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I “grandi capi” dormono sul clima: la protesta alla COP30 di Belém
Alla vigilia della COP30, le caricature di Trump, Milei, Lula e gli altri in amaca denunciano l’inerzia dei leader mondiali di fronte all’emergenza climatica
Seduti su amache e pouf lungo il fiume Guamá, in Amazzonia, i leader mondiali sonnecchiano. Le “Big Heads”, le celebri maschere giganti in cartapesta utilizzate dagli attivisti per il clima, sono tornate in scena a Belém, alla vigilia dell'apertura della COP30, con un’azione simbolica che ha già fatto il giro del mondo.
Accanto al presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, si riconoscevano facilmente il volto tendente all’arancione di Donald Trump e quello severo dell’argentino Javier Milei. Tutti “addormentati”, come a voler evocare un vertice che si muove troppo lentamente di fronte all’emergenza climatica.
«Sembra che i leader mondiali stiano facendo un pisolino mentre il pianeta brucia. È ora di svegliarsi e far pagare chi inquina», ha dichiarato Viviana Santiago, direttrice di Oxfam e promotrice della protesta.
Tra cartelli, tamburi e slogan come “Sveglia! Fate pagare i ricchi inquinatori!”, la performance ha ricordato che il Brasile, simbolo della biodiversità, è anche uno dei Paesi più esposti alla deforestazione e alla pressione industriale.
Intanto la città di Belém si prepara ad accogliere oltre 50 capi di Stato e di governo e decine di migliaia di delegati da 170 Paesi. Le autorità brasiliane hanno mobilitato 10.000 agenti e 7.500 soldati per garantire la sicurezza di quella che il presidente Lula ha definito “la COP della verità”.
L’Unione Europea arriva con un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, il più ambizioso tra i grandi blocchi economici. L’Italia, rappresentata dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, ha spinto per un approccio più flessibile e per l’uso ampliato dei crediti di carbonio, una scelta criticata da diversi osservatori ambientali.
Ma a preoccupare gli organizzatori non sono solo le divisioni politiche: cresce anche la minaccia della disinformazione climatica, amplificata dall’intelligenza artificiale. Secondo un rapporto di Climate Action Against Disinformation, nei mesi che hanno preceduto la conferenza i contenuti falsi legati alla COP sono aumentati del 267%, tra video manipolati e notizie inventate.
Un’allerta che accompagna l’inizio dei lavori e rende ancora più urgente il messaggio delle “Big Heads”: svegliarsi, prima che sia troppo tardi.
Fonte: www.rainews.it
