La famiglia che vive nel bosco con tre bimbi: i genitori temono di perdere la patria potestà
Catherine e il marito inglese Nathan vivono con i tre figli, una di otto e due gemelli di sei anni, in un'ex casa colonica e difendono la loro scelta di vivere circondati da animali e silenzio. Il tribunale del minori deciderà sul futuro dei piccoli
Il bosco, un cavallo, un asino, i gatti e un cane. In Abruzzo, una coppia anglosassone con i tre figli ha scelto di vivere nel bosco, a contatto diretto con la natura. Una decisione che ha suscitato dibattito e su cui ora si concentra l'attenzione della magistratura, soprattutto per l'affido dei bimbi.
Non hanno le bollette delle utenze perché la luce è assicurata da un pannello fotovoltaico, l'acqua da un pozzo: una vita fuori dalle convenzioni e dai vincoli della quotidianità che fa riflettere.
Una famiglia vive nel bosco e il caso finisce in tribunale
Catherine Birmingham, australiana di 45 anni, ex insegnante di equitazione, e il marito inglese Nathan Trevallion, 51, artigiano ebanista, vivono con i tre figli, una di otto e due gemelli di sei anni, in un'ex casa colonica circondati da animali e silenzio, a pochi chilometri dal mare di Vasto, in provincia di Chieti e difendono la loro scelta di vita.
Tutto nasce da una intossicazione da funghi: la famiglia chiama i soccorsi e nell'aprile 2025 finiscono in ospedale, poi i servizi sociali arrivano nel casolare della famiglia dopo la segnalazione dei carabinieri. Senza utenze e residenza la famiglia vive in completa autonomia e autosufficienza alimentare. I bimbi non vanno a scuola, studiano a casa con mamma e papà, ma ogni anno si sottopongono a un test in una struttura pubblica. Loro ribadiscono: “Vogliamo liberarci dalla tossicità della vita moderna”.
Dopo i sopralluoghi, la Procura dei minori ha chiesto la sospensione della potestà e l'affidamento temporaneo dei tre bambini, parlando di "grave pregiudizio" per la loro crescita. La decisione finale spetta ora al giudice dell'Aquila. Per il momento, i piccoli restano con i genitori, sotto osservazione.
"È una famiglia che cresce i bambini in modo diverso ma che non lede i diritti dell'infanzia - spiega l’avvocato Giovanni Angelucci, che difende la coppia -. Sanità e istruzione sono garantiti. È sospesa la podestà genitoriale ma i bimbi sono affidati a loro".
"Non si tratta di un caso di violenza o degrado - dice l’avvocato - ma di una famiglia economicamente indipendente che ha scelto uno stile di vita alternativo, spinta da un ideale di libertà e rispetto per la natura".
Fonte: www.rainews.it
