Ritorno al 7 ottobre, memorie e punti oscuri di una strage
1200 morti, 250 rapiti, Israele sotto shock. I sopravvissuti rievocano il massacro, le inchieste provano a far luce sugli errori e sui nessi di convenienza tra il governo Netanyahu e Hamas
È come entrare in un enorme cimitero, dice Tal Shoham mentre cammina nei resti della sua casa. Ci hanno rapito, dice, e portati a Gaza. Ho visto i cadaveri di quelli uccisi a sangue freddo.
Lui, sopravvissuto cinquecento giorni nei tunnel, con lui, Evyatar David. Rapito al Nova. Due mesi fa, mostrato in fin di vita in un video di propaganda di Hamas.
Kibbutz di Be'eri, 7 ottobre di due anni fa. Viveva qui Tal Shoham. È l'alba quando Hamas lancia dalla Striscia una pioggia mai vista di missili. Centinaia di terroristi entrano in Israele senza incontrare resistenza. Inascoltati gli allarmi delle soldatesse sulle torri di guardia, alcune di loro rapite e uccise.
L'assalto al Nova Festival: solo qui, duecentosessanta i morti. Sono andati a prenderli casa per casa, nei kibbutz vicino alla Striscia: Be'eri, Re'im, Kfar Aza, Nir Oz. Alcune donne sono state violentate e uccise. È il massacro peggiore dai tempi della Shoah.
Circa milleduecento i morti, duecentocinquantuno le persone prese in ostaggio. In molti, tra chi viveva al confine, hanno dovuto aspettare oltre sette ore prima che arrivasse l'esercito. Chi viveva a Kfar Aza, fino a sera. Nell'area c'erano troppo pochi soldati. Erano impegnati in Cisgiordania, a difendere i coloni.
Ad aprile di quest'anno, un'inchiesta interna allo Shin Bet, i servizi interni israeliani, ha ammesso errori nel lanciare l'allarme necessario. L'esercito, a febbraio, parla di fallimento totale.
Nella Knesset, le inchieste sono ancora in corso. E tutte puntano il dito contro Netanyahu e il suo governo. La stessa leadership che ora giura di sradicare Hamas e che, secondo molte inchieste giornalistiche, avrebbe permesso al Qatar di consegnare milioni di dollari in contanti proprio ad Hamas, nella Striscia.
Fonte: www.rainews.it