ne ho paura, anzi l'idea di poter essere in grado di portare (a tempo debito) dei cambiamenti mi esalta", ha rincarato, assicurando di non immaginare "nulla di troppo radicale", non senza tuttavia evocare certe modifiche graduali, "necessarie" a stare al passo con i tempi.
"Penso - ha proseguito - che, se non si sta attenti, la storia possa diventare un peso soffocante ... troppo restrittivo". Per questo, pur riconoscendo apertamente il valore "della tradizione" per un'istituzione come quella monarchica, ha sottolineato di ritenere "importante vivere nel presente, qui e ora". E ha assicurato di non aver paura di sollevare interrogativi su come mantenere la corona "rilevante" nel mondo odierno e futuro.
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Kate e la battaglia contro il cancro
I cenni (vaghi) a una possibile discontinuità, quando sarà il momento, rispetto all'eredità di suo padre e di sua nonna si accompagna peraltro ad elogi nei loro confronti. In particolare di re Carlo, che William cita fra l'altro ricordando la doppia diagnosi di cancro, fatta nel 2024 sia a lui sia alla propria consorte "Catherine": una battaglia affrontata con coraggio, nel racconto del principe, il quale torna a dirsi "orgoglioso" di entrambi.
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I rapporti con Harry
Nessun riferimento diretto invece ai rapporti con il fratello minore, il principe ribelle Harry, turbati negli ultimi anni dallo strappo del cadetto culminato nel trasferimento con Meghan in America e dalle recriminazioni polemiche che ne sono seguite.
Harry che comunque il principe di Galles ha citato per nome con Levy, senza malanimo, in relazione proprio ai possibili cambiamenti futuri: quando ha sostenuto di voler evitare ai propri figli e alla dinastia in genere la sovraesposizione mediatica subita "da Harry e da me" nell'infanzia e nell'adolescenza a causa della crisi matrimoniale fra Carlo e Diana e delle regole allora in vigore a corte.
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Richiamo a una maggiore privacy che risuona mentre Harry prosegue la sua battaglia legale contro le intercettazioni illegali imputate per anni ai tabloid della stampa popolare britannica: battaglia sfociata nei pesanti risarcimenti già imposti al Sun di Rupert Murdoch e al Mirror, ma ancora in corso in tribunale contro l'editore del Daily Mail, a colpi di udienze preliminari nelle quali gli avvocati del duca di Sussex hanno appena presentato elementi a sostegno dell'accusa ai reporter dei giornale di aver spiato a suo tempo anche lo stesso William, fin dalla sua festa dei 21 anni. E persino il telefono della giovane Kate.
Fonte: www.rainews.it