La cronologia é spietata, il mondo era uscito dal vertice in Alaska con tante speranze - per alcuni: illusioni - Trump e Putin, tra strette di mano sul tappeto rosso e promesse di pace. Poco dopo, un soffio di giorni, settimane, ed ecco che caccia da guerra russi sfrecciano ai limiti del confine lambendo paesi europei. Questo dopo che “misteriosi” droni hanno sorvolato aeroporti in Danimarca costringendo lo stop ai voli e lasciando una scia d’inquietudine e angoscia, e ieri i jet di Mosca che passano accanto al confine di Alaska e Lettonia. Dove si fermerà Putin, e si fermerà?

L’uomo che nel Kgb giocava con la strategia
Impossibile dimenticare le origini. Quei racconti che narrano di un funzionario della Germania dell’Est, di quello che sembra un secolo fa, cresciuti per le strade del dopoguerra di San Pietroburgo, e trovatosi catapultato ai vertici della ex Urss, l’Unione sovietica. Quest’uomo, Vladimir Putin, che anche in tempi recenti, non ha mai dissimulato le sue opinioni e intenzioni sempre sullo stesso punto: che l’Ucraina per lui “é Russia”. Le elezioni che hanno eletto legittimamente Zelensky - per lui - non hanno valore, e che dunque l’inevitabile conseguenza, é un riprendersi il suo “spazio naturale” vitale, ad Ovest di Mosca, e cioè il territorio di Kiev. 

Il game dei portavoce e ambasciatori: i tasselli
Parla di rado Putin, ma lascia parlare e spesso, i vertici della sua diplomazia, che alternano dichiarazioni a volte di segno opposto, confondendo le cancellerie europee. 
 

Zacharova, Lavrov, Peskov e poi: Medevedev “l’estremo”
Chi sono le voci di Mosca? Sostanzialmente quattro che appunto si alternano nei comunicati stampa, se il primo minaccia l’occidente ecco che il secondo - spesso Peskov, il portavoce - lima verso il basso le dichiarazioni usando di nuovo la parola pace, spesso torna alla ribalta Lavrov che dipinge la Russia come vittima degli avvenimenti e dell’Europa, ma quello che spariglia di nuovo le carte é storicamente Medvedev, l’uomo che spesso in passato ha usato parole senza tanti fronzoli diplomatici, citando missili nucleari e terza guerra mondiale

Russia, Medvedev: più paesi con armi nucleari, sull'orlo della terza guerra mondiale
 

I droni misteriosi su Polonia, Romania e Danimarca 
Ora il fronte diplomatico - mentre, occorre rammentarlo, i bombardamenti su Kiev e l’Ucraina continuano in ogni caso massicci - sembra lasciare lo spazio invece ad una silente, quando poco decifrabile guerra ibrida, che lascia sempre l’ombra del dubbio su quanto avviene, fatti che rimangono sulla linea di confine tra verità e ipotesi, come appunto i droni che hanno costretto la Danimarca a chiudere per quasi 24 ore l’importante scalo di Aalborg e con esso altri tre aeroporti.
Senza al momento, la sicurezza che fossero davvero velivoli senza pilota russi.

La minaccia al confine: i jet sui cieli dell’Alaska e Lettonia
Ieri peró, questo vasto disegno di Putin che lascia quasi sempre indefiniti i suoi confini, improvvisamente - come un getto di colore incontrollabile, che tinge il cielo di rosso fuoco - é sembrato lambire l’Unione Europea in modo concreto: i jet russi, hanno sorvolato l'Alaska e soprattutto la Lettonia. 

Ora, nella partita a scacchi tra il “russo e l’Europa”, e l'occidente, il gioco pericoloso dell’attesa rischia di non essere più prudenza e vantaggio, ma improvvisamente, fragilità e un pericolo - forse - questa volta concreto.

Polonia invita propri cittadini a lasciare la Bielorussia "A causa della guerra nella regione"