Daily Archives: 20 Settembre 2023

Tajani: «Meloni ha informato la Cina sui piani d’uscita dalla Via della Seta»

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato ospite in diretta dalla giornalista Maria Bartiromo, conduttrice del programma Morning with Maria, in onda su Fox News. Lì, dove poche settimane fa c’è stata anche la premier Giorgia Meloni, ha parlato della possibile uscita dell’Italia dalla Via della Seta.

Tajani: «Noi alleati degli Usa»

Secondo Tajani, infatti, la presidente del Consiglio avrebbe già spiegato ai vertici di Pechino il percorso scelto dal Paese. Il ministro degli Esteri ha dichiarato: «La premier Meloni ha parlato alla Cina dei piani dell’Italia per uscire dalla Via della Seta». E quando Bartiromo ha chiesto a Tajani se temesse delle «ritorsioni» dal governo cinese, il vice premier ha risposto: «Non lo so, ma noi siamo alleati degli Stati Uniti. Vogliamo parlare con la Cina certo, ma facciamo parte del patto transatlantico».

Tajani «Meloni ha informato la Cina sui piani d'uscita dalla Via della Seta»
Antonio Tajani (Imagoeconomica).

Meloni a luglio: «Decisione entro dicembre»

Una presa di posizione che cozza con quanto la stessa Meloni ha dichiarato nell’intervista a Maria Bartiromo dello scorso luglio. La premier aveva spiegato che l’uscita dalla Via della Seta «dovrà essere discussa col governo cinese e nel Parlamento italiano». E poi aveva sottolineato: «Prenderemo una decisione prima di dicembre».

Tajani: «Rendere operativo il nostro partenariato economico»

Appena il 4 settembre scorso, Tajani ha parlato di come l’Italia sostenga «il dialogo con Pechino nel contesto dell’Unione Europea», all’undicesima sessione del Comitato governativo Italia-Cina. E in quell’occasione ha spiegato: «Abbiamo un interscambio in crescita e più di 1.600 imprese italiane nel paese, la Cina è il primo partner in Asia. Vogliamo esportare ancora di più e rendere sempre più operativo il nostro partenariato economico. Diplomazia della Crescita».

Wang Yi: «Via della Seta ricca di risultati»

Alla sessione di lavori ha partecipato anche il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che ha dichiarato: «La cooperazione nell’ambito della nuova Via della Seta è stata ricca di risultati: negli ultimi 5 anni l’interscambio commerciale tra i due Paesi è arrivato a 80 miliardi di dollari da 50 miliardi. L’export italiano verso la Cina è aumentato del 30 per cento». Poi le parole su un rapporto da «consolidare e approfondire», poiché Cina e Italia «sono due potenze economiche importanti».

Tajani «Meloni ha informato la Cina sui piani d'uscita dalla Via della Seta»
Il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi (Getty).

Scarpa da bambino di 2 mila anni fa scoperta in Austria: ha tutti i lacci

Una scarpa di oltre 2 mila anni con tutti i lacci ancora al loro posto. È l’incredibile scoperta che arriva da Dürrnberg, poco a sud di Salisburgo, in Austria. Data la sua taglia, corrispondente al moderno numero 30 nella tabella europea, gli archeologi ritengono appartenesse a un bambino, di cui però non è possibile con certezza stabilire l’età. L’intera calzatura è fatta di cuoio, ad eccezione dei lacci, miracolosamente ancora integri, che sono realizzati in lino. «Un simile ritrovamento è sempre speciale», hanno detto gli esperti alla Cnn. «Questo in particolare ci offre uno sguardo molto raro sull’epoca cui risale».

La scarpa ritrovata in Austria risale ai minatori dell’età del ferro

La calzatura si trova attualmente in Germania, presso il Museo minerario tedesco di Bochum-Leibniz. Con una prima analisi al radiocarbonio, gli archeologi hanno datato la scarpa al II secolo a.C., quando l’area era popolata principalmente da minatori. Proprio il sale, che i lavoratori cercavano instancabilmente in tutta la regione, ha consentito al reperto di conservarsi in perfetto stato. «Siamo di fronte a un oggetto eccezionale e molto raro», ha spiegato il professor Thomas Stöllner, capo del dipartimento di ricerca del museo. «Da decenni le nostre attività a Dürrnberg si concentrano sulle prime attività minerarie». Assieme alla scarpa da bambino, gli archeologi hanno rinvenuto quello che sembra essere il frammento di una pala in legno e i resti di una pelliccia con un laccetto, probabilmente utilizzata come cappuccio. «I reperti organici sono fra i più deperibili con il tempo», ha concluso Stöllner. «Per questo sono così importanti».

Già prima della scarpa da bambino, il museo di Bochum-Leibniz aveva riportato alla luce altre calzature in cuoio. Come riporta Arkeonews, fra i primi a dare la notizia del ritrovamento, nel 2021 un team ritrovò la scarpa di un uomo di 2 mila anni fa nella Bassa Sassonia. Probabilmente fu persa durante l’attraversamento di una palude o una zona fangosa. Nelle vicinanze apparve anche un sentiero tracciato con assi di legno, risalente all’incirca allo stesso periodo. «Le brughiere della Bassa Sassonia custodiscono un archivio unico», aveva affermato il ministro della Scienza e della Cultura Bjorn Thumle. «Non conservano solo pezzi lavorati e oggetti metallici, ma anche reperti organici».

Lo sport entra in Costituzione: arriva l’ok definitivo della Camera

L’Aula della Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge costituzionale che inserisce la tutela dello sport in Costituzione all’unanimità, con 312 sì. Il provvedimento aveva già ricevuto il via libera dal Senato in seconda lettura (170 sì, 1 astenuto) il 17 maggio scorso e in prima lettura il 13 dicembre 2022 (145 sì e 4 astenuti). E sempre alla Camera c’era già stata un’approvazione unanime il 4 aprile.

La norma all’art. 33 della Carta

Il testo è composto di una sola norma che all’articolo 33 della Carta, dove si parla di arte e scienza, aggiunge: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».

Il Politecnico Milano nella top 50 dei migliori atenei europei

La prima classifica QS delle migliori università d’Europa vede in cima alla lista l’Università di Oxford, seguita dal Politecnico di Zurigo e dall’Università di Cambridge. Il Politecnico di Milano si conferma il migliore ateneo italiano, ottenendo il 47esimo posto, dopo aver migliorato il proprio risultato nel Qs World University Rankings. Tra i primi 100 atenei anche la Sapienza (65esima), l’Università di Bologna (78esima) e l’Università di Padova (89esima).

Italia al top per la produttività scientifica

La classifica ha preso in esame 688 università in 42 Paesi (oltre agli europei sono inclusi la Turchia, l’Armenia, l’Azerbaigian e la Georgia). Nella top ten, oltre ai già citati Oxford e Cambridge, figurano anche l’Imperial College (quarto posto), l’Ucl (quinto posto), e l’Epfl di Losanna (nono posto). Come anticipato, il miglior risultato tra gli istituti italiani l’ha ottenuto l’ateneo milanese specializzato in ingegneria, architettura e design, seguito da tre sole altre università nostrane nella top 100. A “bilanciare” questo dato il fatto che, in molti dei dodici indicatori presi in esame, l’Italia si è piazzata in buone posizioni. Primo tra tutti quello della produttività scientifica, dove nessun altro Paese europeo ha così tanti atenei nella top 100. Qui vi figurano 25 atenei italiani (due dei quali nella top 20, ovvero Politecnico di Bari al 13esimo posto e quello di Torino al 17esimo), quasi il doppio dei secondi arrivati, francesi e tedeschi, che ne hanno in tutto 13.

Ca’ Foscari quarta per scambi internazionali

L’altro indicatore in cui collettivamente il sistema italiano si è posizionato in prima fascia è quello della mobilità dei suoi studenti, ovvero della percentuale di iscritti che usufruiscono di qualche programma di scambio internazionale e trascorrono un periodo di almeno un semestre in un ateneo straniero. Ca’ Foscari a Venezia è quarta al mondo, seguita dalla Cattolica di Milano (sesta), dall’Università di Bolzano (15esima) e dal Politecnico di Milano (20esimo).

Migranti, l’idea della senatrice Biancofiore: «Un’isola artificiale nel Mediterraneo»

La capogruppo al Senato di Civici d’Italia-Noi Moderati-Coraggio Italia-Udc-Maie, Michaela Biancofiore, lancia una nuova proposta per gestire l’emergenza migranti. Secondo lei, come ha spiegato durante la trasmissione Dimmi la verità, bisognerebbe «costruire immediatamente, in acque internazionali un’isola artificiale nel Mediterraneo» che possa fungere da «hub di accoglienza e salvezza, e di verifica se gli immigrati abbiano titolo a venire in Europa o siano clandestini». Com’è nata l’idea? «Sulla fattispecie dell’Isola delle Rose», ha dichiarato la stessa Biancofiore. Il riferimento è alla piattaforma creata dal bolognese Giorgio Rosa a Torre Pedrera, nel comune di Rimini, nel 1958, la cui storia è stata raccontata anche in un film del 2020 dal regista Sydney Sibilla.

Biancofiore: «Un luogo neutro di cooperazione internazionale»

La capogruppo di centro, durante la trasmissione, ha spiegato che si agirebbe «in accordo con l’Ue e l’Onu». Biancofiore ha insistito parlando di cosa rappresenterebbe l’isola artificiale: «Un luogo neutro di cooperazione internazionale nel quale, di concerto con la Croce Rossa internazionale e altre associazioni umanitarie, ci si possa prendere cura di questi disperati, farli approdare senza lasciarli annegare ma, allo stesso tempo, gli si prendano le impronte per le identificazioni e per valutare il loro diritto a chiedere ed ottenere asilo».

Migranti, l'idea della senatrice Biancofiore «Un'isola artificiale nel Mediterraneo»
Michaela Biancofiore (Imagoeconomica).

La senatrice: «Chi non ha requisiti sarà rimpatriato»

Biancofiore ha poi concluso: «Chi non ha i requisiti dovrà essere rimpatriato, come sottolineato dalla presidente Von der Leyen. Si impedirebbe così il dramma di Lampedusa o Porto Empedocle o altri luoghi rivieraschi del nostro Paese o della Spagna, della Grecia, di Malta e così via». Poi un plauso al governo: «Benissimo quanto sta facendo la premier Meloni per fermare gli sbarchi di clandestini e per non far diventare l’Italia il campo profughi dell’Ue. Dobbiamo imprimere una vera svolta al fenomeno migratorio impedendo che i clandestini arrivino sulle nostre coste che sono, ricordiamolo, i confini dell’Europa».

Nel Regno Unito una chiatta per ospitare chi richiede asilo

L’idea di Biancofiore richiama quanto già sta avvenendo nel Regno Unito. Dopo l’approvazione della legge sull’immigrazione illegale, il governo di Rishi Sunak ha noleggiato per 18 mesi una gigantesca chiatta, lunga 91 metri e larga 27. Si tratta della Bibby Stockholm, ormeggiata sulla penisola di Portland, su cui vengono ospitate fino a 500 persone, richiedenti asilo in attesa dei documenti. Non una prigione, però, specificano le autorità. Gli uomini, tutti adulti, sono liberi di andare e tornare. In passato è stata utilizzata anche da Germania e Paesi Bassi.

Migranti, l'idea della senatrice Biancofiore «Un'isola artificiale nel Mediterraneo»
La Bibby Stockholm ormeggiata a Portland (Getty Images).

Lavoratori Marelli in presidio: «Crevalcore non si tocca»

Marelli chiude lo stabilimento di Crevalcore (Bologna) con una produzione legata ai motori endotermici e 230 dipendenti. Lo ha annunciato l’azienda ai sindacati nella giornata di martedì 19 settembre. La produzione verrà trasferita nello stabilimento di Bari. Marelli ha ribadito che l’Italia è strategica, in quanto lo considera «un centro di rilievo in ambito ingegneria e ricerca e sviluppo, così come un importante polo produttivo».

Al via il presidio dei lavoratori 

«Lo stabilimento di Crevalcore non si tocca. Noi vogliamo fare tutto il possibile anche attraverso le istituzioni con le quali siamo già in contatto per trovare una soluzione che passi alla salvaguardia produttiva del sito» Queste le dichiarazioni all’Ansa di Massimo Mazzeo, segretario della Fim Cisl di Bologna, dando voce ai lavoratori a presidio allo stabilimento Marelli di Crevalcore alle porte di Bologna. «Da ieri, da quando ci è stato fatto l’annuncio con cui l’azienda dichiara di voler chiudere lo stabilimento» in linea con la legge delocalizzazioni «noi abbiamo chiesto a Marelli di ritirare immediatamente la comunicazione». Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha ribadito il sostegno ai lavoratori: «Noi saremo al fianco dei sindacati nella mobilitazione».

L’assemblea con i lavoratori Marelli a Sulmona

Intanto è stata convocata per giovedì 21 settembre dalle organizzazioni sindacali l’assemblea con gli operai dello stabilimento Magneti Marelli di Sulmona, all’indomani del vertice romano con l’azienda. Preoccupano i cento potenziali esuberi previsti nel 2024, seppur in diminuzione rispetto alle 135 unità che erano stato annunciate. «La produzione resta incerta perché se non sono stati resi noti investimenti sullo stabilimento come pure deve ancora essere illustrato il piano industriale», hanno commentato i sindacati della fabbrica sulmonese che monitorano anche gli esuberi poiché tra i cento ci sarebbero operai di tutti i livelli e non solo over 55 vicini al pensionamento.

Caso Portanova, parla la ragazza: «Se un gol riabilita dallo stupro non abbiamo speranza»

La studentessa che ha denunciato lo stupro di gruppo per cui il calciatore Manolo Portanova è stato condannato in primo grado, ha scritto una lettera a La Nazione. Lo ha fatto dopo una frase pronunciata da Nicola Zanarini durante la radiocronaca su Radio 1 del match tra Reggiana, l’attuale squadra dell’atleta, e la Cremonese. Portanova ha segnato il primo gol stagionale in Serie B e il radiocronista di Tutto il calcio minuto per minuto ha commentato: «Un gol che mette a tacere le polemiche». Poco dopo il giornalista ha ricordato che «a Firenze fra qualche mese ci sarà l’appello». La sua frase non è piaciuta alla giovane che si chiede: «Se al posto mio ci fossero state la moglie o le figlie?»

Caso Portanova, parla la ragazza «Se un gol riabilita dallo stupro non abbiamo speranza»
Manolo Portanova dopo un match nel dicembre 2021 (Getty Images).

La lettera: «Manca il rispetto per le vittime e per tutte le donne»

Mentre la Rai ha fatto sapere di aver avviato una procedura disciplinare, la giovane ha attaccato il giornalista nella lettera. Ha scritto: «Il telecronista avrà moglie o figlie, se fossero state loro al mio posto avrebbe detto le stesse cose? E loro lo avrebbero scusato?». E ha spiegato: «Non è sentirsi offesa, ma realizzare ancora una volta quanto manchi il rispetto per le vittime di violenza sessuale e in questo caso il rispetto per tutte le donne. Si tratta di sentirsi amareggiata e arrabbiata, comprendendo che siamo ben lontani dal cambiamento. È altresì deprimente notare come il maschilismo patriarcale, di cui tutto ciò è intriso, affonda le radici in affermazioni come queste. Ed è in momenti così che mi chiedo se noi donne siamo ancora ben lontane dal far valere le nostre battaglie».

Caso Portanova, parla la ragazza «Se un gol riabilita dallo stupro non abbiamo speranza»
Portanova con la maglia del Genoa nella gara del gennaio 2022 contro il Sassuolo (Getty Images).

La studentessa: «Se un gol riabilita dallo stupro non abbiamo speranza»

La ragazza ha continuato: «Si tratta di fare un piccolo passo avanti e farne cinque indietro a causa di un risveglio domenicale in cui la prima cosa che vedo è una radiocronaca in cui vengo tirata in ballo pure se non c’entro nulla, in cui la mia battaglia viene sminuita di fronte ad un gol, in cui si parla di polemica e non di una condanna in primo grado a 6 anni. Ricordo con rito abbreviato». E chiede maggiore delicatezza: «Se un gol riabilita da uno stupro e si festeggia non abbiamo speranza. Mi chiedo se sia giusto e di buon esempio per la nostra società, per i giovanissimi e per le donne del nostro Paese, consentire un ruolo di tale visibilità, se è il caso di porlo come figura eroica ai giovani della sua squadra e pure alle giovani tifose. La presunzione d’innocenza non può non tenere conto di tutto questo. Soprattutto non può non tenere conto alla sofferenza della vittima e della famiglia. Non a caso si parla di cultura dello stupro».

Inquinamento atmosferico, il Nord Italia fra le zone peggiori in Europa

Quasi tutti gli abitanti dell’Europa respirano aria tossica. È il risultato di un’indagine del Guardian sui livelli di particolato nel continente, che presenta dati molto allarmanti sull’inquinamento atmosferico. Maglia nera alla Macedonia del Nord e a tutta l’area orientale, dalla Polonia alla Serbia. Non va però meglio da noi, tanto che il Nord Italia è fra le zone meno salutari e più pericolose per la salute umana. Stando alla ricerca eseguita da un team internazionale di docenti universitari, la Pianura Padana presenta una concentrazione di PM2,5 quattro volte superiore a quella raccomandata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Ottima invece la situazione nel Nord Europa, dalla penisola scandinava alla Scozia, uniche regioni a soddisfare tutti i requisiti promossi dall’Oms. «È una grave crisi per la salute pubblica», ha spiegato il dottor Roel Vermeulen, docente all’Università di Utrecht e direttore dello studio. «Tutti respiriamo aria malsana».

In Pianura Padana livelli di particolato quattro volte oltre la norma. I dati sull'inquinamento dell'aria in Europa e come intervenire.
L’area di Milano e tutto il Nord Italia sono fra i peggiori in Europa (Getty Images).

Dalla Germania al Regno Unito, l’inquinamento atmosferico in Europa

L’indagine ha portato alla creazione di una mappa interattiva, disponibile sul sito del Guardian, realizzata tramite immagini satellitari e misurazioni di oltre 1400 stazioni di monitoraggio a terra. I dati raccolti hanno circa quattro anni, in quanto risalgono al 2019, ma non dovrebbero discostarsi molto da quelli attuali. Sotto osservazione le polveri sottili, ossia minuscole particelle sospese nell’aria che danneggiano polmoni e circolazione sanguigna, rendendosi responsabili di tumori e malattie croniche. Attualmente, le linee guida dell’Oms suggeriscono che si parla di inquinamento atmosferico quando il loro livello supera i cinque microgrammi per metro cubo. Solo il 2 per cento della popolazione in Europa però vive sotto tali numeri. Nel Nord Italia, una persona su tre vive con livelli quattro volte superiori alla norma, altamente pericolosi per la salute. In Macedonia la percentuale di soggetti a rischio sfiora il 60 per cento.

Situazione grave anche nell’Europa dell’est. Serbia, Romania, Albania, Polonia, Slovacchia e Ungheria infatti presentano livelli di particolato due volte superiori alla norma in quasi tutto il Paese. In Germania, il 75 per cento della popolazione respira aria tossica, in Spagna un cittadino su due e in Francia il 37 per cento. Nel Regno Unito, tre quarti dei cittadini vivono con livelli di inquinamento atmosferico tra una e due volte oltre il limite consigliato dall’Oms. Decisamente migliore la situazione in Norvegia, Svezia, Finlandia e Scozia. Qui infatti nessuna città dei quattro Paesi ha superato il limite massimo, scendendo in molti casi ben al di sotto.

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L’appello degli scienziati ai governi: «Bisogna agire subito»

Accanto ai risultati della ricerca, gli esperti hanno anche lanciato un appello ai governi per intervenire al più presto. L’inquinamento atmosferico è responsabile di 1 milione di nati morti all’anno, cui si aggiungono altri 400 mila decessi nel resto della popolazione. Il particolato infatti colpisce diversi organi del corpo umano, dai polmoni al cuore, causando cancro, diabete, depressione e persino deterioramento cognitivo. «I decessi sono prevenibili», ha spiegato la dottoressa Hanna Boogaard dell’US Health Effects Institute. «La stima inoltre non comprende malattie non letali, disabilità e ricoveri ospedalieri». Come spesso accade, a farne le spese maggiori sono i più poveri e i fragili. «Siamo di fronte a un’ingiustizia ambientale», ha sottolineato Barbara Hoffmann dell’Università di Düsseldorf. «Bisogna garantire pari opportunità di vita sana. Occorre che i politici siano audaci e ambiziosi».

Peste suina, sgomberato rifugio nel Pavese per abbattere i maiali

All’alba di mercoledì 20 settembre 2023 è stata avviata un’operazione di polizia per sgomberare il presidio delle associazioni animaliste a Zinasco (Pavia), al rifugio Progetto Cuori Liberi. Da diversi giorni gli attivisti vigilavano sulla struttura per evitare l’abbattimento di una decina di maiali disposto da Ats Pavia per limitare la diffusione della peste suina. Sul posto sono arrivate una decina di camionette della polizia, con equipaggi antisommossa. Durante una carica tre animalisti sono rimasti lievemente feriti e medicati sul posto dal personale del 118. L’intervento è stato deciso dopo che l’ordinanza di abbattimento dei suini, disposta dall’Ats, è stata confermata, essendo venuta meno la sospensiva. Da metà agosto a metà settembre in provincia di Pavia sono stati abbattuti più di 33 mila maiali in seguito alla scoperta di otto focolai di peste suina.

Le associazioni animaliste hanno chiesto alle autorità di non dare esecuzione all’ordinanza di abbattimento

«Gli attivisti sono stati portati via di peso dalle forze dell’ordine, molti sono stati picchiati con tirapugni e manganelli, alcuni fatti salire sulle camionette della celere e portati via senza rispettare i protocolli di sicurezza e sanificazione», ha spiegato in un comunicato la Rete dei Santuari di animali liberi in Italia. «Nonostante oggi siamo stati sconfitti, continueremo a lottare per difendere i rifugi e l’idea che essi rappresentano: un’alternativa di convivenza rispetto a un sistema che uccide per profitto», hanno assicurato alcuni attivisti della rete. Intanto 11 associazioni animaliste, da Enpa a Lav, hanno scritto una lettera per chiedere alle autorità di non dare esecuzione all’ordinanza di abbattimento prima dell’esito dell’udienza del Tar Lombardia fissata per esprimersi sul ricorso contro l’uccisione dei suini presentato da Progetto Cuori Liberi con il supporto di LAV, Vitadacani e LNDC Animal Protection.

Santanchè nei guai anche per Ki Group: i pm chiedono il fallimento

La procura di Milano ha chiesto oggi, 20 settembre, il fallimento della Ki Group, società del gruppo Bioera che nel 2014 ha visto entrare in maggioranza Daniela Santanchè e l’allora compagno Caio Mazzaro. La decisione, scrive Repubblica, è arrivata nonostante le rassicurazioni che la stessa ministra del Turismo ha dato al Senato lo scorso luglio sul risanamento della società. Bocciata dai pm Luigi Luzzi e Giuseppina Gravina la richiesta di concordato con i creditori. Si complica dunque la situazione di Santanchè dopo il caso Visibilia.

LEGGI ANCHESantanchè, un altro dipendente in Cig a sua insaputa nell’inchiesta su Visibilia

Dipendenti senza Tfr e emolumenti milionari per Santanchè e Mazzaro

Un’inchiesta di Report aveva portato alla luce come alcuni dipendenti non avessero ancora ricevuto il Tfr dopo essere stati licenziati. Anche diversi fornitori sarebbero falliti dopo non essere stati pagati. Al contrario, «sia Santanchè sia Mazzaro hanno ricevuto emolumenti per milioni di euro in qualità di componenti dei cda del gruppo che fa capo a Bioera». In Senato la ministra aveva assicurato che i Tfr sarebbero stati pagati e la società salvata, sottolineando che non aveva più «alcun ruolo operativo e societario» in Ki Group.

Santanchè, guai anche per Ki Group i pm chiedono il fallimento
Daniela Santanchè (Imagoeconomica).

La procura sul concordato: «Nessuna garanzia prevista»

Secondo la procura «non sono state rispettate le condizioni di accessibilità allo strumento del concordato semplificato. In particolare non viene fornita alcuna indicazione in ordine a una effettiva e completa interlocuzione con i creditori, al fine di raccogliere un eventuale consenso». La capogruppo Bioera avrebbe dovuto sborsare una cifra pari a 1,6 milioni di euro per salvare Ki Group. Ma la procura ha sottolineato che «non è prevista alcuna garanzia. La ricorrente non pare abbia fornito un’analisi dei costi e dei ricavi di gestione attesi dalla prosecuzione dell’attività di presa prevista dal piano di concordato, con il fine di evitare un detrimento dei creditori nelle more della dismissione dell’intero patrimonio aziendale».

Bioera in perdita per 5,3 milioni 

Non solo. Bioera è «gravata da una perdita di 5,3 milioni» nell’ultimo bilancio. I pm così hanno spiegato la decisione: «Essendo questa la situazione economica di Bioera, di cui questo ufficio chiede la liquidazione giudiziale, non si vede come la stessa possa farsi carico del peso economico del piano proposto da Ki Group». E infine hanno rilevato «la manifesta inattitudine del piano proposto e la non fattibilità dello stesso con riguardo alle garanzie offerte per assicurare la liquidazione».

Santanchè, guai anche per Ki Group i pm chiedono il fallimento
La ministra del Turismo, Daniela Santanchè (Imagoeconomica).

L’avvocato dei dipendenti: «Solo vane promesse»

La richiesta dei pm è stata commentata dall’avvocato dei lavoratori e della lavoratrici che attendono ancora il pagamento del Tfr, Davide Carbone. Il legale ha dichiarato, come riporta Repubblica: «Il documento depositato dalla procura con richiesta di fallimento delle tre società rappresenta come le parole del ministro in Senato sul totale saldo dei creditori e degli stessi dipendenti ad oggi siano rimaste solo vane promesse. Un esercizio sterile della lingua italiana. Di fatto il fallimento farà sì che i debiti verso i dipendenti verranno saldati dall’Inps e quindi dai cittadini italiani».

Foa: «Sul Covid il dottor Citro ha parlato a titolo personale»

Dopo la bufera scatenata dalla partecipazione dello psicoterapeuta sospeso dall’Ordine e no-vax Massimo Citro della Riva alla trasmissione Giù la maschera su Radio 1 – «Il vaccino causa molti danni. Sono anche (registrati, ndr) in letteratura e sono all’ordine del giorno. Non serve a nulla. È un disastro ed è una volontà evidente di fare del male», ha dichiarato tra le altre cose Citro –  Marcello Foa è stato costretto a una sorta di mea culpa. «Ieri pomeriggio il dottor Citro ci ha espresso il suo rammarico per quanto accaduto e assumendosene la responsabilità. Precisando che si trattava di opinioni personali e non di una valutazione scientifica», ha spiegato l’ex presidente Rai in apertura della puntata di mercoledì 20 settembre. «Prendiamo atto di questa dichiarazione», ha aggiunto Foa, «dando a questa precisazione la stessa evidenza con cui la frase è stata pronunciata nella trasmissione di ieri, come deve fare un giornalismo che vuole essere intellettualmente onesto. E come conviene a questo tipo di giornalismo ho deciso, alla luce dell’interesse che questo tema suscita, di tornare anche oggi sul Covid».

Il direttore Pionati si è fatto indicare gli ospiti direttamente dal ministero della Salute

Come scrive la Stampa, dopo la puntata incriminata l’ad Rai Roberto Segio e la presidente Marinella Soldi sono corsi ai ripari con un comunicato in cui l’azienda ha preso le distanze dalle tesi di Citro della Riva. Non solo. I vertici di Viale Mazzini hanno chiamato il direttore di Radio Rai Francesco Pionati ordinando al più presto una puntata riparatrice con ospiti riporta sempre il quotidiano torinese, indicati direttamente dal ministero della Salute. La scelta è ricaduta su Giorgio Palù, direttore dell’Alfa, Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana Malattie infettive e tropicali e Laura Dalla Ragione, psicologa e psicoterapeuta.

 

La Camera approva il pdl che introduce l’omicidio nautico

Con 268 sì e un solo no, l’Aula della Camera ha approvato il progetto di legge che introduce nell’ordinamento il reato di omicidio nautico.

Il reato di omicidio nautico diventa legge

Il testo, firmato dai senatori di FdI Alberto Balboni e Guido Quintino Liris, che a febbraio 2023 aveva già ricevuto il via libera dal Senato, diventa così legge subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. In quasi tutti gli interventi in Aula sono stati ricordati Greta Nedrotti, di 25 anni, e Umberto Garzarella, di 36, che nel 2021 furono travolti e uccisi da un motoscafo che viaggiava ad alta velocità sul lago di Garda, nel golfo di Salò, guidato da un conducente in stato di ebbrezza. Ai familiari delle due vittime, presenti in Tribuna, è stata rivolta la vicinanza della presidenza della Camera e un lungo e caloroso applauso da parte dei deputati.

Effetto post-Covid in Cina sui matrimoni, +5,4 per cento nei primi sei mesi del 2023

I matrimoni in Cina nella prima metà del 2023 sono aumentati del 5,4 per cento annuo, pari a un totale di 3,9 milioni di coppie. A renderlo noto gli ultimi dati del ministero degli Affari civili che ha analizzato la situazione nel post Covid. Dopo il picco di 13,5 milioni del 2013, il numero di nozze per nove anni consecutivi aveva avuto un calo fino a raggiungere i 6,8 milioni di fine 2022, i livelli più bassi dalla tenuta degli appositi registri su scala nazionale dal 1986. A causa della pandemia e di altri fattori, infatti, alcune coppie hanno rimandato il loro matrimonio dal quarto trimestre del 2022 alla prima metà del 2023, con un effetto positivo sulle attuali statistiche. Così ha riferito il sito statale cinese di news Yicai, citando alcuni esperti. Pranzi e banchetti hanno avuto una netta ripresa solo nel 2023, così come le attività degli studi fotografici.

Guangdong, Jiangsu e Shandong le province con più matrimoni

Guangdong, Jiangsu e Shandong sono state le prime tre province che hanno assistito a un aumento dei matrimoni e dei consumi legati ai festeggiamenti. A dimostrarlo anche le ricerche condotte su Baidu (un motore di ricerca in mandarino paragonabile a Google) sugli hotel dove poter fare il ricevimento, che sono cresciute del 285 per cento nel solo mese di maggio, in corrispondenza dei cinque giorni di festa del Labor Day. Oltre che le ricerche di fotografi di matrimoni, aumentate del 126 per cento come hanno messo in luce i dati del motore di ricerca cinese.

A contribuire al trend positivo anche gli incentivi pubblici

Un trend positivo che può essere collegato anche agli incentivi per le celebrazioni, nell’ambito degli sforzi per risolvere il problema del calo demografico. Ad esempio, Changshan, città a livello di contea sotto l’amministrazione di Quzhou nella provincia dello Zhejiang, ha varato un piano che prevede un bonus di 1.000 yuan (137 dollari) per coloro che celebrano il primo matrimonio o se la donna ha 25 anni o meno. Anche il distretto di Shangyu a Shaoxing, nella provincia dello Zhejiang, riconosce un assegno di 1.000 yuan per ciascuna coppia di novelli sposi.

Pallavolo, Preolimpico donne: Italia-Colombia 3-0

Quarta vittoria consecutiva per l’Italia nel torneo di qualificazione olimpica di pallavolo in svolgimento a Lodz, in Polonia. All’Atlat Arena le azzurre, nel match di apertura della quarta giornata della Pool C, hanno battuto con un secco 3-0 (25-15; 25-20; 25-20) la Colombia volando in testa al proprio girone in attesa dei match di Usa e Polonia.

C’è attesa per i match contro Stati Uniti, Germania e Polonia

Nonostante qualche cambio per far rifiatare chi finora ha giocato di più, la nazionale del ct Davide Mazzanti ha messo in campo intensità e concretezza per battere una Colombia che ha provato a mettere in difficoltà le azzurre guidate in campo, offensivamente, dal trio Villani-Lubian-Nwakalor. Domani ultimo giorno di break prima del rush finale che vedrà l’Italia impegnata contro Usa (22 settembre alle ore 20.45), Germania (23 settembre alle ore 20.45) e Polonia (24 settembre alle ore 20.45) nelle tre sfide che decideranno la qualificazione a Parigi 2024.

Il Papa, le aperture sospette di Mosca e il negoziato quasi impossibile con l’Ucraina

Il Papa e la sua pattuglia di cardinali ci hanno provato testardamente fin da principio del conflitto in Ucraina ad aprire uno spiraglio per il negoziato, al netto delle parole di troppo dette da Francesco in alcune occasioni – come le ultime improvvide uscite di elogio alla tradizione culturale russa associata, in un curioso cortocircuito, allo zar Pietro il grande e a Caterina II – la volontà di fermare la guerra è stata il Leitmotiv dell’azione di Bergoglio dal febbraio 2022 a oggi. Va anche ricordato che al principio, oltre a prendersela con la Nato, il pontefice assestò un colpo niente male anche al suo omologo Kirill, capo del patriarcato ortodosso di Mosca, spiegandogli in videoconferenza che il compito dei leader religiosi non è certo quello di fare i chierichetti dei capi di governo, Putin compreso. Insomma, il Papa ne ha dette varie, non osservando l’attenzione dovuta a uno scenario estremamente complesso sotto il profilo diplomatico, creando profonde incomprensioni fra gli ucraini cattolici e non e, più in generale, nelle chiese cattoliche dell’Europa orientale.

Il Papa, le aperture sospette di Mosca e il negoziato quasi impossibile con l'Ucraina
Papa Francesco e il patriarca Kirill nel 2016 (Getty Images).

Gli aiuti umanitari all’Ucraina e la missione riuscita a metà del cardinale polacco Konrad Krajewski

Si vedrà alla fine se il saldo delle scelte compiute da Francesco sarà positivo o negativo, intanto però è possibile scorgere una strategia di fondo. Il Papa ha infatti utilizzato alcuni dei suoi più stretti collaboratori per muoversi nel pantano determinato dalla crisi ucraina. In particolare ha inviato a Kyiv e nelle regioni coinvolte più direttamente nelle operazioni militari, il cardinale di origine polacca Konrad Krajewski, ovvero “l’elemosiniere del Papa”, in termini più istituzionali si tratta del prefetto del dicastero per il Servizio della carità, ovvero l’organismo vaticano che opera interventi di solidarietà ai più bisognosi a nome del pontefice. Krajewski si è recato numerose volte in Ucraina portando aiuti e generi di prima necessità alle popolazioni civili colpite dalla guerra (e almeno in un’occasione, ricevendo qualche colpo d’avvertimento da parte dell’artiglieria russa), poi ha riferito al Papa in merito a ciò che ha visto di persona e ai colloqui che ha avuto. La sua missione aveva fra l’altro lo scopo di mostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, la vicinanza di Francesco alla popolazione civile. L’operazione, però, è riuscita solo in parte; se infatti la Chiesa greco cattolica ucraina ha ringraziato più volte il Papa per il sostegno umanitario (articolatosi anche attraverso l’azione di diverse caritas nazionali europee), probabilmente la Santa Sede ha sottovalutato, almeno in un primo momento, il consenso di cui godeva la linea di  Volodymyr Zelensky di resistere a ogni costo all’invasione russa. Gli ucraini non solo non vogliono a nessun costo finire triturati da Mosca, ma non accettano neanche di cedere porzioni delle loro terre al gigantesco e traballante vicino, tanto più da quando ne hanno intravisto la fragilità militare. Solo una logorante situazione di stallo, che non sia però in nessun modo percepibile come una sia pure parziale e incerta vittoria russa, potrebbe indurre Kyiv a interrompere le ostilità. Anche perché data la situazione ormai determinatasi, è ben difficile che qualcuno degli alleati occidentali possa mettere in discussione gli aiuti militari, una vittoria anche solo politica di Putin potrebbe infatti avere conseguenze disastrose per le già deboli democrazie europee.

Il Papa, le aperture sospette di Mosca e il negoziato quasi impossibile con l'Ucraina
L’elemosiniere del Papa Konrad Krajewski (Getty Images).

L’apertura (a parole) di Mosca a Zuppi e i rischi dell’equidistanza vaticana

E tuttavia, dato che nessun conflitto è eterno, le elezioni per la Casa Bianca del novembre 2024 potrebbero influire sul proseguimento della guerra, considerando che Joe Biden non ha alcun interesse a ritrovarsi in campagna elettorale mentre le ostilità sul terreno si intensificano e le spese per sostenerle si moltiplicano. In questo spiraglio può inserirsi anche il tentativo vaticano, partito certamente come ipotesi velleitaria ma, nonostante tutto, ancora in piedi. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, è infatti stato per conto di Francesco a Kyiv e a Mosca, a Pechino e a Washington. Da ultimo, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha invitato il cardinale a tornare a Mosca – dove in verità nella sua prima visita Zuppi aveva ricevuto un’accoglienza piuttosto fredda – dicendosi pronto a incontrarlo e ad ascoltare le proposte di mediazione della Santa Sede. Si vedrà se è solo propaganda rivolta alle posizioni pacifiste presenti in Europa e in Italia in area cattolica e in ambienti politici di sinistra (come in realtà di estrema destra) o se la Russia intende fare sul serio. Di fatto, tuttavia, il Vaticano dovrà mettere da parte, se intende davvero diventare un partner internazionale per un negoziato di pace capace di coinvolgere anche le autorità ucraine, tutti gli estremismi ideologici di un pacifismo d’antan, come un’improbabile equidistanza fra aggredito e aggressore o la richiesta di un cessate il fuoco immediato che favorirebbe più l’oppressore che l’oppresso, e aprirsi con decisione a una posizione favorevole a una pace costruita nel rispetto del diritto internazionale. In altre parole sostenere che nessuna controversia internazionale può essere risolta con una invasione. Un’impostazione fatta propria più volte in modo accorto e non urlato dal segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ma meno recepita, nella sostanza, da realtà cattoliche importanti come la Comunità di Sant’Egidio dalla quale pure proviene il cardinal Zuppi.

Il Papa, le aperture sospette di Mosca e il negoziato quasi impossibile con l'Ucraina
Il cardinal Zuppi (Imagoeconomica).

Mare Fuori 4 in anteprima alla Festa del Cinema di Roma

Inizia a prendere forma il cartellone della Festa del Cinema di Roma. Alla 18esima edizione arriverà infatti in anteprima mondiale Mare Fuori 4, atteso nuovo capitolo della serie coprodotta da Rai Fiction e Picomedia. Previsto anche il red carpet con il produttore Roberto Sessa, gli sceneggiatori Cristiana Farina e Maurizio Careddu oltre all’intero cast. Sfileranno nella Capitale infatti, tra gli altri, Lucrezia Guidone, Massimiliano Caiazzo e Carmine Recano, ma anche Artem, Maria Esposito e Domenico Cuomo. Non mancherà nemmeno Matteo Paolillo, autore anche del singolo ‘O Mar for da oltre 40 milione di views su YouTube.

In anteprima a Roma i primi due episodi della serie Rai Fiction Mare Fuori alla presenza del cast. Trama e possibile data di uscita.
Il cast di Mare Fuori al Festival di Sanremo (Getty Images).

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Mare Fuori 4, cosa sappiamo sulla nuova stagione della serie Rai Fiction

In attesa dei primi due episodi in anteprima, la Festa del Cinema di Roma ha rilasciato la prima immagine ufficiale della serie e la sinossi. Nella quarta stagione di Mare Fuori, infatti, i protagonisti si ritroveranno a navigare, seppur metaforicamente,  in acque agitate. Da Carmine a Rosa, passando per Mimmo, Cucciolo, Dobermann, Kubra e Micciarella, i protagonisti dovranno fare affidamento solo su loro stessi, consapevoli ormai di non poter contare più sull’appoggio delle rispettive famiglie. Affronteranno le loro paure da soli, forti soltanto dell’aiuto di chi sceglieranno di avere al loro fianco. Contraltare alla loro vicenda saranno poi le storie di Pino, Edoardo, Cardiotrap, Giulia e Silvia che, nel bene e nel male, sopportano ancora il peso dei legami familiari che ne condizionano l’esistenza. Tuttavia la maggior parte di loro, come tutti i detenuti del carcere minorile, sta per compiere 18 anni. Un cambiamento inevitabile che sconvolgerà la loro vita.

Fra le maggiori novità di Mare Fuori 4 ci sarà l’assenza di Carolina Crescentini e di Giacomo Giorgio, nel cast sin dalla prima stagione. Non torneranno dunque la direttrice del carcere Paola Vinci e il bad guy Ciro Ricci. Uscirà di scena molto probabilmente anche Nicolas Maupas, volto di Filippo Ferrari detto ‘O Chiattillo, che rimarrà in contatto  con i protagonisti solo in forma epistolare o telefonica. Non ci sarà nemmeno Naditza, interpretata da Valentina Romani, fidanzata nella vita reale proprio con Maupas. New entry saranno invece Francesco Grimaldi e Lucrezia Guidone, volto della nuova direttrice del penitenziario Sofia Durante. Spazio anche per Valeria Andreanò che ne interpreterà la sorella. Ancora ignota la data di uscita ufficiale, ma si parla dell’inizio del 2024 su RaiPlay e subito dopo su Rai2.

In arrivo un musical a teatro con Mattia Zenzola di Amici

Dopo il grande successo in Italia e all’estero, la serie Mare Fuori diventerà un musical. Il 14 dicembre debutterà al Teatro Augusteo di Napoli una produzione diretta da Alessandro Siani e prodotta da Best Live. Già ufficiale l’intero cast, tra cui spicca l’ultimo vincitore di Amici Mattia Zenzola, il cui ruolo tuttavia non è stato rivelato. Spazio invece ad alcuni attori della serie principale, tra cui Maria Esposito nei panni di Rosa Ricci, Antonio Orefice in quelli di Totò Ascione ed Enrico Tijani che tornerà a interpretare Dobermann. E ancora, Giuseppe Pirozzi sarà ancora Raffaele di Meo detto Micciarella, Antonio D’Aquino sarà invece Milos e Carmen Pommella continuerà a interpretare Nunzia. Nel cast si aggiungerà anche il cantante napoletano Andrea Sannino. Alcuni rumors, alimentati da stories su Instagram, vorrebbero coinvolto Pierpaolo Pretelli, ma al momento non vi sono conferme.

Lo spettacolo resterà a Napoli ininterrottamente fino al 30 dicembre, cui seguiranno altre date l’1, il 5 e il 6 gennaio. Si sposterà poi al Teatro Duemila di Ragusa (20-21), al Teatro Cilea di Reggio Calabria (23-24) e al Teatro Rendano di Cosenza (26-28). Toccherà poi all’Alfieri di Torino (2-4 febbraio), seguita dall’Arcimboldi di Milano (14-18), dal Lyrick di Assisi (20-21) e dal Teatro Team di Bari (24-25). La tournée passerà poi dal Brancaccio di Roma (1-3 marzo) per finire al Teatro Europa di Bologna (15-17).

Ignazio Moser debutta da attore: al cinema arriva InFiniti

Dopo aver calcato il red carpet del Festival del Cinema di Venezia, Ignazio Moser (noto ciclista ex star del Grande Fratello Vip, di recente diventato affermato conduttore su MTV) ha fatto il suo esordio davanti alla macchina da presa in veste di attore in un progetto in uscita a settembre 2023.

Il primo ruolo al cinema di Ignazio Moser

L’appuntamento in tutte le sale con la pellicola InFiniti firmata dal regista Cristian de Mattheis è fissato a partire da giovedì 21 settembre. Il film, presentato in anteprima a Venezia 2023, è una storia d’amore contemporanea ambientata a Recanati che prende liberamente ispirazione dal poeta Giacomo Leopardi e racconta gli intrecci sentimentali di cinque personaggi alle prese con le normali difficoltà quotidiane di una relazione. Per l’occasione, Ignazio Moser interpreterà il ruolo di Lorenzo, un commesso di un supermercato (con tatuato il simbolo dell’infinito) di cui finirà per innamorarsi la fedifraga Roberta, legata da molto tempo a Davide. Il filmmaker Cristian de Mathheis, riguardo alla sua nuova fatica cinematografica, ha commentato a TgCom: «L’idea del film nasce da due esigenze: da una parte la necessità di trovare in una storia, allo stesso tempo realistica e metaforica, il modo per parlare della difficoltà dei sentimenti, in un mondo che sempre più tende alla chiusura e all’incomunicabilità; dall’altra la voglia di raccontare l’evoluzione dei rapporti di coppia che anche quando vengono messe a dura prova come la scoperta di un tradimento come in questo caso».

La trama di InFiniti

Davide e Roberta sono una coppia molto innamorata che sta insieme da quattro anni. Davide sta cercando di farsi conoscere come pittore, mentre Roberta si è dovuta adattare malvolentieri a una carriera da agente immobiliare. La donna lavora presso l’agenzia di un uomo sposato con la ricca Greta ma segretamente innamorato di lei. Ad un certo punto la solidità del rapporto di Davide e Roberta vacilla, dopo che lei viene a scoprire di un tradimento avvenuto a inizio relazione. Ecco dunque che presto la donna si ritrova, suo malgrado, ad avvicinarsi  sempre di più al fascinoso commesso di un supermercato, Lorenzo, cambiando per sempre il corso del suo destino.

Nel Nagorno Karabakh è stato dichiarato il cessate il fuoco

Le autorità della Repubblica non riconosciuta del Nagorno-Karabakh (Artsakh) hanno annunciato che è stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco completo a partire dalle 13 (ora locale) di mercoledì 20 settembre. L’intesa, raggiunta grazie alla mediazione russa, prevede anche che le truppe armene si ritirino «dalla zona di schieramento del contingente russo di peacekeeping» (forze dispiegate nell’area dallo scoppio della guerra nel 2020) e che le unità armate dell’esercito di difesa del Nagorno-Karabakh siano sciolte e disarmate». Condizioni che suonano come una resa incondizionata all’Azerbaigian.

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I negoziati si terranno il 21 settembre nella città azera di Yevlakh

Giovedì 21 settembre, fanno sapere i funzionari locali di Stepanakert e Baku, nella città azera di Yevlakh si terranno i negoziati. Inoltre saranno discusse con i rappresentanti della popolazione armena e le autorità azere questioni relative ai diritti, al sostentamento e alla sicurezza degli abitanti del Nagorno Karabakh «nel quadro della Costituzione dell’Azerbaigian». Baku, che ha chiesto lo scioglimento del governo locale della Repubblica, ha affermato che i colloqui includeranno anche piani per la “reintegrazione” della regione nell’Azerbaigian.

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La situazione della popolazione civile nel Nagorno Karabakh (dal profilo X @ArtsakhOmbuds).

L’attacco di Baku e il bilancio dei bombardamenti

Il cessate il fuoco e la resa a Baku arrivano dopo un giorno di scontri. Il 19 settembre l’Azerbaigian ha lanciato un’operazione anti-terrorismo nel Nagorno Karabakh con l’obiettivo di «ripristinare l’ordine costituzionale». Nei fatti ha bombardato l’area assicurando di aver colpito solo obiettivi militari. Il leader dell’Atsakh Gegham Stepanyan ha denunciato la morte di 32 persone, tra cui sette civili. I feriti sarebbero più di 200 tra cui 35 civili.

Netflix Italia, ecco serie e film in arrivo: da Il Gattopardo a Supersex

Ufficiale la lista di serie tivù e film in arrivo su Netflix fra gli ultimi mesi del 2023 e il 2024, presentata in un evento a Roma. Oltre a produzioni già note da tempo, come Supersex su Rocco Siffredi e l’adattamento de Il Gattopardo, la società ha annunciato anche quattro nuovi titoli. Su tutti, merita una menzione speciale Il fabbricante di lacrime, che porterà sul piccolo schermo il bestseller di Erin Doom, romanzo più venduto in Italia nel 2022. Alla regia ci sarà Alessandro Genovesi, già dietro la macchina da presa dei film La peggior settimana della mia vita e Ma che bella sorpresa con Frank Matano. Protagonisti saranno Simone Baldasseroni, rapper noto come Biondo, e Caterina Ferioli. Non mancheranno poi alcuni ritorni, come La legge di Lidia Poet con Matilda De Angelis (attesa anche su Prime Video da Citadel) e lo spin-off di Suburra.

Non solo Erin Doom, tutti i nuovi annunci di Netflix Italia

Oltre a Il fabbricante di lacrime, Netflix Italia ha annunciato anche il film Il treno dei bambini. Diretto da Cristina Comencini, sarà come per il caso di Erin Doom l’adattamento di un romanzo, ambientato nel 1946. La storia seguirà la difficile ripresa dei più piccoli alla fine del conflitto mondiale e il loro reinserimento nella società. Nel cast Barbara Ronchi, Serena Rossi e Stefano Accorsi. Nel corso dell’evento di presentazione, annunciate anche due nuove serie tivù. Nello specifico sono Storia della mia famiglia di Claudio Cupellini e Adorazione per la regia di Stefano Mordini. La prima racconterà la vita di un uomo, partendo dal suo ultimo giorno in un mondo pieno di conflitti. La seconda, invece, in sei episodi di concentrerà su un gruppo di adolescenti nell’Agro Pontino che si ritrovano a indagare sulla scomparsa di una di loro. Una ricerca che cambierà per sempre le loro vite.

Da Supersex a Vasco Rossi: Il Supervissuto, le altre nuove uscite in streaming

La prima produzione in arrivo su Netflix sarà Vasco Rossi: Il Supervissuto, docuserie in sette puntate sulla rockstar di Zocca disponibile dal 27 settembre. Il Komandante si racconterà fra passato e presente, ricordando i momenti più belli ma anche quelli negativi. L’annuncio è stato accompagnato da un nuovo inedito del Blasco, Gli sbagli che fai, in uscita assieme alla serie. Grande attesa per la serie Supersex con Alessandro Borghi nei panni di Rocco Siffredi. In sette episodi, la narrazione seguirà la vita del pornodivo italiano non soltanto nel mondo del sesso, ma anche nella sfera intima e personale. Occhi puntati anche su Il Gattopardo, primo adattamento del romanzo di Tomasi di Lampedusa dal cult di Luchino Visconti con Claudia Cardinale. Nel cast Kim Rossi Stuart nei panni del protagonista, il principe di Salina, ma anche Benedetta Porcaroli e Deva Cassel.

Presentata a Roma la line up della piattaforma streaming per il 2023 e il 2024. Spiccano anche il film su Il fabbricante di lacrime di Erin Doom e una docuserie su Vasco Rossi. Attesi anche lo spin-off di Suburra e la seconda stagione de La legge di Lidia Poet.
Vasco Rossi sarà protagonista di una docuserie (Getty Images).

Ferzan Ozpetek presenterà alla Festa del Cinema di Roma Nuovo Olimpo, in arrivo l’1 novembre su Netflix. Ambientato negli Anni 70, racconterà le vicende di due persone che si conoscono in un cinema dando vita a un rapporto che durerà per anni. Nel cast Luisa Ranieri, Greta Scarano e Jasmine Trinca. Carmine Elia invece dirigerà Sara, titolo provvisorio di un progetto che seguirà due donne anziane che, dopo una lunga amicizia, interrompono per sempre i rapporti. Nei panni delle protagoniste Teresa Saponangelo e Claudia Gerini. Nel Sud Italia si svolgerà invece Briganti, un western all’italiana ambientato alla fine del XIX secolo fra bande e clan in cerca dell’oro. Le riprese si sono svolte in Salento, soprattutto fra Lecce, Nardò e Melpignano.

Suburraeterna e La legge di Lidia Poet 2, spin-off e attesi ritorni

Suburraeterna avrà il difficile compito di riavvolgere il filo del discorso a tre anni dalla conclusione della serie originale Suburra. La narrazione dello spin-off si concentrerà su Spadino, che ancora una volta sarà interpretato da Giacomo Ferrara. Nel cast anche Filippo Nigro, Carlotta Antonelli e Giorgia Spinelli, alla regia invece ci saranno Ciro D’Emilio e Alessandro Tonda che dirigeranno quattro puntate a testa. Atteso il ritorno di Matilda de Angelis ne La legge di Lidia Poet, serie sull’omonima avvocatessa di Torino capace con la prima stagione di conquistare anche gli Usa. Torneranno anche Eduardo Scarpetta nei panni di Jacopo Barberis e Pier Luigi Pasino in quelli di Enrico Poet. Seconda stagione anche per Tutto chiede salvezza con Federico Cesari e Fotinì Peluso, che si staccherà dal romanzo di Daniele Mencarelli.

Previsioni meteo, doppia perturbazione in arrivo: poi il crollo termico

Due perturbazioni affosseranno l’estate ed entro il weekend del 23 e 24 settembre 2023 è previsto un calo termico. I termometri scenderanno, infatti, di 7-8 gradi e il Centro-Nord sarà flagellato da piogge battenti. Sono queste in estrema sintesi le previsioni secondo Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.ilmeteo.it.

Da sabato 23 settembre tutta l’Italia vivrà condizioni autunnali

Nella giornata di mercoledì 20 settembre 2023 un nucleo di aria instabile proveniente dalla Spagna porterà un primo peggioramento al Centro-Nord con piovaschi ma anche temporali, specie dal pomeriggio sul settore occidentale. Una seconda perturbazione, di origine atlantica e molto più intensa, scenderà poi dalla Scozia fino all’Italia. Giovedì 21 e venerdì 22 sono previste piogge anche persistenti al Nord e su parte del Centro. Localmente qualche fenomeno raggiungerà anche il Sud. Il caldo africano invece resisterà in Sicilia e localmente in Puglia. Da sabato 23 tutta l’Italia vivrà condizioni autunnali con un calo delle temperature diffuso, specie in Sicilia dove avremo un calo medio di 7-8 gradi, da 35 gradi a 27-28. La sorpresa poi potrebbe arrivare la settimana successiva con un Italia capovolta: al Sud insisteranno condizioni autunnali con piogge e possibili nubifragi, al Nord è invece previsto tempo stabile e sole.

Le previsioni in dettaglio

  • Mercoledì 20: Al Nord: è previsto un peggioramento dal pomeriggio dal Nord-Ovest verso il Triveneto. Al Centro: peggioramento in Toscana, in nottata pure su Umbria e Lazio. Al Sud: in nottata arriveranno piogge in Campania, mentre resterà stabile e caldo altrove.
  • Giovedì 21: Al Nord: ci saranno piogge sparse in un contesto simil-autunnale. Al Centro: arriveranno piogge diffuse, specie sulle tirreniche. Al Sud: temporali in Campania mentre sarà soleggiato su estremo sud con caldo africano.
  • Venerdì 22: Al Nord: piogge anche forti in un contesto simil-autunnale. Al Centro: piogge sparse localmente intense specie in Toscana. Al Sud: nuvolosità variabile, ancora caldo in Sicilia.

 

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