Ruffini: "Redditi ceto medio colpiti come quelli milionari. La destra non è imbattibile"
Sabato a Roma la riunione dei comitati "Più uno" con l'obiettivo di "scuotere un Campo largo che oramai pratica una vocazione minoritaria"
LaPresse "I contributi straordinari sono imposte patrimoniali e l'importante è che non siano alibi per non valutare il sistema tributario nel suo complesso, che è molto più importante. Abbiamo redditi del ceto medio, da 50mila euro, colpiti con la stessa aliquota di redditi milionari. Ha ancora un senso definirlo un sistema progressivo?". Così Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell'Agenzia delle Entrate, in un'intervista a La Stampa, in cui parla dell'appuntamento in programma a Roma il prossimo fine settimana.
“Ridare voce ai cittadini non rassegnati”
"Sabato riuniremo a Roma i Comitati 'Più uno' - spiega Ruffini - che si sono costituiti in tutte le Regioni e assieme decideremo come strutturare un Movimento che intende ridare voce a cittadini non rassegnati ad una democrazia a bassa intensità. Con l'obiettivo di scuotere la nostra parte politica, un Campo largo che oramai pratica una vocazione minoritaria: quella che ti fa sentire sempre dalla parte del giusto, ma senza confrontarsi davvero con l'ambizione del governo".
L'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate a proposito del Campo Largo del centrosinistra osserva: "Nel 2025 il centrosinistra al quale eravamo affezionati, non dico abituati, sembra superato da una più recente vocazione: quella di restare minoranza, ritagliandosi il lusso di un confronto con la realtà. Davanti ad una destra - che sembra imbattibile ma non lo è - ricordiamoci la lezione dei partiti del primo Ulivo, che non si chiusero in se stessi e furono lungimiranti: si aprirono ai Comitati di cittadini, si rivolsero alle persone, rendendole protagoniste", spiega.
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“Avere l'ambizione di parlare a tutti”
“La tentazione non solo del Pd, ma di tutta la politica” è quella di 'trasformare il Paese in uno stadio, con gruppi di tifoserie che si rinfacciano di continuo ogni frase e ogni progetto. Ma così si priva il Paese di una classe politica che abbia l'ambizione di parlare a tutti e non solo alla pancia o al proprio elettorato. Ma se parli solo ai 'tuoi', a tutti gli altri chi parla? Le democrazie non funzionato a targhe alterne: l'ambizione della politica dovrebbe essere quella di creare una comunità. Dobbiamo parlare a tutti. Ecco, direi che 'tutti' è proprio la parola che si è persa per strada'. Il Pd 'sembra essersi arreso davanti al partito di maggioranza assoluta, che è quello degli astenuti, abbandonando così la sua vocazione maggioritaria. Occorre - afferma Ruffini - riprendere quella bandiera: non si tratta di capire quanto sia largo il Campo di chi sta già dentro, ma semmai aprire il Campo a chi ne è uscito, ad esempio col non-voto. Certo, è più facile amministrare il proprio consenso, ma la politica è saper affrontare anche sfide difficili".
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Fonte: www.rainews.it
