Madagascar, protesta e violenza: giovani in marcia contro il governo, i militari reprimono
Gli studenti del Madagascar protestano chiedendo le dimissioni del presidente Rajoelina
La polizia della capitale del Madagascar ha lanciato gas lacrimogeni contro i cittadini che sono tornati in piazza per un terzo giro di proteste guidate dai giovani contro i tagli all'acqua e all'elettricità, con molti che chiedevano le dimissioni del presidente. Lunedì i manifestanti si sono radunati presso un'università di Antananarivo, dove hanno sventolato cartelli e cantato l'inno nazionale prima di tentare di marciare attraverso la città. Le proteste sono iniziate giovedì scorso (25 settembre) a causa dei persistenti tagli alla corrente, che spesso lasciano case e aziende senza elettricità per oltre 12 ore. La violenza che ha circondato le proteste antigovernative guidate dai giovani nell'isola dell'Oceano Indiano del Madagascar negli ultimi giorni ha causato almeno 22 morti, ha dichiarato lunedì l'ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite. L'agenzia delle Nazioni Unite ha attribuito una "risposta violenta" delle forze di sicurezza alla causa di alcune delle morti nei disordini iniziati giovedì a causa dei tagli all'acqua e all'elettricità. Ispirate dalle proteste della cosiddetta "Generazione Z" in Kenya e Nepal, le manifestazioni sono le più grandi che l'isola dell'Oceano Indiano abbia visto negli ultimi anni e rappresentano la sfida più seria che il presidente Andry Rajoelina abbia dovuto affrontare dalla sua rielezione nel 2023. Le autorità del Madagascar hanno imposto un coprifuoco dall'alba al tramonto nella capitale, Antananarivo, in seguito alle proteste contro le frequenti interruzioni di corrente e la carenza idrica, sfociate in episodi di violenza.
Fonte: www.rainews.it