"Sistema Pavia", il Tribunale del Riesame annulla i sequestri a Venditti e Mazza
La decisione dei giudici di Brescia dopo le perquisizioni di ottobre nell'ambito dell'inchiesta bresciana che si intreccia anche col caso Garlasco
Il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di perquisizione e sequestri, eseguito il 9 ottobre, a carico dell'ex procuratore di Pavia Mario Venditti e del pm Pietro Paolo Mazza, ora a Milano, nell'ambito dell'inchiesta bresciana sul cosiddetto 'sistema Pavia', che si intreccia anche col caso Garlasco.
I giudici hanno ordinato la restituzione di tutti i beni sequestrati a Venditti, difeso dal legale Domenico Aiello, e a Mazza, difeso dall'avvocato Massimo Dinoia, tra cui telefoni, pc e altri dispositivi elettronici.
Il dispositivo, le motivazioni saranno rese tra 15 giorni
Il Riesame (giudici Pagliuca, Cavalleri e Azzi), si legge nel dispositivo (motivazioni tra 15 giorni), ha accolto i ricorsi delle difese discussi in udienza lunedì e ha annullato "i decreti di perquisizione e contestuale sequestro" emessi l'8 ottobre dalla Procura di Brescia ed eseguiti dalla Gdf bresciana il giorno successivo. E "ordina la restituzione" a Venditti e Mazza, ex pm pavese, di "tutti i beni sequestrati, unitamente ai dati eventualmente già estrapolati".
In pratica, però, saranno restituiti i dispositivi solo a Mazza, perché quelli di Venditti sono ancora sotto sequestro per l'altra inchiesta che lo vede accusato di corruzione in atti giudiziari assieme al padre di Andrea Sempio, con l'accusa di aver scagionato in cambio di soldi il figlio nella prima indagine a suo carico del 2017 sul delitto di Garlasco.
Il Riesame aveva già annullato il sequestro dei dispositivi in quell'indagine, ma i pm ne hanno disposto un altro con più estesa motivazione e anche su questo c'è stato ricorso dell'avvocato Aiello (udienza da fissare).
La stessa difesa di Venditti presenterà richiesta al gip di incidente probatorio, dato che la Procura voleva già partire con un accertamento tecnico irripetibile per la copia forense dei dispositivi in mano agli investigatori. Il Riesame aveva anche già bocciato i decreti di sequestro per gli ex carabinieri pavesi, non indagati, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone.
Il capo di imputazione
Venditti e Mazza, stando all'imputazione per peculato e corruzione, avrebbero ricevuto da Cristiano D'Arena, titolare della Esitel, società di intercettazioni, e della Cr Service, "utilità", tra cui "pranzi presso il ristorante Da Lino", la "vendita di auto a prezzo inferiore a quello di mercato" e la "effettuazione gratuita di lavori di manutenzione alle auto". E in cambio, per l'accusa, avrebbero affidato in modo "esclusivo a Esitel" il servizio di "noleggio degli apparati di intercettazione" e a Cr Service quello del servizio di auto per la Procura, "in misura incongrua rispetto alle esigenze investigative". Macchine poi destinate "ad uso privato" per i magistrati. Nel decreto i magistrati parlavano di tre auto e di un furgoncino.
Fonte: www.rainews.it
