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A Repubblica nasce il premio al giornalista della settimana

L'iniziativa del neodirettore Molinari istituisce un riconoscimento di 600 euro per chi saprà distinguersi con la proposta migliore.

Tra le doti richieste a un buon direttore di giornale c’è, ai primi posti, la capacità di motivare il proprio corpo redazionale. E spendersi ogni giorno per valorizzare un team di giornalisti dalle diverse capacità e visioni, riuscendo a mantenere il giusto equilibrio tra una sana competizione e lo spirito di squadra che necessariamente dovrebbe animare le stanze di un quotidiano.

UN RICONOSCIMENTO DI 600 EURO LORDI IN BUSTA PAGA

Non sempre accade, purtroppo, ma sarà forse questa la ragione che ha spinto il neodirettore di Repubblica, Maurizio Molinari, a pochi giorni dal suo insediamento, a istituire una sorta di riconoscimento individuale per il “giornalista della settimana”. Il premio consiste, si legge in un messaggio recapitato da Molinari ai suoi cronisti, in una R stilizzata con il nome del vincitore e un riconoscimento di 600 euro lordi in busta paga. Il “trofeo”, si legge ancora, sarà assegnato ogni lunedì mattina, scegliendo tra le proposte illustrate da ogni responsabile di settore, sia su carta che sul digitale.

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Con l’emergenza coronavirus per la pubblicità sui media sarà un semestre da incubo

Fcp, la federazione delle concessionarie, stima perdite complessive per oltre 500 milioni. A risentirne maggiormente sarà la carta stampata, con un calo del 25%. Seguono televisione e digitale con un -15%. Ma anche le radio. Drammatico il crollo nei cinema.

I numeri (e le prospettive) sono da incubo. A elaborali Fcp, ovvero la Federazione che raggruppa le 41 concessionarie di pubblicità italiane, che sentiti i suoi associati ha fatto una previsione di quello che potrebbe essere l’andamento del mercato nel primo semestre del 2020.

E se già si intuiva che i riflessi del coronavirus sarebbero stati devastanti, le cifre danno concretezza a quello che sarà un drammatico calo. Con le aziende che taglieranno drasticamente i budget, si calcola che sarà di oltre 500 milioni di euro la perdita complessiva dei ricavi da pubblicità.

PER LA CARTA STAMPATA ATTESO UN -25%

Una perdita che colpirà duramente tutti i settori. In testa la carta stampata, con quotidiani e periodici accreditati di un calo del 25% (era a meno 4,4% il loro andamento a gennaio). Segue la televisione con il 15%, della stessa entità il calo dell’advertising digitale, in crescita a gennaio del 4,9%. Nel dato scomposto fa specie anche il crollo delle radio, settore sin qui considerato trainante e tra i più redditizi. Le previsioni parlano di una perdita di fatturato del 18%. E pensare che lo scorso gennaio l’indice di crescita segnava un più 11,8% rispetto all’analogo periodo del 2019.

DRAMMATICO IL CROLLO NEI CINEMA

Drammatico, ma facilmente prevedibile visto che i decreti del governo ne prevedono la chiusura delle sale, il crollo della pubblicità nei cinema, che una stima prudenziale indica non inferiore al 50%. Insomma, una Caporetto che viene a colpire un settore che già in tempi normali è affetto da profonda crisi, e che ovviamente costringerà gli editori a rendere ancora più severi i piani di ridimensionamento e riduzione dei costi.

Quello di cui si occupa la rubrica Corridoi lo dice il nome. Una pillola al giorno: notizie, rumors, indiscrezioni, scontri, retroscena su fatti e personaggi del potere.

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