Addio al generale Franco Angioni. Crosetto: "Un riferimento per l'intera Difesa"
Guidò la prima missione italiana all'estero dopo la seconda guerra mondiale, a capo del contingente italiano della Forza Multinazionale in Libano, tra il 1982 e il 1984. Crosetto: "La sua leadership rese l'Italia un modello di efficacia e umanità"
WikipediaCommons Si è spento all'età di 92 anni il generale Franco Angioni, protagonista di un'importante missione militare a capo del contingente italiano della Forza Multinazionale in Libano tra il 1982 e il 1984, all'epoca con il grado di colonnello.
"Profonda commozione per la scomparsa del generale Angioni" è stata espressa dall'ex ministro dell'Ambiente Valdo Spini, che ne ha dato notizia. "Ho avuto modo di collaborare con lui - ricorda Spini - quando ho ricoperto la carica di presidente della commissione difesa della Camera dei Deputati dal 1996 al 2001. E proprio in questa veste e in quella di presidente della Direzione dei Democratici di sinistra, personalmente ne raccomandai la candidatura come indipendente nelle liste Ds alla Camera dei Deputati nel 2001. Ha ricoperto con onore anche quell'incarico".
Gli anni in Libano alla guida della forza di interposizione “Italcon”
Paracadutista della brigata Folgore, Angioni scrisse una pagina importante dell'Italia fin dal 1982, quando fu nominato alla guida di Italcon, il contingente italiano della forza multinazionale in Libano durate la guerra in quei territori, che arrivò ad impiegare fino a 2.500 uomini. La missione, nata inizialmente come iniziativa Onu, cambiò volto dopo il veto dell'Urss che annullò l'egida internazionale. Da allora Italcon rappresentò uno sforzo soprattutto nazionale, assieme a Francia e Stati Uniti e diventò per il suo approccio un modello a cui si riferirono anche le successive missioni italiane all'estero.
In Libano Angioni spinse i propri soldati a conoscere la cultura locale distribuendo libri e consentendo ai militari italiani di comprendere le ragioni delle parti. L'Italia riuscì quindi a proporsi come forza di interposizione, mantenendo ottimi rapporti con la popolazione locale e le diverse parti in lotta, avviando anche la costruzione di ospedali. Al termine della missione, nel 1984, il comandante di Italcon era già molto popolare nel Paese e negli anni successivi ebbe diversi incarichi ai vertici militari italiani. Nel 2001 entrò in politica e fu eletto alla Camera dei deputati nelle politiche come indipendente in quota Democratici di Sinistra: da allora è stato segretario della commissione Difesa della Camera fino al 2006.
Crosetto: “Rese l'Italia un modello di efficacia e umanità”
"Sono profondamente addolorato per la scomparsa del Generale di Corpo d'Armata Franco Angioni", ha scritto su X il ministro della Difesa Guido Crosetto. "Figura carismatica e militare dallo stile di comando inconfondibile, lo ricordiamo - prosegue il ministro - per i numerosi e prestigiosi incarichi ricoperti, tra cui quello di Comandante del contingente italiano in Libano, dove nel 1982 seppe affrontare una delle missioni di pace più complesse, distinguendosi per la capacità di unire rigore operativo e sensibilità umana. Divenne così una delle figure più note e rispettate delle Forze Armate italiane del secondo dopoguerra".
"La sua leadership rese l'Italia un modello di efficacia e umanità riconosciuto a livello internazionale. Al termine del servizio attivo, il suo impegno a favore del Paese lo portò a essere parlamentare della Repubblica, continuando a servire con lo stesso senso del dovere e della responsabilità. Figura di riferimento per l'Esercito e per l'intera Difesa, lascia un esempio che continuerà a ispirare le generazioni future. Ai suoi cari rivolgo la mia vicinanza e il cordoglio più sincero, anche a nome di tutta la Difesa", conclude.
Fonte: www.rainews.it
