Ponte Stretto, rispondere senza "strappare": il governo non vuole ignorare il parere della Corte
Toni attenuati dopo le reazioni a caldo alla bocciatura del progetto da parte dei giudici contabili. Salvini: "Tranquilli, risponderemo alla Corte dei Conti punto su punto"
Dalla denuncia di un "atto di invasione" alla presa d'atto che è necessario "attendere" le motivazioni per "replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall'ordinamento". Resta l'ira dell'esecutivo verso la Corte dei conti che ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess sul Ponte sullo Stretto, ma nel giro mezza giornata i toni sono cambiati. E anche la prospettiva dell'inizio dei lavori, slittata da novembre a febbraio, come ammesso da Matteo Salvini dopo il vertice a Palazzo Chigi convocato d'urgenza da Giorgia Meloni, con anche Antonio Tajani in videocollegamento dal volo di Stato dal Senegal al Niger, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e l'ad della Stretto di Messina Pietro Ciucci.
Il giorno dopo la bocciatura arrivata dai giudici contabili, la premier conferma di essere "incuriosita" da alcuni rilievi, assicurando che "il governo risponderà" e che l'obiettivo "è fare il Ponte sullo Stretto, un'opera strategica, un'opera ingegneristica che sarà unica al mondo". Passaggi differenti da quelli a caldo, nei quali aveva definito la decisione dei giudici contabili “un atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al Corriere della sera aveva commentato: “Credo che dobbiamo prenderci la responsabilità di riapprovare il progetto prima in Cdm e poi in Parlamento. Certo: qui ci sono in ballo miliardi, ci sono in ballo centinaia di migliaia di posti di lavoro e migliaia di aziende pronte a partire. Fermarci è un'assurdità”.
Poi, di primo mattino ha riunito al Mit "tecnici, manager e uffici", e dal confronto sono emersi i rischi di ricorsi che lo hanno spinto, come ricostruito da fonti di governo, a proporre a Meloni e Tajani di attendere le motivazioni della Corte dei Conti prima di definire le mosse. Una linea attendista condivisa nel vertice di Palazzo Chigi (alternativa a quella di insistere tout court sulla delibera del Cipess), fermo restando "l'obiettivo, pienamente condiviso dall'intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell'opera".
Ponte, il governo dopo il vertice: "Attendiamo le motivazioni della Corte, l'opera va avanti"
Le motivazioni sono attese non prima di dicembre, igiudici contabili sembrano intenzionati a prendersi tutti i 30giorni a disposizione. Tra i rilievi sollevati, anche alcuni sucoperture, affidabilità delle stime di traffico, conformità allenormative ambientali e antisismiche e alle regole Ue sulsuperamento del 50% del costo iniziale.
Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti aveva già evidenziato una serie di anomalie
I timori dei tecnici sono legati anche un altro atto sub iudice da parte della Corte, il decreto del Mit sul terzo atto aggiuntivo alla convenzione stipulata con il concessionario Società Stretto di Messina. Salvini si dice "assolutamente tranquillo e determinato: la maggioranza è compatta". Annuncia che in manovra metterà "in sicurezza tutti i fondi già stanziati", e che nel prossimo Cdm (mercoledì) informerà sull'iter da seguire: "Ai rilievi siamo convinti di poter rispondere punto su punto, abbiamo rispettato tutte le normative".
Corte dei Conti: valutati profili giuridici, critiche siano rispettose dell'operato dei magistrati
"Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica, la cui tutela è demandata dalla Costituzione alla Corte dei Conti. Le sentenze e le deliberazioni della Corte dei conti non sono certamente sottratte alla critica che, tuttavia, deve svolgersi in un contesto di rispetto per l'operato dei magistrati". Lo sottolinea in una nota la Corte dei Conti.
Il ponte sullo Stretto di Messina, sarà il più lungo del mondo a campata unica
La reazione dell'Ad della società
“Abbiamo accolto con grande sorpresa l'esito del controllo di legittimità operato dalla Corte dei conti che non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione la Delibera Cipess n. 41/2025 del Ponte sullo Stretto” ha commentato, ieri sera, l'amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci. “Tutto l'iter seguito è stato sempre svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del ponte” ha detto Ciucci. “Restiamo in attesa delle motivazioni mantenendo l'impegno di portare avanti l'Opera, missione che ci è stata affidata da tutto il Governo e dal Ministero delle infrastrutture in attuazione delle leggi approvate dal Parlamento italiano”.
Il ponte sullo Stretto di Messina, una struttura a campata unica di 3300 metri
L'Oice: “Bene non fermare il processo avviato per un inciampo”
L'Oice, associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, interviene sulla decisione della Corte dei Conti che ha negato il visto e la registrazione alla delibera Cipess relativa al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina. L'associazione sottolinea in particolare la necessità di individuare soluzioni che consentano di proseguire il processo avviato, senza che un inciampo tecnico e procedurale ne comprometta la continuità. Per Giorgio Lupoi, presidente Oice, “al di là del merito delle motivazioni che saranno rese note dalla Corte nelle prossime settimane, riteniamo che si tratti di un inciampo che non deve fermare il processo. È un momento da superare, come già accaduto in passato nel nostro Paese”. Lupoi ricorda infatti che “nel febbraio 1998, il Governo Prodi, a fronte di una analoga decisione delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, registrò con riserva il decreto di proroga della concessione alla Società Autostrade fino al 2038, sbloccando definitivamente la procedura di vendita avviata nel luglio 1996. Un precedente che dimostra come sia possibile rispettare le istituzioni senza interrompere percorsi strategici”.
Per Lupoi “il Ponte si inserisce nella grande tradizione dell'ingegneria e dell'architettura italiana, come già accaduto con opere emblematiche quali l'Alta Velocità ferroviaria e il Mose di Venezia. Entrambe hanno contribuito a migliorare la qualità infrastrutturale del Paese e a rafforzarne il posizionamento internazionale. Queste opere sono frutto dell'ingegno italiano, un vero e proprio “Made in Italy dell'ingegneria” da preservare e valorizzare”. Infine, sottolinea Lupoi, anche dal punto di vista dei costi delle grandi opere “il Ponte ha un costo stimato 13,5 miliardi di euro, comprensivo di infrastrutture ferroviarie, stradali e opere ambientali; l'Alta Velocità ferroviaria comportò un investimento complessivo di circa 50 miliardi di euro per 1.280 km di linea e per il MOSE di Venezia il costo totale fu di circa 6 miliardi di euro, con elevati costi di gestione e manutenzione. Il Ponte si colloca dunque nello stesso ordine di grandezza economica delle altre grandi opere italiane, confermandone la coerenza strategica e finanziaria”.
Fonte: www.rainews.it
