Riscaldamento domestico, quando è il momento di accendere i termosifoni
Il calendario varia da zona a zona: nelle aree più fredde si può dal 15 ottobre, se non prima. In quelle più calde si parte dal 1 dicembre. Ma sono i comuni ad avere l'ultima parola

Il week end decisamente autunnale in tutta Italia, preceduto da un sensibile calo delle temperature nei giorni scorsi, porta inevitabilmente alla domanda su quali saranno le date previste per l'accensione del riscaldamento nelle case degli italiani. Le regole sono in capo al DPR 74/2013.
Come ogni anno il cronoprogramma varia da zona a zona ed ammette deroghe per situazioni particolari come ospedali, cliniche private o residenze assistenziali, libere di decidere orari e temperature come per gli istituti dell’infanzia, nidi e piscine. A questi si possono aggiungere i fabbricati destinati ad attività produttive o artigiane, qualora siano richieste particolari condizioni tecniche o operative.
Per condomini e abitazioni, la regola base è quella 20°C al massimo con riscaldamenti accesi solo dopo le 5 del mattino e spenti entro le 23. Una tolleranza di due gradi è consentita. Inoltre, a seconda delle esigenze, dei regolamenti condominiali e di eventuali ordinanze comunali sul tema, il monte ore indicato può essere continuativo oppure spezzato: l’importante è che non superi il totale definito per legge.
Le zone, dalla più calda alla più fredda
Zona A: a Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa, i termosifoni possono essere accesi dal 1° dicembre, per 6 ore giornaliere al massimo, e dovranno essere spenti entro il 15 marzo.
Zona B: a Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani, la data di accensione può essere stabilita dal primo dicembre, per un massimo di 8 ore giornaliere, con spegnimento fissato al 31 marzo.
Zona C: a Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto i termosifoni potranno essere accesi dal 15 novembre e rimanere tali fino al 31 marzo per un massimo di 10 ore giornaliere. Nella zona ricade anche la città metropolitana di Roma.
Zona D: nelle province di Milano, Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia, Viterbo termosifoni potranno essere accesi a partire dal primo novembre, per 12 ore al giorno, con spegnimento stabilito al 15 aprile. Sono compresi anche i comuni di Forlì e Forlimpopoli.
Zona E: tocca le province di Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Forlì- Cesena, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona, Vicenza. All’interno di questa zona è possibile accendere i riscaldamenti dal 15 ottobre, per 14 ore al giorno, fino al 15 aprile.
Zona F: è relativa alle zone più fredde del Paese e accorpa i territori di Belluno, Cuneo e Trento dove non sono previsti limiti. In Zona F sono inclusi anche comuni dell’arco appenninico in cui il clima autunnale e invernale risulta particolarmente rigido. Le aree sono quelle della provincia di Bologna: Lizzano in Belvedere, Porretta Terme e Granaglione, Castel d'Aiano, Loiano, Monghidoro. Provincia di Modena: Frassinoro; Pievepelago; Fiumalbo; Riolunato; Montefiorino, Palagano, Lama Mocogno, Montecreto, Sestola e Fanano. Provincia di Reggio Emilia: Reggio Emilia: Ramiseto; Collagna; Busana; Ligonchio; Villa Minozzo, Toano; Castelnovo ne’ Monti e Vetto. Provincia di Parma: Corniglio; Monchio; Palanzano; Albareto; Borgotaro; Compiano; Bedonia e Tornolo. Provincia di Piacenza: Zerba, Cerignale, Ottone e Ferriere.
Fonte: www.rainews.it