Daily Archives: 11 Settembre 2023

Milano, ciclista travolta da un’auto: è grave

Prosegue la lunga serie di incidenti che coinvolgono biciclette a Milano. È in gravi condizioni la ciclista di 55 anni travolta da un’auto in via Ascanio Sforza nel pomeriggio di lunedì 11 settembre. Come riportato da MilanoToday, l’incidente è avvenuto intorno alle 17.30 all’altezza del civico 73, lungo l’alzaia del Naviglio Pavese. La polizia locale di Milano è al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica del sinistro.

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La prima ricostruzione

Secondo una prima ricostruzione riportata dal quotidiano, sembra che la donna stesse procedendo dal centro verso la periferia, mentre l’automobile, che viaggiava presumibilmente nella stessa direzione, si trovava alle sue spalle. La 55enne – per cause in via di accertamento – sarebbe caduta a terra e il conducente dell’automobile, un 60enne, non avrebbe fatto in tempo a frenare per evitarla.

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Il trasporto al Niguarda in codice rosso

Le condizioni della donna sono apparse da subito gravi: la centrale operativa del 118 ha inviato un’ambulanza e un’automedica in codice rosso, oltre ai vigili del fuoco del comando provinciale di Milano. La 55enne, dopo essere stata estratta dai soccorritori, è stata intubata e trasportata al pronto soccorso del Niguarda. Secondo quanto riferisce la testata avrebbe riportato un importante trauma cranico e sarebbe in coma.

Robin Hood – Principe dei ladri stasera su Tv8: trama, cast e curiosità

Stasera 11 settembre 2023 sul canale Tv8 alle ore 21.30 andrà in onda il film Robin Hood – Principe dei ladri. Il regista è Kevin Reynolds mentre la sceneggiatura è stata scritta da John Watson e Pen Densham. Nel cast ci sono Kevin Costner, Morgan Freeman, Mary Elizabeth Mastrantonio, Alan Rickman e Christian Slater.

Stasera su Tv8 andrà in onda il film Robin Hood - Principe dei ladri, ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola.
Kevin Costner in una scena della pellicola (X).

Robin Hood – Principe dei ladri, trama e cast del film stasera 11 settembre 2023 su Tv8

La trama racconta la storia di Robin di Locksley (Kevin Costner) un uomo che ha seguito Riccardo Cuor di Leone (Sean Connery) nella crociata in Terra Santa. Tuttavia, una volta a Gerusalemme viene catturato e reso prigioniero. Lì conosce un uomo di nome Peter Dubois (Liam Halligan) e insieme i due riescono a fuggire. Inoltre, gli amici incontrano anche un uomo di nome Azeem (Morgan Freeman) che si unisce a loro nella fuga. Peter comunque rimane ferito e si sacrifica per far fuggire Robin e Azeem. Prima di morire però, Peter fa promettere a Robin di proteggere la sorella Marian (Mary Elizabeth Mastrantonio) quando ritornerà in patria.

Una volta in Inghilterra, Robin vuole tenere fede alla sua promessa, ma deve affrontare un terribile nemico: lo Sceriffo di Nottingham (Alan Rickman) uno spietato personaggio che domina il territorio e si è scagliato contro il padre (Brian Blessed) uccidendolo. Robin deciderà quindi di diventare un bandito, formando la sua banda di fuorilegge con Azeem e Little John (Nick Brimble) e combattendo i malvagi e il temibile Sceriffo di Nottingham.

Robin Hood – Principe dei ladri, 5 curiosità sul film stasera 11 settembre 2023 su Tv8

Robin Hood – Principe dei ladri, un attore del cast ha rifiutato per due volte il ruolo importante offerto

Il ruolo dello sceriffo di Nottingham era stato offerto ad Alan Rickman per ben due volte dalla produzione, ma l’attore aveva rifiutato entrambe le volte. Rickman si è convinto poi ad accettare solo in seguito, quando la produzione gli ha comunicato che aveva totale libertà nell’interpretazione.

Robin Hood – Principe dei ladri, il ruolo di protagonista offerto a un attore che l’ha rifiutato

Il ruolo di protagonista, ovvero quello di Robin Hood, venne offerto inizialmente a Cary Elwes. Tuttavia, l’attore non era convinto del progetto e decise di rifiutare la parte. Comunque, Cary Elwes due anni dopo interpreterà comunque il ruolo dell’eroe, prendendo parte al progetto parodia Robin Hood – Un uomo in calzamaglia di Mel Brooks.

Stasera su Tv8 andrà in onda il film Robin Hood - Principe dei ladri, ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola.
Una scena del film con Kevin Costner (X).

Robin Hood – Principe dei ladri, le melodie del film

Le melodie che i personaggi cantano o fischiettano durante il film sono prese da vere canzoni medievali. Questo dettaglio è servito per aggiungere realismo alla pellicola

Robin Hood – Principe dei ladri, un ottimo incasso al botteghino

La pellicola è stata realizzata con un budget di 48 milioni di dollari. Tuttavia, ha ottenuto un grosso incasso al botteghino, visto che ha incassato globalmente circa 390 milioni di dollari.

Robin Hood – Principe dei ladri, le spade rotte sul set

In un’intervista per un canale televisivo britannico, Alan Rickman ha rivelato di aver rotto almeno 10 spade durante la scena del combattimento contro Kevin Costner.

Lucy stasera su Italia 1: trama, cast e curiosità

Stasera 11 settembre 2023 andrà in onda il film Lucy sul canale Italia 1 alle ore 21.20. Il regista è Luc Besson, maestro del cinema fantascientifico d’azione che si è occupato anche di scrivere la sceneggiatura della pellicola. Nel cast ci sono Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Choi Min-sik, Amr Waked e Mason Lee.

Stasera andrà in onda il film Lucy su Italia 1, ecco tutte le informazioni come trama, cast e curiosità sulla pellicola.
Locandina del film (X)

Lucy, trama e cast del film stasera 11 settembre 2023 su Italia 1

La trama racconta la storia di Lucy Miller (Scarlett Johansson) una studentessa che vive una vita spensierata e ama i divertimenti che trova a Taipei. Un giorno però, il fidanzato Richard (Pilou Asbaek) le chiede di completare un incarico al suo posto: deve consegnare una misteriosa valigetta. Lucy ignara di tutto si reca all’appuntamento che aveva il fidanzato e viene catturata e maltrattata dagli uomini di Mr. Jang (Choi Min-sik), uno spietato boss della droga. A quel punto, Mr. Jang decide di approfittare di Lucy e inserisce nel suo addome un sacchetto di CPH4 sintetico. Dopo ciò, un gangster vorrebbe approfittare di lei e quando la colpisce, il sacchetto si rompe, facendo assorbire al corpo della ragazza la droga. Grazie alle sostanze, Lucy ottiene alcune capacità eccezionali come la telecinesi e la possibilità di piegare lo spazio a suo piacimento.

Spaventata dai suoi nuovi poteri e confusa, la giovane si rivolge al professore Samuel Norman (Morgan Freeman), un universitario di Parigi che da tempo si è dedicato alla ricerca delle abilità cognitive e alla possibilità di far sfruttare agli esseri umani il loro pieno potenziale. Dopo essere entrati in contatto, Samuel dice a Lucy di sfruttare il tempo che ha a disposizione per tramandare ai posteri la sua conoscenza. La ragazza cercherà di fare proprio ciò ma allo stesso tempo penserà di vendicarsi contro Mr. Jang arruolando come suo alleato il capitano dell’Antidroga Pierre Del Rio (Amr Waked).

Lucy, 5 curiosità sul film stasera 11 settembre 2023 su Italia 1

Lucy, una sceneggiatura che ha richiesto molto tempo per essere completata

Per scrivere la sceneggiatura, Luc Besson si è preso molto tempo. Infatti, in totale il regista francese ha impiegato circa nove anni per completarla e per portare sul grande schermo questo progetto. Ci sono voluti quindi circa 10 anni per realizzare tale produzione.

Lucy, i rumors sull’attrice protagonista

Per molto tempo si è parlato di come l’attrice protagonista dovesse essere Angelina Jolie. Secondo alcune indiscrezioni, l’attrice era la candidata scelta da Luc Besson ma avrebbe rifiutato di prendere parte al progetto. Il regista francese comunque ha negato tutto e ha dichiarato di aver scelto subito Scarlett Johansson dopo aver visto la reazione dell’attrice in seguito alla lettura del copione.

Stasera andrà in onda il film Lucy su Italia 1, ecco tutte le informazioni come trama, cast e curiosità sulla pellicola.
Scarlett Johansson nel film (X)

Lucy, un mix di tre film diversi

Il regista Luc Besson ha dichiarato in diverse interviste che questo film è «per un terzo Leon (suo film del 1994 con Jean Reno e Natalie Portman), per un terzo Inception e per un terzo 2001: Odissea nello spazio». Non a caso, alcune scene ricordano quelle dei summenzionati film.

Lucy, un grande incasso al botteghino

Il film è stato realizzato con un budget di 40 milioni di dollari. Tuttavia, ha avuto un grandissimo successo al botteghino perché ha guadagnato in totale circa 470 milioni di dollari.

Lucy, le inesattezze scientifiche nella trama

Luc Besson ha dichiarato di sapere che l’informazione che gli esseri umani usano solo il 10% del loro cervello è falsa e non accurata scientificamente. Tuttavia, ha detto che questa notizia è stata perfetta come spunto per iniziare a scrivere la sceneggiatura del film di fantascienza.

Schianto in diretta social: l’uomo alla guida era positivo all’alcol test

È risultato positivo all’alcol test Hafid Habdel El Idrissi, manovale di 29 anni, detto «Ivan Marocco» che, nel pomeriggio di domenica 10 settembre, al volante di un’Audi su una strada provinciale del Frusinate, ha invaso in diretta Facebook la corsia di marcia opposta, schiantandosi contro una Nissan. A bordo una donna di 44 anni e i suoi due figli di 7 e 5 anni. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono decine i video di dirette social ripresi con il cellulare dal 29enne mentre si trovava alla guida per le strade fra Latina e la Ciociaria.

IL VIDEO DELLO SCHIANTO IN DIRETTA FB

Operata la bimba di cinque anni

A disporre il test è stato il sostituto procuratore di turno a Frosinone che ha chiesto anche di rilevare la presenza di eventuali sostanze stupefacenti. Nella mattinata di lunedì 11 settembre la bimba di cinque anni, rimasta ferita nell’incidente, è stata operata a un braccio all’ospedale Bambin Gesù, dove era stata portata in elicottero subito dopo lo schianto.

Risiko: nel tabellone della nuova edizione non c’è la Sardegna

Era già successo in alcuni libri delle scuole medie, riporta l’Ansa, ma anche in riviste nazionali e internazionali: la Sardegna dimenticata dalle mappe. I protagonisti della dimenticanza sono stati Spin Master ed Editrice Giochi, che pubblicano e distribuiscono, tra i tanti, anche il Risiko, il più famoso gioco di strategia d’Italia, quello dei dadi, dei carri armati colorati e che ha fatto conoscere a tutti dove si trova la Kam?atka. Da qualche settimana nelle piattaforme online è stata messa in vendita la nuova edizione del gioco, rivista e rinnovata: scatola quadrata e colori più accesi e accattivanti. Cambiata anche la grafica del tabellone principale con linee più morbide e meno nette. Gli errori sono stati commessi proprio nel corso del restyling.

Errori su Stati Uniti e Sardegna, ma non solo

Le sviste tuttavia sarebbero più di una. Osservando gli Stati Uniti ci si accorge che sono stati sbagliati i confini dell’America centrale: a differenza delle versioni precedenti del gioco adesso non confina con gli Stati Uniti orientali. Poi ci sono altre incongruenze legate alle regole di gioco e ai confini tra gli Stati, come quella dell’espansione dell’Antardide che gli appassionati hanno subito notato e segnalato alla casa editrice. Ma la cosa che qualsiasi giocatore di Risiko sardo ha notato osservando il rinnovato tabellone di gioco è la scomparsa dell’Isola. Guardando l’Europa e l’Italia, contrassegnate dai consueti colori tra il fuxia e il viola, si vede la Sicilia ma della Sardegna nessuna traccia.

Il Risiko Club di Cagliari

La dimenticanza non è passata inosservata ai tanti appassionati sardi: Cagliari ha un Risiko Club regionale che organizza tornei durante tutto l’anno e partecipa al torneo a squadre nazionale. Prima della pandemia, nel capoluogo sardo è stato anche organizzato il master che garantisce la qualificazione al campionato italiano. Circa 20 anni fa fu proprio il Club del Risiko cagliaritano a segnalare all’editore del gioco l’assenza della Sardegna dal tabellone dell’edizione distribuita all’epoca nei negozi. L’errore venne corretto prima nella versione digitale e poi in tutte le edizioni stampate successivamente. Adesso con il nuovo restyling è stata commessa la stessa clamorosa dimenticanza.

Rovigo, morte di un bimbo di tre mesi: arrestata la madre

Una donna di nazionalità marocchina e residente in provincia di Rovigo è stata arrestata, su richiesta della procura della repubblica, per maltrattamenti aggravati dalla morte nei confronti del proprio figlio di tre mesi, deceduto la scorsa settimana all’ospedale di Padova.

I traumi da sindrome del bimbo scosso

La misura cautelare – ha informato la procuratrice Manuela Fasolato – è stata eseguita il 6 settembre scorso dalla squadra mobile di Rovigo. I traumi riscontrati sul piccolo sarebbero quelli della cosidetta sindrome del “bimbo scosso”. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al Gip; la procura ha disposto l’autopsia sul piccolo.

Tragedia nel Lago di Garda: annegato bambino di 10 anni, salvi i due amici

Un bambino di 10 anni è morto annegato a Peschiera del Garda (Verona) dopo essersi tuffato nel lago dal ponte San Giovanni con altri due amici che invece sono riusciti a trarsi in salvo. Il corpo del ragazzino è stato recuperato dai vigili del fuoco, accorsi con i sommozzatori di Venezia e con i sanitari del 118 che hanno tentato inutilmente di rianimarlo: la vittima era rimasta troppo tempo esanime in acqua e, nonostante la tempestività dei soccorsi, non c’è stato nulla da fare.

In quel punto vietata la balneazione

Secondo le prime informazioni raccolte, i ragazzini si sono tuffati in una zona nella quale è vietata la balneazione, proprio dove, durante l’estate, la polizia locale ha rilevato molte infrazioni al divieto, comminando numerose multe, in particolare nei confronti di giovani arrivati a Peschiera dai comuni vicini. Si sarebbe trattato di una tragica bravata: la vittima non è più riuscita a risalire a riva. In quel punto l’acqua è profonda circa due metri e mezzo. Gli altri due amici che erano con lui sono sotto choc. Indaga la squadra nautica della polizia di Stato.

Il presidente Biden: «L’11 settembre cambiò la storia, ma non il carattere Usa»

«Oggi ricordiamo le 2.977 vite preziose che ci sono state rubate l’11 settembre e riflettiamo su tutto ciò che è andato perduto nel fuoco e nella cenere quella mattina». Lo ha scritto su X Joe Biden in occasione del 22esimo anniversario degli attentati. «Quel giorno è cambiata la storia americana ma ciò che non può – e non cambierà mai – è il carattere di questa nazione», ha sottolineato il presidente Usa.

L’America si ferma per ricordare 22 anni dopo

Con il rintocco delle campane e la lettura dei nomi delle circa 3000 vittime, l’America si è fermata per ricordare il 22mo anniversario degli attacchi terroristici dell’11 settembre. La vicepresidente Usa Kamala Harris ha presenziato alla cerimonia a Ground Zero a New York, dove non sono stati previsti discorsi di figure politiche per lasciare il podio ai parenti delle vittime. La firt lady Jill deporrà una corona di fiori al Pentagono, uno dei bersagli degli attacchi, mentre il second gentleman  Douglas Emhoff parteciperà a una commemorazione a Shanksville, Pennsylvania, dove precipitò uno degli aerei dirottati dai terroristi di Al-Qaida. Cerimonie e tributi personali sono previsti in ogni angolo del paese.

 

 

 

Google: arriva anche in Italia la stretta sulla pubblicità finanziaria

Arriva anche in Italia la stretta di Google contro le frodi finanziarie online. Come spiega il gruppo, dal primo novembre, anche nel nostro paese saranno in vigore le norme «di verifica per gli inserzionisti di servizi finanziari». I soggetti «che desiderano pubblicizzare servizi finanziari regolamentati attraverso i servizi pubblicitari di Google in Italia dovranno dimostrare di essere autorizzate dalle autorità locali competenti».

Il programma di verifica degli inserzionisti

Inoltre, si legge nella nota, «per poter iniziare la propria attività pubblicitaria, sarà necessario aver completato il programma di verifica degli inserzionisti di Google. In Italia il processo di pre-certificazione per gli inserzionisti di servizi finanziari attivi è iniziato alla fine di agosto e l’entrata in vigore di questa policy è prevista per il 1 novembre 2023».

Beatrice Luzzi: età, biografia e carriera dell’attrice concorrente del Grande Fratello 2023

Beatrice Luzzi, nata a Roma il 14 novembre 1970, è un’attrice, regista e blogger. Ha diretto diversi documentari tra cui Italia Nostra Cosa (2007), Trent’anni di diritti a tinte forti (2008) e Esserci sempre (2016) per la Polizia di Stato.

Beatrice Luzzi: biografia e carriera

L’attrice si è diplomata al Liceo Mamiani di Roma dove aveva iniziato a recitare, per laurearsi poi a La Sapienza in Scienze politiche. Per due anni ha studiato a Bruxelles per poi lavorare nella direzione generale per gli Aiuti Umanitari della Commissione Europea. Ha cominciato a fare teatro negli Anni 80 per poi riprendere a recitare sul palco negli Anni 2000. Nel 1997 ha lavorato come regista per il TGRagazzi su Rai 1, per poi spostarsi a Mediaset prendendo parte alla fiction Vivere (1999-2001) dove ha interpretato il ruolo di Eva Bonelli. In seguito ha partecipato a serie tv come Il maresciallo Rocca 4, regia di Fabio Jephcott (2003), Don Matteo 4, regia di Andrea Berzini (2004), Sospetti 3, regia di Luigi Perelli (2005), Provaci ancora prof 3, regia di Rossella Izzo (2008), Tutti per Bruno, regia di Stefano Vicario (2009), I Cesaroni, regia di Francesco Pavolini (2011), L’allieva, regia di Luca Ribuoli (2015) e Un posto al sole (2017).

Beatrice Luzzi, tra la carriera e la vita privata
Beatrice Luzzi (Facebook).

Luzzi ha lavorato inoltre come conduttrice per programmi come Linea verde (2002-2003) e come autrice e consulente di comunicazione per diversi enti del settore culturale, per i quali ha realizzato campagne ed eventi istituzionali. Tra i documentari sociali che ha diretto ci sono Dona uno strumento fai crescere un bambino (2011) per il Sistema Orchestre, A Ruota Libera, (2012) per RaiEducational, Musica corrente sociale (2012) per il Comitato orchestre giovanili, Una Strategia per la Cultura (2013) per Federculture e Veneto Cantiere Cultura, (2013) per la Regione Veneto.

Beatrice Luzzi: la vita privata

L’attrice è sempre stata una persona molto riservata riguardo alla sua vita privata. Si sa che ha due figli, ma della sua famiglia non sono noti ulteriori dettagli.

Pogba positivo al doping: tracce di testosterone dopo Udinese-Juve

Paul Pogba sarebbe risultato positivo al testosterone in un controllo anti doping dopo la prima giornata di campionato quando la Juventus ha giocato in trasferta alla Dacia Arena contro l’Udinese. La notizia è filtrata nella mattinata di lunedì 11 settembre e riguarda il match del 20 agosto, durante il quale il francese non è nemmeno entrato in campo. Il centrocampista ha poi giocato 52 minuti complessivi contro Bologna ed Empoli. Si complica ulteriormente il ritorno definitivo, dopo i soli 108 minuti giocati durante la passata stagione a causa di un infortunio.

Pogba positivo al doping tracce di testosterone dopo Udinese-Juve
Pogba durante il match contro l’Empoli (Getty).

La squalifica per doping arriva fino a due o quattro anni

Secondo quanto spiegato da Sport Mediaset, adesso per Paul Pogba scatterà la sospensione in via cautelare. Il centrocampista avrà tre giorni di tempo per richiedere le controanalisi. Qualora la positività dovesse essere confermata, il francese potrà patteggiare o essere giudicato dal tribunale nazionale antidoping. La squalifica può arrivare fino a due anni, quattro in caso di accertata intenzionalità.

L’ultimo caso: Palomino dell’Atalanta

In Serie A, l’ultimo caso è stato quello di Josè Luis Palomino, centrale difensivo dell’Atalanta trovato positivo al nandrolone durante un test a sorpresa nel luglio 2022. L’argentino è stato assolto dopo quattro mesi, ma ha saltato tutta la prima parte del passato campionato e il Mondiale in Qatar.

Pogba prima della positività: «Non mi arrenderò mai»

Ironia della sorte, la notizia della positività arriva poche ore dopo le ultime dichiarazioni rilasciate dal francese. Pogba, in un’intervista ad Al Jazeera, si è rivolto a chi lo critica: «Voglio fargli rimangiare le parole, voglio mostrare loro che non sono debole. Possono parlare male di me, ma non mi arrenderò mai».

Pogba positivo al doping tracce di testosterone dopo Udinese-Juve
Paul Pogba (Getty).

Schira su X: «Pogba positivo»

Su X, l’ex Twitter, il dibattito è stato aperto da alcuni giornalisti. Tra loro Nicolò Schira, che ha scritto: «Paul Pogba sarebbe risultato positivo al testosterone in un controllo antidoping effettuato dopo Udinese-Juventus dello scorso 20 agosto. Il francese quest’anno ha disputato finora 52 minuti in Serie A che si sommano ai soli 108 giocati nella scorsa stagione».

Addio a Rosa Scafa, la prima poliziotta italiana

È morta all’età di 98 anni l’ex ispettore capo Rosa Scafa, la prima donna a indossare la divisa della polizia. Scafa mosse i primi passi nella polizia assieme ad altre 22 colleghe, dopo un corso nel 1951. In 33 anni di servizio, dal 1952 al 1985, ha fatto parte della polizia civile di Trieste, della polizia femminile e, dal 1981, della polizia di Stato. «Ci ha lasciato una donna che a Trieste, nel suo piccolo, ha fatto un pezzo di storia» si legge nella nota riportata sul sito della polizia. E ancora «Molti in città la ricordavano per il suo impegno e per la sua umanità. La sua missione e, oggi, la sua eredità è stata la passione al servizio della comunità».

La prima donna a indossare la divisa della Polizia in Italia, Rosa Scafa, è morta all'età di 98 anni. L'inizio della carriera nel 1951.
Rosa Scafa (Ansa).

Rosa Scafa: carriera e riconoscimenti

«Quando ancora la città era amministrata dagli anglo-americani, lei decise di entrare nella Polizia femminile della città venendo assegnata a compiti di tutela e controllo dei minori e delle prostitute», prosegue il comunicato dove si legge: «In un’intervista di qualche anno fa confessò che lo fece per trovare un lavoro e fuggire dalla povertà nell’Italia del dopoguerra; subito però si appassionò al suo lavoro dando conforto, supporto e aiuto ai tanti bambini e alle donne in difficoltà». Nel corso della sua carriera, si era occupata di reati commessi o subiti da donne e minori; successivamente aveva lavorato al servizio speciale di assistenza ai dipendenti e ai loro familiari. Nel 2010, durante la festa per i 158 anni della polizia, Scafa è stata premiata in occasione del 50esimo anniversario dell’ingresso delle donne in polizia.

 

Oppenheimer si conferma in vetta agli incassi del weekend del 9-10 settembre 2023

Il film di Christopher Nolan, con i 2,5 milioni del weekend del 9 e 10 settembre 2023, ha superato i 22,5 milioni di incasso totali e mantiene (seppure a fatica) ancora a distanza le nuove uscite: l’horror-thriller The Nun II (al secondo posto con 2,4 milioni) e l’assalto dei film presentati a Venezia tra cui Io Capitano di Matteo Garrone che in quattro giorni in sala ha guadagnato 374 mila euro. Il resto della classifica non ha presentato particolari sorprese: il terzo capitolo della saga The Equalizer, Senza tregua, con Denzel Washington è scivolato al quarto posto. Il film, alla seconda settimana di programmazione, ha incassato 357 mila euro per un totale di quasi 1,5 milioni. Al quinto posto, invece, in salita, Jeanne du Barry con Johnny Depp, che ha totalizzato 308 mila euro e un totale in 15 giorni di poco più di un milione.

Il film Barbie ha totalizzato 31,5 milioni di incasso

Si è piazzato al sesto posto della classifica di Cinetel (precipitato dal terzo) il cartoon Tartarughe Ninja caos mutante di Jeff Rowe e Kyler Spears, basato sull’omonima serie a fumetti ideata nel 1984 da Kevin Eastman e Peter Laird: 284 mila euro e un risultato complessivo di 1,2 milioni. Mentre, dopo otto settimane in sala, Barbie ha attratto ancora 265 mila spettatori, portando il totale degli incassi a 31,5 milioni. Ottava posizione per La casa dei fantasmi con 216 mila euro, davanti alla new entry Il più bel secolo della mia vita, con 131 mila euro. Chiude la top ten la commedia di Liliana Cavani L’ordine del tempo, che perde tre gradini e incassa 96 mila euro. Nel weekend l’incasso è stato di 7.371.816 euro, -10 per cento rispetto al weekend precedente e +216,66 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Caivano, Ronzulli sul pugno duro dello Stato: «Strada giusta se la criminalità si ribella»

La presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli, ha parlato degli spari avvenuti nella notte a Caivano, denunciati da padre Maurizio Patriciello su Facebook. La senatrice ha attaccato: «Quando la criminalità si ribella allo Stato e alle sue azioni, quando reagisce con violenza o con attacchi dimostrativi per seminare il terrore fra i cittadini, come la “stesa” a colpi di pistola avvenuta questa notte a Caivano, vuol dire che stiamo andando sulla strada giusta, come ha sottolineato don Patriciello invitando tutti coloro che hanno criticato il blitz delle forze dell’ordine a Caivano a vergognarsi».

Caivano, Ronzulli sul pugno duro dello Stato «Strada giusta se la criminalità si ribella»
Carabinieri al Parco Verde di Caivano (ANSA).

Ronzulli: «La sinistra scollegata dal Paese»

La presidente dei senatori di FI ha proseguito attaccando le opposizioni: «Ancora una volta c’è chi parla e dimostra di essere scollegato dal Paese, dalla realtà e dal buon senso, come la sinistra, e chi agisce a tutela dei cittadini, come governo e maggioranza. Non è certo con una semplice raccomandazione o una pacca sulla spalla che si possono combattere ed estirpare certe piaghe. Per vincere sul male occorre, come prima cosa, colpire l’infezione con i farmaci adatti, poi lavorare sulla prevenzione per evitare ricadute».

Caivano, Ronzulli sul pugno duro dello Stato «Strada giusta se la criminalità si ribella»
Carabinieri al Parco Verde di Caivano (ANSA).

La senatrice: «Pugno duro dello Stato con pene aspre»

Ronzulli ha poi concluso: «Sono quindi giusti gli interventi repressivi delle forze dell’ordine come quelli di Caivano e Tor Bella Monaca, è corretto sia l’incremento dei carabinieri in forza proprio a Caivano che il pugno duro dello Stato con l’inasprimento di pene e sanzioni, ed è strategica un’opera di prevenzione per trasformare queste zone in luoghi simbolo dove la presenza dello Stato sosterrà i cittadini di quelle zone a rialzare la testa, ribellandosi al linguaggio della violenza».

Ita, chi sta boicottando la vendita a Lufthansa e i piani di Gentiloni

Tesi: Giorgia Meloni, cui hanno dato manforte alcuni dei suoi ministri, mette Paolo Gentiloni sul banco degli imputati per il rallentamento del via libera Ue a matrimonio tra Ita Airways e Lufthansa. Antitesi: Gentiloni si chiama fuori, dicendo che non è lui che si occupa della partita. Sintesi: la presidente del Consiglio ha ottime ragioni per lamentarsi, perché quello che sta succedendo alla Commissione europea è l’ennesimo capitolo di una vicenda che ha visto in tutti i modi il Pd ostacolare la vendita di Ita Airways. Una situazione potenzialmente prevista dal presidente della compagnia Antonino Turicchi e dal Mef, ovvero dal ministro Giancarlo Giorgetti e dal direttore generale Riccardo Barbieri Hermitte, che tuttavia pensavano la si sarebbe potuta superare più facilmente.

Ita, chi sta boicottando la vendita a Lufthansa e i piani di Gentiloni
Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

I contatti di Lazzerini con la Commissione Ue e Gentiloni 

Ci sono due elementi che avevano fatto intravvedere già diverso tempo fa la presenza di questi ostacoli. Il primo. Il giorno in cui fu siglato l’accordo con Lufthansa al Mef, lo scorso 25 maggio, non era stato invitato volutamente l’ex ad di Ita Airways Fabio Lazzerini, il quale si era sempre opposto alla vendita. La sera stessa Lazzerini aveva telefonato a Turicchi manifestando tutta la sua irritazione per l’accordo e minacciandolo esplicitamente di mandare tramite i suoi canali politici il dossier alla DG Competition per bloccare l’operazione. Quello che è certo è che l’ex ad è entrato in contatto con la Commissione europea dando la sua versione. E lo ha fatto anche tramite Paolo Gentiloni, i cui contatti risalgono all’inizio di questa vicenda (sono dello stesso schieramento politico). Turicchi ha poi riferito di questa telefonata dai toni accesi direttamente al Mef e al governo. Il secondo. Sempre lo stesso giorno Gentiloni rilasciò delle dichiarazioni che facevano presagire quale sarebbe stato il suo atteggiamento sul dossier: «Non mancheranno discussioni in Italia e in Europa. Intanto lunga vita a Ita». Quel «non mancheranno discussioni» non prometteva nulla di buono su una sollecita risoluzione della pratica, anzi.

Ita, chi sta boicottando la vendita a Lufthansa e i piani di Gentiloni
Fabio Lazzerini (Imagoeconomica).

Il Pd lavorava a un accordo con Air France ostacolando Lufthansa

Gentiloni, insieme ai notabili del suo partito Letta, Gualtieri, De Micheli, più Conte e i due dirigenti del Mef Alessandro Rivera e Filippo Giansante, sperava che la compagnia venisse venduta ai francesi e non ai tedeschi. Non a caso l’inopinato apparire sulla scena a trattativa con i tedeschi quasi chiusa del fondo Certares, operazione costruita ad hoc da Lazzerini su volere politico del Pd, avveniva all’interno di un consorzio che aveva Air France come capofila industriale. Durante la gara tra le due cordate i contatti tra l’ambasciata francese, lo staff di Macron con il Pd e una parte del Mef sono stati assidui e costanti, a tratti anche molto intensi. Obiettivo? Ostacolare Lufthansa e favorire Parigi. L’allontanamento di Lazzerini si inquadra anche in questo contesto: era necessario per interrompere quel legame tra Pd e Ita Airways che di fatto bloccava la sua privatizzazione. Inoltre, sempre in tema di legami Francia-Mef, era noto agli addetti che Certares aveva a suo tempo proposto la presidenza di Ita a Rivera, qualora avesse vinto il consorzio con Air France. Incarico compatibile con quello di Direttore generale di via XX Settembre. Da qui la decisione di Meloni, che con Giorgetti era a conoscenza di questa proposta, di allontanare Rivera da ruoli apicali, delusa anche dal fatto di come egli avesse gestito l’altra grande partita aperta, ovvero la cessione di Mps.

Ita, chi sta boicottando la vendita a Lufthansa e i piani di Gentiloni
Paolo Gentiloni (Getty Images).

La candidatura di Vestager alla Bei ha rallentato il dossier

Le dichiarazioni di Meloni a margine del G20 sono state quindi un modo per far venire allo scoperto Gentiloni e la sua corrente che nella sostanza sta rallentando volutamente il processo, con lo scopo di boicottare Lufthansa, soluzione non gradita. E anche le voci su un possibile re-ingresso della Msc di Aponte, in origine partner di Lufthansa prima che il Mef chiudesse loro la porta in faccia, sono state messe in giro per creare confusione e rallentare ancor di più l’operazione aprendo spiragli inesistenti (nessuno del governo ha mai chiamato Aponte, e all’armatore napoletano la questione Ita non interessa più: si è fatto la sua compagnia aerea cargo, comprando Alis Cargo, e sta acquisendo anche i treni di Italo). In questo scenario ci sono altri elementi che Gentiloni aveva già previsto e che sta cavalcando per rallentare se non bloccare l’operazione: la commissaria Margrethe Vestager, colei che ha favorito la nascita di Ita dalle ceneri di Alitalia, è candidata alla Bei, la Banca europea degli investimenti, e per non avere conflitti di interessi si è messa in aspettativa. Cosa che ha comportato un vuoto di potere sul dossier vendita di Ita che lei conosce bene, e che ancora non è stato pienamente colmato da nessuno dei suoi collaboratori. Impegnata nella campagna elettorale per arrivare al vertice della Bei, Vestager non ha quindi più nessun interesse a spingere per Germania o Francia, se non quello che entrambe sostengano la sua candidatura. Il concorrente di Vestager, guarda caso, è l’ex ministro dell’Economia Daniele Franco. Ora il pronunciamento su Ita è nelle mani di Didier Reynders, commissario europeo della Giustizia, che ha preso l’interim del posto lasciato da Vestager, che di tutta la vicenda sa poco o nulla. A questo si aggiunga anche che le altre compagnie aeree, capeggiate da Air France, Ryanair e Iag (Iberia e British), stanno facendo un’attività di lobbying per boicottare l’operazione, perché in uno scenario di dominio dei cieli europei non vogliono cedere spazio a Lufthansa. Tutto questo in vista di un’altra importante operazione nel settore, ovvero l’acquisizione di Tap (la compagnia portoghese, molto più in salute di Ita), che scatenerà una nuova guerra tra i vettori. Detto che Tap potrebbe essere anche l’arma di scambio, a Lufthtansa Ita, ad AirFrance la compagnia portoghese.

Ita, chi sta boicottando la vendita a Lufthansa e i piani di Gentiloni
Margrethe Vestager (Getty Images).

Più il tempo passa più Ita rischia di dover portare i libri in tribunale vanificando l’intervento di Lufthansa

Tutta questa vicenda era già nota a molti, in fase di gara, infatti nei corridoi di Ita e in quelli del Mef si vocifera da mesi (ancor prima dell’accordo di maggio) che la trattativa con la DG Competition sarebbe andata in fase 2. Come nella realtà sta succedendo. La fase 1 è il primo slot dell’istruttoria e richiede una decisione Ue al massimo entro 25 giorni lavorativi dalla notifica. Ogni anno vengono depositate a Bruxelles circa 300 notifiche di fusione e acquisizione. Più del 90 per cento viene risolto nella fase 1. Se ciò non accade, a quel punto l’Antitrust avvia la fase 2 che può richiedere fino a 90 giorni lavorativi. Se nemmeno questi fossero sufficienti si proseguirebbe con due proroghe da 15 e 20 giorni per la decisione finale. Attualmente la DG Commission, per rallentare il processo, sta continuando chiedere approfondimenti. Di qui la gesuitica risposta di Bruxelles a Meloni di non aver ricevuto la notifica, sapendo bene che il rallentamento è in realtà tutta opera della Commissione. L’obiettivo è buttare la palla avanti, ovvero arrivare alla proroga, che nella realtà significa almeno altri sei mesi di melina. Tra l’altro Ita ha già preso dal Mef l’ultima tranche da 250 milioni del finanziamento autorizzato di 1.350 milioni, e siamo alle porte della stagione winter dove le compagnie non guadagnano ma perdono soldi. In questo scenario, quei soldi saranno bruciati entro fine ottobre/metà novembre, il che significa che a fine anno la compagnia non avrà più liquidità, e sarà costretta a portare portano i libri in tribunale. Cosa che vanificherebbe l’intervento di Lufthansa che non ha firmato per acquisire una società fallita, consentendo l’arrivo di Air France come il cavaliere bianco salvatore. Politicamente sarebbe un disastro per questo governo, e una rivincita per il Pd e la sua cordata. In quest’ottica Gentiloni può avere un ruolo chiave. Per questo Meloni ha dato enfasi al caso, perché ha capito che se non mette Gentiloni e una certa politica alle strette, la situazione degenera e le si ritorce contro.

Ita, chi sta boicottando la vendita a Lufthansa e i piani di Gentiloni
Domenico Galasso, direttore del personale di Ita.

Bruciata Limosani, il manager Ita su cui puntano i ‘sabotatori’ sarebbe il capo del personale Galasso

Per fare tutto questo, ovvero per bloccare la cessione a Lufthansa, come sempre ci vuole qualcuno che dall’interno tiri il freno. Ormai bruciata Emiliana Limosani per la sua gestione pessima dell’aria commerciale e della vicenda Tie, secondo gli spifferi della Magliana il manager su cui punterebbero i sabotatori dell’accordo con Lufthansa sarebbe Domenico Galasso. Il capo del personale di Ita, a cui Turicchi e il Mef hanno già fatto capire il non gradimento, anche per il suo alto tasso di assenteismo in qualità di direttore di un azienda di Stato (oltre il 4 per cento ogni mese di assenza dal lavoro), starebbe alimentando una serie di attività che tendono a ostacolare l’operazione. Prima fra tutte il reintegro degli ex dipendenti Alitalia, iniziativa che il manager porta avanti senza aver ricevuto alcuna autorizzazione ufficiale da parte del cda a trattare, e che appesantisce i costi fissi dell’azienda. Sarebbe lui, insieme all’ufficio legale di Ita, che contribuisce a scrivere i ricorsi per il tribunale, che si dimostrano sempre molto deboli e contraddittori e sfavorevoli a Ita stessa. Ed è sempre lui che durante le diverse sessioni di lavoro con Lufthansa non ha fornito i dati richiesti, se non dopo molti solleciti da parte prima dei tedeschi e poi di Turicchi. E tuttavia non ha mai dato documentazione completa o esauriente. Galasso, un passato da dirigente editoriale prima in Gedi poi al Sole 24 Ore, è arrivato in Alitalia nel 2019, è dunque elemento di continuità con la passata gestione. La cui resilienza, anche grazie a legami politici mai venuti meno con il Pd, è ancora molto forte. E cerca autorevoli sponde anche a Bruxelles. Meloni lo sapeva. E ha parlato anche perché Giorgetti, che era con lei al G20, intendesse: senza recidere i legami col passato che hanno fatto di Alitalia un carrozzone legato alla peggior politica, si rischia che il buco nero della compagnia pesi ancora per molto sulle spalle dei contribuenti (che negli hanno hanno già versato nelle sue casse oltre 14 miliardi).

Lucchetta contro Egonu: «In Turchia per riempire la valigia di soldoni»

Andrea Lucchetta ha duramente attaccato Paola Egonu in un’intervista ai microfoni di Radio anch’io: Sport su Rai Radio 1. L’ex pallavolista azzurro, uno dei fenomeni dell’Italvolley che ha vinto i Mondiali di Rio de Janeiro del 1990, l’Europeo del 1989 a Stoccolma e il bronzo olimpico nel 1984 a Los Angeles, ha criticato l’opposto, inserendosi nello scontro tra l’atleta e l’attuale ct della Nazionale italiana femminile, Davide Mazzanti, che non l’ha inserita tra i convocati per il preolimpico. Lucchetta ha dichiarato che «Paola Egonu si è fermata. È andata in Turchia per riempire la sua valigia di soldoni, ma doveva riempirla anche tecnicamente».

Lucchetta: «Lei atleta di interesse internazionale»

Dopo l’attacco sul trasferimento in Turchia della scorsa estate, alla Vak?fBank Spor Kulübü, Lucchetta è tornato al presente. Per lui Egonu «è un’atleta di interesse internazionale, penso sia la quarta giocatrice nel suo ruolo. Deve continuare il suo percorso di crescita e Guidetti è un tecnico che riesce a dare gli strumenti giusti. Paola invece si è fermata». Paola Egonu è tornata in Italia e giocherà per la Pro Victoria Monza, in A1.

Lucchetta contro Egonu «In Turchia per riempire la valigia di soldoni»
Paola Egonu durante un match con la Nazionale femminile (Getty).

L’ex azzurro: «Problematiche anche di gruppo»

Andrea Lucchetta ha poi concluso: «Pressioni psicologiche non ci devono essere, bisogna avere degli obiettivi ben chiari. Rivelo una fragilità di gestione della sua immagine. Come giocatrice poi ci sono delle problematiche che il gruppo si porta dietro da qualche anno. La vittoria degli europei è stata solo una tregua».

Lucchetta aveva attaccato Egonu dopo Sanremo

Soltanto pochi mesi fa, dopo Sanremo 2023, Lucchetta aveva attaccato Paola Egonu. All’ex azzurro non è piaciuto il monologo dell’atleta della Nazionale italiana femminile e ha attaccato: «Penso che un’atleta che ha la fortuna di vestire e rappresentare il tricolore deve avere assoluto rispetto dell’Italia, delle Istituzioni e del governo, qualsiasi colore politico rappresenti. Egonu non perde occasione per ribadire davanti alle telecamere che si sente discriminata per il colore della pelle. Se ci sono persone che la discriminano, è giusto che le denunci. Generalizzare e dire che gli italiani sono razzisti è ingeneroso e non veritiero».

Lucchetta contro Egonu «In Turchia per riempire la valigia di soldoni»
Paola Egonu sul palco del Teatro Ariston insieme ad Amadeus durante Sanremo 2023 (Getty).

 

Ue: 227 milioni all’Italia per la realizzazione di colonnine per la ricarica elettrica

Sono quattro i progetti italiani che hanno ottenuto il via libera dall’Ue per realizzare infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica. Bruxelles ha raccomandato il finanziamento per oltre 227 milioni di euro agli operatori nazionali, su un totale di 352 milioni di sovvenzioni per la realizzazione di infrastrutture sulla rete transeuropea di trasporto (Ten-T) decise lunedì 11 settembre per 26 progetti in 12 Stati membri. Il finanziamento fa parte del meccanismo per le infrastrutture dei combustibili alternativi (Afif), con capitale aggiuntivo da parte di istituzioni finanziarie per aumentare l’impatto degli investimenti.

La ripartizione delle risorse

Tesla Italy beneficerà della fetta di risorse più grande: 133,8 milioni di euro per realizzare 6.458 punti di ricarica elettrica per veicoli leggeri in 16 paesi Ue, Italia inclusa. Ad Atlante Srl andranno 49,9 milioni per colonnine di ricarica standard e veloce in Italia, Spagna, Francia e Portogallo. Italiana Petroli potrà contare su 29,3 milioni di euro dal bilancio Ue per l’installazione di oltre mille stazioni di ricarica per veicoli leggeri e pesanti. Enel X Way beneficerà di 14,8 milioni per il suo progetto di stazioni di ricarica ad alta potenza in Italia e Spagna.

Lasciano il lavoro e fanno il giro del mondo con due figli piccoli

Alessio Sacchi e Claudia Casisa, di Civitanova Marche (Macerata), hanno lasciato il lavoro e sono partiti per fare il giro del mondo con i due figli piccoli. Rispettivamente di 36 e 35 anni, lui ha dato le dimissioni da dirigente del Comune di Porto San Giorgio (Fermo), mentre lei è in aspettativa dal lavoro come maestra d’asilo. Il 29 settembre, assieme a Leonardo e Lorenzo di due e sei anni, partiranno alla volta del Messico che sarà la prima tappa di un lungo viaggio.

«Non è una fuga ma un investimento sulla famiglia»

«L’obiettivo è toccare i cinque continenti. Iniziamo col Messico, poi il Costa Rica, il Sudamerica e poi vedremo, strada facendo, dove spostarci», hanno raccontato Claudia e Alessio. In era post Covid c’è stato chi ha lasciato lavori, anche sicuri, alla ricerca di occupazioni più soddisfacenti o di uno stile di vita che desse maggiore appagamento. Mentre la coppia di Civitanova Marche ha confidato: «La decisione di mollare tutto e partire è stata dettata dalla volontà di trascorrere un lungo tempo di qualità con i nostri bambini e sentiamo che questo è il momento giusto per farlo. Non è una fuga, ma un investimento sulla famiglia». Per quanto riguarda il più grande dei due bambini, che sarebbe dovuto andare in prima elementare, la mamma ha spiegato: «Alla sua formazione scolastica penseremo noi. Anche perché siamo stati sempre convinti che la scuola migliore sia il mondo e non quella che si svolge tra quattro mura». Intanto la coppia ha già aperto un blog, 4 Vite in Vacanza, e le rispettive pagine social su Facebook e Instagram, dove racconterà il loro giro del mondo.

Le Frecce tricolori su Milano per il centenario dell’Aeronautica

Nella mattinata di lunedì 11 settembre, le Frecce tricolori hanno sorvolato Milano e palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia, in occasione del Centenario dell’Aeronautica militare. Alle 10.45, i nove Aermacchi MB-339 della pattuglia acrobatica nazionale hanno iniziato il loro sorvolo. L’air show delle Frecce Tricolori, della durata di una decina di minuti, è stato visibile da diverse zone di Milano: dal Duomo alla Stazione Centrale, da Porta Venezia a piazza della Repubblica, da Porta Nuova a Brera passando per Sempione.

«Un omaggio alla Lombardia»

«Oggi abbiamo assistito a uno show straordinario, un condensato di emozioni, energia e adrenalina, un omaggio alla Lombardia e alla casa di tutti i lombardi» ha commentato il presidente del Consiglio regionale Federico Romani. All’evento hanno preso parte anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago e il governatore della Regione Attilio Fontana. «Le Frecce Tricolori sono l’espressione di quella professionalità, tecnologia e capacità, che contraddistinguono il nostro Paese nel mondo. Questo è un anno in cui abbiamo chiesto un grande sforzo ai nostri piloti, pensate che saranno realizzati 32 sorvoli e ben 21 manifestazioni aeree in tutta l’Italia» ha concluso il generale di squadra aerea Francesco Vestito, comandante della 1a Regione aerea.

Russia, Sobyanin vince a Mosca: è stato eletto sindaco per il quarto mandato

Anche Mosca, come il resto della Russia e le quattro regioni annesse in Ucraina, ha visto la vittoria schiacciante dei candidati del partito Russia Unita di Vladimir Putin nelle elezioni amministrative parziali di ieri, domenica 10 settembre. Il sindaco Serghei Sobyanin, in carica dal 2010, è stato eletto per un quarto mandato ottenendo 2.499.114 voti, oltre il 74 per cento delle preferenze. Il suo sfidante, Leonid Andreevich Zyuganov, ha raggiunto l’8,11 per cento con 265.374 voti. Il governatore Andrei Vorobyov è stato anch’egli rieletto per un terzo mandato ottenendo più dell’83 per cento.

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Riconfermati i governatori di Russia Unita

Sempre secondo i risultati resi noti oggi, lunedì 11 settembre, in tutto il Paese sono stati riconfermati i governatori di Russia Unita. Per quanto riguarda le regioni ucraine annesse lo scorso anno, nella repubblica autoproclamata di Donetsk il partito del presidente ha ottenuto circa il 78 per cento dei voti per il parlamento locale, in quella di Lugansk oltre il 74 per cento, nella regione di Kherson quasi il 75 per cento e in quella di Zaporizhzhia quasi l’84 per cento.

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